Lo Stadio Azteca, teatro di eventi memorabili

Dopo una breve interruzione, riprende il nostro viaggio alla scoperta degli impianti più suggestivi del mondo. Questa volta il nostro tour ci porta a migliaia di chilometri di distanza dal Belpaese, in uno stadio che risveglia in noi italiani ricordi indelebili, quasi quanto il Santiago Bernabeu di Madrid o l’Olympiastadion di Berlino.

Stiamo parlando del mitico Stadio Azteca di Città del Messico, teatro nel 1970 del Mondiale conquistato dal Brasile di Pelè proprio ai danni della nazionale azzurra. Ricordi tristi, certo, ma quel mondiale è ricordato anche e soprattutto per la cosiddetta partita del secolo, quando gli uomini di Valcareggi si imposero con un rocambolesco 4-3 contro l’allora Germania Ovest. A ricordare l’evento, una targa affissa sui muri dello stadio che recita:

El Estadio Azteca rinde homenaje a las selecciones de Italia (4) y Alemania (3) protagonistas, en el Mundial del 1970, del PARTIDO DEL SIGLO. 17 de junio de 1970.

National Stadium: un nido di uccello nel centro di Pechino

Nel nostro tour mondiale alla scoperta degli impianti sportivi più affascinanti del pianeta, non poteva certo mancare una tappa a Pechino, nello stadio che ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura dei prossimi giochi Olimpici, le gare di atletica e la finalissima del torneo di calcio.

Stiamo parlando del National Stadium, ribattezzato sin dall’inizio dei lavori di costruzione “The Bird’s Nest” (nido di uccello), per la particolare forma che lo caratterizza.

E proprio grazie a questa peculiarità il progetto degli architetti svizzeri Herzog e De Meuron è stato scelto tra numerose altre proposte, aggiudicandosi la vittoria del concorso bandito nel 2002. I lavori, poi, dovevano essere realizzati entro la fine del 2007, come per tutti gli altri impianti che ospiteranno le gare olimpiche, ma vista la difficoltà della messa in opera, è stata concessa una proroga di qualche mese.

Allianz Arena: il “gommone” tedesco

Dopo qualche settimana di assenza, riprende il nostro giro turistico alla scoperta degli impianti sportivi più spettacolari del pianeta. Stavolta facciamo tappa a Monaco di Baviera, per visitare uno degli stadi più belli della Germania, con la sua forma caratteristica che lo rende unico nel suo genere (i tedeschi lo hanno soprannominato Schlauchboot, ovvero “gommone”).

E’ un impianto di recente costruzione, progettato nel 2001 per dare una nuova casa alle due maggiori squadre della città (Bayern Monaco e Monaco 1860), vista l’impossibilità di ristrutturare degnamente il vecchio Stadio Olimpico.

Le spese per la costruzione sono state sostenute interamente dalle due società, che poi hanno potuto ammortizzare i costi dell’operazione, concedendo i diritti sul nome alla Allianz per 30 anni. Nasce così l’Allianz Arena, con il logo della ditta che fa bella mostra di sé sulla facciata esterna dello stadio.

Lo stadio Renzo Barbera: un gioiello nel centro di Palermo

Ancora una tappa italiana nel nostro giro turistico alla scoperta degli stadi più belli del mondo. Stavolta, di ritorno da Vienna, ci fermiamo a Palermo, in uno degli impianti più imponenti del Mezzogiorno italiano, il Renzo Barbera, così chiamato in onore di uno dei presidenti della squadra locale.

In principio si chiamò Littorio, essendo stato costruito in epoca fascista e, come tanti altri impianti, il nome era imposto dal regime. Nel ’36 fu intitolato a Michele Marrone, un eroe caduto durante la guerra di Spagna e, dopo il secondo conflitto mondiale, si decise di chiamarlo La Favorita, poiché sorgeva nei pressi della tenuta di Federico I di Borbone, fino al 2002, quando prese l’attuale denominazione.

La costruzione del Renzo Barbera risale al 1932 e per l’epoca l’impianto risultava essere uno dei più moderni d’Italia. Era costituito da un campo in erba, circondato da una pista di atletica. Le autorità avevano la possibilità di sistemarsi su una tribuna coperta, mentre la gente comune trovava posto sul lato opposto. Le curve non avevano posti a sedere ed erano caratterizzate dal terreno inclinato che permetteva un’ottima visuale anche dai punti più alti.

Ernst Happel Stadion: il teatro della finale europea

Nel nostro viaggio virtuale alla scoperta degli impianti più suggestivi del mondo, non poteva certo mancare una tappa nello stadio che tra poco più di quarantotto ore avrà milioni e milioni di occhi puntati addosso, l’Ernst Happel Stadion, scelto come sede per la finale di Euro 2008.

