La partita che non ti aspetti tra un Palermo lanciato più che mai verso le posizioni nobili della classifica ed una Fiorentina che stenta a trovare gioco e risultati, risucchiata in una zona che non sa né di carne né di pesce. Di sicuro nessuno si aspettava un punteggio così ampio sul tabellino, specie dalla parte dei viola, spesso in questa stagione non sono riusciti ad andare oltre quel gol che permetteva loro di impattare o di risolvere con una sola lunghezza di vantaggio.
E invece ecco i fuochi d’artificio da parte dell’attacco degli ospiti, che nella seconda frazione di gioco hanno finalmente dato fuoco alle polveri, infilando a ripetizione la porta dei padroni dei casa. E dire che il Palermo aveva cominciato al meglio la sua gara tra le mura amiche, portandosi in vantaggio con Pastore, che si faceva perdonare per un errore precedente.
Anticipo della venticinquesima giornata di serie A.
Stadio Barbera, Palermo: Palermo-Fiorentina 2-4
Reti: 7′ pt Pastore (P), 36′ pt Gilardino (F), 3′ st Nocerino (P), 25′ st Camporese (F), 33′ st aut. Bovo (P), 43′ st Montolivo (F)
Il rientro di Adrian Mutu dal 1′ significa almeno tre cose: in primo luogo che i dissapori tra il romeno e la dirigenza gigliata sono quantomeno accantonati (in nome del bene comune, la salvezza?); secondo poi, che Mihajlovic può tornare a contare su un attaccante di ruolo; infine, che la punta ha una opportunità da non sprecare per riconciliarsi con l’intero ambiente. Che di fronte vi sia il Palermo spettacolare che ha mostrato enorme fiducia nei confronti di Delio Rossi (in settimana una petizione dei tifosi è arrivata direttamente sulla scrivania di patron Zamparini: si chiedeva la permanenza del tecnico a oltranza a fronte di continui battibecchi tra il presidente e lo stesso Rossi).
Dare spettacolo e raccogliere punti: il diktat dei rosanero, giovanissimi per media di età (tant’è che l'”anziano” Liverani pare lì lì per rescindere), è sempre lo stesso mentre i Viola hanno necessità di fare punti per tenere il più possibile distante il pericolo di finire invischiati in zona retrocessione. Buone nuove in casa ospite: oltre al rientro di Mutu, va segnalato lo schieramento dal 1′ del neoacquisto Behrami in mediana di fianco a Montolivo e Donadel. Gilardino terminale offensivo alle cui spalle, oltre a Mutu, si sistema Santana. Una sola novità per i padroni di casa: Andelkovic difensore centrale. Il tridente anomalo per funzioni e micidiale per risultati continua a essere quello composto da Pastore, Miccoli e Ilicic.
Il Milan chiama, il Napoli risponde, mentre la Roma perde una buona occasione per avvicinarsi al gruppo di testa. Alla vigilia del secondo posticipo della venticinquesima di campionato, mister Mazzarri aveva provato a nascondersi dietro la scusa della stanchezza, cercando di dare una spiegazione ad un’eventuale prova grigia dei suoi. Ma nella sfida dell’Olimpico i partenopei non hanno avuto bisogno di scuse ed hanno dimostrato ancora una volta di essere pronti per sognare in grande.
Poche azioni degne di nota nella prima frazione di gioco, con il Napoli che sembrava più in palla e più determinato a tentare il colpo grosso. Vucinic, Gargano e Dossena cercavano di cambiare gli equilibri della gara, ma alla fine della fiera sarà 0-0 all’intervallo. Nella ripresa Ranieri cerca di mischiare le carte e getta sul terreno di gioco Menez, l’uomo che potrebbe cambiare le sorti dell’incontro, viste le ultime prove positive.
Anticipo della venticinquesima giornata di serie A.
