Finalmente Juve! Dopo qualche settimana di agonia in cui sembrava girare tutto storto, la Vecchia Signora riesce a muovere la classifica ed a riportarsi a ridosso delle prime, sebbene i punti di distacco dal Milan capolista siano ancora dieci. L’eroe della serata è Alessandro Matri, fino a qualche giorno fa punta di diamante dell’attacco del Cagliari ed ora accasatosi sotto la Mole, dove si è subito ritagliato un posto da protagonista.
Meglio la Juve nelle prime battute di gioco con Bonucci, Matri ed Aquilani a mettere i brividi alla difesa sarda. Il vantaggio arriva al minuto numero 20, quando l’ex attaccante rossoblu raccoglie un passaggio di Krasic e batte Agazzi. Di lì a poco gli ospiti potrebbero raddoppiare, ma a salvare sulla conclusione di Marchisio è Canini.
Anticipo della ventiquattresima giornata di serie A.
Stadio Sant’Elia, Cagliari: Cagliari-Juventus 1-3
Reti: 20′ pt e 30′ st Matri (J), 6′ st Acquafresca (C), 39′ st Toni (J)
La grande serata di Alessandro Matri, rientrato a Cagliari dopo una settimana dall’addio ma con indosso casacca di ben altri colori, si chiude con epilogo tale da lasciare enorme entusiasmo solo tra i tifosi bianconeri, visto che l’ex bomber isolano si è reso protagonista di una prestazione encomiabile. Riferimento fondamentale per l’attacco della Juventus, costante spina nel fianco della difesa sarda, a tratti immarcabile e capace di creare spazi e occasioni da solo. Ha fatto il resto una Juve finalmente in grado di assemblare una formazione che non risente più di problemi e carenze in attacco e, diciamo noi, un Cagliari poco attento nella seconda frazione di gioco.
Lo stadio San’Elia – buon colpo d’occhio con numerosa presenza bianconera – riserva al beniamino di qualche settimana fa un’accoglienza fredda: nè troppi fischi ma neppure appalusi scroscianti. Nelle file dei padroni di casa Donadoni sceglie il modulo a una punta: Acquafresca in attacco con il supporto di Lazzari e Cossu. Conti e Biondini gestiscono la mediana. Delneri presenta Chiellini, Barzagli e Bonucci in retroguardia con Sorensen ad agire sulla fascia destra. Melo e Aquilani al centro del campo, Martinez e Matri coppia offensiva.
Di Natale fa cento e l’Udinese vola alto in classifica e comincia a soffrire si vertigini dall’alto del suo quarto posto. Il racconto di Udinese-Sampdoria comincia da qui, dal 39′ minuto del primo tempo, quando Totò Di Natale raccoglieva un passaggio di Sanchez e portava il risultato sul 2-0, scrivendo la parola fine sulle speranze di rimonta dei blucerchiati.
I liguri erano arrivati al Friuli di Udine con l’intenzione di invertire la rotta, dopo le tre sconfitte consecutive, mentre i padroni di casa volevano confermare quanto di buono fatto nelle ultime settimane e regalare ancora un sogno ai propri tifosi.
Anticipo della ventiquattresima giornata di serie A.
Stadio Friuli, Udine: Udinese-Sampdoria 2-0
Reti: 18′ pt Sanchez (U), 39′ pt Di Natale (U)
La vittoria a Torino in rimonta contro la Juventus, il pareggio interno contro il Bologna e una classifica che sta cominciando a far illudere non solo i tifosi ma anche la società: l’Udinese in procinto di sfidare la Sampdoria è una formazione che piace e stupisce riuscendo a dare sempre la sensazione che il gol – tanta è la facilità di costruire azioni importanti – sia sempre lì a venire. I blucerchiati, al contrario, vivono un momento di crisi evidente: con una sola vittoria e sette sconfitte nelle ultime dieci uscite stanno cominciando a sentire il fiato sul collo di chi sta immediatamente dietro e lotta per non retrocedere.
