Tattoo e pellegrinaggi per la Spagna Campione del Mondo

Claudio Gentile nel 1982 promise di tagliarsi i baffi in caso di vittoria della Coppa del Mondo e mantenne la promessa, così come fece Camoranesi nel 2006, quando in mondovisione si sottopose alle cure del barbiere-Oddo per farsi accorciare la lunga chioma. Ed i neo-campioni del mondo della Spagna cosa avranno promesso alla vigilia della gara contro l’Olanda?

Lo scaramantico Casillas ha preferito non pronunciarsi sull’argomento, lasciando che fossero i compagni di squadra ad impegnarsi in promesse più o meno originali. Originalità che è mancata a Sergio Ramos, che in questi giorni farà una visita dal tattoist per farsi imprimere sulla pelle la Coppa del Mondo. Xavi ha proposto uno stile identico per tutta la squadra, che prevede il taglio completo della capigliatura (invito allargato anche ai giornalisti spagnoli), ma vai a spiegarlo a Puyol ed a Sergio Ramos, ad esempio, che sembrano non voler rinunciare alla zazzera per nulla al mondo.

Fabregas con la maglia del Barça (video)

I tifosi del Barcellona sognavano questo momento da anni: Fabregas con la maglia blaugrana! Peccato però che non si tratti della presentazione del giovane talento al Camp Nou, ma della festa spagnola per la Coppa del Mondo appena conquistata. L’idea è stata di Puyol e Piqué che, con la complicità del presentatore improvvisato Pepe Reina, sono riusciti a vestire a forza il centrocampista dell’Arsenal, facendogli indossare la maglia del Barcellona.

La gag è durata pochi secondi, come dimostra il video dopo il salto, ma abbastanza per riaprire il discorso sui movimenti di mercato del Barcellona, da almeno un paio d’anni sulle tracce del giocatore, cresciuto nel vivaio blaugrana e poi lasciato partire verso l’Arsenal di Wenger.Tornerà mai a casa il figliol prodigo?

Klose sfida la Spagna e punta al record

Con la sua doppietta ha aiutato la Germania ad affondare la corazzata-Argentina, costringendola a tornarsene a casa con l’umiliazione di un poker subito e tanti interrogativi sul proprio futuro. Miroslav Klose sta diventando l’eroe assoluto dei tedeschi con quattro gol all’attivo (gli stessi del connazionale Thomas Muller) e la possibilità di raggiungere traguardi riservati solo ai grandi campioni.

Nella gara contro l’albiceleste si è tolto lo sfizio di eguagliare il connazionale Gerd Muller, che negli anni ’70 mise a segno la bellezza di 14 reti nei fasi finale delle kermesse mondiali, ma Klose non si accontenta e punta dritto al record di Ronaldo, che dal ’98 al 2006 ne segnò addirittura 15:

Sì, è vero. Voglio segnare almeno 5 gol in questo torneo. E sarò molto soddisfatto se ne farò 6.

Mondiale 2010: la Spagna compra gli arbitri?

L’Inghilterra ha paura della Spagna o sono le Furie Rosse ad aver paura di non poter ripetere i fasti dell’ultimo Europeo? Ancora non ci è dato saperlo, ma a poche settimane dall’avvio del Mondiale spuntano ombre pesanti sugli spagnoli, che starebbero manovrando in diverse direzioni per avere arbitraggi accomodanti durante la manifestazione. A rendere pubblica la situazione è il Mail On Sunday, tabloid britannico, che ha pubblicato oggi una telefonata tra il presidente della Football Association, Lord David Triesman, ed un’ex colloaboratrice:

Penso che stiamo facendo un ottimo lavoro con gli africani. Credo che stiamo facendo bene anche con alcuni dirigenti asiatici. Probabilmente, anche con l’America Centrale e Settentrionale. Ritengo che i sudamericani, sebbene non lo abbiano confermato, voteranno per la Spagna. E se la Spagna si ritira, visto che sta cercando la collaborazione della Russia per comprare gli arbitri ai Mondiali, i loro voti potrebbero riversarsi proprio sulla Russia.

Sfumato Kakà, ora le grandi d’Europa tremano

 MILANO, 21 gennaio– Ora le big d’Europa hanno paura. Ma soprattutto provano a blindare anzitempo i loro gioielli. L’affare Kakà sfumato all’ultimo sospiro, potrebbe portare a conseguenze devastanti nel panorama del mercato internazionale: lo sceicco Mansour, proprietario del Manchester City, ha il portafoglio pieno e una gran voglia di rifarsi andando a prendere un campione, uno di quelli con la C maiuscola. Anche se, a dirla proprio tutta, per far sì che la sua squadra entri a far parte dell’elitè del calcio mondiale, non basterà comprare campioni su campioni: il Chelsea di Roman Abramovič, ne è un esempio lampante.

L’Inghilterra rifiuta la razzista Madrid

Si torna a parlare di calcio e razzismo e non per qualosa avvenuto di recente, ma per un episodio di qualche anno fa che ha compromesso il rapporto tra due nazioni (anzi tra una nazione ed una città).

I fatti risalgono al 17 novembre del 2004, quando allo stadio Bernabeu di Madrid (nel cuore di tutti gli italiani per vittoria mondiale del 1982) si giocava un’amichevole tra i padroni di casa della Spagna e l’Inghilterra, allenata all’epoca da Sven Goran Eriksson.

