Il campetto di Del Piero diventa un parcheggio

Là dove c’era l’erba ora c’è una città… Così cantava Adriano Celentano ed i suoi fan ci scuseranno se prendiamo in prestito la frase per cominciare un articolo che tratta di una vicenda simile.

Eh si, perché siamo talmente abituati ad ammirare il lusso sfrenato che circonda le star del pallone, da dimenticare che anche loro hanno avuto un’infanzia, spesso modesta, tirando i primi calci su un campetto di periferia.

E allora “questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso…” a San Vendemiano, un paesotto di 10 mila anime, ben lontano dalla ribalta internazionale. E’ la storia di Alessandro Del Piero e del campetto che lo ha visto esordire una vita fa con la maglietta gialla e blu. Ora quel campetto sta per essere sostituito da un parcheggio, per la delusione dei compaesani del campione bianconero che vedono sparire un pezzo di storia sotto l’asfalto nero.

Ipotesi Juve: Giovinco per Cassano

Che la Juve sia interessata ad Antonio Cassano non lo scopriamo certo oggi. Fiumi di inchiostro sono stati spesi per illustrare una trattativa che va avanti da mesi, sebbene fino a qualche tempo fa in casa bianconera si trincerassero dietro il più assoluto silenzio.

L’idea in origine era quella di aspettare l’estate del prossimo anno, quando capitan Del Piero arriverà alla scadenza del contratto e dovrà decidere del suo futuro. Ma c’è il rischio che arrivi qualcuno (Moratti in primis) a disturbare le intenzioni bianconere, allontanando il talento barese da Corso Ferraris. E allora occorre stringere i tempi e trovare una soluzione prima dell’estate.

Il prezzo di Fantantonio non è un segreto: la Samp vuole guadagnare dall’operazione 20 milioni di euro, ma si è detta comunque disosta a trattare. E figuriamoci se i dirigenti bianconeri si lasciano sfuggire l’occasione di sborsare il meno possibile… Ed ecco quindi farsi avanti un’ipotesi suggestiva: Giovinco in blucerchiato (più conguaglio) e Cassano a Torino.

Cannavaro – Messi, botta e risposta

E’ riconosciuto da tutti come uno dei più forti giocatori al mondo e proprio per questo gode di un’attenzione particolare da parte dei difensori avversari, che spesso si accaniscono contro le sue caviglie (e non solo). Lionel Messi è uno dei calciatori più picchiati della Liga spagnola, sebbene risulti “solo” quarto in questa poco invidiabile classifica, preceduto da Marcos Senna, Santi Cazorla e Aritz Aduriz Zubeldia.

Ma rispetto ai suoi colleghi, la Pulce vanta un altro primato, quello cioè del calciatore che provoca il maggior numero di ammonizioni per interventi ai suoi danni (ben 10 dall’inizio del campionato).

Verrebbe da dire “povero Leo Massi”, ma non tutti sarebbero d’accordo con l’atteggiamento di compassione nei suoi confronti. Tra questi, Fabio Cannavaro, che gioca contro l’argentino almeno un paio di volte l’anno. L’ultima proprio domenica scorsa nella gara vinta dal Barcellona per 2-0, che ha ulteriormente allontanato il Real dalla vetta della classifica. Sentite le accuse dell’azzurro e la risposta della Pulce.

Totti – Mihajlovic: c’eravamo tanto amati

E’ trascorso poco più di un mese da quando Sinisa Mihajlovic si è seduto per la prima volta sulla panca del Bologna, esordendo proprio contro la “sua” Roma, che lo aveva lanciato alla ribalta del campionato italiano una vita fa. Finì 1-1 con autorete di Cicinho nel finale, dopo che Totti aveva portato in vantaggio la Roma, regalando un dispiacere all’amico mister.

Amico si, perché fino a quel giorno (anzi, fino a ieri) pensavamo che i due fossero amici. Il capitano giallorosso aveva esordito in serie A nel 1993, proprio nel giorno in cui il serbo segnava il suo unico gol in maglia giallorossa. Ed è per questo che, alla vigilia di Bologna – Roma dell’8 novembre scorso, avevamo presentato la gara come una sorta di amarcord, riportando anche gli auguri reciproci tra i due. Ma evidentemente il rapporto non era così idilliaco, se è vero che ieri, in vista della gara di Coppa Italia che li vedrà nuovamente l’uno contro l’altro, Sinisa ha lanciato un messaggio non proprio d’amore all’indirizzo di Totti:

Totti per me non esiste più. Gli ho tolto il saluto dopo che non è venuto a giocare alla mia partita d’addio al calcio.

Giovinco e Pato, storie di idoli e di eredi

Non poteva sognare battesimo migliore Sebastian Giovinco. Titolare al posto di Del Piero e autore di una rete che ricorda le tante messe a segno dal capitano.

Punizione appena fuori dall’area, “in zona Del Piero”, si affretterà a osservare il telecronista. Ma Alex non c’è e al suo posto viene schierato quel metro e mezzo (o poco più) di classe pura che tutti chiamano Formica Atomica. E Sebastian in una frazione di secondo rivede davanti ai suoi occhi le mille punizioni calciate dal suo idolo, conta i passi, ripassa mentalmente la lezione e puff… il sogno diventa realtà: primo gol in bianconero proprio dalla zolla che appartiene al campione.

E’ la storia di un ragazzino e del suo idolo, di uno che giocherebbe titolare in molte squadre di A, ma che nella Juve deve spesso accontentarsi di guardare il numero 10 dalla panca, neanche fosse l’ultimo dei racattapalle. Ma è anche la storia di un piccolo uomo che sta imparando i segreti del campione e che, quando verrà il momento, saprà mettere a frutto tutti gli insegnamenti ricevuti e si ricorderà del suo maestro.

Le verità di Zidane, dalla testata al doping

Un’immagine che ha fatto esultare milioni di italiani, l’ultima di Zinedine Zidane su un campo di calcio da professionista. Quel 9 luglio 2006 doveva segnare il suo addio al mondo del pallone e mai nessuno poteva immaginare di dover assistere ad una scena tanto triste. Non che gli italiani si augurassero di regalargli la gioia più grande nel momento dell’addio, ma un applauso finale per la sua lunga e gloriosa carriera forse lo avrebbe meritato.

Così non fu, purtroppo per lui. Colpa di uno spilungone che ha osato offendere l’onore della sua famiglia, provocando una reazione esagerata e fuoriluogo da parte del campione francese, che, a distanza di due anni, torna sull’argomento e ammette le proprie responsabilità:

Ho chiuso la carriera su un’immagine molto triste, non è stata una bella fine. Per fortuna ho fatto altro prima e con questo mi salvo un po’. Anche se sono stato insultato, la mia reazione non era giustificata. Ma la provocazione andrebbe punita. Non sento ingiustizia, ma non era la cosa da fare.