Frey sulle tracce di Buffon

E’ uno dei portieri più apprezzati a livello internazionale, tanto che il suo nome è spesso stato accostato a grandi club alla ricerca di un numero uno affidabile. L’estate scorsa

Massimo Taibi è il peggior portiere della Premier

Ci sono calciatori che si fanno ricordare per le loro imprese in campo, altri a cui basta un singolo episodio per restare nella memoria dei tifosi, sebbene ne abbiano di storie da raccontare in anni e anni di onorata carriera.

Massimo Taibi incarna entrambe le situazioni: idolo dei tifosi reggini per aver segnato un gol salva-risultato e “Cieco di Venezia” per i sostenitori del Manchester United che non ricordano di aver mai avuto in squadra un portiere goffo quanto lui.

Sono passati quasi dieci anni da quando Taibi partiva per la terra di Sua Maestà con una valigia carica di sogni ed ambizioni, chiamato a difendere la porta di una delle squadre più prestigiosa d’Europa, quella dei Red Devils appunto. Ma la sua valigia si svuotò in fretta ed il portierone fu costretto a tornare sui suoi passi, dopo solo quattro gare giocate e con una fama non proprio da fenomeno, tanto che persino il Times lo colloca al primo posto tra i numeri 1 peggiori della storia della Premier League.

Matteo Sereni contro tutti

Di gesti come questo se ne vedono parecchi sui campi di calcio, sebbene siano rivolti solitamente ai tifosi della squadra avversaria e non ai propri. Quello che fa scalpore è vedere un professionista del calibro di Matteo Sereni, alzare il dito medio e rivolgersi alla propria curva, o meglio a quella parte di tifosi che lo aveva beccato in un paio di occasioni.

E’ successo ieri durante la gara di campionato Torino-Cagliari, quella per intenderci che doveva dare il via alla rimonta granata, visto che l’avversario di turno si chiamava Cagliari, fanalino di coda della classifica con un solo punto.

Ma tra il dire il fare c’è di mezzo Acquafresca ed il Toro ha perso un’ottima occasione per risalire la china, verso posizioni più comode. In questo clima infuocato si pone il gesto di Sereni, compreso dalla maggior parte della curva che ha cominciato a cantare il suo nome, ma criticato da quanti si sono sentiti offesi da uno dei loro idoli. Il portierone ha avuto poi il modo di scusarsi, affidando le sue parole ad un comunicato stampa apparso sul sito della società.

Giuliano Sarti: una papera che cambia la vita

E’ stato uno dei più forti portieri degli anni ’50-’60, eppure se chiedete chi era Giuliano Sarti, vi sentirete rispondere: “quello della papera”. Strano destino per uno che ha conquistato montagne di trofei, regalando emozioni e strappando applausi in qualunque club abbia militato.

Andava in scena l’ultima di campionato della stagione ’66-’67. L’Inter di Sarti guidava la classifica con 48 punti, seguita dalla Juventus a 47. Le speranze per i bianconeri erano ridotte al lumicino: troppo forte l’Inter di quegli anni per sperare che avrebbe lasciato punti a Mantova.

E invece un cross di Beniamino Di Giacomo si trasformò in incubo per i tifosi nerazzuri,quando videro Sarti colpevolmente superato. Scudetto alla Juventus ed inizo della triste fama di Giuliano Sarti, ricordato da quel momento in poi solo per quell’errore grossolano.

Edwin Van Der Sar: recordman olandese

I tifosi juventini non ne conservano un ottimo ricordo, eppure Edwin Van Der Sar viene considerato tra i migliori portieri del mondo (per Marco Van Basten è addirittura il numero 1, ma è chiaro che si tratta di un giudizio di parte). Fatto sta, comunque, che alla non più verde età di 38 anni continua a difendere la porta del Manchester United, togliendosi parecchie soddisfazioni personali e collezionando record di imbattibilità.

