Gli obiettivi di calciomercato: Diego Forlan

Foto: AP/LaPresse

Diego Forlan ha una storia particolare. Sia suo padre che suo nonno hanno giocato a calcio ad un certo livello: il padre – Pablo – come terzino nel Peñarol e poi nel San Paolo – oltre che nella nazionale che partecipò ai mondiali del 1974 -, il nonno – Juan Carlos – nell’Independiente degli anni Trenta.

Lui all’inizio non pensava troppo al pallone. Giocava a tennis ed era anche bravo, ma poi dopo un incidente che paralizzò la sorella Alejandra decise di diventare calciatore per poter pagare le sue cure.

E’ morto Paul, il polpo indovina pronostici

Foto: AP/LaPresse

Il polpo Paul, la piovra diventata famosa in tutto il mondo per aver indovinato otto pronostici su otto negli ultimi mondiali di calcio del Sudafrica non c’è più. Lo ha annunciato l’acquario Sea Life di Oberhausen che ospitava l’animale.

Dopo aver predetto le vittorie della Germania contro Australia, Ghana, Inghilterra, Argentina e Uruguay, le sue sconfitte contro Serbia e Spagna – e il risultato della finale mondiale -, aveva cambiato mestiere.

Mondiali 2018, la corruzione aleggia tra le candidature

Foto: AP/LaPresse

Probabilmente si tratta solo di mele marce (o almeno ce lo auguriamo), ma siccome la macchina dei Mondiali è ricca di soldi, sono molti gli individui poco raccomandabili che vi si fiondano sopra nel tentativo di ricavarci il più possibile. Lo scenario è uno ormai troppo comune: un albergo, degli imprenditori di uno dei Paesi candidati ed un alto dirigente di una federazione che chiede un “aiutino”.

L’alto dirigente è Amos Adamu, componente dell’esecutivo Fifa, gli imprenditori sono per fortuna falsi. Si tratta di giornalisti americani che prima dell’arrivo di Adamu hanno riempito la stanza di cimici e telecamere. E così, secondo quanto riportato dal Sunday Times, Adamu pare aver chiesto 800 mila dollari per costruire 4 campi di calcio in Nigeria per assicurare il voto del suo Paese agli Usa.

Anelka squalificato per 18 partite della nazionale

Mano pesante della Federcalcio francese nei confronti dei ribelli “sudafricani”, i giocatori che ebbero l’ardire di mettersi contro l’allora ct della nazionale, Raymond Domenech, rifiutandosi di scendere in campo nell’allenamento prima dell’ultima gara del girone eliminatorio contro i padroni di casa del Sudafrica. Tutto era cominciato nell’intervallo della gara contro il Messico, quando l’allenatore dei galletti aveva chiesto a Nicolas Anelka di rispettare le consegne e di mantenere la posizione assegnatagli sul terreno di gioco.

Per tutta risposta l’attaccante del Chelsea aveva mandato a quel paese il ct, apostrofandolo con epiteti non proprio simpatici all’indirizzo della mamma. Epiteti che finirono subito in prima pagina e che costrinsero la Federazione francese a prendere posizione nei confronti di Anelka, rispedito in patria con il primo volo.

Curiosità Mondiali: Adidas batte Nike 62-59

Il Mondiale di Sudafrica non è stato solo la sfida tra le nazionali più forti al mondo e tra i migliori calciatori, ma anche quella tra le principali marche sportive che hanno puntato sui vari campioni, nel tentativo di apparire il più possibile sugli schermi di tutto il mondo. E decisamente ci sono riuscite.

Dei 145 gol della kermesse africana, ben 121 sono stati segnati con una delle due marche principali ai piedi, Adidas o Nike, e alla fine dei conti la marca delle tre strisce ha avuto la meglio sui rivali per appena 3 reti.

Tattoo e pellegrinaggi per la Spagna Campione del Mondo

Claudio Gentile nel 1982 promise di tagliarsi i baffi in caso di vittoria della Coppa del Mondo e mantenne la promessa, così come fece Camoranesi nel 2006, quando in mondovisione si sottopose alle cure del barbiere-Oddo per farsi accorciare la lunga chioma. Ed i neo-campioni del mondo della Spagna cosa avranno promesso alla vigilia della gara contro l’Olanda?

Lo scaramantico Casillas ha preferito non pronunciarsi sull’argomento, lasciando che fossero i compagni di squadra ad impegnarsi in promesse più o meno originali. Originalità che è mancata a Sergio Ramos, che in questi giorni farà una visita dal tattoist per farsi imprimere sulla pelle la Coppa del Mondo. Xavi ha proposto uno stile identico per tutta la squadra, che prevede il taglio completo della capigliatura (invito allargato anche ai giornalisti spagnoli), ma vai a spiegarlo a Puyol ed a Sergio Ramos, ad esempio, che sembrano non voler rinunciare alla zazzera per nulla al mondo.

