La copertina della ventiduesima giornata di campionato è dedicata al al Napoli, che risponde con forza a Milan e Lazio e si riprende la seconda posizione solitaria in classifica. Le fatiche di Coppa Italia non rappresentano un ostacolo per i partenopei, messi oggi di fronte ad una Sampdoria che ha perso in settimana uno dei suoi uomini migliori e che oramai sembra chiedere ben poco alla stagione in corso.
Quattro le reti messe a segno dai padroni di casa, con un Cavani ancora protagonista (tripletta per lui) ed Hamsik a completare il tabellino. 43 sono invece i punti in classifica, a sole quattro lunghezze dal Milan capolista.
Fuochi d’artificio al Rigamonti di Brescia nell’anticipo dell’ora di pranzo della ventiduesima di campionato. Le Rondinelle di casa, sempre più in crisi di risultati e relegate al penultimo posto in classifica, cercavano punti preziosi per cominciare la risalita verso una posizione un po’ più comoda. Chievo permettendo, s’intende, considerando che i gialloblu di Pioli non conquistavano tre punti da un secolo, come sottolineava lo stesso tecnico in settimana.
Ne usciva una gara con gli ospiti più propositivi nella prima frazione di gioco, mentre i padroni di casa si limitavano a bloccare le offensive avversarie, tentando la ripartenza, mentre i minuti scorrevano velocemente sul cronometro. Fino al minuto numero 46 del primo tempo, quando Pellissier concretizzava con un’inzuccata uno scambio Mantovani-Fernandes, regalando ai suoi il vantaggio.
Anticipo della ventiduesima giornata di serie A.
Stadio Rigamonti, Brescia: Brescia-Chievo Verona 0-3
Reti: 46’ pt e 48’ st Pellissier (C), 2’ st Mandelli (C)
Il freddo che ha regnato sovrano su Brescia – aria da neve – era evidente buttando un’occhiata sugli spalti dello stadio: spettatori (pochi) coperti e abbottonati con sciarpe e cappelli a tutelare collo e testa. Per il Brescia, in posizione di classifica disperata (a oggi, retrocessione diretta), oggi era necessario vincere. Il Chievo, dal canto suo, stazionava già un pelo più in alto rispetto alla zona critica ma, vista la capacità di esprimere un gioco vivace e concreto allo stesso tempo, pareva lineare il fatto che gli uomini di Pioli avessero tutta l’intenzione di sfruttare al meglio le criticità locali per mettere in cassaforte tre punti preziosi in ottica salvezza (da raggiungere nel più breve tempo possibile).
Gli schieramenti proposti dai due tecnici hanno tenuto conto di rientri importanti: Mario Beretta ha potuto contare sul pieno recupero di Diamanti e Bega e opta per un 4-1-4-1 con Bega e Mareco perni di difesa e una linea di quattro centrocampisti composta da Diamanti, Eder, Filippini e Konè. Punta di riferimento, il solo Caracciolo. I veneti sono gli stessi che hanno pareggiato contro il Genoa con l’unica eccezione dell’innesto di Andreolli per Cesar. Il trio di mediana, composto da Fernandes, Rigoni e Constant, pronto a fare da diga e proposizione per le folate del trequartista Bogliacino e le due punte. Thereau e Pellissier.
Il Milan non rallenta la sua corsa e si conferma saldamente in vetta alla classifica, portando a sette i punti di vantaggio dalle inseguitrici (Lazio e Napoli). L’avversaria di turno era il Catania, piuttosto ostico in casa e determinato a regalare i primi punti al neo-allenatore Simeone, sconfitto all’esordio sul campo del Parma.
Ne esce una gara vivace nella prima frazione di gioco, nonostante il nervosismo degli ospiti, tre dei quali finiscono sul taccuino del direttore di gara nel giro di venti minuti. Anche l’occasione più pericolosa è a vantaggio dei rossoneri, con Cassano che si vede respingere una botta a colpo sicuro dall’estremo avversario.
Anticipo della ventiduesima giornata di serie A.
