Gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League.
Stadio White Hart Lane:
Tottenham-Milan 0-0
Risultato della gara di andata: 0-1
Qualificato ai quarti di finale: Tottenham
Altra sera con il fiato sospeso e, per quanto gli anni recenti ci stiano abituando a più di una cocente delusione che solo la vittoria dell’Inter nella passata edizione di Champions League ha smorzato, ennesima divisione in due dell’Italia pallonara. Tra chi ha fatto il tifo per il Milan e chi – chissà quanti di più – si è prodigato a incitare per 90’ il Tottenham. Gli inglesi partivano dal vantaggio della sfida di andata, quando in virtù della rete siglata da Crouch sugli sviluppi di un contropiede, gli Spurs riuscirono a sbancare San Siro; ai rossoneri occorreva solo vincere. Con qualunque punteggio – lo 0-1 avrebbe garantito i supplementari – ma vincere.
Precedenti amari per gli italiani che, nelle sfide contro il Tottenham, annoveravano un bilancio di un pareggio e due sconfitte. Altro spunto di riflessione del pre partita: capire se davvero esista una maledizione di nome Ibrahimovic. Ovvero: tanto lo svedese è stato fino a oggi garanzia di vittoria del tricolore quanto sinonimo di eliminazione nell’Europa che conta. In attesa di cavare con certezza la duplice risposta, una parte della verità la si può già mettere in valigia: i rossoneri non riescono a espugnare un White Hart Lane gremito in ogni ordine di posto e vengono eliminati agli ottavi. Se ciò sia l’equivalente del fatto che il tifo milanista possa già festeggiare con giubilo la conquista dello scudetto, lo si vedrà.
Nel rispetto del cronometro, le formazioni ufficiali sono quasi interamente quelle annunciate: Milan privo dello squalificato Gattuso, recuperato Boateng che viene schierato in mediana con Seedorf e Flamini; il trio d’attacco si compone di Pato, Robinho e Ibrahimovic. Casa Tottenham: sebbene Redknapp, che ha fatto pretattica, lo avesse annunciato nell’undici iniziale, Bale finisce in panchina. La velocità di Lennon e la fisicità di Crouch sono le armi offensive cui il tecnico locale fa affidamento.
Rossoneri sornioni nei primi minuti, Spurs pimpanti: al 6′ cross di Lennon per Van der Vaart su cui interviene Abbiati un istante prima che il trequartista possa concludere. Possesso palla sterile, da parte degli ospiti, i quali, tuttavia, prendono le misure agli avversari nel tentativo di arginarne la manovra: la prima conclusione a rete del Milan arriva al 16′ quando Ibrahimovic conclude direttamente in porta da calcio di punizione, Gomes devia in angolo. Crescono i rossoneri: al 26′ Pato supera Gallas in velocità e salta Gomes, assist immediato per Robinho che scarica di sinistro ma trova la deviazione di Gallas sulla linea di porta. Pato – 33′ – e Van der Vaart – 36′ – ci provano dal limite ma gli estremi avversari sono attenti. Il finale di frazione non offre altri spunti. Lo 0-0 fa il gioco dei padroni di casa.
Nessun cambio a inizio ripresa, quando si assite a una fase inversa rispetto alla prima parte dei primi 45′: stavolta sono gli ospiti a imprimere al match un ritmo elevato ed è il Tottenham a crescere con il passare del tempo. Il forcing rossonero non frutta conclusioni pericolose, i locali si difendono con ordine e non soffrono. Palle gol invitanti, sui piedi delle punte milaniste, arrivano solo dopo la mezz’ora: al 33′ sponda di Ibrahimovic per Pato, il destro del brasiliano manda il pallone a lambire il palo alla destra di Gomes; al 46′ l’occasionissima della gara capita sui piedi di Robinho: azione di prima con Ibrahimovic e il brasiliano che scambiano al limite. Sul destro sicuro del numero 70 Assou Ekotto ci mette la gamba e devia in angolo. Non c’è tempo per altro: non è una figuraccia come quella della Roma, ma neppure il Milan riesce a qualificarsi. Inutile dire che, gira e rigira, ci si trova per l’ennesima volta a fare affidamento sull’unica italiana rimasta. L’Inter, detentrice del trofeo e bisognosa, pure lei, di un match perfetto per ribaltare la sconfitta interna subita per mano del Bayern Monaco. Una volta, anni fa, incrociare nel cammino un’italiana faceva tremare chiunque. Appunto, una volta…