Premier League: il Boxing Day lascia tutto invariato

Il “Boxing Day” stavolta non ha portato molte emozioni. L’unica giornata di tutto il campionato inglese in cui tutte le partite avvengono in un giorno solo, lascia le cose più o meno invariate, almeno nella parte alta della classifica, senza risultati sorprendenti.

I campioni del mondo del Manchester United tornano in Inghilterra e si accorgono subito che non sarà tutto così facile come in Giappone. Per quanto mediocri possano essere, le squadre della Premier non saranno mai come il Gamba Osaka o la Liga di Quito, e così capita che anche lo Stoke City metta in seria difficoltà la squadra di Alex Ferguson. Alla fine è Tevez a risolvere la situazione con una rete a 7 minuti dalla fine, ma forse il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto.

Scolari chiede rinforzi, ma Abramovich non lo sopporta più

Incurante del rischio esonero, Felipe Scolari continua il suo show in Inghilterra, com’è nel suo stile. Evidentemente la panchina del Chelsea non è destinata a vivere periodi tranquilli. Si è passati da Mourinho che litigava con mezza Premier League a Scolari che se la prende praticamente con tutti, ed ora anche con il suo ricco presidente.

Secondo Felipao infatti la sua rosa non sarebbe all’altezza degli obiettivi che Abramovich vorrebbe raggiungere. Il che farebbe venir dal ridere, dato che una squadra che può vantare gente come Drogba, Terry, Lampard, Carvalho, Deco e ancora tantissimi altri campioni, è una bestemmia dire che non sia all’altezza. Ma questo è Scolari, e lui vuole sempre di più.

Premier League: le big pareggiano tutte e il City rischia la retrocessione

Il Manchester United è a migliaia di chilometri di distanza a giocarsi il mondiale per club, ma intanto in patria giocano tutti per lui. Lo United in questo momento ha due gare da recuperare, e se tutto dovesse andare bene potrebbe ritrovarsi anche secondo.

Per adesso le altre fanno di tutto per rendere vivo il campionato e rallentano. Il big match di giornata era Arsenal-Liverpool, con l’Arsenal che passa in vantaggio ma poi entra in crisi. Prima il pareggio di Keane che sostituiva l’infortunato Torres, poi l’infortunio per Fabregas (che rimarrà fuori per almeno 4 mesi, per la gioia della Roma), ed infine anche l’espulsione di Adebayor. Un pomeriggio nero che è già un buon risultato se si sia concluso con un pari.

Eduardo da Silva torna in campo

L’immagine ha fatto il giro del mondo e ancora oggi, a riguardarla, fa accaponare la pelle. Era il 23 febbraio scorso. data che i diretti interessati non cancelleranno mai dalla propria memoria, seppure per motivi diversi. L’attaccante dell’Arsenal Eduardo da Silva ha rischiato di appendere gli scarpini al chiodo con largo anticipo, a causa di un intervento killer del difensore Martin Taylor, in forza al Birmingham.

Nei giorni successivi i blog si riempirono di accuse pesanti nei confronti dell’autore del fallo, mentre il giovane croato di origine brasiliana cercava conforto nei medici, per sapere se e quando sarebbe potuto tornare a calcare un campo di calcio.

Sull’onda dell’emozione in molti proposero la squalifica per un’intera stagione o addirittura a vita per interventi simili, che in altre occasioni hanno stroncato brillanti carriere (date un’occhiata qui per rendervene conto). Per fortuna non è il caso di Eduardo, che a distanza di dieci mesi è tornato a correre su un rettangolo verde (anche se con la squadra delle riserve dei Gunners) e che ora spera quanto prima di poter tornare utile alla squadra.

Premier League: pareggiano tutti e ne approfitta l’Aston Villa

Giornata di pareggi la diciassettesima della Premier League. Tutte e quattro le Big Four, nonostante avessero un turno piuttosto facile, finiscono con un solo punto in tasca, che lascia più amarezza che soddisfazione. Comincia l’Arsenal nell’anticipo del sabato, che in casa di un mediocre Middlesbrough passa in vantaggio con Adebayor e si dimentica di chiudere la partita, così i padroni di casa impattano e fermano la rincorsa dei Gunners che sembrano aver perso la propria identità.