Stadio Massimino, Catania: Catania-Milan 0-2
Reti: 14′ st Robinho (M), 41′ st Ibrahimovic (M)
La capolista contro una delle squadre invischiate nella lotta per non retrocedere: spesso, sono le gare più difficili, in grado di risultare a fine stagione decisive in negativo per le big e in positivo per le altre. Il Milan a Catania è anche un suggestivo reincontro tra i rossoneri e l’ex cuore nerazzurro Diego Simeone, capace di incarnare – quando ancora giocava – il tifo e lo spirito interista. Lo stadio Massimino è stracolmo in ogni ordine di posto e gli etnei, per volontà de proprio tecnico, decidono di giocarsela a viso aperto. Maxi Lopez e Gomez in attacco, Mascara trequartista. Di contro, Allegri opta nuovamente per lo schieramento di Cassano dal 1’ al fianco di Ibrahimovic. Confermato anche Robinho a supporto, l’escluso è nuovamente Pato mentre Van Bommel è titolare per la seconda sfida consecutiva.
Nella prima frazione di gioco la gara si conserva su ritmi piuttosto bassi e fatica a decollare nonostante l’agonismo non manchi: il Catania si affida alle fulminee ripartenze di Gomez e Mascara, il Milan riesce a prendere in mano il reparto di mediana e sa al contempo fare diga e impostare il gioco. Spenti i due rossoneri in attacco, al tiro ci finiscono – seppur con conclusioni dalla distanza – gli etnei: al 15’ Ledesma manda il pallone fuori. Spauracchi e pochi spaventi per due retroguardie a cui spetta l’ordinario: ultimo sussulto del primo tempo al 42’. Merkel si propone in avanti e tenta un assist da buona posizione ma l’intervento di Augustyn è provvidenziale.
Quaranta punti messi in cascina, quota-salvezza raggiunta e controsorpasso sulla Roma (in attesa della gara di domani). La Lazio non può che esultare al termine del primo posticipo della ventiduesima giornata di campionato, anche se la gara contro la Fiorentina non ha offerto grandi emozioni agli infreddoliti spettatori dell’Olimpico. Edy Reja però è soddisfatto ed sprona i biancazzurri a far meglio per concludere la stagione al meglio, nella speranza di conquistare un posto in Europa:
Oggi abbiamo 40 punti, siamo salvi e di conseguenza quello che viene sarà in più. Lotteremo per l’Europa League, questo è il nostro obiettivo. Se lo centreremo avremo fatto un grande campionato.
Anticipo della ventiduesima giornata di serie A.
Stadio Olimpico, Roma: Lazio-Fiorentina 2-0
Reti: 24’ st rig. E 28’ st Kozac (L)
Il quarto posto con sorpasso dei cugini giallorossi, in casa lazio, brucia un po’: non solo per l’evidente rivalità tra dirimpettai ma anche perché, con la ripresa della massima serie dopo la pausa natalizia, le Aquile hanno di fatto dilapidato parecchi punti e perso buona parte del vantaggio conquistato a margine di una prima parte di stagione da applausi. Risalire la china di un quarto posto dignitoso ma amaro per aver guidato per più giornate la graduatoria: lo stimolo in casa biancoceleste non manca né – ovviamente – può venire meno a una Fiorentina che resta in un periodo non brillante e continua a far notare una carenza manovra preoccupante. Se non altro perché Prandelli aveva abituati a ben altro.
Reduci entrambe, le due squadre, da una giornata poco positiva: netto il ko dei locali in terra bolognese (con tanto di rissa finale pagata cara da Zarate: tre turni di squalifica), scialbo pari interno per i Viola contro un Lecce che ha meglio figurato. Croniche, in casa gigliata, le assenze di Vargas, Natali, Jovetic, Frey e Mutu. Sinisa Mihajlovic tiene fuori D’Agostino per lanciare Donadel; Santana e Montolivo al centro della mediana, il trio Cerci-Gilardino-Ljajic ha il compito di sfondare. Reja, invece, decide di ripartire senza Hernanes: pronto il 4-4-2 con Gonzalez, Mauri, Brocchi e Ledesma in mezzo. In attacco, Floccari e Kozac.
Posticipo insidioso per il Milan di Allegri al termine della ventunesima giornata di campionato, di fronte ad un Cesena che nelle ultime due gare ha fatto soffrire non poco Roma ed Inter. La classifica non lascia dubbi sul risultato finale, ma il campo – almeno nella prima parte di gara – ha raccontato una storia diversa, con gli ospiti che si affacciavano spesso dalle parti di Abbiati, creando scompiglio nella difesa rossonera.
