Dopo la vittoria convincente della Lazio contro il Genoa, gli occhi erano puntati su Verona, dove il Chievo ospitava un’Udinese in cerca della posta piena per continuare a cullare il sogno della qualificazione in Champions League. Questa volta capitan Di Natale non riesce a scrivere il proprio nome sul tabellino dei marcatori, ma i bianconeri vincono ugualmente, in virtù delle reti messe a segno da Isla al 28′ del primo tempo e di Asamoah al 75′. Gli uomini di Guidolin si riportano dunque davanti alla Lazio e sperano di poter brindare nell’ultima e decisiva partita contro il Milan.
E se l’Udinese spera, la Roma abbandona definitivamente la speranza di conquistare un posto nella massima competizione europea, soccombendo contro il Catania, nonostante il vantaggio iniziale.
Per una volta passano in secondo piano le immagini dei gol per lasciar spazio alla dignità e alle lacrime di un grande club come quello della Sampdoria che torna in Serie B dopo 8 anni, ma soprattutto dopo essere stato ad un passo dalla Champions League.
Ma parlando di gol, la domenica pomeriggio ce ne ha offerti pochi, appena 12. Da ammirare quello di Giovinco, sia nella fase di preparazione che nella realizzazione, un gol di quelli che se l’avesse segnato Messi ne avremmo parlato per anni. Ma molti anche da manuale come il contropiede perfetto che ha portato al secondo gol del Palermo, o l’immagine di cosa un portiere non deve mai fare sulla rete del pareggio del Catania. Questi ed altri gol subito dopo il salto.
I viola scendono in campo con il classico 4-4-2 con Montolivo dietro la coppia Gilardino-Mutu, mentre il tanto atteso rientro di Jovetic viene ulteriormente rimandato, mentre i felsinei scelgono un modulo speculare con Paponi a supportare Di Vaio. Si gioca in un vero e proprio nubifragio.
Accompagnato dal calore dei tifosi che hanno invaso le strade cittadine, il Milan scende dall’autobus scoperto che ha portato in trionfo i campioni d’Italia per affrontare l’ultima gara casalinga dell’anno. Una gara che, dal punto di vista della classifica, non ha molto da dire, visto che il Milan ha già matematicamente vinto lo scudetto mentre il Cagliari è già salvo da diverse giornate. Le uniche motivazioni sono da una parte salutare il proprio pubblico con una vittoria e dall’altra interrompere la striscia negativa di risultati che va avanti ormai da 5 giornate.
I rossoneri, dopo un ingresso spettacolare, scendono in campo con un 4-4-2 con in campo i senatori (Ambrosini, Gattuso e Seedorf) che rischiano di giocare la loro ultima gara a San Siro. Il Cagliari risponde con il classico 4-4-2 con Cossu dietro la coppia Acquafresca-Missiroli.
In palio c’era il quarto posto, e la Lazio non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione ghiotta di affrontare una squadra che ormai al campionato non ha più nulla da chiedere, e che si è già tolta tutte le soddisfazioni, compresa la vittoria nel derby contro la pericolante Sampdoria.
Reja si presenta per l’ultima partita di fronte al suo pubblico con un 4-4-2 molto offensivo in cui Hernanes e Mauri fanno da supporto a Rocchi e Zarate; mentre il Genoa risponde con un 4-3-3 con un tridente pesante composto da Boselli, Palacio e Floro Flores.
Posticipo della trentaseiesima giornata di serie A.
Stadio Olimpico, Torino: Juventus-Chievo 2-2
Reti:13′ pt rig. Del Piero (J), 10′ st Matri (J), 22′ st Rigoni (C), 24′ st Sardo (C)
Juventus-Chievo 2-2
Il pareggio della Roma e la sconfitta della Lazio era il migliore degli stimoli possibili: di contro, vero, la vittoria dell’Udinese fa dei friulani i più seri candidati per la conquista dell’ultimo posto utile in Champions League ma la Juventus aveva la possibilità di racimolare punti preziosi a chi stava davanti e tenere accese le speranze di approdare alla massima competizione europea. Il tecnico juventino, Delneri, è nelle condizioni di fare di necessità virtù a centrocampo per l’assenza di Felipe Melo. Al centro della mediana finisce Marchisio, a sinistra Pepe. Confermato il duo composto da Aquilani e Krasic. In attacco, Del Piero è affiancato da Matri. Sponda clivense: Pioli sceglie di coprirsi e inserisce 5 difensori. Jokic prende il posto di Bogliacino, i tre centrocampisti sono Fernandes, Rigoni e Costant.
Nelle prime battute di gioco, gli ospiti mostrano buona personalità e non lasciano campo ai padroni di casa: la Juve fatica a carburare o lascia fare ma al primo affondo, passa. E’ l’11 quando Sardo trattiene Pepe in area, è rigore e Del Piero lo trasforma con un tiro di potenza che finisce sotto l’angolino.Due minuti dopo, prodezza di Sorrentino su conclusione di Aquilani. Altra palla gol sciupata dai bianconeri al 23′: Motta serve Aquilani che va nuovamente al tiro da buona posizione. Palla fuori di poco. Reazione clivense al 29′: Costant serve Jokic, il tiro dal limite trova Buffon pronto. prima dell’intervallo si annota solo una conclusione di Pellissier con il pallone che termina sull’esterno della rete.
