Peter Shilton, il recordman del calcio!

Dura la vita del portiere, lì in mezzo ai pali, a sopportare i rigori invernali (nel senso del freddo) e il solleone che picchia. Sempre solo, destinato a guardare gli altri mentre si divertono e a raccogliere la palla in fondo alla rete. Pochi applausi, molte critiche, in un ruolo in cui è impossibile non sbagliare almeno una volta e quella volta che diventa una macchia sul curriculum, una papera difficile da cancellare, sottolineata più dell’errore di qualunque altro calciatore.

Si comincia a giocare in porta perché si hanno i piedi scarsi e poca attitudine al gol, poi si può crescere e migliorare, dimostrando di poter trasformare in professione, quella che all’inizio era una forzatura. E si può diventare campioni, grandi campioni, in grado di raggiungere record invidiabili, soprattutto nel numero di presenze, perché il portiere, si sa, può allungare la carriera fino alla maturità.

Chiedete a Peter Shilton, per esempio, vero recordman del calcio internazionale e detentore di un primato difficilmente raggiungibile: 1390 partite giocate, dicono le statistiche! Fate due conti, considerando quante gare si possono giocare in anno, e vi renderete conto che il suo nome resterà stampato sul libro dei Guinness per l’eternità.

Diego Alves Carreira: numero 1 tra i volti nuovi

Un portiere brasiliano inserito tra i volti nuovi e consigliato ai club nostrani, per il futuro prossimo? Non scherziamo, da quelle parti non sanno usare le mani ed in porta finisce il solito allocco che ha diritto di giocare solo perché porta il pallone al campetto.

Invece stavolta parliamo di un vero fenomeno tra i pali, Diego Alves Carreira, che tanto bene sta facendo con la maglia dell’Almeira in Spagna. Grazie alle sue parate la squadra è la migliore della Liga, dopo le prime cinque giornate di ritorno con 13 punti su 15 conquistati, addirittura meglio dei fenomeni blaugrana, che sono costretti a guardare stupiti questa nuova realtà del calcio spagnolo.

Certo la squadra di Unai Emery non vincerà lo scudetto, ma il portierino si sta togliendo le sue belle soddisfazioni, soprattutto ora che è riuscito a soffiare ad Iker Casillas il record di imbattibilità, con 617 minuti senza prendere gol! Niente male per il ventiduenne numero uno, proveniente dal Brasile! Ma forse il suo segreto sta tutto nelle origini italiane ed un po’ di sangue della terra che ha sfornato grandi talenti nel ruolo deve pur averlo.

Peruzzi, l’Angelo volante del calcio italiano

Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei “numeri 1” nella rubrica che ormai ci accompagna da qualche settimana. Non stupitevi se su queste pagine troverete sempre più spesso nomi di portieri italiani, perché in fondo l’Italia ha sempre sfornato dei veri e propri fenomeni nel ruolo, tanto che ultimamente dall’estero c’è stato un vero e proprio saccheggio di numeri uno.

Stavolta parliamo di Angelo Peruzzi, ritiratosi dal calcio giocato al termine della scorsa stagione, a causa dei continui infortuni che lo tormentavano da tempo e che gli impedivano di giocare un intero campionato ad alto livello. Il giorno dell’addio l’Olimpico era vestito a festa solo per lui, per omaggiare quel grande campione che in carriera ha vinto tutto e che ha dato molto a questo sport in termini di impegno, dedizione e professionalità.

Ben lo ricordano i grandi campioni che vestivano la maglia della Roma nei primi anni ottanta, quando l’Angelo volante giocava nelle giovanili, ma era chiamato di tanto in tanto a partecipare agli allenamenti della prima squadra. Era appena un adolescente eppure nessuno voleva giocargli contro, perché lui le prendeva tutte, ma proprio tutte, anche in allenamento, dando già all’epoca la misura di quanto contasse per lui il ruolo di numero uno.

Il numero 1 dei numeri 1: Gigi Buffon

Brutte notizie in casa Juve: Gigi Buffon non ha risposto positivamente ai test fisici di ieri mattina, e non è quindi pronto per tornare in campo. Ha accusato affaticamento e difficoltà soprattutto nelle prese basse, e Ranieri non lo schiererà, mandando al suo posto Belardi, che si è fatto trovare sempre pronto offrendo buone prestazioni. Ma vediamo bene chi è Buffon.

Josè Luis Chilavert: il portiere goleador

Grande portiere o fenomeno da baraccone? E’ l’enigma che ha accompagnato l’intera carriera di Josè Luis Chilavert, ritiratosi qualche anno fa dal calcio giocato, dopo un’intera vita passata a difendere una porta, ma non solo.

