Mourinho detta legge!

Sarà pure antipatico ai più, ma a mister Mourinho non si può certo rimproverare la mancanza di modestia. Quasi sempre, certo. A volte tende ad esagerare, mettendosi al centro dell’attenzione e portando il discorso sul suo ego sconfinato. Ma stavolta ha fatto un’eccezione, dichiarando sin da subito che lui, Josè Morinho da Setubal, ha ancora tutto da dimostrare qui in Italia, al contrario del suo predecessore che ha già fatto la storia dell’Inter.

In Portogallo e in Inghilterra il suo nome è legato ai grandi traguardi raggiunti dalle squadre che ha allenato, ma nel Bel Paese, per ora, è arrivata solo la sua fama. Lui però ha già le idee chiare riguardo al metodo migliore per ottenere risultati anche qui e sin dal primo colloquio i suoi ragazzi hanno avuto un assaggio del programma:

Io ho bisogno che il gruppo stia con me e la pensi come me. Ho parlato con tutti, non sono un rivoluzionario: cerco gente onesta, diretta e ambiziosa. Se uno ha queste caratteristiche, lavorare con me diventa molto facile. Chiedo solo rispetto. E se qualcuno viola le regole va a casa. E in tribuna.

Luis Jimenez: El Mago

Che strana storia quella di Luis Jimenez. Nato in Cile il 17 giugno del 1984, inizia a giocare a calcio giovanissimo nel Club Deportivo Palestino con il quale colleziona 8 presenze tra i professionisti. Il ragazzo cileno, ricco di talento e con la stoffa del campione, viene seguito dai più importanti club europei, ma ad aggiudicarselo, a sorpresa, è la Ternana, che nel gennaio 2002 porta in Italia il campioncino nativo di Santiago del Cile.

Lampard-Chelsea: risolve Moratti

Indiscrezioni provenienti dagli ambienti milanesi, parlano di un nuovo importante avvicinamento tra Frank Lampard e l’Inter. La pista Londra-Milano, sembrava infatti essersi raffreddata negli ultimi giorni di mercato, causa testardaggine

Mourinho: the Special Inter

Partiamo dai Campioni d’Italia in carica. Sulla panchina nerazzurra non siede più Roberto Mancini, lasciatosi tra polemiche e carte bollate con il presidente Massimo Moratti. Al suo posto è arrivato Josè Mourinho, predestinato portoghese dalla inesistente carriera calcistica alle spalle, capace di vincere e convincere, prima alla guida del Porto, poi sulla panchina ipermiliardaria del Chelsea di Roman Abramovich. Eccelso comunicatore e ammaliatore televisivo, offre grande interesse mediatico. E’ proprio questo l’enorme pregio del Mago di Setubal, la capacità di accentrare su di sé tutte le pressioni che altrimenti graverebbero sulle spalle dei giocatori.

L’Inter agisce sottotraccia e porta a casa due acquisti in silenzio

All’apertura (ufficiale) del calciomercato mancano ancor una ventina di giorni. Tutte le squadre di serie A, o quasi, si sono già date da fare sul mercato per accaparrarsi i migliori giocatori ai migliori prezzi. E l’Inter? Moratti non fa come la brava massaia che va presto al mercato per trovare la verdura migliore al prezzo migliore, ma aspetta che i prezzi salgano per poter acquistare il calciatore al costo più alto possibile (solo lui è capace di questo).

E così, finora, l’unico colpo di mercato messo a segno è stato l’ingaggio di Mourinho. Ma le cose stanno cambiando, e anzi, potrebbero subire brusche variazioni nelle prossime ore. Il tecnico portoghese ha presentato la lista della spesa, e quella delle uscite, e qui c’è veramente da star male, guardando con che facilità girano i milioni.

Mourinho apre col botto: “Non sono un pirla”

Prima conferenza stampa di Mourinho da allenatore dell’Inter, e primi botti sparati rigorosamente in italiano. Non è uno con i peli sulla lingua l’ex allenatore di Chelsea e Porto, e lo dimostra da subito. Infatti i primi dubbi vengono a sentirlo parlare. La sua parlantina nella nostra lingua è praticamente perfetta, e addirittura anche l’accento è molto meglio di molti stranieri che stanno in Italia da anni.

Quindi viene il dubbio che Mourinho si fosse messo di buona lena ad imparare l’italiano già da qualche mese, cosa che conferma subito lui, ammettendo di essere stato contattato per la prima volta da Moratti dopo il ritorno della gara con il Liverpool.

Mancini-Inter, è guerra!