Posticipo della trentaseiesima giornata di serie A.
Stadio Marassi, Genoa: Genoa-Sampdoria 2-1
Reti: 46’ pt Floro Flores (G), 21’ st Pozzi (S), 50′ st Boselli (G)
Genoa – Sampdoria 2-1
Una delle sensazioni attese e ricercate, sognate a tal punto da giungere quandomeno lo aspetti. Devono essersi sentiti proprio così i tifosi del Genoa, ben consapevoli del fatto che – con la Samp in grossa difficoltà di classifica – il derby a due giornate dal termine del campionato avrebbe consentito di spingere un po’ più nel baratro gli avversari dirimpettai. Di contro, per i doriani era gara da vincere. Nulla di più. Lo dettava la graduatoria: le ultime quattro posizioni vedevano il Lecce a 38 (scavalcati i liguri dopo il successo odierno casalingo contro il Napoli) e la Sampdoria a 36. Brescia – 31 – e Bari – 21 – hanno già salutato la massima serie e ricominceranno, nella stagione ventura, dalla cadetteria. Non a caso cantavao, i supporters assiepati in curva Nord, cori di incitamento nei confronti di Ernesto Chevanton, autore della rete che ha consentito ai salentini di battere Cavani e compagni.
Le formazioni sono quelle annunciate: Ballardini opta per Rafinha e Rossi quali esterni di centrocampo e incamera il forfait di Moretti per condizioni precarie. In attacco, Floro Flores e Palacio sono conferme e certezze. Sul versante opposto, Cavasin è costretto a prendere atto delle imperfette condizioni fisiche di Gastaldello e schiera Volta nell’undici titolare. Tandem d’attacco formato da Biabiany e Pozzi.
La Serie A saluta il Brescia con due giornate di anticipo, ed il miglior arrivederci lo dà il suo uomo più spettacolare, Alessandro Diamanti, con l’ennesima punizione da cineteca. Consigliamo vivamente di vederla, come è da vedere l’incredibile Sanchez, che però difficilmente potremo ammirare anche il prossimo anno nei nostri campi.
Dopo gli anticipi del sabato ed un primo tempo spettacolare ma con pochi gol nella domenica, la penultima giornata di campionato ci regala 15 reti, alcune anche molto belle, stilisticamente come quella di Gilardino, o spettacolari come l’azione nel primo gol di Di Natale. A seguire i video dei gol della Serie A della giornata numero 36.
Gol ed emozioni a non finire hanno caratterizzato la trentaseiesima giornata di campionato, sia in testa che in coda alla classifica. Con il Milan campione d’Italia, gli occhi erano puntati sulle squadre che si stavano giocando l’accesso alla Champions League del prossimo anno e – in particolare – su Udinese-Lazio, confronto diretto per la conquista della quarta piazza.
I bianconeri di Guidolin, dopo un periodo nero con 4 sconfitte in cinque gare, riescono finalmente ad avere una reazione d’orgoglio e battono i capitolini in un momento clou della stagione. Di Natale si conferma capocannoniere, segnando una doppietta nel giro di sette minuti, mentre la Lazio non riesce ad accorciare le distanze con un rigore calciato da Zarate, per poi portarsi sul 2-1 con una rete di Kozak. Ora la classifica recita Udinese 62, Lazio 60, con i biancazzurri al momento fuori dalla zona Champions.
Sette lunghi anni: tanto è durato il digiuno del Milan in terra nostrana, mentre gli altri – i cugini, soprattutto – si cucivano il tricolore sul petto, lasciando ai rossoneri solo piazzamenti utili per l’accesso in Europa. E se il digiuno è stato lungo, la festa è stata grande sul terreno dell’Olimpico, dove l’undici di Allegri ha conquistato l’ultimo punto necessario per la conquista dello scudetto.
Anticipo della 36a giornata di serie A.
Stadio Olimpico, Roma:
Roma-Milan 0-0
Roma-Milan 0-0
La carica dei diecimila rossoneri nella Capitale. Il popolo milanista ha voglia di festeggiare il diciottesimo scudetto e, incurante del largo vantaggio sull’Inter che consentirebbe di attendere fino alla prossima settimana, ha voglia di farlo in fretta. Subito. Quindi, in massa a Roma per strappare quel misero punto necessario a intascare matematicamente lo scudetto. Ai giallorossi, in lotta per la conquista del quarto posto che consentirebbe di mettere in cascina la qualificazione per i preliminari di Champions League (sfida a due con la Lazio), serve invece inanellare una vittoria per trovare il sorpasso sui cugini.
Il campo dell’immediato pre partita dice che Montella, nonostante le squalifiche di De Rossi e Perrotta, opti per un modulo prudente con schieramento 4-2-3-1: Taddei e Simplicio tra i trequartisti, Totti attaccante di riferimento e Borriello – che guarderà dalla panchina gli ex compagni in trionfo – solo riserva. Dal cantro suo, Allegri sceglie di non rischiare Pato e lancia Robinho dal 1′ al fianco del rientrante Ibrahimovic. Maglia da titolare anche per Seedorf, Boateng trequartista.
Serviva un punto ed è arrivato a Roma, dove il Milan ha pareggiato contro i giallorossi e conquistato il diciottesiomo scudetto della storia. Il pari senza reti – con Robinho
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