Un metro e ottantotto di altezza per quasi 100 chili, un fisico più vicino a quello di un lottatore che a quello di un giocatore di pallone, avrebbe potuto essere un buon centravanti di sfondamento, se solo suo fratello non lo avesse spedito in porta sin da piccolo, costringendolo a parare i suoi tiri.

Un ruolo accettato malvolentieri dal piccolo Luis, che però farà la sua fortuna nel corso degli anni a seguire, a cominciare dall’esordio nella serie B paraguaiana a soli 15 anni, con lo Sportivo Loqueno. In seguito una lunga serie di squadre si è assicurata le sue prestazioni sia in patria che all’estero (Guarani, San Lorenzo, Real Saragozza, Velez Sarsfield e Starsburgo) ed in ognuna ha lasciato un ricordo indelebile per l’abilità sul campo, ma anche per quel suo carattere difficile e polemico che lo rendeva spesso antipatico ai più.

Dino Zoff: il numero 1 assoluto!

Mito: termine usato spesso a sproposito nel mondo del calcio per definire questo o quel calciatore che ci sa fare un po’ più degli altri con il pallone tra i piedi. Ma il titolo di mito bisogna guadagnarselo sul campo e nessuno come lui è riuscito così bene nell’intento di restare stampato nalla memoria dei tifosi.

Dino Zoff, classe 1942, interprete di un calcio in continua evoluzione, attraversato da decenni di gloriosa carriera. In pochi avrebbero scommesso su di lui, su quel ragazzino esile, che per mantenersi faceva il meccanico e giocava per puro diletto. Lo scartarono Juventus ed Inter, giunte fino in Friuli per osservare questo portierino in azione, ma l’occasione di riscatto gliela offrì l’Udinese, facendolo esordire giovanissimo in serie A.

Inizio in salita per lui, con 5 gol beccati all’esordio contro la Fiorentina ed un pubblico ostile pronto a sottolineare qualunque suo errore. Poi il Mantova per 4 anni e finalmente Napoli, città rumorosa, aperta, molto lontana da quel suo carattere chiuso e serioso. Eppure fu amore a prima vista e Dino diventò in fretta uno degli idoli di quella squadra che pure vantava la presenza di campioni come Sivori e Altafini, Canè e Bianchi.

Gianluigi Buffon: il numero 1 al mondo fermo ai box

Un guaio che non ci voleva, in un momento della stagione in cui bisogna lottare per mantenere saldo il posto in classifica, se si vuole continuare a cullare sogni europei. E si è infortunato proprio lui, uno dei pochi intoccabili della rosa bianconera e del campionato in generale, uno che fa la differenza, che quando manca, si sente.

Non stiamo parlando di un centravanti che fa gol a raffica, permettendo ad una squadra di salire in classifica, ma di uno che i gol li deve evitare per guadagnarsi il pane: Gianluigi Buffon, numero uno della Juventus e della Nazionale Italiana, numero uno tra i portieri in circolazione.

Nell’ultimo periodo è afflitto da mal di schiena ed il suo rendimento in campo rischia di essere condizionato da questo fastidio, tanto che è stato fermato in via precauzionale per la gara di oggi contro il Livorno. I medici non si sbilanciano, ma sembra trattarsi di una piccola ernia che lo terrebbe fuori dai pali per almeno un mese: un’eternità per uno del suo livello, la cui assenza si farebbe sentire pesantemente.

Fabien Barthez: dopo il calcio, un’accademia per portieri

Può un uomo che ha passato gran parte della sua vita a correre e sudare su un campo di calcio, vivere lontano dal calcio? Beh, a dire il vero lui ha corso e sudato veramente poco, facendo il portiere di professione, ma Fabien Barthez difficilmente riuscirà a resistere al richiamo del prato verde. Si dice felice della sua vita da pensionato nella splendida villa del XVII secolo alle porte di Tolosa, dove trascorre le giornate tra la piscina, le passeggiate nel bosco e la vita familiare, ma non nega di avere progetti importanti per il futuro.

Il suo sogno è quello di metter su un’accademia per portieri, per insegnare ai ragazzi del futuro quanto di buono ha imparato in tanti anni di carriera: “Un modo per restituire quanto ho ricevuto”.

Ed ha ricevuto veramente molto questo personaggio anomalo e discusso, che a guardarlo somiglia più ad un centrocampista alla Gattuso che non all’ultimo baluardo della difesa. Portiere lontano dallo stereotipo classico, che vuole il numero 1 dotato di notevole altezza, è comunque riuscito a togliersi diverse soddisfazioni in tutte le squadre in cui ha militato.