Stadio Olimpico, Roma: Roma-Napoli 0-2
Reti: 4′ st rig. e 38′ st Cavani (N)
Un doppio Cavani per i sogni di gloria. Napoli, prova di maturità. I partenopei sono grandi. Roma asfaltata in casa sua. E via dicendo. Proviamo a prevenire e immaginare la lettura dei titoli a caratteri cubitali che troveremo sulle pagine dei principali quotidiani sportivi tra qualche ora. Una gara condotta dagli ospiti fin dalle prime batttute ha permesso in qualche maniera di rendere meno sonante la vittoria di poco prima del Milan, capace di liquidare il Parma con quattro reti di differenza. L’obiettivo della cavalcata ha un nome nitido e preciso, inizia per esse e in terra campana – attimo dopo attimo – la consonante sta trasformando quella parolina cui abitualmente associamo la regione – scaramanzia, e dove se non a Napoli! – con l’altra parola di otto lettere. Scudetto.
Lo si comincia a pensare e gli si attribuisce fisionomia sempre più definita: il gagliardetto, man mano che si sviluppa questo pazzo e folle campionato, è – dalle parti di Masaniello – sempre meno sfocato. Lo si dice sottovoce ma pure lo si comincia a dire. Scudetto. Soprattutto dopo un banco di prova tanto importante. La Roma giallorossa non è affatto poca cosa. Dire che Cavani è nuovamente decisivo e trascinante è dir poco: il provvisorio cannoniere di serie A, quello che segna e incide in termini di punti conquistati più di Maradona, ha fatto della difesa improvvisata dei capitolini un panetto di burro che a ogni affondo si scioglieva sempre più.
I due pareggi in altrettante partite avevano fatto ben sperare le inseguitrici del Milan, che speravano in un ulteriore passo falso dei rossoneri nel primo anticipo della venticinquesima giornata di campionato. E invece il Milan ha dimostrato di voler lottare fino in fondo per la conquista del tricolore e non ha risparmiato energie in vista dell’impegno in Champions League.
Al povero Parma non è rimasto altro da fare che arrendersi alla forza esplosiva dell’attacco rossonero, che ha dimostrato di potersela cavare anche quando il tabellino dei marcatori è orfano del nome di Ibrahimovic.
Anticipo della venticinquesima giornata di serie A.
Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano: Milan-Parma 4-0
Reti: 8′ pt Seedorf (M), 17′ pt Cassano (M), 16′ st e 20′ st Robinho (M)
Impossibile scegliere, nei panni di Allegri nessun altro avrebbe saputo se privilegiare il campionato o la Champions League. Quindi, e lo avrebbe fatto chiunque, uno sguardo alla competizione nazionale e uno al massimo trofeo europeo. Tradotto, per i rossoneri significa rinunciare a Robinho e Pato, tenuti in panchina per rifiatare, e affidarsi alla coppia offensiva composta da Ibrahimovic e Cassano. Alle spalle del tandem offensivo Seedorf ad agire da trequartista appena davanti al trio di mediana composto da Merkel, Van Bommel e Gattuso. Torna Nesta in difesa di fianco al brasiliano Thiago Silva, sulle fasce Antonini e Oddo. Di contro, il Parma di Marino si affida a un 4-3-2-1 che prevede Giovinco dietro le due punte che nella fattispecie sono Amauri e Crespo.
Prima conclusione locale dopo 25 secondi: è di Seedorf che trova Mirante pronto nella deviazione in corner. Il tempo di trovare la giusta collocazione in campo e il Milan trova l’imediato vantaggio: è l’8′ quando il tiro di Merkel viene rimpallato, palla a Ibra lancia in verticale Seedorf. All’olandese non resta che dribblare Mirante e spingere la palla in rete. Tutto troppo semplice, da tabella di marcia perfetta: potrebbe essere l’incipit che favorisca la reazione dei ducali, invece il Parma incassa nel giro di dieci minuti la seconda rete. Coincide, il raddoppio milanista, con la prima rete dio Cassano con la maglia del Milan. Applausi al rasoterra da colpo da biliardo di FantAntonio ma tanto di cappello a Gattuso, per un assist di esterno degno del miglior trequartista.
