Ha vinto la squadra più forte, ha vinto la squadra che ha giocato meglio, ha vinto la squadra che ha dimostrato di aver ancora fame di vittorie, nonostante l’indigestione di trofei degli ultimi anni. Il Barcellona è sul tetto d’Europa per la quarta volta nella sua storia, la seconda in tre anni, confermandosi la migliore squadra in questo periodo storico. Il Manchester United se ne torna a casa sconfitto, per la seconda volta in tre anni e sempre con il medesimo scarto di reti.
A Roma nel 2009 fu un secco 2-0, ma allora la squadra di Ferguson sembrava poter contrastare l’avversario. Sotto il cielo di Wembley finisce invece 3-1 e stavolta i Red Devilds si sono arresi ancor prima di scendere in campo, di fronte ad una compagine dimostratasi superiore per quasi tutta la gara.
E dire che nei primi minuti di gioco il Manchester United sembrava aver preso le giuste misure ai catalani, aggredendo gli spazi e proponendosi di frequente dalle parti di Valdes. Ma la fiammata iniziale dei rossi di Ferguson veniva spenta in pochi minuti dal Barça, che conquistava metri su metri e faceva correre lunghi brividi sulla schiena di Van Der Sar, alla sua ultima gara con lo United.
Prova e riprova, alla fine arrivava il vantaggio dei catalani, grazie ad un’iniziativa di Xavi concretizzata al meglio da Pedro, che beffava il perticone olandese al 26 del primo tempo. I Red Devils non si arrendevano e pressavano gli avversari su una rimessa laterale: palla a Rooney, che duettava con Giggs e lasciava partire un missile dal limite dell’area, firmando così il pareggio.
Solo Barcellona nella ripresa, con Messi che si trasformava in Superman e si concedeva anche il lusso della segnatura personale al minuto 54. Il passaggio era del solito Xavi, ma la prodezza era tutta della Pulce, che trovava un corridoio per la stoccata vincente e portava sul 2-1 i suoi.
Finita qui? No, perché anche David Villa voleva ritagliarsi il suo momento di gloria, inventando un tiro a giro che scavalcava Van Der Sar. Da raccontare c’è ancora un rigore reclamato dal Manchester, prima della grande festa finale con tanto di commozione generale, quando Abidal indossava la fascia di capitano e sollevava la Champions League a pochi mesi dall’intervento per la rimozione di un tumore al fegato.