Amauri-Balotelli-Cassano promossi titolari

Per Cesare Prandelli si avvicina il momento del debutto sulla panchina dell’Italia ed è già tempo di formazioni ufficiali sulla base delle indicazioni ricevute dai giorni di allenamento sul campo di Coverciano. Il neo-ct della nazionale italiana non fa mistero sull’11 che manderà in campo sin dal primo minuto contro la Costa D’Avorio e svela immediatamente l’arcano legato al reparto offensivo:

Parto con Balotelli insieme a Cassano ed Amauri. Mi resta qualche dubbio sul portiere e sull’esterno offensivo. In ogni caso proveremo tutto il nostro potenziale d’attacco. Spero che Cassano e Balotelli possano trovare subito la capacità di dialogare in campo. Il nostro potenziale di attacco è molto importante, ma dobbiamo mantenere un certo equilibrio.

Prandelli: Cassano sarà il leader della nazionale

L’Italia del dopo-Lippi si è riunita stamattina nel centro tecnico di Coverciano, dove sosterrà un paio di allenamenti prima dell’amichevole di martedì contro la Costa D’Avorio in quel di Londra. Molte le novità proposte dal neo-ct Cesare Prandelli, chiamato a raccogliere l’eredità di un allenatore campione del mondo, ma anche a ricostruire sulle ceneri di una nazionale che ha miseramente fallito nell’ultima kermesse mondiale. Come sarà la nuova Italia? Prandelli non scopre le carte, ma punta su un giocatore in particolare:

Antonio Cassano ha raggiunto un’età matura. E’ un’occasione straordinaria per lui. La sua nuova avventura in azzurro potrà avere grande continuità, se si sentirà protagonista e punto di riferimento per i compagni.

Borriello chiama Prandelli

E’ tempo di amichevoli estive, ma per i calciatori italiani è anche tempo di mettersi in mostra agli occhi del neo-ct Cesare Prandelli, in vista della prima gara senza punti

Italia, i 30 pre-convocati dell’era Prandelli

E’ ufficialmente iniziata l’era Prandelli. L’ex tecnico della Fiorentina ha oggi reso nota la lista dei 30 pre-convocati da cui poi usciranno i 22 nomi dei calciatori con cui affronterà l’amichevole contro la Costa d’Avorio del 10 agosto prossimo. Chi rimarrà fuori molto probabilmente si potrà rifare con le prime due partite di qualificazione all’Europeo 2012 contro l’Estonia (3 settembre) e Far Oer (7 settembre).

Subito gli occhi di tutti vanno agli attaccanti dove, per la gioia dei tifosi di tutta Italia, spiccano i nomi di Cassano e Balotelli, i grandi esclusi dell’era Lippi. Prandelli ha intenzione di puntare su pochi senatori e dare spazio a tanti giovani come Antonini, Mirante e Galloppa, ed anche alcuni oriundi di lusso come Ledesma e Thiago Motta. Dopo il salto la lista completa.

Prandelli: Totti no, oriundi si, Buffon capitano

L’Italia cambia faccia, dopo la debacle che l’ha vista uscire prematuramente dalla kermesse mondiale. Lo avrebbe fatto conunque, anche se avesse conquistato posizioni migliori tra le grandi del mondo, anche se il miracolo di Berlino si fosse ripetuto sotto il cielo del Sudafrica. Marcello Lippi ha dato l’addio alla panca azzurra ed al suo posto ora siede Cesare Prandelli, uno dei migliori tecnici del panorama italiano, capace di portare la Fiorentina nell’élite del calcio europeo per diversi anni di seguito.

Oggi è stato il giorno della presentazione per l’ex tecnico della Viola, che ora si trova a dover ricostruire sulle ceneri della vecchia Italia, di quella che è uscita con le ossa rotte dal mondiale sudafricano, arrendendosi alla foga agonistica di nazionali ben meno attrezzate dal punto di vista tecnico.

Europei 2012, parte l’avventura di Prandelli

Era convinto di potersi fare qualche giorno in più di vacanza, ma l’uscita precoce degli azzurri dal Mondiale costringerà Cesare Prandelli a cominciare molto presto il suo nuovo lavoro da ct. Per sua fortuna le prime due partite della qualificazione agli Europei saranno anche le più semplici, contro Estonia e Far Oer, e quindi ha tutto il tempo per effettuare gli esperimenti, ma in ogni caso pare avere già le idee abbastanza chiare: prima di tutto abbassare la media d’età.

La prima partita di qualificazione sarà il 3 settembre, e per allora l’ex allenatore della Fiorentina ha intenzione di puntare su un mix di giovani e veterani, tagliando solo quelli che, per motivi prevalentemente anagrafici, non saranno disponibili fra due anni.