Di Carlo, a cui uno scellerato mercato di riparazione ha tolto pedine fondamentali per innesti che non stanno ancora incidendo, rischia la panchina e giocarsela di fronte a chi, nel girone di ritorno, ha collezionato più punti in assoluto, pare compito improbo. Di Natale, è a una rete dal gol numero 100 in maglia bianconera in Serie A: tra i friulani manca Handanovic, gli ospiti si affidano a Biabiany e Maccarone quali punte di riferimento.
E’ stato definito in tanti modi Christian Chivu nella sua carriera. Uno dei tanti soprannomi che gli sono stati affibiati è quello di picchiatore, e dopo quello che ha fatto nell’ultima partita contro il Bari, probabilmente sarà il modo in cui verrà ricordato fino alla fine della carriera ed anche oltre.
Il gesto è ingiustificabile, tanto che nemmeno lui prova a farlo. I fatti: siamo allo scadere dell’ora di gioco sul risultato di 0-0, forse per la frustrazione di una partita non giocata al meglio, o per il fatto che l’Inter ha l’occasionissima di avvicinare il Milan, ma non riesce a segnare contro il fanalino di coda, fatto sta che al romeno saltano i nervi e, sugli sviluppi di un calcio piazzato, a palla lontana, rifila un pugno in faccia a Marco Rossi che era di spalle.
Posticipo della ventitreesima giornata di serie A.
Stadio San Nicola, Bari: Bari-Inter 0-3
Reti: 25′ st Kharja (I), 49′ st Pazzini (I), 51′ st Sneijder (I)
Nel turno infrasettimanale, in cui il Milan ha subito un intoppo per mano di una Lazio vrtuosa, ci si attendeva che le squadre più accreditate per contendere lo scudetto ai rossoneri ne sapessero approfittare. Invece accade che Napoli e Juventus cadano in trasferta per mano di Chievo e Palermo, la Roma impatti in casa contro un Brescia in condizioni disperate e l’Inter…
L’Inter a Bari per il posticipo che chiude la ventitreesima di serie A: obiettivo conclamato, vincere in casa dell’ultima in classifica e rosicchiare – in vista della sfida da recuperare contro la Fiorentina – un paio di lunghezze ai cugini. Rivedere un Pazzini ai livelli dell’esordio è l’augurio del tifo nerazzurro mentre i Galletti cercano punti preziosi per non abdicare con un quarto di stagione ancora da disputare. La tattica dei due allenatori pare spregiudicata fin da subito: Ventura propone il rombo in mediana con Bentivoglio vertice avanzato a sostegno del tandem offensivo Okaka-Rudolf. Leonard, di contro, rischia subito il tridente composto da eto’o, Milito e Pazzini riferimento centrale. Dal 1’ anche l’altro neoacquisto, l’ex genoano Kharja.
Pochi gol, appena 14, sono la fotografia di ciò che i club più odiano, e cioè i turni infrasettimanali. La stanchezza e gli infortuni, oltre che il freddo, condizionano i calciatori in queste partite obbligate, e così siamo costretti ad assistere a poche reti.
Per fortuna quelle poche che ci sono state sono di ottima fattura, da vedere e rivedere sono quella di Moscardelli, ma soprattutto quella di Nainggolan, il quale oltre ad aver azzeccato il tiro della domenica, ha anche saltato diversi avversari per una rete che se l’avesse segnata Cristiano Ronaldo se ne sarebbe parlato per anni. A voi i gol e le azioni migliori della giornata di Serie A numero 23.
A Cavani & Co. stavolta tocca il ruolo di comprimari, perché a rubare la scena è il Chievo, capace di rimandare a casa i partenopei con due schiaffoni sonanti. Il Napoli perde tre punti e -soprattutto – perde l’opportunità di portarsi a due lunghezze dal Milan capolista, fermato ieri in casa da una Lazio attenta e disciplinata.Gli eroi del giorno rispondono ai nomi di Moscardelli e Sardo, che portano i gialloblu a quota 30 in classifica, verso una salvezza sempre più vicina.