Durante la gara i giocatori di colore dell’Inghilterra vennero fatti oggetto di continui cori a sfondo razzista, provocando una serie infinita di polemiche. Polemiche che a quanto pare non sono state completamente dimenticate, se è vero che per la gara del prossimo anno tra le squadre, gli ospiti hanno chiesto di giocare in un’altra sede.

La Spagna campione presa a pallonate

A due mesi e mezzo dalla finale di Vienna, torna d’attualità il campionato europeo ed in particolare la vittoria della Spagna ai danni della Germania. In quei giorni di grande festa per una nazionale che non conquistava il titolo da ben 44 anni, ci si chiedeva come avrebbero reagito alla vittoria i tifosi della catalogna, da anni alla ricerca di un’indipendenza politica prima che sportiva.

Il timore era che si potessero verificare degli incidenti in quel di Barcellona tra gli estremisti catalani e quanti invece si riconoscono nella grande nazione spagnola e volevano comunque festeggiare la coppa conquistata dai ragazzi di Aragones. Alla fine la Spagna intera si è unita intorno a quei ragazzi che sul campo avevano dimostrato di essere superiori a qualunque avversario, conquistando meritatamente il titolo.

Ma evidentemente qualcuno non ha digerito la questione ed ora approfitta della festa nazionale catalana (giovedì 11 settembre) per ribadire il proprio desiderio di indipendenza, usando proprio quella vittoria come simbolo di non appartenenza alla nazione spagnola. Come? Prendendo a pallonate gli eroi della notte di Vienna.

Gli spagnoli scelgono il loro pallone d’oro: è Casillas

Nel 2006 molti giornalisti erano indecisi su chi scegliere per assegnare il pallone d’oro. Poi arrivò il Mondiale e la super Italia di Lippi, e l’imbarazzo si ridusse a due soli nomi: Cannavaro e Buffon. Alla fine il trofeo andò al napoletano, mettendo tutti d’accordo. Stavolta invece le cose andranno diversamente.

Il pallone d’oro è dato per scontato da più parti. Sin da gennaio si parla di Cristiano Ronaldo come probabile (o sicuro) vincitore. In Spagna però non ne sono convinti, e siccome hanno appena vinto l’Europeo, vogliono che il prossimo vincitore sia uno spagnolo.

Italia-Spagna: il fotoracconto della delusione

Ci sono emozioni che non si possono raccontare con le parole. Così avevamo esordito all’indomani della vittoria sulla Francia, che ci aveva permesso di superare il girone e di continuare a cullare il nostro sogno europeo. Parole che alla luce del risultato di ieri sera restano valide, sebbene cambi lo stato d’animo di chi le scrive.

Ma il nostro mestiere ci impone di raccontare anche le emozioni legate alla sconfitta ed è un bene che ci siano immagini ad aiutarci in questo triste compito. Ed allora andiamo a rivivere la serata di ieri, con l’anima ferita e la consapevolezza che si poteva fare di più.

Donadoni è in emergenza: troppo importanti le defezioni per squalifica di Gattuso e Pirlo per contrastare una Spagna schiacciasassi.

Aspettando Italia-Spagna

Germania, Turchia e Russia: tutte e tre finite al secondo posto nei rispettivi gironi, tutte e tre qualificate per le semifinali di Euro 2008. Non possiamo basarci su un elemento simile per sperare nel passaggio del turno, ma è comunque confortante sapere che non sempre vince chi alla vigilia viene dato per favorito.

D’accordo, prima dell’esordio con l’Olanda eravamo noi i più accreditati alla vittoria finale, ma è bastato qualche minuto di non-gioco per renderci conto che non è sufficiente un titolo vecchio di due anni per far punti. E così, via via i favoriti sono diventati gli altri che vincevano dando spettacolo, mentre noi pregavamo che ci venisse evitato l’ennesimo amaro biscotto.

Ora la favorita si chiama Spagna e non solo per la gara di stasera, ma per la vittoria finale nel torneo. Tanto meglio. Lasciamoli specchiarsi nel loro bel gioco, lasciamo loro credere che sono i migliori, senza proclami di vittoria sicura. Quelli spettano a loro, ad Aragones che invita i propri calciatori a Vincere o morire sul campo, alle pagine dei quotidiani che gridano Vendetta, ricordando ancora Usa ’94.

Italia-Spagna tra scommesse e Tassottazi!

Ci danno per sconfitti ancor prma di scendere in campo. Pazienza, non è la prima volta che ci capita e non sarà neppure l’ultima, tanto che a leggere i quotidiani spagnoli, non ci offendiamo nemmeno tanto.

E’ normale esaltare una compagine che ha già dato molte soddisfazioni ai propri tifosi, infilando nella prima parte del torneo tre vittorie su tre ed esibendo a lunghi tratti un gioco spettacolare. Ed i quotidiani spagnoli non fanno altro che riflettere l’opinione comune, secondo la quale nella gara di domani sera non ci sarà storia.

Esaltazione, dunque, soprattutto sulla prima pagina di AS che carica l’ambiente, titolando a caratteri cubitali Claro che podemos! (Certo che possiamo!). Ma non manca un pizzico di polemica, sebbene mascherata di ironia, specie su Marca, che invita i propri lettori a scommettere su un Tassottazo, ricordando la gomitata rifilata da Mauro Tassotti a Luis Enrique, che procurò allo spagnolo la frattura del setto nasale e all’azzurro otto giornate di squalifica (praticamente la conclusione della carriera in nazionale).