E’ stato uno dei calciatori più forti della storia della Roma (e forse il più forte), e del calcio mondiale. E’ da sempre il simbolo della bella Roma vincente che fu, come il calciatore più pagato e più adorato della storia della squadra della Capitale. Paulo Roberto Falcao è stato il mito giallorosso per eccellenza nelle stagioni dal 1980 al 1985, anno in cui a causa di un brutto infortunio decise che era il caso di lasciare l’Italia.
Dopo una lunga convalescenza si sa che non è mai più tornato quello di una volta, tant’è che decise di non giocare più nemmeno in Europa, e di chiudere la carriera in Brasile. Lì fu ingaggiato dal San Paolo, dove l’anno successivo, a soli 33 anni, appese le scarpette al chiodo. Ma poi che fine ha fatto?
Passò 4 anni a curarsi e a cercare di capire se era il caso di tornare a giocare o se forse era meglio cambiare mestiere. Ad aiutarlo a decidere ci fu il suo Brasile, di cui gli fu affidata la prima panchina della sua carriera. Un pò come il Maradona di oggi, Falcao potè esordire come allenatore non in un club minore per fare esperienza, ma direttamente sulla panchina della sua nazionale. Ma purtroppo quella non fu una buona trovata. Infatti dopo nemmeno un anno fu esonerato, sostituito da Carlos Alberto Parreira che da lì a 3 anni avrebbe vinto il mondiale americano.
Ma lui non si perse d’animo e ci riprovò con un’altra nazionale, quella giapponese, con cui i risultati furono leggermente più soddisfacenti. Su quella panchina Falcao ci rimase tre anni, in cui fallì la qualificazione ai mondiali ed arrivò ai quarti di finale in coppa d’Asia, nonostante avesse dominato il suo girone di qualificazione. Dopo l’esperienza giapponese nessun club se la sentì di affidarsi a lui, e più volte continuò a mandare segnali proprio al suo grande amore, la Roma, di cui ogni tanto ancora oggi parla dal Brasile, e di cui si dichiara ancora follemente innamorato. In questo momento ha fatto la stessa fine che fanno in molti nel suo campo, e cioè dopo una fantastica carriera da calciatore, ma una deludente da allenatore, si è dato al giornalismo, e ora fa il commentatore sportivo per Rete Globo, l’emittente sportiva principale del suo Paese.