Ronaldo non sarà più il Fenomeno: parola di Pelè!

E’ un peccato, ma non credo che Ronaldo tornerà a giocare come prima.

A parlare è Pelè, intervistato durante la cerimonia in cui è stato eletto ambasciatore della Coppa Libertadores. Fine della carriera dunque per il Fenomeno? A sentire il tre volte campione del mondo sembrerebbe proprio di si, soprattutto in considerazione dei tanti infortuni subiti in passato e dell’età non più giovanissima del rossonero.

Ricordo che dopo il primo infortunio, nel 2000, andai a trovarlo: recuperò e disputò un Mondiale straordinario appena due anni più tardi. La medicina ha fatto progressi, ma è anche vero che lui ha qualche anno in più. Mi piacerebbe rivederlo al 100%, ma purtroppo credo che le cose andranno diversamente.

In realtà i guai infiniti di Ronaldo iniziarono ben prima dell’episodio raccontato da Pelè. Era il 1998 quando rientrò dal Mondiale di Francia con una tendinopatia rorulea che necessitava di un’operazione. Ma i tempi si allungavano e lui continuava a sottoporre il ginocchio a sforzi e carichi di lavoro, fino a quando il tendine subì una parziale lacerazione.

Meazza o San Siro: lo stadio più grande d’Italia

Nel nostro viaggio alla scoperta degli stadi più belli del mondo, non poteva di certo mancare il Meazza di Milano, considerato da molti quanto di meglio possa offrire l’Italia in fatto di impianti sportivi.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1925 e, dopo poco più di un anno, venne inaugurato con un derby cittadino che vide gli interisti imporsi per 6-3. Il nome scelto fu quello di San Siro, al quale era dedicata una chiesa nelle vicinanze, nome che identificò lo stadio fino al 1979, quando venne dedicato a Giuseppe Meazza, giocatore storico dell’Inter e campione del mondo con la nazionale italiana nel ’34 e nel ’38.

Inizialmente apparteneva al Milan, mentre l’Inter era costretto a giocare all’Arena Civica, fino al 1947, quando l’impianto venne acquistato dal Comune di Milano, che ancora oggi lo gestisce. Nel 1935 l’impianto subì una prima ristrutturazione che portò il numero di spettatori da 35.000 a 150.000, rendendolo lo stadio all’epoca più grande del mondo.

Mancini:”Resto, ma alle mie condizioni”

Dopo Donadoni, anche Roberto Mancini alza la voce e impone le condizioni per rimanere. Sembra andare di moda il diktat degli allenatori, che stanchi di essere sempre al centro delle polemiche adesso vogliono ribaltare la situazione, e rendersi protagonisti agli occhi del pubblico, magari tralasciando gli impegni sportivi.

Dopo essersi pentito per lo sfogo inopportuno di martedì sera, il Mancio ha chiesto scusa alla dirigenza, ai tifosi, ma ha posto le condizioni per rimanere. Prima fra tutte, il motivo scatenante che ha fatto prendere a Mancini la decisione di andarsene: il caso Figo.

Mancini resta all’Inter? No, si… forse fino a giugno

Ma insomma Roberto Mancini continuerà o no ad essere l’allenatore dell’Inter anche per i prossimi anni? Subito dopo l’eliminazione dalla Champions League si era lasciato andare ad una dichiarazione che sapeva di delusione, annunciando la volontà di lasciare la panchina a fine stagione. Una scelta che aveva colto tutti di sorpresa, a partire dai giocatori, fino al Presidente Moratti:

È chiaro che non me l’aspettavo e credo che non se lo aspettava nessuno, neanche le persone a lui vicine. Come me lo spiego? Ci saranno delle giustificazioni, credo che sia stato qualcosa che aveva dentro da Liverpool.

Istintiva o ragionata, la decisione di Mancini arrivava come un terremoto a rendere ancora più amara la serata dell’ennesima sconfitta europea. E tutti a cercare di individuare i motivi dell’improvviso sfogo, mentre il diretto interessato continuava a ripetere che la delusione per la partita persa non aveva affatto influito sulla sua scelta.

Roberto Mancini lascia l’Inter!

Ho già avvisato la dirigenza ed i giocatori. Questi sono gli ultimi due mesi e mezzo per me sulla panchina dell’Inter, anche se ho quattro anni di contratto.

Queste le poche parole di Roberto Mancini subito dopo l’eliminazione dell’Inter dalla massima competizione europea a livello di club. Una decisione che coglie di sorpresa tutto l’ambiente e che riempie lo stadio, nel silenzio della delusione per l’ultima occasione sprecata.

Non spiega i motivi, ma giura che l’eliminazione non c’entra con la sua decisione, anche se la sua faccia è quella di uno che si è stancato di veder la propria squadra buttata fuori dall’Europa, senza aver respirato nemmeno l’aria della finale.

Inter: 100 di questi giorni!

Era il 9 marzo 1908 quando 43 dissidenti dell’Associazione Calcio Milan si riunirono nel ristorante milanese L’Orologio, per fondare una nuova società sportiva. La rottura con il precedente club era dovuta alla dura presa di posizione dei dirigenti, che avevano intenzione di impedire ai calciatori stranieri di vestire la maglia rossonera.

Nacque così il Football Club Internazionale Milano e chissà se quei 43 soci riuniti intorno ad un tavolo avrebbero mai immaginato che la società da loro fondata potesse arrivare a festeggiare proprio oggi i suoi 100 anni di storia.

Momenti gloriosi tanti per una società che può vantare l’invidiabile primato di non aver mai conosciuto l’onta della serie B: dal primo scudetto conquistato sul velluto nel 1910, contro una squadra di ragazzini, mandati in campo dalla Pro Vercelli per protesta (gli era stato negato il permesso di spostare la partita ad altra data, visto l’impegno di alcuni calciatori nei tornei militari), fino all’ultimo, quello dei record della scorsa stagione con 97 punti conquistati, 30 vittorie in una sola stagione, di cui 17 consecutive, 15 vittorie in trasferta (11 di fila) e +21 di media inglese.