Pochi movimenti alle spalle delle prime della classe, con la Roma che in casa aveva un’opportunità più unica che rara per sorpassare la Lazio e riportarsi in terza posizione. L’atteggiamento dei capitolini non lascia dubbi sul desiderio di chiudere sin da subito la gara contro il Brescia, con Totti, Vucinic e Borriello a fare il bello e il cattivo tempo sul fronte avanzato. Ma per applaudire il gol dei padroni di casa occorrerà attendere fino al minuto numero 13 della ripresa, quando Borriello fa esplodere la Sud. Passano solo 11 minuti ed Eder pareggia i conti, mentre Lanzafame allo scadere “grazia” i giallorossi, colpendo la traversa.
Il Milan arresta la sua corsa e regala segnali di speranza alle dirette inseguitrici, preoccupate dallo strapotere di una squadra che riesce ad imporsi lontana dalle mura amiche anche in inferiorità numerica (vedi la trasferta di Catania). A regalare speranza a mezza Serie A è la Lazio, salita a Milano con la consapevolezza di aver già raggiunto la quota salvezza (leggi le dichiarazioni di Edy Reja al termine della gara con la Fiorentina) e con la speranza di metter punti in cascina per l’approdo all’Europa League.
Vero è che il Milan corsaro ammirato in Sicilia lo scorso fine settimana è solo un ricordo, ma è anche vero che il merito è tutto di una Lazio compatta, attenta e determinata a non tornare a casa con la pancia vuota.
Anticipo della ventitreesima giornata di serie A.
Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano: Milan-Lazio 0-0
Tutta Napoli a tifare Lazio e rivivere, seppure a dita incrociate, le epiche sfide contro il Milan che hanno segnato un’epoca calcistica: quella della fine degli anni Ottanta. San Siro, invece, presentava uno stadio Meazza discretamente affollato per l’entusiasmo del pubblico locale di poter conservare il primato in classifica con i sette punti di distacco dai secondi. La vittoria, infatti, avrebbe consentito al Milan di compiere un ulteriore passo in direzione dello scudetto e, come segnalato da mister Allegri nel corso della conferenza della vigilia, avvicinare la fatidica quota degli ottanta punti (che a noi pare difettare in eccesso: ne serviranno meno). Compito, in ogni caso, tutt’altro che semplice anche perchè la Lazio, attualmente terza forza del campionato, è giunta a Milano con la voglia di impressionare e invertire il trend non positivo – in termini di gioco quantomeno – delle ultime prestazioni.
I padroni di casa erano costretti alla rinuncia di Van Bommel per squalifica e Ambrosini per infortunio: Allegri decide di rilanciare Pato al fianco di Ibrahimovic con l’inamovibile Robinho a sostegno. Tra i nuovi acquisti, subito spazio a Emanuelson con Thiago Silva sulla linea dei centrocampisti. Tra i laziali, Reja non poteva disporre di Zarate – anch’egli out per squalifica – e Floccari mentre non poteva che essere gradito il rientro di Dias in difesa. Anche l’allenatore biancoceleste ha investito fin dal 1′ su un neo acquisto: Sculli al cui fianco non poteva che essere confermato l’eroe di sabato scorso. Quel Kozak che portava in dote una doppietta alla Fiorentina.
