Abramovich compra una villa da 310 milioni!

Avete sentito dell’ultimo acquisto del patron del Chelsea, Roman Abramovich? Forse starete pensando ad un grosso nome tipo Cristiano Ronaldo o Robinho o (perché no?) un portiere ancor più forte del suo Cech, che non ha fatto una gran bella figura agli ultimi Europei…

E invece no. Stavolta il magnate russo non ha investito in gioielli da esibire allo Stamford Bridge, bensì nel caro vecchio mattone, dimostrando di avere buongusto e, soprattutto, soldi a palate. Che fosse ricco lo sapevamo già, ma non immaginavamo certo che la villa più costosa del mondo potesse finire tra i suoi possedimenti immobiliari.

L’ultima dimora acquistata dal petroliere russo porta il nome di Villa Leopolda, a Villefranche sur Mer, in Costa azzurra, e nel corso degli anni ha avuto proprietari altrettanto ricchi e famosi.

Foto Test: li riconoscete?

Oggi cerchiamo di sfidare voi lettori sulla storia del calcio, e soprattutto sulla vostra capacità di riconoscere un volto. Abbiamo raccolto una serie di foto di ex calciatori che oggi sono o allenatori, o dirigenti, o tutt’altro, e vi posso assicurare che molti di loro sono cambiati davvero tanto.

La prima è facilmente riconoscibile, si tratta dell’ex allenatore della Juve, del Milan e di tante altre squadre, che adesso allena l’Inghilterra, Fabio Capello. Penso che in molti di voi l’abbiano riconosciuto. Le prossime vi promettiamo che non saranno così facili. Prima di andare a leggere la soluzione, scorrete lentamente la foto e cercate di indovinare di chi si tratta. Dopodichè passate alla successiva. Io sinceramente ne avrei indovinate 9 su 10. Vediamo voi.

La storia del calcio: dal 2500 a.C. alla Football Association

Inizia oggi la nuova rubrica di CalcioPro sulla storia del calcio, in cui, tra cenni storici e metodologici, tratteremo nascita, sviluppo e caratteristiche, dello sport più bello e appassionante del mondo. In questa prima parte ci concentreremo su alcuni cenni storici.
Il 26 ottobre 1863 nasce la FA o Football Association. L’atto ufficiale viene elaborato da undici dirigenti di club londinesi, nella Freemason’s Tavern sulla Great Queen Street, rione di Holborn.

Dopo Aldair, il Murata vuole Romario e Schumacher!

Cosa ci fanno nella stessa squadra Aldair, Romario e Michael Schumacher? Si potrebbe pensare ad una gara di beneficenza o ad un’esibizione e invece stiamo parlando di calcio vero, di quello con i punti in palio. Non ci credete? E allora leggete attentamente la storia.

Tutto ha inizio nell’estate del 2007, quando il Murata, squadra della serie A sammarinese, vince il campionato e si qualifica per i preliminari di Champions League. Un sogno per la piccola società bianconera, fondata nel 1966 e dunque molto giovane.

Le speranze di passare il turno sono ridotte al lumicino, ma l’entusiasmo è alle stelle ed i dirigenti decidono di regalare ai tifosi il sogno di veder giocare nella propria squadra un grande campione. La scelta cade su Pluto Aldair, un passato glorioso nella Roma e nella nazionale brasiliana, che mette in campo tutta la propria esperienza per aiutare il club a superare il primo turno.

Calciatori-robot: il futuro è alle porte!

Come sarà il calcio tra cinquanta anni? Avremo ancora la possibilità di tifare per la nostra squadra del cuore? La domanda è lecita, visto che il calcio va sempre più verso le sperimentazioni tecnologiche.

E non stiamo parlando solo di moviola in campo o di chip sulla linea di porta, ma dell’utilizzo sul campo di gioco di veri e propri robot, in grado di comportarsi come calciatori veri.

L’obiettivo è quello di progettare una squadra composta interamente di “umanoidi” capaci di giocare (e vincere perché no?) contro i colleghi in carne ed ossa. Impossibile? Forse l’impresa è ardua, ma la tecnologia ha fatto molti passi in avanti negli ultimi anni e da semplici e rudimentali prototipi si è arrivati alla creazione di veri e propri robot-calciatori.

