Obiettivi di calciomercato: Gareth Bale

Foto: AP/LaPresse

Il secondo nome di Gareth Bale dovrebbe essere “il predestinato”. A dodici anni inizia a giocare a calcio, hockey e rugby, ed è talmente bravo che l’allenatore della scuola – la Whitchurch High School – stabilisce per lui delle regole speciali, non può usare il sinistro e deve giocare solo ad un tocco…

A 16 anni e 275 giorni gioca la sua prima partita nella serie B inglese – la Championship – nel Southampton. Non è il giocatore più giovane ad aver esordito con questa maglia perché la squadra inglese ha comprato insieme a lui un altro enfant prodige, Theo Walcott, che lo precede di qualche mese.

Le Wags: Cheryl Cole

Foto AP/LaPresse

Con questo post iniziamo una nuova rubrica, dedicata alle Wags. Per i pochi che non lo sanno ancora il termine è un acronimo che è stato coniato dai tabloid inglesi – i corrispondenti della nostra Novella 2000 – per indicare le belle e sexy mogli e fidanzate dei calciatori inglesi di successo. Le Wags sono insomma il corrispondente inglese del binomio italiano veline-calciatori.

Da chi iniziare? Io ho scelto Cheryl Cole, l’ex-moglie del terzino sinistro del Chelsea e della nazionale inglese Ashley Cole, ma anche una delle cantanti più amate – e più belle – dell’Inghilterra. Il suo primo disco da solista ha ottenuto ben tre dischi di platino e venduto 1,5 milioni di copie.

La caviglia di Rooney, il Manchester ed il Real

Wayne Rooney interviene a gamba tesa su Sir Alex Ferguson. Probabilmente una reazione alle recenti esclusioni: Sir Alex lo aveva lasciato fuori nella partita di Champions con il Valencia e nelle gare di Premier con Sunderland ed Everton – il primo match dopo le rivelazioni sulla sua relazione con la escort Jennifer Thompson – sostenendo che avesse dei problemi alla caviglia dopo l’infortunio dello scorso aprile.

Ai media inglesi Rooney ha raccontato che

Non ho mai avuto alcun fastidio alla caviglia in tutta la stagione e se mi chiedete perché Ferguson ha detto questo, vi rispondo che non lo so. Ho perso qualche gara quest’anno e (…) voglio continuare a giocare con costanza e ad allenarmi duramente ogni giorno, come faccio da quando sono ragazzino, così che i gol arriveranno, e una volta che ne arriverà uno, non mi fermerò più.

Rooney e gli altri, la nazionale inglese a luci rosse

La nazionale degli scandali sessuali! Così potrebbe essere ribattezzata l’Inghilterra, alla luce dell’ennesima vicenda che vede protagonista uno dei beniamini del pubblico d’oltremanica, più o meno abituato a vedere i calciatori finire in prima pagina per questioni di sesso.

Nell’anno dei mondiali sudafricani sono stati ben quattro i calciatori nel giro della nazionale a finire nelle chiacchiere da salotto per aver abbondantemente cornificato le proprie compagne. Ad aprire le danze era stato proprio capitan Terry, che non aveva trovato nulla di meglio da fare che finire tra le braccia di Vanessa Perroncel, ex moglie di Wayne Bridge, compagno di squadra di Terry ai tempi del Chelsea. Per quella bravata, il buon John aveva perso la fascia di capitano della nazionale e un po’ anche la faccia di fronte ai sudditi di Sua Maestà.

Il mea culpa di Fabio Capello

Dalle stelle alle stalle: questo fino ad ora il percorso dell’Inghilterra targata Fabio Capello, schiacciasassi nel girone di qualificazione ai mondiali sudafricani e deludente fino all’inverosimile nella kermesse più importante a livello di nazionali. L’allenatore italiano è stato prima investito del ruolo di salvatore della patria per ritrovarsi poi sull’altare sacrificale, pronto ad essere immolato come capro espiatorio della debacle.

Ed al ritorno nella terra di Sua Maestà erano in molti a chiederne la testa, a volerlo dimissionarlo o cacciato come merita chi non ha saputo mantenere le promesse, costringendo l’Inghilterra a finire nella lista dei flop. Ma la Federazione inglese ha deciso di regalargli un’altra possibilità ed ora don Fabio deve salvare il salvabile, a cominciare dalla sua faccia. E lui la faccia ce la mette adesso, alla vigilia della prima uscita dell’Inghilterra dal 4-1 rimediato contro la Germania:

Ho commesso degli errori, ma riparto con la convinzione che dalle esperienze negative si impara molto.

Capello rinnova l’Inghilterra

La prematura uscita dell’Inghilterra dal mondiale sudafricano ha creato non poche polemiche intorno alla figura di Fabio Capello, allenatore con la fama di vincente, chiamato appositamente alla corte della Regina Elisabetta per riportare i Tre Leoni in cima al calcio che conta.