Poche ore dopo è il Liverpool ad avere l’opportunità di allungare in classifica, ma si dimentica di avere di fronte a sè la matricola terribile del campionato, l’Hull City, che si fa subito rispettare: in 10 minuti va in rete due volte (la seconda a dir la verità è un’autorete di Carragher). Ma alla lunga una matricola non può avere la meglio contro l’esperienza di certi campioni, e così la classe vien fuori con il solito capitano Gerrard che con una doppietta pareggia i conti.

La vendetta di Grant: Chelsea, squadra di ignoranti!

Com’è dura sentirsi poco appprezzati, nonostante gli sforzi fatti e l’impegno profuso… Immaginate quindi come deve aver vissuto Avram Grant nei mesi alla guida del Chelsea: i tifosi non lo amavano, i giocatori non hanno mai dimostrato grande stima nei suoi confronti, la stampa gli si è spesso scagliata contro.

Eppure lui non aveva chiesto nulla, si era ritrovato di punto in bianco a guidare una delle compagini più forti della Premier, dovendo sostituire un mostro sacro come Josè Mourinho. Eppure lui, allenatore senza esperienza di grandi club, è arrivato a giocarsi la finale di Champions League, perdendola poi solo per uno scivolone del suo capitano nel momento decisivo.

E chissà cosa sarebbe successo se quel tiro fosse finito alle spalle di Van Der Saar, chissà se qualcuno avrebbe avuto il coraggio di buttar fuori l’israeliano per far posto a quell’altro mostro sacro che risponde al nome di Felipe Scolari. Ma il passato non torna ed ora il silurato Avram Grant si toglie qualche sassolino dalla scarpa, prendendosela con tutto l’ambiente dei Blues, Abramovich escluso.

Premier League: continua la scalata delle Big Four

Il Liverpool c’è, con un pò di fatica ma c’è. Xabi Alonso risolve la crisetta in cui erano entrati i Reds i quali, nonostante il primo posto, non riuscivano a segnare da quasi tre partite. Ma ad una ventina di minuti dalla fine un suo bolide ha rotto l’incantesimo ed ha permesso alla sua squadra di portare a casa una vittoria fondamentale per il proseguio della stagione.

Finisce 3-1 per la capolista in casa del Blackburn, e aggancio rimandato per il Chelsea, che qualche chilometro più in là intanto porta a termine il suo compitino. Tutto facile contro il Bolton. La gara finisce 0-2 con uno spettacolare gol di Deco in mezza rovesciata, ma il passivo sarebbe potuto essere ben più pesante. L’importante è che il distacco rimane sempre un punto.

Scolari è il peggior tecnico del Chelsea

Pensavate forse che mister Morinho fosse l’unico a non sopportare i paragoni con il predecessore? E allora sentite cosa sta accadendo in Inghilterra, proprio sulla panchina che fu dello Special One, occupata ora da Felipe Scolari.

L’allarme è stato lanciato dal Sun, sempre pronto alla critica a suon di numeri. Ebbene, conti alla mano, l’attuale allenatore del Chelsea sarebbe il peggiore approdato all Stamford Bridge negli ultimi anni. Per lui su 22 gare disputate, solo il 59,1% di vittorie, contro il 78,2 di Mourinho, il 77,3 di Ranieri e, udite udite, il 63,6 del contestatissimo Avram Grant.

Una statistica che lascia il tempo che trova, considerando che il Chelsea è secondo in classifica nella Premier  ad un solo punto dal Liverpool e che proprio oggi potrebbe raggiungere le 10 vittorie consecutive in trasferta (record detenuto dal Tottenham che resiste da ben 48 anni).

Premier League: si fermano le capoliste, allo United va il derby di Manchester

Il campionato inglese (forse) si riapre. Le due capoliste frenano entrambe, ma in gare che comunque non dovrebbero ripetersi tanto facilmente, lasciando un sufficiente vantaggio dalle inseguitrici da poter dormire sonni tranquilli ancora per un pò. Nelle gare di domenica spiccava Chelsea-Arsenal. Nonostante i favori del pronostico, e l’autorete di Djourou che porta in vantaggio i Blues, alla fine sono i Gunners a spuntarla grazie alla doppietta di Van Persie nel giro di 3 minuti, che stende il Chelsea e gli fa perdere la vetta.