Non fa in tempo a lasciare Milano l’ormai ex tecnico dell’Inter, che subito si riaccendono le polemiche. Non è mai stato esente l’ex calciatore della Samp e della Lazio da questo genere di scontri extra-calcistici, ma stavolta sembra proprio che si vada giù pesanti.

Sembra che al Mancio non siano andate giù determinate dichiarazioni da parte della dirigenza interista, a proposito del suo esonero, e al grido “sono tutte falsità” sono partiti i suoi legali per prendere provvedimenti per tutelare “il suo onore e la sua reputazione”. Secondo Mancini i pretesti presi in considerazione da Moratti provengono da vicende false e illecite che lo hanno gravemente offeso, non solo in ambito nazionale, ma anche in quello europeo, dato che le dichiarazioni del presidente dell’Inter sono state diffuse anche all’estero.

Juventus-Inter 9-1: i campioni contro i ragazzini!

A Roma mando una squadra di ragazzini!

Questa la minaccia di Massimo Moratti alla vigilia della finale di Coppa Italia contro la Roma, per rispondere a chi, con vena polemica, sosteneva che l’Inter fosse stata aiutata nel corso del campionato.

Poi la rabbia è rientrata ed i nerazzurri si sono presentati all’appuntamento con la migliore formazione possibile che non è riuscita tuttavia a frenare la voglia di riscatto di una Roma arrembante. Il presidente non ha voluto seguire l’esempio di papà Angelo, che nel lontano 1961, in polemica con la Federazione, decise di far scendere in campo la squadra primavera, beccandosi poi una multa di un milione di lire.

Ufficiale: via Mancini, arriva Mourinho

Le tante indiscrezioni fatte nei giorni scorsi sono arrivate ad una conclusione: i sospetti di un imminente cambio di panchina all’Inter erano fondati. Dopo 4 anni, 3 scudetti, 2 supercoppe italiane e 2 coppe Italia, il Mancio lascia per incompatibilità con il presidentissimo Massimo Moratti.

L’incontro si è tenuto ieri sera ed è durato solo 20 minuti. Era cominciato con gli animi distesi, ma è terminato con i nervi a fior di pelle e con Mancini che usciva dalla sede dell’Inter sbattendo la porta. Il motivo è l’offerta del rinnovo da parte di Moratti considerata oltraggiosa, dopo quello che il tecnico di Jesi aveva fatto per i nerazzurri, e siccome ora non si sentiva più benvoluto, ha deciso di sua spontanea volontà di mollare. E Moratti ha già l’asso nella manica: Mourinho.

Coppa Italia: cronaca di un trionfo!

E fanno nove! Con quella portata a casa ieri sera davanti ad un Olimpico vestito a festa, la Roma raggiunge la Juventus in vetta alla classifica per Coppe Italia conquistate. Il trofeo non prenderà la strada per Milano ed il prossimo anno i giallorossi potranno ancora fregiarsi della coccarda tricolore cucita sul petto.

Ci si aspettava una serata di bel calcio, una festa dello sport, in campo e sugli spalti. Lo è stata per gran parte, se si esclude il solito gruppetto di imbecilli, che prima della gara ha preso a lanciare bottiglie e petardi contro i tifosi nerazzurri in fila davanti ai cancelli.

Per il resto tutto come previsto: correttezza sugli spalti garantita da duemila uomini delle forze dell’ordine che hanno fatto parlare da più parti di Olimpico blindato. Per la festa finale anche il Presidente della Repubblica ha voluto essere presente, regalandosi l’onore finale di consegnare la Coppa nelle mani dei vincitori.

Coppa Italia: Roma-Inter atto quarto

Roma vestita a festa in questo sabato di tarda primavera per l’ultimo atto di una stagione infinita. Di fronte le avversarie di sempre, i soliti noti, che da quattro anni a questa parte si contendono la Coppa nazionale, quel portaombrelli tanto snobbato ad inizio stagione che poi diventa quasi indispensabile vincere, per salvare la faccia a fine campionato.

Ancora Roma-Inter dunque, dopo un campionato intenso che ha visto i nerazzurri sempre avanti ed i giallorossi ad inseguire speranzosi fino al minuto sessantuno dell’ultima giornata. Alla fine ha vinto l’Inter, ma la Roma è uscita a testa alta dallo stadio Massimino, con la consapevolezza di aver giocato una splendida stagione.

Lo sanno bene i tifosi, accorsi a Fiumicino ad attendere la squadra di ritorno da Catania al grido di Coppa Italia sarà, per concludere la stagione così come era cominciata, alzando cioè un trofeo.