Il Parma contro la squalifica per bestemmie

Il Parma incassa la squalifica di Lanzafame per bestemmie e annuncia che non farà ricorso, ma alza la voce contro una regola introdotta a “bocce in movimento”, che potrebbe addirittua falsare il campionato. A parlare è Pietro Leonardi, amministratore delegato dei gialloblu:

Al di là del fatto che accettiamo la squalifica, non si cambia mai in corsa. Se si mutano le regole adesso, il campionato è falsato. Se si decide per una nuova regola, noi la rispettiamo, ma si deve sempre applicarla dall’inizio della stagione. Se ripenso a qualche settimana fa, ad episodi decisamente più eclatanti non puniti, mi convinco sempre di più della mia posizione. Io mi auguro che quella di Lanzafame sia l’ultima squalifica di questo tipo quest’anno.

A complicare le cose è poi la prova televisiva, contro la quale difficilmente si può ricorrere, visto che mostra spesso i calciatori in primo piano. Ma anche su questo Leonardi nutre i suoi dubbi:

Si entra nel meccanismo perverso che chi decide sono cameraman e registi: se seguono un giocatore più di un altro non si può applicare correttamente la regola. Ci sono poi delle società che realizzano e producono le immagini delle partite e quindi possono riprendere quello che vogliono.

Panucci lascia il Parma

Da giorni si vociferava di un possibile addio al Parma da parte di Christian Panucci a causa, pare, di contrasti con l’allenatore Guidolin. Ora arriva l’ufficialità della notizia: dopo 6

Hector Cuper esonerato: niente amarcord!

Nessun riscatto, niente rivalsa, ancora una volta il destino è stato beffardo con Hector Cuper, per il quale l’Italia non rappresenta certo un giardino felice. Ancora una delusione dopo le tante, troppe accumulate qualche anno fa quando sedeva su una panchina ben più prestigiosa. Stavolta la delusione si chiama Parma, terzultima in classifica e ad un passo dal baratro.

L’argentino era stato chiamato due mesi fa in sostituzione di Domenico Di Carlo, nella speranza di ripetere il miracolo dello scorso anno, quando Ranieri prese in mano le sorti della squadra, portandola ad una salvezza insperata. Per il tecnico romano fu l’occasione del rilancio professionale, tanto che quest’anno sta festeggiando il terzo posto in campionato e l’accesso alla Champions League con la neopromossa Juventus.

Per Cuper il destino ha scelto diversamente e, a soli sei giorni dalla sfida decisiva contro la “sua” Inter, è stato sollevato da quella panchina, invitato ad alzarsi e a far posto ad Andrea Manzo, allenatore della primavera.

Stadio Tardini di Parma: il cuore della città

Il campo del Tardini è il più ostico d’Italia, un catino in cui si avverte l’avversità del pubblico di casa.

Parole e musica di Zinedine Zidane, che (testata a parte) non è certo l’ultimo arrivato nel pianeta calcio e di stadi ne avrà visti parecchi prima di esprimersi in questo modo. Personalmente posso aggiungere che, tra quelli visti, non sarà il più bello, ma sicuramente è quello in cui lo spettatore si sente maggiormente vicino al campo, con le distanze così ridotte da poter quasi toccare i calciatori.

Tra gli stadi di serie A ancora in funzione è quello più antico. La costruzione viene datata 1923 e prima di arrivare a tirar su l’impianto che vediamo oggi, furono necessari almeno tre progetti diversi. Alla fine la realizzazione del Tardini venne affidata alle mani di Ettore Leoni e prevedeva la costruzione di un muro di cinta di 800 metri e di due fabbricati per gli uffici della società. Intorno al rettangolo di gioco era poi progettata una pista per biciclette, che poi verrà adibita all’atletica leggera. La tribuna era completamente coperta e poteva ospitare fino a 400 spettatori.

Cuper spara a zero su tutti: arbitri e società dell’Inter nel mirino

C’era da aspettarselo. Uno come Hector Cuper non è uno che le manda a dire, e prima o poi sarebbe dovuto scoppiare. Sarà che il suo Parma è bistrattato dagli arbitri, sarà che ora rischia seriamente la serie B, ma fatto sta che in un’innocua intervista alla Gazzetta dello Sport prima del ritiro di Roma della squadra, l’ex tecnico di Inter e Valencia è sembrato un fiume in piena, a cui è bastata una sola goccia per farlo traboccare.

E la goccia gliel’ha data proprio il giornalista, tornando sul famoso 5 maggio che vide la disfatta sua e dell’Inter. “Si sa tutto, ormai – spiega il tecnico” – lo scandalo del calcio ha chiarito ogni cosa e quando sono uscite le prime verità sono stato malissimo. Dire amareggiato è poco, molto poco”.