Massimo Moratti aveva detto che nella settimana prima di Juventus-Inter bisognava abbassare i toni:
La rivalità tra Juve e Inter è parte dl calcio, ma rientra nei confini dello sport, poi il pubblico la condisce oltre tali confini.
E poi
La nostra posizione di dirigenti deve portarci a fare in modo che i limiti dello sport non vengano travalicati.
Non sempre però ci si riesce. E così quando, durante un’intervista al Secolo XIX, gli chiedono di Calciopoli invece di non dire nulla, torna ancora una volta a usare parole che i tifosi juventini considereranno come un drappo rosso sventolato davanti a un toro:
Calciopoli è stata una vicenda molto grave.
E ancora:
Non credo ci sia la minima base per riassegnare il titolo del 2006 alla Juve.
Gli anticipi ci avevano illuso, le gare della domenica ci avevano deluso, per fortuna è arrivato il posticipo che, con dei veri e propri fuochi d’artificio, ha riportato in alto il livello dello spettacolo. La giornata di Serie A numero 24 passerà alla storia come quella delle goleade (5-3 in Inter-Roma, ma anche il 2-4 di Lecce-Palermo), come la giornata in cui (forse) la Juventus esce dalla crisi, ma anche come quella che vede il Napoli candidarsi ufficialmente come anti-Milan.
31 gol hanno caratterizzato il week-end di campionato, non male dato che solo quattro squadre non hanno segnato nessuna rete, mentre eleggiamo come miglior gol di giornata quello di Amauri, anche questo da vedere e rivedere. A voi i gol e gli highlights della ventiquattresima giornata di campionato.
Posticipo della ventiquattresima giornata di serie A.
Stadio Meazza di San Siro, Milano: Inter-Roma 5-3
Reti: 3′ pt Sneijder (I), 13′ pr Simplicio (R), 35′ pt e 18′ st rig. Eto’o (I), 26′ st Motta (I), 31′ st Vucinic (R), 36′ st Loria (R), 45′ st Cambiasso (I)
Luci a San Siro, cantava Vecchioni. E in mezzo a cotanto bagliore, il fascio dei proiettori diventa occhio di bue. Il campo pare palcoscenico, l’erba è una distesa su cui incidere. La chiazza nera che si muove come inchiostro impazzito ha le fattezze di Eto’o. Lo muove una mano invisibile: l’abilità. A passo felpato, il camerunense trasforma l’A4 di San Siro in un rettangolo in cui si danza. Quando segue la musica interiore, la punta straripa. Non c’è Burdisso che tenga, nè un Juan chiamato agli starordinari. Non c’è, ma non avrebbe potuto incidere neppure lui, Mexes. La Roma che approda a Milano è un’insieme di carattere e volontà nel quale occorre capire che collocazione attribuire alle singole virtù: ma i pieni polmoni di Perrotta sembrano un salvagente sgonfio, Riise è l’ossimoro di un vichingo che non giganteggia, l’imprevedibilità di Menez pare d’improvviso la comparsata di uomo qualunque, Borriello è una torre leggermente pendente. Lo stesso difetto che fa di Pisa una città presa d’assalto dai turisti rende di punto in bianco l’attaccante capitolino il ricordo di un prodigio che fu. E che, di fronte a cotanta Inter, non è stato.
Una citazione particolare, in mezzo a una serie di aforismi che si sono rincorsi per 90′, la incarna Leonardo. Emblema di un calcio spettacolo, lo stesso che avrebbe dovuto ispirare la gioia. Il sorriso. Cambia la sponda e, magicamente, il pensiero si tramuta in realtà. Nerazzurri da favola: non manca niente. Il pazzo che scombussola i passanti è Pazzini; il mago sta nei piedi di Sneijder; la saggezza custodita in Zanetti; Motta è la spalla su cui poter sempre contare; Julio Cesar guardiano notturno che tutela la fortezza, inespugnabile. E lui, il re, che in barba al principe – Milito non c’è – riesce a illustrare in quattr’e quattro otto le gerarchie. Presi per mano da Eto’o, i padroni di casa si accingono a stupire, incantare, lasciare il segno. Rassegnarsi a un calcio mediocre, dopo aver assistito a questo Inter-Roma è come disilludersi.
