Da la Pena si ritira

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Ivan De la Pena ha detto basta, il suo fisico non ce la fa più a reggere i ritmi del calcio, ed ha così deciso di ritirarsi. Uno dei più grandi talenti mondiali, la cui storia però è forse tra le più tristi, da lunedì prossimo non tirerà più calci ad un pallone.

Lo ha annunciato lui stesso in conferenza stampa ieri, una conferenza commovente in cui è scoppiato in lacrime mentre ringraziava l’Espanyol per i 9 bellissimi anni che ha trascorso con quella maglia, ma anche le altre squadre in cui ha militato, tra cui anche la Lazio, in cui ha disputato due stagioni.

La Juve ricorda Andrea Fortunato

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Era il 25 aprile de 1995, quando Andrea Fortunato, giovane promessa della Juventus e del calcio italiano, morì di leucemia all’età di 24 anni. Nel giorno del 16anniversario della sua morte, la Vecchia Signora ha voluto ricordare lo sfortunato difensore, dedicandogli un pensiero dal suo sito internet:

Un altro anno è passato. Un altro anno senza Andrea Fortunato.

Di anni da allora ne sono passati davvero parecchi, ma il popolo bianconero ancora ricorda la vicenda umana di questo ragazzo originario della Campania, che sognava di ripercorrere le orme dei grandi terzini del passato e di sfondare nel mondo del calcio.

Makelele si ritira

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Ogni fine stagione si contano gli abbandoni eccellenti del calcio giocato, e tra questi nel 2011 dovremo contare anche quello di Claude Makelele, centrocampista del Psg, per anni considerato uno dei migliori centrocampisti incontristi al mondo.

L’annuncio è arrivato ieri quando, intervistato dal quotidiano France Soir, il centrale di centrocampo ha affermato che, anche se se la sentirebbe di giocare altre 2-3 stagioni, a 38 anni è il caso di appendere gli scarpini al chiodo. E’ talmente deciso che ha ottenuto un incontro con il presidente del club parigino per la prossima settimana, in cui chiederà di essere inserito nell’organigramma con qualche ruolo dirigenziale.

Van Der Meyde annuncia il ritiro

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Incredibile ma vero, Andy Van Der Meyde, una delle ali più forti al mondo fino a pochi anni fa, ha deciso di ritirarsi a soli 31 anni. Mentre il trentasettenne Del Piero annuncia di voler giocare un altro anno ed il trentacinquenne Totti non ci pensa proprio a ritirarsi, il calciatore olandese, che in passato ha vestito anche la maglia dell’Inter, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo.

A pesare sulla sua decisione sono sicuramente le condizioni fisiche che ne hanno minato le prestazioni negli ultimi tre anni, ma anche la poca serietà con cui ha affrontato una carriera che sembrava iniziata sotto i migliori auspici. Esploso, come tanti olandesi, nell’Ajax, fu acquistato dall’Inter nel 2003, ma già lì qualche acciacco, alternato a prestazioni e gol spettacolari, hanno fatto scegliere alla dirigenza di cederlo dopo appena due stagioni perché in grado di disputare solo la metà delle partite di una stagione.

Ronaldo e gli altri: l’emorragia di uomini del Corinthians

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Cosa succede ai Corinthians di San Paolo? Si ha il diritto di porsi la questione dopo la fuga dei talenti di cui è vittima il club paulista da più di un mese.

In gennaio, Elias, centrocampista di venticinque anni di grande talento, è stato venduto all’Atletico Madrid per 7 milioni di euro. La settimana scorsa, Roberto Carlos, ex storico terzino dell’Inter e del Real Madrid, ha annunciato la sua partenza.

Ronaldo, partita d’addio con la nazionale brasiliana in estate

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Ha fatto parlare di sé durante tutta la sua carriera, e continua a far parlare di sé anche ora che ha smesso. Le malelingue dicono che lo fa per non perdere gli sponsor personali, ma pare che Ronaldo non solo ha rimandato la data in cui appendere definitivamente le scarpette al chiodo, ma rimarrà nel mondo del calcio anche nelle prossime stagioni.

La notizia di oggi, rilanciata su Twitter, è che l’ex Fenomeno scenderà di nuovo in campo, anche se per una partita d’addio. Lo farà con la maglia della nazionale brasiliana con cui ha vinto due volte la coppa del mondo, durante un’amichevole che si terrà a giugno o a luglio, a seconda degli impegni dei verdeoro.

Ronaldo, ascesa e declino di un Fenomeno

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374 reti in 538 gare disputate tra nazionale, campionati e coppe varie, nel corso di una carriera che ha conosciuto momenti di gloria assoluta nell’Olimpo degli dei del calcio e discese repentine sulla terra, al pari di un qualunque altro mortale o addirittura negli inferi di una sfortuna che non ha eguali al mondo.

Ronaldo Luís Nazário de Lima, solo Ronaldo per gli amanti del calcio o il Fenomeno per coloro che ne hanno apprezzato le doti sopraffine, ha dato un senso a più di un decennio di calcio, a suon di dribbling, scatti fulminanti, doppi passi e colpi da maestro, che partivano dai suoi piedi con una facilità impressionante.

Il mondo si accorse della sua esistenza quando vestiva la maglia del Psv Eindhoven. 55 gol in 57 partite, numeri da far arrossire il più prolifico degli attaccanti, tanto da attirare l’interesse del Barcellona. Un solo anno con la casacca blaugrana e 47 reti messe a segno in 49 partite, a dimostrazione del fatto che un campionato vale l’altro quando si hanno dei piedi come i suoi.

Ronaldo si ritira, il saluto dei colleghi

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Sembrava non voler smettere mai, sembrava risorgere dalle proprie ceneri dopo ogni infortunio, in una lotta con la sorte benevola e maligna al tempo stesso, che gli ha regalato piedi d’oro e tendini di cristallo, così fragili da spezzarsi ad ogni colpo ricevuto. Di infortuni seri Ronaldo ne ha subiti parecchi ed ogni volta c’era qualcuno pronto a scommettere che non sarebbe più tornato quello di un tempo, quello che saltava gli avversari come fossero birilli e guadagnava applausi a scena aperta in ogni dove.

E lui, il Fenomeno, ogni volta smentiva tutti e dimostrava di essere ancora uno dei migliori calciatori in attività. Fino a qualche anno fa, quando la parabola discendente ha avuto inizio, un po’ per l’ennesimo infortunio che ne ha compromesso la carriera, un po’ per la vita smodata che lo conduceva più nei pressi dei locali notturni (ricordate la storia dei viados?) che verso il campo di allenamento.

Pelè, 70 anni di calcio e di vita

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L’espressione più comune è “nascere con la camicia”. C’è invece chi nasce con il pallone, e questo è il caso di uno dei più grandi giocatori (forse il più grande) della storia del calcio. Nasce così Pelè, esattamente il 23 ottobre 1940, e di cui ieri si sono festeggiati i 70 anni.

Anni completamente dedicati al pallone, se è vero che sin da quando ha cominciato a muovere i primi passi prendeva già a calci un mucchio di stracci che a quei tempi veniva chiamata palla. La sua storia la conosciamo tutti, e vi rimandiamo a quest’articolo per l’approfondimento, ma fatto sta che Edson Arante do Nascimento è rimasto nel cuore di tutti.