Difficilmente possiamo credere che Wenger potesse aver impostato una partita di difesa al Camp Nou, in stile Mourinho con 11 giocatori a protezione dell’area di rigore e ripartenze con uno o due contropiedisti a sperare che avvenga qualcosa. Più probabile è che sia stato il Barcellona a costringere l’Arsenal sulla difensiva per 90 minuti e più, portando ad un certo punto il possesso di palla a superare il 70%, roba da amichevole estiva contro squadra dilettante.
Ma siamo in un ottavo di Champions League, e l’Arsenal doveva difendere il 2-1 dell’andata, e per un tempo ci riesce bene. L’unica punta Bendtner non è pervenuto per tutto il primo tempo, mentre le mezze punte si trasformano in terzini. E così i primi 45 minuti si chiudono sullo 0-0 che qualifica l’Arsenal.
Ma quando c’è Messi in campo non si può mai stare tranquilli, e allora ecco che, nel recupero del primo tempo, ti inventa un gol dei suoi: tocco sotto su Almunia e tiro al volo per l’1-0. Nella ripresa i Gunners sono pure fortunati perché alla prima volta in cui superano il centrocampo vanno in gol. O sarebbe meglio dire autogol, visto che, sugli sviluppi di un angolo, Busquets sbaglia la deviazione e butta la palla nella sua stessa rete.
Niente paura per i blaugrana. Riprende il pressing e Xavi trova la rete del 2-1, e nonostante Almunia sia in serata di grazia e sembra sia in grado di prenderle (quasi) tutte, arriva anche la terza rete di Messi su rigore che evita anche i tempi supplementari. Ma non è ancora finita perché al novantesimo Adriano lascia a Bendtner uno dei pochi palloni giocabili della partita, ma il danese con la porta spalancata attende un attimo di troppo e Mascherano riesce a respingergli il tiro che altrimenti sarebbe valso la qualificazione all’Arsenal.
Sarebbe stato davvero un peccato perdere un Barcellona così, ma l’impressione è che se non è riuscito ad eliminarlo uno dei club migliori di quest’anno a livello mondiale come l’Arsenal, difficilmente potrebbe riuscirci qualcun’altro.