Euro 2008: le foto più curiose!

E così, dopo 22 giorni di sogni, speranze ed illusioni, sta per calare il sipario sulla 13esima edizione degli Europei di calcio. Aspettiamo che Spagna e Germania si contendano il titolo sul prato dell’Ernst Happel Stadion nella gara di domani sera, prima di lanciarci in valutazioni di tipo tecnico sulla qualità offerta dalla manifestazione.

Ma già da ora possiamo affermare che, come al solito, il vero spettacolo è quello che si è visto sugli spalti, dove i tifosi non hanno mancato di esibirsi in curiosi travestimenti, degni del miglior carnevale.

Ve ne proponiamo alcuni, nella speranza di farvi ritrovare il sorriso, nonostante la delusione azzurra, perché il calcio, anche se ormai non ci crede più nessuno, è soprattutto divertimento.

I rigori? Meglio farli tirare ai gregari

Una volta c’era la monetina o, nel migliore dei casi, la ripetizione della partita. E una volta c’era l’Italia fortunata. Poi arrivarono i calci di rigore ed il termine fortuna sparì dal dizionario della lingua italiana.

Solo questione di buona o cattiva sorte? No, secondo la Open University, che ha studiato le gare più importanti finite ai rigori, elaborando una particolare teoria sui motivi che determinano la sconfitta di una squadra.

A sentire il professor John Billsberry, autore della ricerca e fondatore di un sito internet dedicato proprio al tiro dal dischetto, la vittoria o la sconfitta di una squadra dipendono dai giocatori che si assumono la responsabilità di calciare il penalty. Bella scoperta! Tutto qui? Ci aspettavamo qualcosa di più da un docente universitario! Ovviamente non è come sembra. Secondo la teoria di Billsberry i giocatori più famosi (e anche più pagati, perché no?) non dovrebbero mai presentarsi all’appuntameno con la lotteria dei rigori, perché è scontato che siano chiamati a sopportare pressioni maggiori rispetto a quelli meno quotati. Facile no?

Camoranesi: il primo cartellone pubblicitario umano

C’è gente, molto spesso attori, che recita in sponsor talmente per tanti anni che rimangono marchiati a vita, e quando si parla di loro, molto spesso li si lega a questo o quel prodotto. I calciatori intanto non vogliono essere da meno, ed ecco la trovata di Mauro German Camoranesi, fare da cartellone umano per il suo sponsor personale, la Puma.

La trovata di marketing è molto originale: tatuare sulla pelle del centrocampista dell’Italia il proprio logo. Ma non quello del puma che salta, che magari sarebbe stato anche troppo scontato e di cattivo gusto. L’idea è quella di lanciare il marchio della prossima linea di abbigliamento, direttamente sul braccio del nostro italo-argentino.

St. Jakob Park: lifting a tempo di record!

Gli Europei in corso di svolgimento ci hanno offerto la possibilità di scoprire stadi di cui ignoravamo persino l’esistenza, vista la scarsa importanza a livello continentale dei campionati dei paesi ospitanti.

Qualche tempo fa vi abbiamo proposto un mini giro turistico tra gli impianti svizzeri e austriaci, tessendo le lodi degli organizzatori, che sono riusciti in breve tempo a dotare le varie città di strutture all’altezza della situazione.

A quanto pare, però, non tutti hanno fatto i conti con le piogge torrenziali che si sono abbattute nel centro Europa nei giorni scorsi e che hanno condizionato lo svolgimento di alcune gare. Anzi, di una in particolare, che vedeva impegnata la squadra di casa contro la Turchia al St Jakob Park, in quel di Basilea. Lo spettacolo è stato pietoso e, soprattutto nel primo tempo, il campo era al limite della praticabilità, con la palla che faceva fatica a rimbalzare. Un bel problema, visto che il campo in questione è stato scelto per ospitare due quarti di finale ed una semifinale, con il rischio di penalizzare le squadre più tecniche. Ed è per questo che subito dopo la gara tra Svizzera e Turchia si è provveduto alla rizollatura completa del terreno di gioco.