Per tutti lui era “il Genio“. Sicuramente è stato il primo calciatore del nascente Stato del Montenegro a lasciare il proprio segno nel calcio internazionale. Probabilmente è dovuto a lui, come modello per tutti i calciatori del suo Paese, che oggi la nazionale montenegrina, anche senza una storia alle spalle, si può annoverare tra le 50 nazionali migliori del mondo. Da lui hanno preso esempio molti calciatori come Vucinic e Jovetic di cui, ancora oggi, alle mai dimenticate tv italiane continua a tessere le lodi.
Di lui ci si ricorda sicuramente delle grandi annate nel Milan e nella nazionale prima della Jugoslavia e poi della Serbia-Montenegro. Ma da quando, nel 1999, lasciò i rossoneri, se ne sono un pò perse le tracce. Ogni tanto rilascia qualche intervista, ma di lui non se ne sa più cosa fa.
In molti, vista la sua intelligenza tattica, pronosticavano un futuro da allenatore, ed infatti è stato così. Dopo aver lasciato Milano ha tentato ancora qualche stagione da calciatore, ma i diversi guai fisici lo hanno portato presto ad appendere le scarpette al chiodo. E così, dopo pochi mesi dal suo ritiro, gli fu affidata la panchina della nazionale di Serbia-Montenegro. Ma forse avrebbe fatto meglio a fare un pò di gavetta, fare l’allenatore non è la stessa cosa che giocare, e lui se n’è accorto subito, visto che dopo nemmeno due anni è stato esonerato.
A quel punto si è cercato di far fruttare il suo “genio” in altre maniere, ed approfittando della spartizione politica tra Serbia e Montenegro, si è deciso di farlo diventare dirigente della neonata federazione calcistica. Ad oggi è il presidente della Federcalcio montenegrina, ma più che altro fa un pò da balia per i giovani calciatori, che tenta di far crescere sani e di guidarli e consigliarli nella maniera giusta. Oggi è un pò il padre e padrone della federazione del montenegro, e forse per un calciatore dall’intelletto superiore è giusto che sia così.