Beckenbauer: Spagna-Olanda? L’anti-calcio

Spagna-Olanda non si può certo inserire tra le finali mondiali più entusiasmanti della storia, come abbiamo sottolineato più volte in questi giorni, ma finora nessuno aveva dato un giudizio così duro sulla gara che ha consentito alle Furie Rosse di laurearsi Campioni del Mondo. A picchiare duro è Franz Beckenbauer, che probabilmente non ha ancora digerito l’eliminazione della sua Germania in senifinale:

Avrebbe dovuto essere il momento culminante ma sfortunatamente è stata uno spot pubblicitario anti-calcio.  Il gioco non scorreva, ci sono state proteste continue e un arbitro cui è mancata una visione d’insieme.

Sudafrica 2010: le foto più belle del Mondiale (gallery)

Il mese più pazzo dell’anno (calcisticamente parlando) si è appena concluso, e nella mente di tutti resta un senso di allegria che solo il popolo africano può regalare. Il Mondiale è finito, la Spagna ha vinto la coppa del mondo, ma non è l’unica cosa che conta. Anzi, passa in secondo piano di fronte alle tante emozioni che il Sudafrica ci ha regalato dall’11 giugno scorso, data dell’inaugurazione del torneo.

Ripercorriamo dunque tutte le emozioni del mondiale con questa fotogallery (alla fine dell’articolo), dove possiamo riassumere i momenti topici dell’intero torneo. Si parte con la gioia del pubblico sudafricano per aver ospitato il Mondiale, e la speranza che i loro Bafana Bafana potessero arrivare in fondo al torneo; le immagini della cerimonia di apertura, le facce buffe e i travestimenti dei tifosi che si sono davvero sbizzarriti, fino alle immagini che contano, quelle del campo.

Le finali più emozionanti dei Mondiali (video)

La Spagna festeggia la sua prima Coppa del Mondo, conquistata con merito al termine di una partita tiratissima, caratterizzata da un numero impressionante di falli cattivi. Non si può dire che quella di ieri sera a Johannesburg sia stata una finale da ricordare, sebbene alla fine conti solo vincere e portare a casa il trofeo.

E allora a meno di 24 ore dalla consegna della Coppa nelle mani di Casillas, torniamo indietro con la memoria ed andiamo a rivivere le finali più emozionanti nella storia del mondiale, quelle che per un verso o per l’altro sono rimaste nella memoria di chi ha avuto la fortuna di viverle direttamente.

I top e i flop dei Mondiali 2010

Il Mondiale 2010 verrà ricordato come il primo in assoluto disputato nel continente africano, ma passerà alla storia anche come la manifestazione con più colpi di scena, risultati imprevedibili, liete sorprese e flop del tutto inattesi. E allora torniamo indietro con la mente e ripercorriamo il lungo mese che ci ha portato alla finale di Johannesburg, alla ricerca del meglio e del peggio della kermesse sudafricana.

La copertina spetta ovviamente alla Spagna Campione del Mondo, che bissa il successo dell’Europeo 2008 ed alza al cielo il trofeo più ambito, il primo della sua storia. Chi vince ha il diritto di occupare il primo posto nella classifica dei migliori, ma tra tanti top c’è un flop, Fernando Torres, lento e macchinoso come non mai, incapace di contribuire alla causa delle Furie Rosse e puntualmente sostituito o lasciato in panchina.

Spagna – Olanda i numeri della finale

Mentre in Spagna si festeggia per il primo titolo mondiale della storia iberica, in Olanda continuano a mangiarsi le mani perché sin dagli anni ’70 gli oranje arrivano ad un passo dalla vittoria finale, ma perdono l’ultima gara. Quella disputata ieri infatti era la terza finale per gli olandesi, ed ironia della sorte, l’ultima volta che un Mondiale si è deciso durante i tempi supplementari è stato proprio 32 anni fa, Olanda-Argentina, quando i sudamericani segnarono due reti nell’extra time.

Sicuramente stavolta l’amarezza è stata maggiore, visto che il gol è arrivato al minuto 116, quando ormai nella testa dei calciatori erano già maturati i calci di rigore. Ma se per noi italiani soffrire fino all’ultimo è una cosa quasi “normale”, visto che l’ultima coppa l’abbiamo vinta proprio ai rigori, mentre la volta precedente la lotteria ci ha detto male, dando ragione nel ’94 al Brasile, è un evento piuttosto raro che una finale Mondiale raggiunga l’extra-time. Nella storia infatti non era mai capitato che due edizioni di fila andassero ai supplementari, e quest’eventualità è capitata, oltre a quella di ieri, soltanto altre 5 volte (di cui 3 con l’Italia).