Per ammirare il gioco del Milan occorreva attendere sino alla mezz’ora, quando Cassano cominciava a fornire assist importanti per i compagni. E proprio dal piede dell’ex doriano arrivava il vantaggio dei padroni di casa, allorché la palla destinata ad Ibrahimovic veniva intercettata da Pellegrino, che si esibiva in un’autorete di rara bellezza, la seconda in una settimana.
Posticipo della ventunesima giornata di serie A.
Stadio Guseppe Meazza di San Siro, Milano: Milan-Cesena 2-0
Reti: 45’ pt aut. Pellegrino (C), 48′ st Ibrahimovic (M)
Il caso più unico che raro, che quasi verrebbe da sospendere l’azione e farla rifare, è quello di Pellegrino, difensore del Cesena che si è reso protagonista, in sette giorni, di due sfortunati episodi che, forse, gli consentono di scrivere un primato in negativo. Seconda autorete consecutiva che frutta (agli avversari) tre punti pesanti anche in virtù delle gare delle altre aspiranti al titolo, tra cui si salvano solo Napoli e Roma.
Il Milan va, in un San Siro discretamente pieno, e consolida il primato in classifica. Allegri ha assecondato le richieste, indirette ma neppure troppo, di Ibrahimovic e al fianco dello svedese ha optato per l’inserimento di Cassano dall’inizio. Robinho sulla trequarti mentre in mediana agiscono Ambrosini, Merkel e Thiago Silva (a causa di un forfait dell’ultimo minuto di Gattuso). Yepes prende il posto del brasiliano in difesa. Ficcadenti sceglie di non avere paura: Budan punta di riferimento con Malonga e Schelotto a supporto.
La Juve non esce dalla crisi, l’Inter rischia di ricascarci e la Lazio ancora non ha capito che campionato fare. Sembra che dopo 21 giornate ancora non si riesca a capire quale sarà l’andazzo del campionato. Certo è che le difese riescono ad avere la meglio sugli attacchi, e dopo un sabato con anticipi con un discreto numero di gol, sono le partite della domenica a deludere, con due 0-0 che lasciano a referto appena 18 gol (manca ancora il posticipo).
Poche reti, ma molte di ottima fattura, come le due punizioni-capolavoro che hanno contribuito alla vittoria di Udinese e Parma provenienti da due con il piede caldo come Di Natale e Giovinco. Peccato per qualche partita sottotono o poco entusiasmante, ma in ogni caso lasciamo a voi giudicare la domenica con questi highlights.
La copertina della ventunesima giornata di Serie A è dedicata al Napoli, capace di sorpassare la Roma e di portarsi ad una sola lunghezza dal Milan capolista, in attesa del posticipo serale che vedrà i rossoneri impegnati contro il Cesena. I partenopei riscattano il mezzo passo falso della scorsa settimana (pareggio interno contro la Fiorentina) ed hanno ragione di un Bari sempre più solo in fondo alla classifica.
Lavezzi apre le marcature quando il cronometro segna il minuto numero 38 della prima frazione di gioco, mentre Cavani su passaggio del Pocho chiude il discorso quando mancano tre minuti al triplice fischio finale, con i Galletti ormai in dieci per l’espulsione di Parisi.
Battuta d’arresto per l’Inter e prima sconfitta per mister Leonardo nella sua avventura nerazzurra. L’avversaria del giorno era l’Udinese di Guidolin, che sperava di dare continuità agli ultimi risultati positivi (due vittorie ed il pareggio spettacolare sul campo del Milan) per avvicinarsi alla zona nobile della classifica. L’Inter da parte sua cercava ancora punti pesanti per rendere meno sostanzioso il distacco dai cugini rossoneri, lontani “solo” sei punti a bocce ferme.
Ne è venuta fuori una gara combattuta con entrambe le formazioni che tentavano di imporre il proprio gioco, sin dalle prime battute della gara. I primi a proporsi in avanti erano gli ospiti, ed in particolare Cambiasso, ormai abituato a scrivere il proprio nome sul tabellino dei marcatori. L’Udinese rispondeva immediatamente, ma il risultato restava immutato fino al minuto numero 16 della prima frazione di gioco, quando Thiago Motta metteva Stankovic nella condizione di battere a rete e di guadagnarsi gli applausi del proprio pubblico.
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