Berlusconi: non merito la contestazione

Terzo posto in classifica, la sicurezza di entrare in Europa dalla porta principale, il sogno di scavalcare i cugini dell’Inter cullato per qualche settimana, nonostante i tanti guai della squadra… I tifosi del Milan dovrebbero essere contenti della stagione appena terminata, ma – abituati a ben altri traguardi – non ci stanno a veder festeggiare sempre gli altri. A chi dare la colpa? Al presidente, naturalmente, invitato già dalla scorsa estate a vendere baracca e burattini per lasciare il posto a chi ha soldi e voglia di investire.

Ma per Silvio Berlusconi il Milan è come un figlio (parole sue) e non ha mai preso in considerazione l’idea di cedere le quote della società, andando incontro alla contestazione della curva. E nell’ultima di campionato la tifoseria ha mostrato tutta la propria disapprovazione, esponendo uno striscione che vale più di mille fischi (Presidente bocciato, assente ingiustificato). Parole dure che non sono piaciute al patron, il quale ha avuto modo di lamentarsi con alcuni esponenti del Pdl:

Dopo tutto quello che ho fatto… Sono amareggiato, non lo merito. Sono stato io a portare questa squadra sul tetto del mondo, li ho fatti sognare e vengo ripagato così… Non c’è riconoscenza.

Pato: “Resto al 100%”

La serata di ieri è stata una delle più felici per i tifosi rossoneri da quanto è iniziata questa stagione. Oltre ad essersi tolti la soddisfazione di aver battuto la

Calciopoli, Bergamo a Galliani: ho fatto cambiare il referto (audio)

Probabilmente finirà tutto in una bolla di sapone, come ormai è abitudine da queste parti, ma intanto noi ci divertiamo a riportare fedelmente tutto ciò che ruota intorno a Calciopoli 2, nella speranza di venire a capo della spinosa questione e di conoscere i nomi (tutti!) delle persone implicate. Nei giorni scorsi si è parlato soprattutto di Inter e delle intercettazioni telefoniche tra i vari Facchetti, Moratti e compagnia bella con i dirigenti arbitrali.

Oggi nella lista delle società poco “pulite” entra il Milan, con una telefonata tra Adriano Galliani e Paolo Bergamo, risalente al 17 maggio del 2005. Ebbene in quella conversazione l’allora designatore arbitrale si diceva dispiaciuto per la sconfitta del Milan contro la Juventus (l’8 maggio), vissuta come “un trauma di famiglia” e rassicurava Galliani sulla squalifica inflitta a Konan, reo di un brutto fallo su Kakà. Per quell’intervento il leccese venne espulso, ma evidentemente la punizione non era ritenuta sufficiente, tanto che il designatore arbitrale chiamò Trefoloni (l’arbitro della gara) per fargli riscrivere il referto:

A lei posso dirlo, con Trefoloni abbiamo riscritto il referto arbitrale. Il giudice sportivo non avrebbe capito, ci volevano i toni giusti per una squalifica esemplare.