Ne approfitta, ma non pienamente, il Liverpool, che attendeva un tosto West Ham. La squadra di Zola gioca all’italiana, catenaccio e contropiede, ma per una volta l’ex fantasista del Parma ha ragione, dato che l’assenza di Fernando Torres si sente talmente tanto in casa Liverpool che i Reds non vanno praticamente mai vicino al gol, nonostante un pressing di 90 minuti. Anzi è Bellamy a rischiare di ribaltare il pronostico, con il palo colpito alla mezz’ora. Finisce pari, con il Liverpool che però ora è solo in vetta alla classifica.

Scommesse chiuse: Cristiano Ronaldo è Pallone d’Oro

Manca ancora qualche giorno alla proclamazione ufficiale del miglior giocatore d’Europa, eppure i bookmakers italiani sono già certi dell’elezione di Cristiano Ronaldo. Non che per noi fosse un segreto, ma fa comunque notizia il fatto che le maggiori agenzie di scommesse in Italia abbiano deciso di sospendere le puntate per eccesso di ribasso.

Il portoghese era partito da un confortante 1.25/1.35, ritrovandosi poi con una quota che superava di poco l’1. Nonostante ciò, ben il 97% degli scommettitori ha deciso di dar fiducia al campione del Manchester United, puntando ance somme considerevoli visto l’esito scontato dell’assegnazione.

Se proprio avete voglia di puntare sulla vittoria di Ronaldo, comunque, potete sempre rivolgervi alla agenzie straniere, che continuano a tenere aperte le scommesse, sebbene la quota sia di 1,05 a 1. Ma vale la pena puntare 100 euro per vincerne solo 5?

Premier League: che giornata noiosa!

In molti sostengono che il campionato inglese sia il più bello del mondo. Non spetta a noi dar giudizi, ma invitiamo queste persone a valutarlo dopo questa giornata. Su 10 partite le reti realizzate sono state solo 14, le prime tre della classe hanno concluso la loro gara sullo 0-0 e il discorso scudetto sembra essere aperto solo a due squadre.

Queste sono Chelsea e Liverpool, che non vanno oltre il pari a reti bianche rispettivamente contro Newcastle e Fulham. Diverse però le gare dei due club. Il Newcastle era andato a Londra per difendere lo 0-0, non supera mai il centrocampo praticamente per tutta la partita, e quando Ballack e Anelka si mangiano per la decima volta il gol-partita, possono esultare per aver ottenuto almeno un punto contro una squadra cento anni luce più avanti di loro.

Premier League: Liverpool e Chelsea sempre più soli

Altro che Big Four. Quest’anno si dovrebbe parlare di Big Two. Il Liverpool in crisi finanziaria non conosce crisi di gioco, il Chelsea che sta recuperando pian piano tutti i pezzi sta diventando praticamente imbattibile, e le altre indietro che arrancano e ogni tanto inciampano.

E’ successo stavolta all’Arsenal, che pareva l’unica squadra che poteva interrompere questa fuga fino alla settimana scorsa, ma che stavolta è costretta a mollare. A farle lo scherzetto è la sorpresa di quest’anno, l’Aston Villa, in grado di fare una partita praticamente perfetta: non si scopre, aspetta, corre pochi rischi, e alla prima ingenuità colpisce.

La lista della spesa del Manchester City

Diventare la prima squadra di Manchester, offuscando la stella dello United? Vincere la Premier League il prossimo anno e la Champions entro tre anni? Al Fantacalcio si può, ma nella realtà occorrono molti soldi ed un progetto valido per arrivare a realizzare un sogno così importante.

Eppure il proprietario del Manchester City ci crede e, almeno dal punto di vista economico, sta mettendo a disposizione del proprio tecnico ogni mezzo possibile per raggiungere l’obiettivo. Un assaggio del potere economico di cui dispone ce lo aveva dato sin dall’inizio della sua avventura in Premier, strappando Robinho al Chelsea di Abramovich e dimostrando che davanti ad offerte strepitose è difficile ottenere dei rifiuti.

Da allora molti grandi nomi del calcio internazionale sono stati accostati alla seconda squadra di Manchester, solleticando la fantasia dei tifosi, che cominciano a credere realmente nel progetto. Ora si comincia a fare sul serio e la lista della spesa di Mark Hughes sarebbe pronta per essere presentata. Gli obiettivi? David Villa, Wayne Bridge e Lassana Diarra come prime scelte. Senza dimenticare i veri grandi sogni del City, ovvero Kakà e Fernando Torres.