Il futuro di Claudio Ranieri

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Nel calcio è così. Claudio Ranieri ha salutato gli amati colori giallorossi dopo l’ultima di quattro brucianti sconfitte – da 0-3 a 4-3 in meno di un tempo – solo domenica scorsa. E oggi già si parla della prossima panchina su cui si siederà. Del resto le sue doti sono note a tutti: ottimo motivatore, sa far rendere le sue squadre – anche se non si può considerare un vincente.

Lo spogliatoio della Roma non lo seguiva più – sembra che i senatori si autogestissero -, e la classifica della squadra piangeva, ma sembra che alla sua porta stia bussando più di un dirigente.

Montella non si sente un traghettatore

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Il morale della squadra è sotto i tacchi dopo i due ko consecutivi in campionato, che hanno creato un divario enorme tra la Roma e la testa della classifica, e dopo la debalce interna contro lo Shakhtar che potrebbe compromettere il cammino in Champions League. Montella arriva sulla panchina giallorossa in un momento particolarmente delicato, ben sapendo che il suo compito è quello di portare la squadra fino al termine della stagione, per lasciarla poi nelle mani di qualcuno più esperto. Ma non provate ad affrontare con lui il discorso del traghettatore:

Non mi sento un traghettatore. Il mio obiettivo è fare bene da qui alla fine dell’anno e tirare fuori il massimo da questa squadra.

Roma, per Adriano pronto il licenziamento

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Quando è troppo è troppo. Ora che l’Unicredit ha acquisito voce in capitolo, e vuol dare in mano agli americani una squadra quanto più stabile possibile, vanno eliminati tutti gli elementi di disturbo, ed uno di questi è sicuramente Adriano.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata domenica, quando l’ex Imperatore anziché prendere il primo volo per la Capitale come aveva annunciato una settimana fa, ha rinviato come al solito la partenza. Se succede una volta passi, ma è già la terza, un po’ troppo per un calciatore che dice di essere cambiato.

Roma: l’aeroplanino volerà poco, a giugno arriva Ancelotti

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E’ ormai evidente che la Roma si affida a Montella per traghettare la squadra fino alla fine del campionato, quando verrà messa nelle mani di un allenatore d’esperienza per portarla ad alti livelli. Thomas Di Benedetto, già prima di iniziare le trattative con Unicredit, lasciò intendere che se la società fosse andata a lui, gli sarebbe piaciuto vedere Ancelotti sulla panchina, ed ora che Ranieri non c’è più questa possibilità diventa sempre più concreta.

Mesi fa, quando si fece quest’ipotesi, la situazione era ben diversa. Il Chelsea sembrava la squadra più forte d’Europa, aveva vinto quasi tutte le partite di campionato ed in coppa faceva faville, tanto che Abramovich chiuse le porte in faccia a chiunque gli chiedesse di Ancelotti. Ma poi qualcosa si è rotto, la squadra è entrata in un tunnel lungo 3 mesi, da cui ancora non è uscita, e la Champions League sarà il banco di prova.

Montella si presenta: decido io

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Il suo fantasma aleggiava da settimane nello spogliatoio della Roma, tanto che il buon Ranieri deve aver trascorso nottate da incubo a sognare aeroplani che volavano sulla sua testa. Ed eccolo qui Vincenzo Montella, che finalmente plana sulla panchina giallorossa per traghettare i capitolini fino al termine della stagione. Niente ali ma remi di qui a giugno, per consegnare nelle mani del successore (Ancelotti? Capello? Cosmi) una squadra capace di giocarsi l’Europa. C’è chi ha ipotizzato un’autogestione nello spogliatoio della Roma, con l’aeroplanino messo lì solo per una questione di facciata. Ma lui non ci sta a prestare faccia e nome:

Ora lavoriamo tutti insieme, le  scelte saranno le mie, perché se sbaglio anche la responsabilità lo sarà. Ascolterò tutti ma ho il mio ruolo e devo decidere.

Ranieri si dimette. La squadra a Montella?

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L’epilogo dell’avventura romanista di Claudio Ranieri è stato tra i più tristi. Il bus della squadra è arrivato a Trigoria scortato dalla polizia, ed è stato accolto dal lancio di arance, sassi e uova, tra i cori di scherno dei supporter giallorossi – che scandivano tra gli altri il più classico dei cori di protesta “Andate a lavorare”.

Una mezz’ora prima, Claudio Ranieri, l’ormai ex-allenatore della Roma, aveva annunciato le sue dimissioni attraverso l’ANSA:

Lascio per darvi una scossa. Dopo una partita come quella di oggi, ritengo sia giusto dare un segnale. Al fischio finale dopo una partita vibrante, sono andato negli spogliatoi per ringraziare la squadra per la prestazione ed ho deciso di rassegnare le dimissioni. Fino ad oggi ho sempre pensato al bene della Roma, della società e della squadra. Oggi siamo entrati in campo con la voglia di lottare e vincere, per tutti quelli che amano la maglia e la città. Ogni minuto della mia giornata è per la Roma, ho sempre detto che per me una sconfitta faceva piú volte male, ma veder i miei ragazzi lottare fino alla fine e perdere mi scuote nel profondo.

