Ricardo Zamora: El Divino!

Difficile che lo abbiate visto giocare, molto probabile che ve lo abbiano nominato come uno dei più forti portieri della storia, il primo comunque di livello mondiale. Parliamo di Ricardo Zamora, numero 1 spagnolo degli anni ’20-’30, considerato come l’inventore del ruolo di portiere moderno.

Atletico e sportivo sin da ragazzino, passò attraverso la boxe, il nuoto, il mezzofondo e la pelota, prima di dedicarsi completamente al calcio. A 16 anni era già il portiere titolare dell’Espanyol e a 18 del Barcellona. Nel 1920 vinse la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Anversa e la sua fama fece il giro del mondo, tanto che al ritorno in Catalogna chiese all’allora presidente Joan Gamper un consistente aumento di stipendio. Si intromise nella trattativa l’Espanyol che offrì a Zamora un contratto da 1000 pesetas al mese, pur di assicurarsi le sue prestazioni. Un vero affronto per il Barcellona che si appellò ad una disposizione della Federazione Spagnola secondo la quale nessun giocatore poteva cambiare maglia senza il consenso del club di origine.

Intanto cominciava un lento declino fisico per il numero uno, che conduceva una vita piuttosto dissoluta, ma ciò non gli impedirà di essere acquistato dal Real Madrid nel 1930, per una cifra astronomica: 100.000 pesetas ai blaugrana e 40.000 all’anno per lui.

Liga: campionato riaperto grazie allo strepitoso Villa

Per un campionato aperto che si chiude, ce n’è un altro chiuso che si riapre. La vetta dei campionati europei non è mai stata in bilico come quest’anno, e a farne le spese stavolta è il Real Madrid. Batosta clamorosa in casa contro un Valencia rinato, e solo 4 punti di distacco dal Barcellona che adesso sembrano veramente pochi.

Non se lo meritava questa volta la squadra di Schuster di perdere. Nonostante ultimamente stesse giocando molto male e quando vinceva lo faceva a stento, contro il Valencia sono ritornati ad essere galacticos Cannavaro e compagni. Peccato che hanno trovato sulla loro strada un David Villa in stato di grazia che pareggia con la sua doppietta quella di capitan Raul, e ad un minuto dalla fine della gara Arizmendi segni il gol della vittoria, che al Valencia non serve a un granchè, ma che al Real pesa molto. Ora sono 4 le sconfitte nelle ultime 6 partite, e contando l’eliminazione in Champions, se non dovesse arrivare lo scudetto Schuster farebbe bene a lasciare Madrid di corsa e senza voltarsi indietro.

David Beckham tra nazionale e conti in tasca

Che giochi o no, che segni o resti a secco, che riesca o meno a guadagnare il gettone numero cento con la maglia della nazionale, David Beckham rimane un fenomeno mediatico eccezionale, capace di far parlare di sé qualunque cosa faccia.

Questo il motivo per cui dovette lasciare il Manchester qualche anno fa (Sir Alex Ferguson sosteneva che dopo il matrimonio con Victoria Adams, l’immagine di David occupasse troppa spazio sulle riviste patinate), questo il motivo per cui lo volle il Real Madrid, convinto di avere un ritorno economico non indifferente proprio dallo sfruttamento dell’immagine del campione.

Poi arrivarono i Galaxy di Los Angeles e l’ingaggio record (160 milioni di euro in cinque anni) in un’operazione che riguarda ben poco la capacità di Becks di giocare a calcio o, come hanno cercato di farci credere, la possibilità di diffondere il soccer in terra americana, quanto piuttosto il potere che David esercita sulla massa, anche solo con la sua presenza. A riprova di ciò, i milioni di dollari guadagnati dal club, nonostante i vari infortuni dell’inglese in questi mesi. Da luglio ad oggi infatti, David ha giocato per 1303 minuti, ma il ritorno economico per la società è andato oltre ogni più rosea aspettativa.

Juan Manuel Mata: il nuovo Raul

L’erede di Raul? Forse, ma a 19 anni è meglio far crescere un ragazzo senza investirlo di pesanti eredità da sopportare. In realtà quello che andiamo a proporvi oggi come volto nuovo poteva far pensare di ripercorrere le orme del suo mito, essendo cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Real, dove si è fatto apprezzare per bel gioco e gol.

Stiamo parlando di Juan Manuel Mata, classe 1988 e talento da vendere, in attesa del grande passo verso lidi più prestigiosi. Certo, per ora non può lamentarsi, essendo stato acquistato dal Valencia, ma uno come lui, che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Raul in cameseta blanca, non può accontentarsi di una sistemazione così poco ambiziosa.

E Juan Manuel ambizioso lo è, potete scommetterci, basti pensare che ha rifiutato l’offerta del Real, considerandola troppo esigua rispetto al suo talento, e se ne è andato a parametro zero, sbattendo la porta. Carattere duro per uno della sua età, forse anche un po’ presuntuoso, ma molto dipende dall’ambiente in cui è cresciuto.

Liga: Il Real perde ancora, ma il Barça va troppo lento

Se pensate che vincere lo scudetto sia la coronazione del lavoro fatto da agosto a maggio, ed è la cosa più bella che possa capitare ad un club di professionisti, non parlatene in presenza dei tifosi del Real Madrid. I giornalisti spagnoli parlano in senso funebre della prossima vittoria della Liga da parte dei Blancos, visto che giocando così male non meriterebbero nemmeno di posizionarsi a metà classifica. Il brutto, anzi bruttissimo 1-0 in casa del Deportivo fa precipitare l’indice di popolarità di Schuster, riuscito addirittura a far rimpiangere ai tifosi del Real un allenatore come Capello, tutt’altro che simpatico.

La partita è noiosa, il Real non spinge e il Depo aspetta, e siccome nessuna delle due squadre prova a scuotersi, ci pensa Pepe a gonfiare la rete, ma quella della sua porta, portando così a 6 le sconfitte nelle ultime 9 gare (compresa la Champions). Mai così male la storia dei Galacticos. Per loro fortuna però il Barcellona non è da meno, e sembra voler fare di tutto per fargli vincere lo scudetto. Non fatica nemmeno tanto l’Almeria a portare a casa un punto, grazie anche alla rete decisiva di Uche a 5 minuti dalla fine. Saranno pure tanti gli infortuni che hanno colpito i blaugrana, ma se non vinci per un mese difficilmente darai fastidio ai diretti concorrenti, lontani ancora 7 punti.

Liga: il Real si cuce mezzo scudetto sulla maglia

Anche in Spagna i postumi di Champions si fanno sentire. A farne le spese questa volta è il Barcellona, che si era illuso di potersi riavvicinare alla vetta, ma che ha sprecato tutto il lavoro fatto nell’ultimo mese, perdendo in casa contro il Villareal. Mezzo passo falso anche per il Getafe, unica squadra spagnola impegnata in coppa Uefa, che non va oltre lo 0-0 sul campo del penultimo Murcia.

Chi invece risponde alla grande è il Real Madrid. Dopo un primo tempo con la testa ancora alla partita con la Roma, i madridisti scontentano il loro pubblico, fornendo una delle prestazioni più scadenti dell’era Schuster, andando in svantaggio grazie al gol di Valdo, e non rendendosi mai pericolosi, se non nel finale di primo tempo quando Higuain segna un fortunoso gol del pareggio.
Ma i blancos hanno talento da vendere, e si nota subito in campo quando, con l’inserimento di Drenthe, la partita cambia, e viene chiusa con un calcio di rigore del capitano Raul, al suo 200esimo gol con la camiseta blanca.