Luci a San Siro, le luci dei fuochi d’artificio tra due squadre – Inter e Roma – che negli ultimi anni hanno dato vita a sfida epiche, scontrandosi spesso per mettere in bacheca un trofeo in più. Nessuna coppa in palio nel posticipo della ventiquattresima giornata di campionato, ma tre punti pesanti che valgono un posto di lusso in classifica, nella rincorsa alle prime della classe.
Manca Totti, manca Milito (entrato solo a partita in corso), mancano Samuel e Lucio, ma i 22 in campo riescono ad offrire uno spettacolo entusiasmante, checché ne dica chi sostiene che la gara perfetta è quella che termina a reti inviolate.
Il Milan frena ancora una volta la propria corsa e – dopo il pareggio interno con la Lazio – va ad impattare anche contro il Genoa, regalando speranze di rimonta alle dirette inseguitrici. Pato portava in vantaggio i suoi quando il cronometro segnava il minuto numero 29 della prima frazione di gioco, ma gli ospiti non si arrendevano e riuscivano a rimettere in piedi il risultato con Floro Flores poco prima dell’intervallo.
Nella ripresa Allegri mischiava le carte, buttando nella mischia Antonio Cassano, ma il risultato di parità reggeva fino al 90′. Il Milan resta in testa alla classifica, ma ora i punti di distacco dalla seconda sono solo tre, quando mancano 14 giornate alla fine del campionato.
Sfida tra penultime della classe quella tra Bologna e Catania, impegnate nella ricerca di punti preziosi per una salvezza anticipata. A spuntarla sono i padroni di casa, mentre i siciliani possono mangiarsi le mani per la scarsa vena realizzativa del reparto avanzato e per aver concesso all’avversario la superiorità numerica per gran parte della gara.
Meglio gli ospiti nella prima parte di gara, con Gomez e Maxi Lopez che potevano cambiare le sorti dell’incontro. In particolare il secondo, che riesce anche a buttare la palla in fondo alla rete, ma il fuorigioco è così evidente che non può essere non segnalato.
Anticipo della ventiquattresima giornata di serie A.
Stadio Dall’Ara, Bologna: Bologna-Catania 1-0
Rete: 41’ pt Portanova (B)
Uan stagione nata male, in casa Catania, rischia di finire peggio. Ovvero, con gli etnei gravemente invischiati nella lotta per non retrocedere. Aver sostituito l’allenatore, in questo caso, non pare essersi rivelata mossa azzeccata anche perché, con l’ingresso di Simeone (scelta tanto suggestiva quanto discutibile), la marcia dei siciliani non è affatto migliorata. Se possibile, il tracollo è invece diventato più evidente.
A Bologna, contro un formazione in salute e che – non fosse per i punti di penalità – potrebbe vivere una fase di stagione ancor più serena – gli ospiti hanno solo saputo mettere in bella vista tutto l’agonismo di cui sono capaci: altre volte sarebbe stata una virtù, stavolta s’è trasformata in grave difetto visto che, allo scadere della prima frazione, i rossazzurri erano già sotto di un gol, di un uomo (due ammonizioni rimediate da Alvarez in 22’ sono una pesante ingenuità) e con tre cartellini gialli sul groppone.
Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutando il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili.
Puoi regolare tutto le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro.
Cookies strettamente necessari
Cookies strettamente necessari devono essere abilitati in ogni momento in modo che possiamo salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.
Terze parti
This website uses Google Analytics to collect anonymous information such as the number of visitors to the site, and the most popular pages.
Keeping this cookie enabled helps us to improve our website.
Please enable Strictly Necessary Cookies first so that we can save your preferences!