Roma, pesante contestazione a Trigoria

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C’è aria di tensione in casa Roma, dopo le due sconfitte consecutive rimediate tra le mura amiche nel giro di pochi giorni. Passi pure la debacle contro il Napoli secondo in classifica, ma in nessun modo si può giustificare il 2-3 subito contro lo Shakhtar, una squadra tecnica, certo, ma pur sempre “in vacanza” da alcuni mesi.

La misura è colma ed il tifoso giallorosso è esasperato di fronte ad una Roma che non riesce a fare il salto di qualità, che non riesce a restare nella scia delle prime e che in Champions rischia di uscire proprio sul più bello e contro una delle formazioni più abbordabili rimaste in gioco. E allora ecco la contestazione arrivata puntuale come un orologio svizzero, con un centinaio di tifosi arrivati nei pressi del centro di allenamento di Trigoria con intenzioni non proprio pacifiche.

Roma: si pensa a Gasperini per il dopo-Ranieri

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Che Ranieri non andasse a genio ai nuovi proprietari americani, questo si era capito sin da subito, ma dopo la brutta partita di ieri sera, con una gestione tecnica e psicologica discutibile che mette a rischio la qualificazione ai quarti, siamo ormai certi che l’ex allenatore della Juventus e del Chelsea a breve diventerà anche ex della Roma.

Per sostituirlo si faceva sempre con maggiore insistenza il nome di Ancelotti, ma pare che Abramovich non abbia più intenzione di lasciarlo partire, così il nome nuovo che circola oggi è quello di Gasperini, ex allenatore del Genoa, e detentore di uno degli stili di gioco più spettacolari della Serie A. Sicuramente la scelta del Gasp non è inverosimile, ma dov’è finita la volontà di puntare su un allenatore di esperienza internazionale?

Roma – Shakhtar Donetsk 2-3: fotogallery

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Ci si aspettava una reazione da parte della Roma, dopo i due schiaffi incassati in campionato contro il Napoli nell’anticipo della venticinquesima giornata. E la reazione giallorossa c’è stata, ma solo quando gli avversari erano ormai troppo avanti per essere raggiunti.

E dire che la serata di Champions della Roma contro lo Shakhtar Donetsk era iniziata nel modo giusto, visto che dopo una mezz’ora senza troppe emozioni, Perrota trovava il rimpallo con un avversario e depositava in rete. Olimpico in festa e mente già proiettata verso una possibile goleada, o almeno su un punteggio che mettesse in cantiere la qualificazione ai quarti sin dalla gara di stasera.

Tre giornate a Rosi e Lavezzi per lo sputo reciproco

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Si sperava in una atto di clemenza da parte del giudice sportivo nella vicenda che ha visto protagonisti Rosi e Lavezzi lo scorso sabato, quando i due si sono “rinfrescati” reciprocamente sputandosi addosso manco fossero dei lama. Sperava nella clemenza soprattutto il Napoli, impegnato nella corsa scudetto e opposto al Milan capolista tra un paio di settimane.

E invece niente clemenza, niente mano leggera, nessun appello per i due protagonisti che si beccano ben tre giornate di squalifica. Il giudice sportivo si è avvalso della visione delle immagini tv ed ha ritenuto giusto equiparare lo sputo ad un gesto particolarmente violento, come vuole il regolamento del calcio.

Roma – Napoli, Mazzarri sogna in grande

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Quarantasei punti in classifica, tre lunghezze di distanza dal Milan capolista ed una seconda posizione conquistata con pieno merito. Il Napoli ci crede, crede nella possibilità di concludere la stagione ai piani alti, sa di poter regalare un sogno ai propri tifosi, sebbene nessuno osi pronunciare la parola scudetto. Domani sera c’è l’ennesima tappa da raggiungere, contro una Roma che non ha alcuna intenzione di mollare punti, specie tra le mura amiche. Sfida determinante per il campionato? Mazzarri non vuole sentir parlare di partita chiave, pur riconoscendo l’importanza della gara:

E’ solo una partita importante, il resto sono slogan. Non ha senso parlare di sfida per lo scudetto o per la Champions. Le somme le tireremo alla fine. Adesso bisogna fare punti, la classifica parziale non conta nulla.

Adriano ci ricasca: patente ritirata

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Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Lo abbiamo ripetuto decine di volte parlando dei “colpi di testa” in campo e fuori dei milionari del pallone, ma mai proverbio fu più azzeccato come nel caso di Adriano, il quale sembra soffrire di una strana sindrome che lo porta a ripetere errori già visti, errori che ne hanno compromesso la carriera, facendolo scendere dal trono di Imperatore che si era costruito nei primi anni di attività.

L’ultima bravata risale alla notte scorsa, quando l’attaccante della Roma è stato fermato in evidente stato “alterato” dalla polizia brasiliana in un quartiere di Rio de Janeiro. Un controllo come tanti altri, patente, libretto e test dell’etilometro. E lui che ti fa? Si rifiuta di sottoporsi all’alcol-test, che equivale alla positività. Morale della favola: ritiro della patente (che potrebbe durare anche un anno) e multa equivalente a 420 euro.