Bisognerebbe tacere e non concedergli più importanza di quanta in realtà ne meriti. Bisognerebbe smetterla di giustificarlo e coccolarlo, come se fosse un talento da far crescere sotto una campana di vetro, impedendogli di confrontarsi con la realtà. E invece c’è ancora chi lo difende, che si ostina a non prenderlo faccia a faccia, dicendogli: “Cassano, ora hai veramente stufato!”.
La cronaca. E’ il 42′ del secondo tempo in quel di Marassi, il risultato è fermo sul 2-2 e ci si avvia verso la conclusione di una bella gara, giocata a viso aperto da Sampdoria e Torino. Cassano finora ha giocato bene, rendendosi protagonista di giocate all’altezza della sua fama e segnando il gol del definitivo pareggio, con una stoccata dal limite dell’area.
Ma evidentemente gli applausi ricevuti finora non gli bastano. Pretende di più, vuole diventare il protagonista principale del pomeriggio genovese. E così, quando l’arbitro gli fischia un fallo contro in attacco, lui reagisce mandandolo a quel paese e beccandosi una sacrosanta espulsione diretta. Fin qui, potremmo pure starci: quanti ne abbiamo visti di giocatori irrispettosi, che usano parole poco oxfordiane nei confronti del direttore di gara?