Moratti, Moggi e la sudditanza psicologica

Ci risiamo. Qualcuno forse si era illuso di non dover più sentir parlare di errori arbitrali, favori alle grandi e sudditanza psicologica e invece non c’è campionato che non ci riporti con i piedi per terra, consegnandoci le solite chiacchiere da bar, condite di polemiche e strascichi velonosi.

Peccato che tutto ciò accada a ridosso del Natale, proprio nell’ultima giornata dell’anno solare, costringendoci a ribattere sull’argomento almeno fino alla ripresa del campionato. E’ innegabile comunque che le grandi nell’ultimo fine settimana siano state favorite da sviste più o meno pesanti e, se c’è chi parla di errori in buona fede (vedi Moratti), c’è anche chi, come Moggi, rivendica le proprie vittorie, non accettando che si usino due pesi e due misure nelle valutazioni:

Coloro che hanno sbagliato a Siena a favore dell’Inter sono gli stessi che sbagliavano in passato (Griselli e Calcagno). Se in passato sbagliavano in favore della Juve erano in malafede, mentre ora che sbagliano a favore dell’Inter lo fanno in buona fede? Errori e aiutini vari ci sono sempre stati e l’unica cosa che varia è l’interpretazione che ad essi viene data.

Vucinic denunciato per atti osceni

Questa proprio ci mancava! Che si possa venir puniti per comportamento scorretto o offensivo ci può stare, così come è ammissibile che uno spettatore possa sentirsi offeso da taluni atteggiamenti assunti dai protagonisti in campo, ma qui forse si sta perdendo il senso della misura.

Non tifo Roma né ho particolarmente apprezzato lo striptease di Mirko Vucinic dopo la rete segnata contro il Cagliari, ma se fossi stata presente all’Olimpico domenica scorsa, mai mi sarebbe venuto in mente di arrivare a tanto. E invece Flavio Tucci ha voluto rendersi protagonista, arrivando addirittura ad una denuncia in piena regola ai danni del montenegrino per “atti osceni in luogo pubblico”.

Ma chi è costui? Potremmo capire se si trattasse di un tifoso rossoblu, deluso per la sconfitta all’ultimo minuto e deciso a vendicarsi per “il torto” subito. Il fatto è che il signore in questione è un tifoso giallorosso, col cuore che batte da sempre per i colori della “magica”. E allora che senso ha?

Sergio Campana, 40 anni da Presidente

Era il 3 luglio 1968 quando si decise che i calciatori professionisti dovessero avere un sindacato che li rappresentasse. Per iniziativa dell’avvocato Sergio Campana, fino a qualche anno prima calciatore, nacque allora l’Associazione Italiana Calciatori, meglio nota con la sigla AIC.

Sono passati 40 anni da quel giorno e proprio ieri il fondatore ha ricevuto l’ennesima nomina a Presidente. Per dirla tutta, l’AIC non ha mai conosciuto altro capo, essendo Campana l’unico presidente in ben 4 decenni di storia.

Questo mandato, rinnovato per il quadriennio 2009-2012,dovrebbe fare da ponte tra lui ed il successore, visto che, come ha ammesso il diretto interessato, è ormai tempo di lasciare il trono e provare la novità. E forse dopo 40 anni sarebbe ora!

Le mutande di Vucinic e le esultanze proibite

La palla che supera la linea di porta e finisce per gonfiare la rete avversaria: nel calcio non c’è momento più bello, sia che si tratti di una gara tra scapoli e ammogliati sia che in ballo ci siano tre punti pesanti o una vittoria che vale una stagione.

Il fondo il gioco del calcio è tutto qui, al di là dello spettacolo, delle magie, dei milioni e degli interessi: quello che conta veramente è buttarla dentro. E in quel momento si diventa eroi, ci si ritrova al centro del mondo per un attimo infinitamente lungo, tanto che è difficile controllare le proprie azioni.

C’è chi per non sbagliare compie sempre lo stesso gesto, come un marchio di fabbrica, qualcosa che tutti si aspettano di vedere. C’è chi invece si lascia andare all’istinto e quello che ne vien fuori non sempre è destinato a raccogliere applausi. Chiedete, ad esempio, a Mirko Vucinic, che proprio ieri, dopo il gol vittoria contro il Cagliari, si è esibito in uno curioso strip, togliendosi i pantaloncini, per poi correre sotto la curva.

Inter, un rosso da paura: 148,3 milioni di passivo

Qualche settimana fa vi riportavamo il passivo di bilancio della Juventus che pareva molto alto. Ma vedendo quello che ha combinato l’Inter quest’anno, i 20,8 milioni di rosso dei bianconeri sembrano caramelle. Secondo quanto riportato da Marco Liguori nel suo blog, il bilancio presentato il 3 Novembre scorso dal patron Massimo Moratti parla di un passivo di bilancio di 148,3 milioni di euro, un’enormità.

Ma il ridicolo viene proprio adesso. Infatti i soci interisti sono contenti di questo passivo, visto che la stagione precedente, quella 2006/2007, si è chiusa con un segno meno da 206,8 milioni di euro. A questo punto viene da chiedersi dove sia finita l’etica nel calcio di cui tanto si parla, e soprattutto perchè alcune piccole società falliscono per una ventina di milioni di debito, e l’Inter non subisca nemmeno una multa se il suo bilancio va sotto di 200 milioni.

