La Juve è travolgente, il Milan si arrende

Noi abbiamo fatto il gioco, la Juve ha fatto i gol.

Parola di Carlo Ancelotti al termine della batosta rimediata in quel di Torino. Peccato che il risultato racconti un’altra storia, peccato che le immagini della partita non gli rendano ragione. Il Milan ha fatto quello che ha potuto, mandando in campo una squadra rattoppata e priva di alcuni dei pezzi migliori, ma alla fine, se c’era qualcuno che meritava la vittoria, non si può dire certo che fosse il Milan.

Non dimentichiamo che anche Ranieri da inizio stagione deve fare i conti con la sfortuna e con gli infortuni di gente che garantisce la grande prestazione sempre e comunque (Buffon e Trezeguet su tutti) ed è quindi inutile attaccarsi alla scusa delle assenze per tentare di giustificare una sconfitta così ampia.

Bologna show, Napoli sogna

Sabato di campionato ricco di gol e di emozioni, in attesa della superfida di questa sera che vedrà impegnate le seconde della classe, in una gara che deciderà chi sarà l’anti-Inter. Nel frattempo il Napoli sogna e, per almeno ventiquattro ore, si gode il secondo posto in classifica, raggiungendo Juventus e Milan.

Tre gol al San Paolo nell’anticipo della sedicesima giornata di campionato, che vanno ad aggiungersi ai sette messi a segno in Bologna – Torino, gara che vale la prima vittoria nella gestione-Mihajolovic e la prima sconfitta per il ritorno di Novellino sulla panca del Toro.

Niente da fare per il povero Lecce di fronte ad un Napoli spietato e poco in vena di regali. Gli uomini di Reja dimostrano ancora una volta la propria forza esplosiva e si propongono seriamente come candidati per un posto in Champions League.

Il Milito che fa la differenza

Un derby vero: poco spettacolo, tanto agonismo in campo, forse anche troppo, visto che alla fine il fischietto di Farina è stato assoluto protagonista. Sessanta interruzioni e ben 11 ammoniti per una gara che non ha offerto spettacolo, su un terreno, a dire il vero, improponibile.

Alla fine l’ha spuntata il Genoa, spinto dagli undicimila supporters a favore (sebbene giocasse in trasferta) e trascinata da un Milito super, che ancora una volta ha dimostrato di essere El Principe indiscusso del nostro campionato. Ha sempre avuto un posto speciale nei cuori dei tifosi del Grifone, ma dopo la performance di ieri, potete scommettere che qualcuno proporrà il processo di beatificazione.

Il Genoa non vinceva il derby da ben 7 anni, un’eternità per il popolo genoano. Ma stavolta c’era lui a guidare l’attacco ed è bastato un guizzo per interrompere il digiuno ed esaltare la Genova di fede rossoblu.

Fuga Inter, rincorsa Roma

Guai a parlare di fuga scudetto in casa nerazzurra. Nemmeno la passeggiata sulle ceneri della Lazio fa sbottonare mister Mourinho, che continua a predicare rispetto per le avversarie che seguono in classifica. Vero è che le seconde della classe devono ancora giocare (e chissà alle 17 di questo pomeiggio quale sarà la situazione), così come è vero che le suddette seconde la prossima domanica si ritroveranno l’una contro l’altra, mentre l’Inter sarà impegnato contro il Chievo.

Il calcio ci ha abituati a diversi miracoli, ma è facile prevedere sin da ora che a dieci giorni dal Natale i nerazzurri si ritroveranno ad almeno +9 su una delle due pretendenti allo scudetto, se non addirittura a +8 su entrambe (sempre ammesso che oggi sia Juve che Milan guadagnino i tre punti).

Inutile fare calcoli cervellotici sin da ora, sebbene la classifica stia prendendo una certa fisionomia ed ora sarà sempre più difficile sperare in una frenata della capolista. Ieri sera ci ha provato la Lazio, spinta dall’entusiasmo dell’Olimpico e dalle speranze dell’Italia anti-nerazzurra, ma neppure la squadra di Rossi è riuscita ad opporre la benché minima resistenza ai colpi di Ibra & Co.

Quando Miccoli fa il Ronaldinho

L’Inter scappa, da oggi possiamo cominciare a dirlo a voce alta. Ora i punti di vantaggio sulle insiguitrici sono sei, quando siamo ad un terzo abbondante di campionato. Niente di definitivo, per carità, ma chi credeva che il Milan potesse impensierire l’armata nerazzurra, da oggi avrà qualche dubbio in più.

Vero è che nella gara di ieri sera il Palermo è stato strepitoso, ma una squadra che lotta per lo scudetto non può farsi intimorire in quel modo, neanche se manca un faro come Kakà, neanche se ha giocato nella serata di giovedì ed ha l’alibi della stanchezza.

I rosanero hanno fatto il buono e il cattivo tempo per ottanta minuti, quando arrivava finalmente la reazione rossonera. Troppo tardi, però. E dire che nel primo tempo la squadra di Ancelotti poteva portarsi in vantaggio con un rigore di Ronaldinho. Ma stavota il brasiliano, determinante in altre mille occasioni, si è fatto respingere il tiro da Amelia. E se Ronanldinho non fa il fenomeno, allora ci pensa Miccoli a strappare applausi a scena aperta.