Fu costruito in soli ventitre mesi di lavoro negli anni a cavallo tra il ’29 ed il ’31 ed oggi rappresenta il più grande ed importante stadio austriaco, potendo contenere poco più di 50.000 spettatori.

Inizialmente venne denominato Praterstadion e solo nel 1992 venne ribattezzato con il nome attuale in onore di Ernst Happel, il più forte giocatore austriaco di ogni tempo, nonché allenatore, capace di conquistare ben 18 titoli con sei squadre diiverse in Belgio, Germania, Austria ed Olanda. Un vero monumento del calcio austriaco insomma.

St. Jakob Park: lifting a tempo di record!

Gli Europei in corso di svolgimento ci hanno offerto la possibilità di scoprire stadi di cui ignoravamo persino l’esistenza, vista la scarsa importanza a livello continentale dei campionati dei paesi ospitanti.

Qualche tempo fa vi abbiamo proposto un mini giro turistico tra gli impianti svizzeri e austriaci, tessendo le lodi degli organizzatori, che sono riusciti in breve tempo a dotare le varie città di strutture all’altezza della situazione.

A quanto pare, però, non tutti hanno fatto i conti con le piogge torrenziali che si sono abbattute nel centro Europa nei giorni scorsi e che hanno condizionato lo svolgimento di alcune gare. Anzi, di una in particolare, che vedeva impegnata la squadra di casa contro la Turchia al St Jakob Park, in quel di Basilea. Lo spettacolo è stato pietoso e, soprattutto nel primo tempo, il campo era al limite della praticabilità, con la palla che faceva fatica a rimbalzare. Un bel problema, visto che il campo in questione è stato scelto per ospitare due quarti di finale ed una semifinale, con il rischio di penalizzare le squadre più tecniche. Ed è per questo che subito dopo la gara tra Svizzera e Turchia si è provveduto alla rizollatura completa del terreno di gioco.

Westfalenstadion: la Scala del calcio tedesco

Seconda tappa tedesca nel nostro viaggio alla scoperta degli impianti sportivi più suggestivi e ricchi di storia. Qualche tempo fa ci siamo occupati dell’Olympiastadion di Berlino che evoca in tutti noi ricordi di felici, legati alle sorti della nostra nazionale.

Oggi invece ci fermiamo a Dortmund per ammirare la maestosità del Westfalenstadion, considerato da sempre la Scala del calcio tedesco.

La sua costruzione risale al 1974, quando, per ospitare i Mondiali, la Germania fu costretta a dotarsi di stadi capienti e sicuri. La città di Dortmund aveva già un impianto, il Rote Erde, che poteva essere ristrutturato, ma si preferì progettare uno stadio ex-novo, grazie all’utilizzo di elementi pre-formati che abbattevano i costi di costruzione.

Il Dall’Ara di Bologna: uno stadio da serie A!

Ennesima tappa del nostro viaggio alla scoperta degli impianti sportivi più suggestivi del pianeta. Stavolta ci fermiamo a Bologna, in omaggio anche alla recente promozione in serie A della squadra rossoblu, che per blasone ed importanza non meritava certo di soffrire tra i cadetti.

Nel nostro tour virtuale arriviamo dunque nel quartiere Saragozza, dove sorge il magnifico Stadio Renato Dall’Ara, costruito in poco più di un anno e mezzo tra il ’25 ed il ’27.

Nei suoi primi anni di vita lo stadio prese il nome di Littoriale, essendo stato voluto dal gerarca fascista Leandro Arpinati, podestà di Bologna e presidente dela Figc. Solo dopo la fine della guerra, i bolognesi poterono avere il proprio stadio libero da simboli politici e da quel nome che ricordava troppo la dittatura. Il Littoriale divenne dunque Stadio Comunale, nome che manterrà fino alla morte dello storico presidente del Bologna (Renato Dall’Ara appunto) avvenuta tre giorni prima della conquista dell’ultimo scudetto vinto dai rossoblu.

La Bombonera: gioiello argentino!

Dopo la presentazione degli stadi che ospiteranno gli Europei del prossimo mese, continuiamo il nostro viaggio alla scoperta degli impianti più suggestivi del mondo. Finora abbiamo dato ampio spazio agli stadi in giro per l’Europa, dimenticando che anche in Sudamerica, ad esempio, vi sono strutture altrettanto importanti, per cui vale la pena spendere due parole.

Stavolta quindi facciamo tappa a Buenos Aires per visitare la Bombonera, uno stadio che ha fatto la storia del calcio argentino ed ha visto giocare grandi campioni di tutte le epoche, primo fra tutti Diego Armando Maradona.