E pensare che fino a sedici anni neppure pensava alla carriera sportiva, tutto preso dai suoi studi che dovevano portarlo sulla via del commercio. Ma la fortuna era dietro l’angolo e durante una gara tra dilettanti venne notato da un osservatore dell’Ajax che lo ingaggiò immediatamente, portandolo in una delle società più blasonate d’Europa.

Erano anni d’oro per i lancieri, con i quali il giovane Edwin riuscì a conquistare diversi trofei sia a livello nazionale che internazionale: 4 Eredivisie, 3 KNVB Cup, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale, oltre ai titoli di miglior portiere dell’anno (per quattro anni consecutivi), miglior portiere della Champions League (per due volte), miglior portiere d’Europa nel ’95 e miglior giocatore olandese nel ’98.

500 volte il numero 1

Manca meno di una settimana, e Gigi Buffon taglierà il nastro della 500esima gara tra i professionisti. L’importante traguardo arriverà in una delle giornate più delicate della storia bianconera, il preliminare di Champions contro l’Armedia Bratislava.

Certo, non è proprio la partita storica che ognuno sogna di giocare per il proprio anniversario, ma è pur sempre una partita di Champions League da non sottovalutare. Il più grande portiere del mondo non dovrebbe avere problemi con una formazione che dovrebbe equivalere più o meno ad un nostro club di serie B, ma con tutta l’esperienza acquisita anche con un braccio solo dovrebbe riuscire a difendere i pali bianconeri.

Christian Abbiati: il Milan ritrova il numero 1

Adesso qualcuno lo sta rivalutando. Solo adesso che ha dato una grossa soddisfazione ai propri tifosi, respingendo ben tre calci di rigore ai cugini nerazzurri nella gara decisiva del Trofeo Tim.

Christian Abbiati in questo momento ha molti motivi per sorridere, visti i problemi del Milan nel trovare un portiere sicuro e affidabile, dopo l’annata disastrosa di Dida e la scarsa vena di Kalac.

Lui invece è appena rientrato dalla Spagna, dove era stato spedito lo scorso anno per fare da riserva a Leo Franco nell’Atletico Madrid, per poi guadagnarsi la maglia da titolare a suon di buone prestazioni.

Juan Pablo Carrizo sulle tracce di Peruzzi

Come promesso, eccoci tornati alle nostre consuete rubriche settimanali, dopo tanto parlare di calciomercato e di attualità pressante. Oggi, come ogni giovedì, ci occupiamo di portieri, non sempre numeri uno di nome e di fatto, ma spesso con piccole grandi storie dietro le spalle da raccontare.

E’ il caso di Juan Pablo Carrizo, portiere appena sbarcato a Roma, sulla sponda biancazzurra del Tevere, che già sogna di diventare un vero idolo per la curva Nord.

Impresa ardua la sua, visto che negli occhi dei tifosi ancora scorrono le istantanee dei voli di Angelo Peruzzi, che ritirandosi ha lasciato le chiavi della porta nelle mani non troppo sicure degli eredi che hanno provato a prenderne il posto.

Iker Casillas numero uno in Europa

Non lasciatevi impressionare dal titolo. E’ ovvio che il miglior portiere in circolazione resta sempre il nostro Gigi Buffon, ma solo quattro giorni fa il ragazzotto che vedete nella foto ha alzato il più importante trofeo continentale a livello di nazionali e merita senz’altro un capitolo nella nostra rubrica dedicata ai numeri 1.

Già, perché Iker Casillas è tra i più forti estremi difensori in attività e per avere la consacrazione definitiva non aspettava altro che sollevare una coppa con la maglia delle Furie Rosse.

Non che finora la sua carriera non sia stata costellata di importanti vittorie (gioca pur sempre nel Real Madrid), ma mancava la ciliegina sulla torta, quel qualcosa in più che lo elevasse ad eroe nazionale. Impresa riuscita in pieno durante l’ultimo europeo, in cui il portiere ha avuto modo di mettersi i luce. Poi potete venirmi a raccontare dei gol di Villa e di Xavi Hernandez miglior calciatore del torneo, ma senza le parate di Casillas, questa Spagna non sarebbe arrivata lontano.

