Sfumato Kakà, ora le grandi d’Europa tremano

 MILANO, 21 gennaio– Ora le big d’Europa hanno paura. Ma soprattutto provano a blindare anzitempo i loro gioielli. L’affare Kakà sfumato all’ultimo sospiro, potrebbe portare a conseguenze devastanti nel panorama del mercato internazionale: lo sceicco Mansour, proprietario del Manchester City, ha il portafoglio pieno e una gran voglia di rifarsi andando a prendere un campione, uno di quelli con la C maiuscola. Anche se, a dirla proprio tutta, per far sì che la sua squadra entri a far parte dell’elitè del calcio mondiale, non basterà comprare campioni su campioni: il Chelsea di Roman Abramovič, ne è un esempio lampante.

Mourinho richiama gli esclusi

La sconfitta di Bergamo pesa come un macigno, più di quanto voglia farci credere lo Special One, abituato com’è a trovare sempre il lato positivo in ogni situazione. In fondo c’è da credergli quando dice di non essere preoccupato dall’alto del suo primo posto in classifica, ma come si fa a restare indifferenti di fronte ad una pesante debacle come quella rimediata domenica dalla sua squadra? Moratti ha fatto la voce grossa, strigliando lo squadrone dei sogni e invitandolo a non cercare scuse dopo una sconfitta simile, ma stavolta mister Mou non può rispondere come vorrebbe e si limita a far presente che:

Moratti può commentare me, ma io non posso fare altrettanto. Lo farò solo se me lo chiede lui: ho un’opinione e una personalità sufficiente per dire a tutti quello che penso. Ma non pubblicamente.

Ma non c’è tempo per fermarsi a piangere sul latte versato. C’è già dietro l’angolo la Roma che aspetta e, sebbene si tratti di una semplice gara di Coppa Italia, il mister ci tiene a far bella figura. E allora via all’ennesima rivoluzione, con tanto di chiamata alle armi per il trio che era stato spedito a scaldare le poltroncine della tribuna domenica scorsa, Balotelli-Mancini-Quaresma. Punizione conclusa o piuttosto un discorso del tipo “se mando tutti in punizione, poi sono costretto a far giocare Baresi”?

Balotelli fa marcia indietro, ma resta fuori

Il suo caso rischiava di trasformarsi in tormentone e se sulla sua strada avesse trovato un tecnico più comprensivo e meno determinato, a quest’ora starebbe giocando nella Premier.

Ma i desideri di Balotelli sono andati a cozzare contro il polso duro di mister Mourinho, che già in passato aveva dato dimostrazione di fermezza, lasciando fuori giocatori che non hanno bisogno di presentazioni e che nel corso della carriera sono stati definiti dei fenomeni. Per di più, quello di Balotelli più che un desiderio sembrava un capriccio, mal consigliato (forse) da chi gli era accanto.

E da buon padre, Mourinho l’ha capito e si è comportato esattamente come si fa con i bambini capricciosi, tenendoli lontani dai propri giochi preferiti. Una gara saltata in campionato, una in Coppa Italia e la minaccia perentoria “o cambi atteggiamento o ti scordi com’è fatto un pallone”. Risultato: Balotelli cambia opinione riguardo al prestito, resta alla Pinetina, non mugugna più e si fa in quattro per dimostrare al mister la sua rinnovata voglia di giocare in nerazzurro.

Inter, rivoluzione in attacco. Nel mirino anche Pavlyuchenko

Fino a qualche mese fa tutti erano convinti che a lasciare la Pinetina a gennaio sarebbero stati Cruz e Crespo. Oggi pare che proprio loro siano destinati a rimanerci, lasciando partire due possibili fuoriclasse che a Milano non riescono proprio a sbocciare: Adriano e Balotelli.

Il grosso problema dell’attaccante da affiancare ad Ibrahimovic pare essere momentaneamente risolto dal ritorno a livelli accettabili di Crespo (almeno fino all’arrivo di una punta da prima fascia), mentre non è bastata la rete dell’Imperatore per convincere i dirigenti nerazzurri a trattenerlo. Davanti alla proposta del Tottenham, anticipata nei giorni scorsi, anziché prendere tempo o rifiutare, i nerazzurri hanno rilanciato. Per cedere Adriano agli inglesi pare abbiano chiesto in cambio Roman Pavlyuchenko, ex dello Zenit, ora chiuso dalla concorrenza. Inoltre il russo potrebbe anche essere schierato in Champions League, particolare da non sottovalutare nella scelta del suo acquisto.

Mourinho alza la voce

Lo so, rischiamo di diventare noiosi, tornando spesso sullo stesso argomento, ma non è certo colpa nostra se in questi giorni senza calcio giocato la vicenda che più tiene banco è quella legata al caso-Balotelli.