Se nelle scorse giornate ci siamo un po’ “annoiati” vedendo pochi gol, ci siamo potuti sicuramente rifare in questa, in cui ben 28 reti sono state realizzate, e peccato per la neve di Bologna altrimenti ne avremmo viste anche di più. Tanto spettacolo, oltre che belle reti, ci è stato offerto dalla giornata di Serie A numero 22, una giornata che dà molte conferme, come il fatto che l’Inter sia pazza, e che ora ha anche un Pazzo in più, o che la Juventus sia in crisi (nonostante lo spettacolare gol di Marchisio), da cui non si vede come ne possa uscire. Insomma, i temi sono tanti, e sarebbero meglio riassunti guardando gli highlights delle 9 partite che si sono disputate.
C’era una volta la Juve… La favola inizia così e chissà come finirà, visto l’andazzo della stagione in corso, fuori da Europa League e Coppa Italia e relegata ad una posizione non proprio comodissima in classifica. Solo un mese fa Delneri pronunciava per la prima volta la parola scudetto, convinto che questa Juve potesse competere con le grandi del calcio nostrano.
Ma come fai a competere se le altre acquistano in grande, non badano a spese, si rinforzano in ogni reparto e tu continui a contare i letti occupati in infermeria e non tappi i buchi? E allora è inutile lamentarsi se arriva il Parma e ti rifila quattro pappine, se arriva la Roma e ti manda a dormire con due ceffoni sonanti, se arriva l’Udinese e lascia due buchi nella porta di Buffon.
Posticipo della ventiduesima giornata di serie A.
Stadio Olimpico, Torino: Juventus-Udinese 1-2
Reti: 15′ st Marchisio (J), 22′ st Zapata (U), 41′ st sanchez (U)
Verità certificate dall’ultimo turno di un campionato che i più – e forse neppure a torto – vedono maggiormente equilibrato solo perché livellato verso il basso: ha stupito il Milan che, in dieci contro undici, ha messo a nudo un Catania sempre più allo sbando (spiace per Simeone, ma è una banda senza bandolo: Lo Monaco, stavolta, ha toppato in pieno); ha stupito l’Inter, vittoriosa in rimonta su un Palermo bello come – o forse più di – sempre ma ancora tanto acerbo nel corso delle fasi cruciali di ciascuna partita (la freddezza mostrata dai rosanero nel corso dei quarti di finale di coppa Italia s’è rivelata puramente illusoria); ha stupito il Napoli, e più di tutti ha incantato il suo giovane bomber Cavani, i cui numeri sotto porta fanno rabbrividire qualunque goleador di razza. La neve ha impedito, forse, che stupisse anche la Roma e l’epilogo della giornata odierna ci ha calamitato verso Torino, dove le due bianconere della massima serie si sono affrontate nel posticipo serale. Juventus-Udinese per dare modo a una delle due di stupirci nuovamente: la convinzione che fosse un banco di prova più per i locali che per gli ospiti c’era tutta anche perché – per come si sono messe le cose – una sconfitta avrebbe lasciato il segno soprattutto nelle file dei padroni di casa.
Neppure a Torino, come nel resto del nord, c’è stato clima idilliaco con freddo e vento a farla da padroni: Juventus in piena emergenza in attacco, dove si registrano le assenze di tutti gli uomini di reparto a eccezione di capitan Del Piero, al cui fianco ci finisce Martinez. Folta mediana con Krasic chiamato a fare da colante tra centrocampo e attacco. La sorprendente Udinese di questo scorci odi campionato è la solita delle ultime prestazioni: Guidolin lascia che il duo offensivo composto da Di Natale (fallito obiettivo di mercato proprio della vecchia signora) e Sanchez possa incantare come d’abitudine. Il collettivo friulano, il cui gioco pare ormai collaudato a tavolino, avrebbe dovuto fare il resto.
Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Puoi regolare tutto le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro.
Cookies strettamente necessari
Cookies strettamente necessari devono essere abilitati in ogni momento in modo che possiamo salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
Terze parti
This website uses Google Analytics to collect anonymous information such as the number of visitors to the site, and the most popular pages.
Keeping this cookie enabled helps us to improve our website.
Please enable Strictly Necessary Cookies first so that we can save your preferences!