Sesta giornata di Champions League gruppo A.
Stadio Weserstadion, Brema:
Werder Brema-Inter 3-0
Reti: 39′ pt Prodl (W), 4′ st Arnautovic (W), 43′ st Pizarro (W)
Non era in discussione la qualificazione solo perchè l’Inter, grazie al buon rendimento della prima parte di Champions, l’aveva già ipotecata. Semmai, occorreva conquistare il primo posto per riuscire a ottenere un pass migliore ed evitare le avversarie più pericolose. Invece, complice la netta sconfitta dei nerazzurri a Brema e in virtù del pari ricco di gol tra Twente e Tottenham, gli inglesi passano come migliore del gruppo A.
Pare essere costretti a commentare l’ennesima defiance di stagione degli uomini di Benitez, invece ci ostiniamo a pensare che, più di così, l’ex Liverpool non avrebbe potuto fare. Troppi infortuni, nessun rinforzo e giocatori non al meglio: chi altro avrebbe fatto più del tecnico interista?
La conta degli indisponibili in capo ai campioni d’Italia? Presto fatta perchè mancano: Julio Cesar, Maicon, Samuel, Lucio, Chivu, Stankovic, Obi, Sneijder, Milito e Mancini. Che altro dire: due Primavera tra i titolari, solo due attaccanti (Eto’o e Pandev), per il resto l’undici di partenza è infarcito di centrocampisti. Ancora: nella fase di riscaldamento si strappa Materazzi: Benitez, al centro della difesa, ci mette Cambiasso.
Alla fine della gara, Moratti mugugnerà eccome: tre reti al passivo non sono poche al cospetto di chi (perchè già eliminato) non aveva nulla da chiedere all’incontro. Si tornerà a parlare con insistenza di un avvicendamento sulla panchina nerazzurra e si dirà che, in caso di mancata conquista del Mondiale per club, il tecnico dell’Inter dovrà fare le valigie. In attesa di capire – manca poco al Natale – se Benitez mangerà il panettone, la trasferta di Germania ha raccontato un monologo tedesco che ben si confà al risultato finale.
Vero è che gli ospiti ci mettono del loro: mai in partita, svogliati e con la testa altrove, privi di stimoli. Nella prima frazione non ci si diverte affatto: poochi tiri in porta, nerazzurri per nulla pericolosi e Werder in fase costante di possesso palla. Tra un pallone perso e l’altro sciupato, ci si avvia all’intervallo senza aver vissuto particolari emozioni, invece al 39′ i locali passano: angolo di Frings, Prodl è lesto nell’anticipare il piccolo Cordoba e non lascia scampo a Castellazzi con un colpo di testa imparabile.
La costante? Panchina interista imbottita di giovanissimi: anche a volerlo, chi cambiare e con chi? Allora Benitez lascia che l’undici iniziale cominci anche la ripresa. Che, speculare alla prima parte, svela l’assenza – mentale, fisica – sul terreno di gioco degli ospiti. Il Werder fa quello che vuole: non è troppo ma abbastanza per trovare il raddoppio. Al 4′ combinazione tra Almeyda e Arnautovic con quest’ultimo che conclude al volo in corsa di sinistro. La retroguardia dell’Inter è immobile, la palla rotola nel sacco, l’ex – così, tanto per dire – avrebbe fatto comodo.
L’unica azione degna di nota tra gli ospiti vede protagonista Cambiasso: l’argentino (21′) cicca clamorosamente davanti all’estremo di casa. Passano 14′ e Pizarro colpisce la traversa (Orlandoni era nettamente fuori causa), ne trascorrono altri 9′ e il peruviano, stavolta, aggiusta la mira: rete di pregevole fattura con tanto di stop, girata e tiro nell’angolino. Palo interno e gol: tracollo ospite con volti tirati. La buona notizia? Poteva andare decisamente peggio, si è avuta l’impressione che i tedeschi non abbbiano voluto infierire!