Petr Cech: numero 1 sicuro e affidabile. Quasi sempre!

Ci sono episodi che valgono una carriera. Ci sono gesti atletici, gol, vittorie destinati a rimanere impressi nella memoria, tanto da essere tramandati ai posteri come marchio di fabbrica. Pensate alla rovesciata di Parola, all’urlo di Tardelli, alla serpentina vincente di Maradona, tanto per citarne alcuni.

Ma c’è anche il rovescio della medaglia, quei gesti che contribuiscono a veder sfuggire un traguardo quando ormai sembrava raggiunto. E questi forse sono ancora più difficili da dimenticare.

Ne sa qualcosa Petr Cech, portiere considerato tra i più forti al mondo, secondo solo a Buffon a detta di molti, che non sta certo vivendo il periodo migliore della sua vita. In questa rubrica ci siamo spesso occupati di numeri 1 fenomenali e un po’ dispiace dover parlare di Cech proprio nel momento peggiore della sua carriera, dopo averlo visto volare da una parte all’altra della porta, alla ricerca di respinte impossibili e parate straordinarie.

Alberto Maria Fontana: una vita in panchina!

Eccoci arrivati al consueto appuntamento del giovedì con la storia dei numeri uno, non sempre grandi tra i pali, ma tutti con una storia da raccontare, perché il portiere è quasi sempre il più bizzarro della compagnia.

E quello che andiamo a presentarvi oggi un po’ strano lo è davvero, visto che nella vita ha quasi sempre fatto il “dodicesimo” di professione, neanche avesse davanti a sé gente che di nome fa Dino Zoff o Gianluigi Buffon.

Il secondo a vita risponde al nome di Alberto Maria Fontana, trentaquattrenne portiere del Torino, tifoso dei granata da quando era un ragazzino ed amava buttarsi a terra, sognando di emulare Bacigalupo o Walter Zenga, che granata non era, ma che per lui rappresentava il mito assoluto nel ruolo.

Luciano Castellini: il giaguaro!

E’ stato uno dei più grandi portieri italiani, eppure spesso non viene inserito nella lista dei migliori numeri uno. Uno strano destino quello di Luciano Castellini, che fece grande il Torino prima ed il Napoli poi nel corso degli anni ’70-’80 con le sue parate impossibili.

Lo chiamavano il giaguaro per quel suo modo di saltare da un palo all’altro della porta con scatto felino e riflessi impressionanti. Molto scenografico nelle uscite e nelle prese al volo, era il padrone indiscusso dell’area piccola e capace di muovere la difesa come pochi altri al mondo.

Mosse i primi passi da professionista nel Monza in serie B, esordendo in una gara con il Como persa per 5-0. Il suo destino sembrava segnato: mai più i tifosi avrebbero voluto vedere tra i pali un portiere che si faceva bucare con tanta facilità. Si accomodò dunque in panchina per il resto della stagione, finché a cinque giornate dal termine, il titolare subì un infortunio e Castellini venne chiamato a sostituirlo.

Tim Krul: il volto nuovo gioca tra i pali!

Non aspettatevi quest’oggi di sentir parlare di gol e cannonieri, di classifiche vinte e colpi di testa da far invidia al miglior centravanti del mondo. Stavolta il volto nuovo che andiamo a presentarvi indossa i guanti ed è pagato per evitare di prender gol.

Ad essere sinceri Tim Krul è una bella realtà del calcio internazionale già da qualche anno, nonostante la verde età. Quindi di nuovo il suo volto ha veramente poco (se non la barba che comincia a spuntare), ma ci sembrava doveroso dedicargli un capitolo in questa rubrica.

Per anni è stato considerato l’eterno secondo, non tanto perché il suo ruolo era quello di portiere di riserva, quanto perché con la maglia delle nazionali minori arrivava a piazzarsi sempre sul secondo gradino del podio. Fu così negli Europei Under 17 del 2005 (vinse la Turchia) ed anche nel Torneo di Tolone Under 20 (vinse la Francia ai rigori).