Dopo la figuraccia al mondiale erano in molti a volerlo dimissionario o cacciato a calci nel sedere dalla Federazione inglese, ma alla fine Don Fabio è rimasto al suo posto ed ora è pronto per nuove avventure. La prossima fermata si chiama Ungheria, avversaria degli inglesi nell’amichevole di mercoledì prossimo ad Wembley, ed è lecito aspettarsi un’accoglienza tutt’altro che calorosa per la squadra di Capello.

Intanto però il ct ha provveduto ad epurare ampiamente la rosa reduce dal mondiale, rinnovando ampiamente la squadra e portando solo 10 elementi che avevano partecipato alla kermesse sudafricana. Via i portieri Green e James, via Crouch e Defoe, via Joe Cole e Lennon. Dopo il salto trovate la lista dei 23, nella speranza che trovi l’approvazione dei sudditi di Sua Maestà.

Gli inglesi scelgono Beckham per il dopo-Capello

Se la decisione della Federazione inglese sul nuovo ct la conosceremo solo tra qualche giorno, quella della gente e dei tabloid la conosciamo già: Capello licenziato con disonore. L’ex allenatore di Milan, Juventus e Roma ha spiegato che la colpa non è sua, ma della lunga stagione di Premier League che ha fatto arrivare in Sudafrica calciatori stremati.

Ben diversa l’idea del pubblico, che crede in una causa ben diversa: la squadra non lo segue più. Per questo bisogna sostituirlo con qualcuno che possa ricompattare lo spogliatoio, un uomo simbolo. E chi può rispondere meglio a queste caratteristiche di David Beckham?

Capello non si dimette, ma gli inglesi lo “licenziano”

Se l’Italia è uscita delusa dalla kermesse sudafricana, l’italiano più rappresentativo in terra inglese non se la passa meglio, dopo la cocente eliminazione di ieri per mano della Germania. Fabio Capello era stato chiamato ad allenare la nazionale dei Tre Leoni dopo la mancata qualificazione agli Europei del 2008 ed era stato subito accolto come il salvatore della patria. Nulla da dire sul cammino di qualificazione, che avrebbe fatto immaginare un mondiale da protagonista per l’Inghilterra, con la speranza di riportare la Coppa a casa dopo ben 44 anni di digiuno.

Ma l’Inghilterra ammirata in Sudafrica non è mai riuscita ad entusiasmare, impattando le prime due gare con Usa ed Algeria e vincendo di misura con la Slovenia. Male anche negli ottavi, dove si è subito trovata di fronte la Germania, subendo una clamorosa umiliazione, sebbene non solo per colpe proprie. Ed ora l’imputato numero uno è proprio Fabio Capello, incapace di motivare la squadra per portarla avanti nel torneo.

Mondiale 2010: la Spagna compra gli arbitri?

L’Inghilterra ha paura della Spagna o sono le Furie Rosse ad aver paura di non poter ripetere i fasti dell’ultimo Europeo? Ancora non ci è dato saperlo, ma a poche settimane dall’avvio del Mondiale spuntano ombre pesanti sugli spagnoli, che starebbero manovrando in diverse direzioni per avere arbitraggi accomodanti durante la manifestazione. A rendere pubblica la situazione è il Mail On Sunday, tabloid britannico, che ha pubblicato oggi una telefonata tra il presidente della Football Association, Lord David Triesman, ed un’ex colloaboratrice:

Penso che stiamo facendo un ottimo lavoro con gli africani. Credo che stiamo facendo bene anche con alcuni dirigenti asiatici. Probabilmente, anche con l’America Centrale e Settentrionale. Ritengo che i sudamericani, sebbene non lo abbiano confermato, voteranno per la Spagna. E se la Spagna si ritira, visto che sta cercando la collaborazione della Russia per comprare gli arbitri ai Mondiali, i loro voti potrebbero riversarsi proprio sulla Russia.

Beckham: intervento riuscito, ma la favola finisce qui

C’era una volta un giovane di belle speranze, che giocava in una delle squadre più forti del mondo, ricevendo consensi ed applausi ad ogni tocco di palla. E’ la storia di David Beckham, uno dei migliori “crossatori” che abbiano mai calcato un rettangolo verde, beniamino del Manchester United e della nazionale inglese, fino a quando non decise di trasformarsi in una macchina da soldi.

E allora ecco il Real Madrid ed il contratto a tanti zeri e poi ancora il sogno americano ancor più redditizio, mentre il calcio scompariva pian piano dalla sua vita, con il giocatore che si trasformava sempre più in un fenomeno da baraccone.

Ma chi vive di pane e calcio sa che non c’è somma che possa valere il sogno di partecipare ad una kermesse mondiale, magari da protagonista o solo come semplice gregario (chiedere informazioni ad Oddo, ad esempio), nella speranza di salire sul gradino più alto del podio per poter raccontare ai posteri “io c’ero”.