Gol di mano di Gilardino: giusta la squalifica?

Due giornate di squalifica: tanto è costata ad Alberto Gilardino la furbata che ha portato al primo gol della Fiorentina, nel posticipo di domenica sera al Barbera di Palermo. E’ stata così parzialmente accolta la richiesta del presidente Zamparini, che chiedeva l’intervento del giudice sportivo e ben cinque giornate di squalifica per l’attaccante viola.

Le immagini sono davanti agli occhi di tutti e forse è fuori luogo star qui a discutere sulla volontarietà o meno del gesto o sulla spinta che avrebbe indotto Gila a colpire proprio in quel modo. E’ evidente che quel braccio non si trovava lì per caso e non si può certo negare il movimento verso la palla.

Non potevamo certo aspettarci che andasse dall’arbitro, chiedendo di annullare la rete o che non esultasse, ma almeno la giustificazione poteva risparmiarsela, specie dopo aver visto e rivisto le immagini televisive.

Clamoroso: nessun componente del cda della Juve possiede un’azione della società

Incredibile scoperta riportata da Tuttomercatoweb.com. Secondo il sito internet, nel cda della Juventus non c’è un componente che sia in possesso di azioni del club. E in un mondo che è sempre più basato sulla finanza, questo è un caso gravissimo. Infatti negli Stati Uniti, la patria di questo genere di operazioni, i manager di solito vengono pagati con le azioni della società che portano avanti, e non con dei semplici stipendi. Ciò significa che se le azioni valgono tanto, sono i manager stessi i primi a trarne vantaggio, e questa è una garanzia anche per gli altri investitori.

In Italia purtroppo, dato che siamo capaci sempre di aggirare le regole, questo non avviene, anzi, nel club bianconero avviene esattamente l’opposto: nemmeno il Presidente Giovanni Cobolli Gigli è in possesso di una sola azione della squadra che lui stesso finanzia.

Riscritte le regole del calcio italiano, un pò di luce in tanta confusione

Il fallimento del Messina, i ritardi e le documentazioni irregolari di Treviso e Avellino, e poi ripescaggi e contratti poco chiari, tutte vicende che nell’ultima estate hanno creato non pochi problemi al Governo del Calcio. Tutti problemi che dal prossimo anno non ci saranno più.

Finalmente, dopo tanti anni di discussioni e difficoltà, i “padroni” del calcio italiano si sono riuniti per trovare una soluzione ai numerosi intoppi burocratici che stanno infastidendo non poco quei milioni di italiani che vorrebbero un calcio sempre e solo legato alla partita, ma che si ritrovano a fare i conti con questioni che del calcio proprio non ne hanno traccia.

Eurogaffe di Trefoloni: no a ripetizione della partita

Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Così può essere riassunto quanto accaduto ieri sera in una gara valevole per la prima giornata di Champions League (occhio ragazzi, non una partita tra scapoli e ammogliati, ma la competizione più importante in Europa a livello di club).

Nell’occhio del ciclone un arbitro italiano (ma non avevamo i migliori del mondo?), Matteo Trefoloni, protagonista di un episodio che farà molto discutere di qui alla fine della fase a gironi.

Il motivo? Un clamoroso scambio di persona che ha portato all’espulsione di un giocatore al posto di un altro, con tanto di polemiche durante e dopo la gara. Ma c’è di più. Il fischietto italiano non solo ha danneggiato la squadra sul momento, ma non ha nemmeno ammesso l’errore in seguito, visto che sul referto non si fa il minimo accenno a quella che ormai tutti chiamano la euro-gaffe! Volete saperne di più?

Matarrese: non svendiamo i diritti, però….

Agosto di fuoco questo per il presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese. Qualche giorno fa la figuraccia nell’asta per la vendita dei diritti per trasmettere le immagini della Serie A, che rimase incredibilmente deserta. Oggi il Presidente rilancia, aumentando la posta in palio: esclusiva fino a mezzanotte.

L’anno scorso c’era l’esclusiva fino alle 22:30, acquistata dalla Mediaset che trasmetteva Controcampo Ultimo Minuto alle 18:00 e il posticipo appena prima della Rai, bloccando così la storica trasmissione Novantesimo Minuto e dando una bella stoccata alla Domenica Sportiva.

Che cosa succede con la nuova norma del doppio extracomunitario?

Ieri vi avevamo annunciato l’introduzione, o meglio la modifica, della norma che regola l’acquisto di calciatori extracomunitari nel nostro campionato. Oggi proviamo ad analizzare le possibili conseguenze della consapevolezza dei club italiani di poter disporre di più extracomunitari in rosa.

Molti nomi erano già noti (Shevchenko, Luis Fabiano), e per loro l’arrivo in Italia sembra essere sempre più vicino. Sheva dovrebbe venire via quasi a costo zero, e per questo la Samp ha già annusato l’affare, mentre per Luis Fabiano il costo del cartellino dovrebbe ridursi notevolmente da 60 a 12 milioni di euro. Per il brasiliano finora non c’erano valide alternative al suo Siviglia, ma la possibilità per i giallorossi di acquistarlo con il nuovo regolamento fa crollare il costo di un contratto in scadenza tra un anno.