Il rientro degli azzurri tra contestazioni e accuse

Dopo l’amara eliminazione dalla Coppa del Mondo, la comitiva azzurra ha fatto ritorno in Italia questa mattina poco prima delle otto. Niente scene simili  a quelle che seguirono la disfatta contro la Corea del Nord nel 1966, ma di certo non si può parlare di accoglienza calorosa. Il volo charter proveniente da Johannesburg ha fatto scalo a Roma, dove sono scesi alcuni dei 23 azzurri, Marcello Lippi e qualche membro dello staff, prima di proseguire per Milano, destinazione di un’altra fetta della comitiva.

L’atmosfera era quasi surreale, ben lontana da quella del 2006, con pochi tifosi ad attendere gli “eroi” e qualche urla di protesta (“vergogna” la parola più gettonata). Qualche incoraggiamento solo per Daniele De Rossi, che ha risposto elargendo sorrisi, mentre gli altri sono passati dall’aereoporto di Fiumicino nella quasi totale indifferenza, circondati da un cordone di agenti.

Cannavaro: il calcio italiano non ha futuro

Lippi si è addossato l’intera responsabilità della debacle azzurra in terra sudafricana e non si può certo dire che sia esente da colpe. Ma è giusto che anche i giocatori lo aiutino a portare la croce, come fa Capitan Cannavaro all’indomani dell’eliminazione dalla Coppa del Mondo:

Nel 2006 ho portato una coppa, ora sono qui a metterci la faccia. È la sconfitta peggiore, più brutta anche della Corea. È una pagina nera. Non mi vergogno a dirlo: nello spogliatoio ho pianto. Tutto mi sarei aspettato tranne che di conquistare solo due punti nel girone. È un peccato, almeno gli ottavi erano alla nostra portata.

Italia-Slovacchia, analisi di un tracollo

Il giorno dopo non ci sono proprio parole per descrivere l’Italia vista in campo contro la Slovacchia. A dir la verità tutti ci aspettavamo una squadra sottotono e ben lontana dai fasti del 2006, ma nessuno poteva immaginare che in un girone in cui c’erano anche Slovacchia e Nuova Zelanda, gli azzurri arrivassero all’ultimo posto.

La terza partita in ogni caso si intuisce come finirà sin dalle prime battute. Vedere gli azzurri schiacciati dai primissimi minuti da calciatori che nel campionato italiano non farebbero nemmeno panchina (Hamsik a parte), la dice lunga sulla preparazione e la mentalità degli uomini di Lippi.

Da Pak Doo Ik a Vittek, gli sconosciuti ammazza-Italia

Correva l’anno 1966 e l’Italia viveva la sua pagina più triste dal punto di vista calcistico. L’Inghilterra organizzava il Mondiale e lo vinceva, Eusebio portava il suo Portogallo ai vertici del calcio mondiale, regalandogli un terzo posto storico a suon di gol (9 in 6 partite), ma alle nostre latitudini di quella manifestazione resterà un solo nome: Pak Doo Ik. Chi era costui? E’ passato alla storia come il dentista che ha eliminato l’Italia dai Mondiali inglesi, ma in realtà di professione faceva il militare, per poi dedicarsi all’insegnamento dell’educazione fisica.

Un nordcoreano ebbe il merito di buttare fuori la nazionale che vantava nomi come quelli di Giacomo Bulgarelli, Sandro Mazzola, Gianni Rivera, Tarcisio Burnich, Giacinto Facchetti, Roberto Rosato (scomparso proprio qualche giorno fa). Un nordcoreano fu responsabile dell’accoglienza a suon di pomodori riservata all’Italia di ritorno dal Mondiale. Un nordcoreano fu responsabile del blocco degli stranieri nel campionato italiano per quindici lunghi anni.

La vergogna dell’Italia nel mea culpa di Lippi

Se ne era andato quattro anni fa da vincente, offeso (o imbarazzato?) per le vicende che vedevano il figlio Davide implicato nella pagina più triste del calcio italiano (leggi Calciopoli). Ora se ne va di nuovo, se ne sarebbe andato in ogni caso, ma non avrebbe mai immaginato un addio così triste e vergognoso.

Già, Marcello Lippi lascia la panchina azzurra da perdente, vergognandosi per non aver saputo portare in Sudafrica una squadra all’altezza di un Mondiale di calcio o per non aver saputo motivare nel modo giusto 23 ragazzi che dovevano difendere il titolo di Campioni del Mondo. E il ct si prende tutte le responsabilità:

Se la squadra è entrata con terrore nelle gambe e nel cuore vuol dire che l’allenatore non ha preparato bene la gara sul piano tattico e psicologico. Ho ritenuto che questa squadra potesse fare delle cose, ma evidentemente non l’ho preparata a dovere. Tutto mi sarei aspettato, fuorché che la squadra si esprimesse come nel primo tempo