Cominciamo col dire che il curioso nome dell’impianto è un realtà un soprannome, affibbiatogli da uno degli architetti ed è dovuto alla sua somiglianza con una scatola di bombones (cioccolatini), che l’architetto stesso ricevette in regalo il giorno prima dell’inaugurazione.

Euro 2008: gli stadi

Continua il nostro viaggio alla scoperta degli impianti sportivi più belli del mondo. Quest’oggi facciamo sosta in Austria e Svizzera per mostrarvi gli stadi che vedranno impegnate le 16 nazionali qualificate per l’Europeo del prossimo mese.

Cominciamo dalla fine, dallo stadio cioè che vedrà due squadre contendersi la coppa nell’ultimo atto del 29 giugno. La finale si giocherà all’Ernst Happel di Vienna, il più grande tra gli stadi che ospiteranno la kermesse continentale, capace di contenere 50.000 spettatori. La sua costruzione risale al 1929, su progetto dell’architetto tedesco Otto Ernst Schweizer, mentre l’inaugurazione avvenne un paio di anni più tardi. Inizialmente si chiamava Prater e solo dopo la morte di Happel (calciatore ed allenatore plurititolato) assunse il nome attuale.

Meno capienti gli altri tre stadi austriaci. Il Salzburg Wals-Siezenheim, casa dei Red Bull di Salisburgo può contenere fino a 30.000 spettatori, pur estendendosi su una superficie di 15.000 ettari. E’ un vero gioiello di modernità con i suoi negozi, ristoranti, centri fitness e parchi giochi.

Luigi Ferraris di Genova: uno stadio “inglese”

E’ uno degli impianti più antichi d’Italia, qualcuno dice anche tra i più belli, o comunque tra quelli in cui si può godere meglio godere dello spettacolo sportivo. Stiamo parlando del Luigi Ferraris di Genova, la cui costruzione viene fatta risalire al 1909. Poche le documentazioni dell’epoca relative alla messa in opera dei lavori. L’unica certezza è che lo stadio venne inaugurato il 22 gennaio 1911 con la gara tra Genoa ed Internazionale.

Quattro mesi dopo lo stadio Marassi divenne definitivamente la casa del club rossoblu, che fino ad allora giocava le partite interne anche sul Campo di San Gottardo.

Inizialmente la capienza dell’impianto era di 20.000 spettatori e solo in seguito si apportarono delle modifiche per l’ampliamento e la costituzione di una struttura all’altezza dei club di serie A.

Emirates Stadium: quando lo sponsor detta legge

In principio era l’Highbury, la tana del lupo, il catino infuocato dove l’Arsenal dava lezioni di calcio, trascinata dall’entusiasmo dei tifosi. Poco più di 38.000 posti per uno stadio che non aveva certo la pretesa di reggere il paragone con impianti ben più capienti dislocati in terra inglese, ma che rappresentava l’orgoglio dell’antica società londinese, di casa ad Highbury fin da lontano 1913.

Poi arrivarono i soldi e le manie di grandezza degli inglesi trovarono sfogo in un progetto ambizioso: uno stadio da 60.000 posti (qualcuno in più per la verità) degno di ospitare le gesta dei campioni. Non che il vecchio stadio non lo fosse, ma di fronte ad un budget multimilionario era impossibile rifiutare a priori l’idea di una costruzione ex-novo.

E così una mattina di febbraio del 2004, il quartiere di Ashburton Grove, a nord di Londra, si svegliò tra i rumori delle ruspe e dei mille operai chiamati a tirar su quello che sarebbe diventato il secondo stadio per grandezza della Premier League, dopo ovviamente il mitico Old Trafford.

Stadio Tardini di Parma: il cuore della città

Il campo del Tardini è il più ostico d’Italia, un catino in cui si avverte l’avversità del pubblico di casa.

Parole e musica di Zinedine Zidane, che (testata a parte) non è certo l’ultimo arrivato nel pianeta calcio e di stadi ne avrà visti parecchi prima di esprimersi in questo modo. Personalmente posso aggiungere che, tra quelli visti, non sarà il più bello, ma sicuramente è quello in cui lo spettatore si sente maggiormente vicino al campo, con le distanze così ridotte da poter quasi toccare i calciatori.

Tra gli stadi di serie A ancora in funzione è quello più antico. La costruzione viene datata 1923 e prima di arrivare a tirar su l’impianto che vediamo oggi, furono necessari almeno tre progetti diversi. Alla fine la realizzazione del Tardini venne affidata alle mani di Ettore Leoni e prevedeva la costruzione di un muro di cinta di 800 metri e di due fabbricati per gli uffici della società. Intorno al rettangolo di gioco era poi progettata una pista per biciclette, che poi verrà adibita all’atletica leggera. La tribuna era completamente coperta e poteva ospitare fino a 400 spettatori.