Giusto qualche ora fa ci eravamo occupati del giovane attaccante nerazzurro e del suo rifiuto ad entrare nella trattativa per arrivare a  Cassano. Il ragazzo conosce le proprie potenzialità e, se proprio trasferimento deve essere, che sia almeno verso una destinazione gradita (la Premier, ad esempio). Ma è lui a parlare o dietro il suo pensiero c’è la voce del fratello procuratore? E’ quello che si chiede mister Mourinho, che tanto per rimettere a posto la situazione e ricordare chi porta i pantaloni in casa, non lo ha convocato per la gara di domani contro il Cagliari:

Mario è un ragazzo fantastico, non mi piace non convocarlo. Ma non so se il fratello è d’accordo… Forse è lui che vuole farlo andar via? Non so. Di certo a me piacciono i giocatori che pensano con la proria testa, perchè se dipendiamo troppo dal pensiero degli altri, forse nel momento della responsabilità e delle pressioni non siamo preparati per rispondere.

Ipotesi clamorosa: Milito all’Inter

E’ nell’aria da qualche tempo, e secondo la dirigenza nerazzurra forse stavolta si può fare. El Principe Milito potrebbe non finire la stagione a Genova, o almeno non questa. A rivelarlo è la Gazzetta dello Sport, che questa mattina ha riportato un ipotesi sconcertante per i tifosi rossoblù: uno scambio fino a giugno tra il bomber argentino e ben 3 calciatori interisti da scegliere.

Al momento le opzioni sono tra Balotelli, Burdisso, Obinna, Dacourt, Santon e Bolzoni, insomma gli scarti di Mourinho. Si tratta infatti dell’attaccante che pare dovesse spaccare il mondo, ma che quest’anno ancora è stato latitante, di due giovani di belle speranze che però davanti alla multinazionale nerazzurra non troverebbero mai spazio per crescere, un difensore che fa solo danni, e quindi giustamente Mourinho se ne vorrebbe liberare, e di due calciatori che il tecnico portoghese non farebbe mai giocare perchè non congeniali al suo modulo. Insomma, niente di meglio per l’Inter, che si libererebbe momentaneamente di tre pedine scomode per prendere uno degli attaccanti più forti del mondo al momento.

Moratti, Moggi e la sudditanza psicologica

Ci risiamo. Qualcuno forse si era illuso di non dover più sentir parlare di errori arbitrali, favori alle grandi e sudditanza psicologica e invece non c’è campionato che non ci riporti con i piedi per terra, consegnandoci le solite chiacchiere da bar, condite di polemiche e strascichi velonosi.

Peccato che tutto ciò accada a ridosso del Natale, proprio nell’ultima giornata dell’anno solare, costringendoci a ribattere sull’argomento almeno fino alla ripresa del campionato. E’ innegabile comunque che le grandi nell’ultimo fine settimana siano state favorite da sviste più o meno pesanti e, se c’è chi parla di errori in buona fede (vedi Moratti), c’è anche chi, come Moggi, rivendica le proprie vittorie, non accettando che si usino due pesi e due misure nelle valutazioni:

Coloro che hanno sbagliato a Siena a favore dell’Inter sono gli stessi che sbagliavano in passato (Griselli e Calcagno). Se in passato sbagliavano in favore della Juve erano in malafede, mentre ora che sbagliano a favore dell’Inter lo fanno in buona fede? Errori e aiutini vari ci sono sempre stati e l’unica cosa che varia è l’interpretazione che ad essi viene data.

Inter campione d’inverno e di polemiche

La storia ci insegna che recriminare serve a poco, ma se c’è qualcuno che oggi ha il diritto di lamentarsi, quello è il Siena, uscito sconfitto immeritatamente dalla gara casalinga contro l’Inter. I bianconeri interrompono così la serie di risultati utili consecutivi ottenuti tra le mura amiche, ma questo sarebbe il minimo del danno, considerando che di fronte si trovavano l’armata nerazzurra, contro la quale ci può stare anche di perdere.

Quello che proprio non ci sta è perdere in questo modo, dopo aver giocato una gara alla pari e dopo aver preso un gol su evidente azione di fuorigioco. Come ha avuto modo di ribadire lo stesso Giampaolo, il Siena non è stato sfortunato ma ampiamente penalizzato da un errore del guardalinee.

Ma recriminare, come detto, non serve a cambiare le carte in tavola: l’Inter si gode il suo primato solitario in classifica, festeggiando con due turni di anticipo il titolo di campione d’inverno, in attesa della Juventus, unica squadra che potrebbe raggiungerla (ma dovrebbero accadere un paio di miracoli). Il Siena invece si prende i complimenti del mondo sportivo, ma resta fermo a 19 punti.

Adriano in partenza per il Brasile: arrivederci o addio?

E’ destinato a diventare l’ennesimo tormentone in casa Inter, non il primo che lo riguarda personalmente, forse l’ltimo, visto l’evolversi della situazione da giovedì ad oggi. Negli ultimi due gironi ci siamo occupati di lui tre o quattro volte e ciò dimostra quanto la vicenda sia spinosa e probabilmente senza via di uscita.

Naturalmente ci riferiamo al caso-Adriano, perché di caso si tratta, specie dopo le ultime indiscrezioni che lo danno in partenza per il Brasile. Il suo aereo decollerà questa sera, con una settimana di anticipo rispetto a quanto previsto dal programma della società.

Ufficialmente è infortunato e non c’è dunque ragione che resti ad Appiano Gentile a far infermieria, ma gli altri acciaccati restano con la squadra e questo dovrebbe far riflettere sui rapporti venutisi a creare tra l’ex Imperatore e l’ambiente nerazzurro.