Il calcio a passo di danza

Cosa hanno in comune il calcio e la danza? Fino a ieri avremmo risposto “poco o nulla”, ma guardando lo spettacolo The Beautiful Game – A Football Ballet, dobbiamo ricrederci e cominciare a pensare che le due forme di “arte” possono convivere perfettamente sulle tavole di un palcoscenico.

In realtà non abbiamo avuto la possibilità di goderci lo spettacolo nell’anteprima di giovedì, ma i tabloid d’oltremanica hanno risposto in maniera assolutamente positiva alla messa in scena, tanto da convincere anche noi della bontà del risultato.

Di cosa si tratta? Come sapete gli inglesi sono abituati a stilare classifiche e a lanciare sondaggi, per conoscere l’opinione popolare. Questa volta i sudditi di Sua Maestà sono stati chiamati a votare i momenti più significativi della storia del calcio. Il risultato del sondaggio è stato poi trasformato in una coreografia, nella quale ognuno di quei momenti storici è diventato un passo di danza.

Il Real Madrid tra tatuaggi e aerei

Con il campionato fermo a causa delle gare di qualificazione per i mondiali del 2010, i giornali spagnoli vanno alla ricerca di storie bizzarre da raccontare. Vi riportiamo le due notizie più curiose pubblicate rispettivamente da Marca ed As, ma riguardanti entrambe il Real Madrid.

Partiamo da Marca che riporta il diktat dei dirigenti delle merengues a proposito dei tatuaggi, così di moda tra i calciatori (non solo, ma soprattutto). A sentire il quotidiano spagnolo, da oggi in poi chiunque voglia farsi dipingere la pelle in modo permanente deve prima avvisare i medici della squadra. Il motivo? Le numerose infezioni che possono presentarsi in seguito ad un tatuaggio fatto non rispettando le norme igieniche.

Questo significa che non vedremo più in campo emuli di Beckham completamente dipinti? Non è proprio così. In realtà la società non obbliga i propri tesserati a chiedere il permesso, ma fa sapere che sarebbe preferibile far visita ad un artista del tatoo nel periodo di vacanza o quando si è infortunati, sempre avvisando prima la società della propria intenzione. E meno male che Beckham si è traferito ai Galaxy, altrimenti chissà quante volte sarebbe stato costretto a passare in sede per avvertire…

L’Italia giocherà con il muro, non davanti a Buffon, ma subito dietro

Curve chiuse anche allo stadio Friuli di Udine. Anzi, ad essere più precisi una curva, la Sud. Stavolta però non si tratta di provvedimenti contro il tifo violento, ma solo del mega-concerto che Vasco Rossi sta preparando proprio nello stadio dell’Udinese, e che tra poche ore ospiterà la gara della Nazionale contro la Georgia.

Quando Vasco si muove, si sa, gli va dietro mezza città. La struttura per il concerto è talmente grande che, nonostante l’evento sia programmato per venerdì prossimo, non era possibile costruirla in 48 ore, ma ci sono voluti così tanti giorni da costringere i nostri azzurri a giocare senza uno spicchio di stadio.

Fabian Espindola: l’esultanza che fa male!

Il colmo per un calciatore? Infortunarsi durante un’esultanza e poi scoprire che il gol è stato annullato! Non sappiamo se il colmo sia proprio questo, ma certo fa sorridere quanto accaduto ieri durante una partita della Major League, tra Real Salt Lake e Los Angeles Galaxy.

Correva il 6° minuto del primo tempo e Fabian Espindola spediva la palla in rete su colpo di testa, portando i suoi in vantaggio contro la squadra di David Beckham (impegnato nelle qualificazioni mondiali con la sua nazionale). Gioia irrefrenabile per l’argentino che, come dopo ogni rete, si esibiva in una serie di capriole, deliziando il pubblico con numeri da circo. E una volta piombato a terra, ha scoperto l’amara verità: non solo il suo gol era stato annullato, ma nella caduta dopo l’ultima piroetta si era anche procurato una distorsione alla caviglia, che lo terrà fuori dal campo per un mese e mezzo.

Ma questo poco importa, visto che, pur avendo segnato 7 gol nella Major League, con lui in campo il Real Salt Lake non ha mai vinto, quello che conta è che per strappare un applauso in più un giocatore rischi di rompersi l’osso del collo.

La Spagna campione presa a pallonate

A due mesi e mezzo dalla finale di Vienna, torna d’attualità il campionato europeo ed in particolare la vittoria della Spagna ai danni della Germania. In quei giorni di grande festa per una nazionale che non conquistava il titolo da ben 44 anni, ci si chiedeva come avrebbero reagito alla vittoria i tifosi della catalogna, da anni alla ricerca di un’indipendenza politica prima che sportiva.

Il timore era che si potessero verificare degli incidenti in quel di Barcellona tra gli estremisti catalani e quanti invece si riconoscono nella grande nazione spagnola e volevano comunque festeggiare la coppa conquistata dai ragazzi di Aragones. Alla fine la Spagna intera si è unita intorno a quei ragazzi che sul campo avevano dimostrato di essere superiori a qualunque avversario, conquistando meritatamente il titolo.

Ma evidentemente qualcuno non ha digerito la questione ed ora approfitta della festa nazionale catalana (giovedì 11 settembre) per ribadire il proprio desiderio di indipendenza, usando proprio quella vittoria come simbolo di non appartenenza alla nazione spagnola. Come? Prendendo a pallonate gli eroi della notte di Vienna.

Leggete ridete: le ultime curiosità del pallone!

Potrebbe diventare una divertente rubrica sulle pagine di Calciopro, ammesso che il mondo del pallone continui ad offrici spunti interessanti, come quelli trovati oggi qua e là sui vari giornali. Si tratta di una serie di curiosità dentro e fuori il rettangolo di gioco, raccolte per voi, nella speranza di stapparvi un sorriso.

Partiamo dalla foto che vedete in alto. Ebbene, si è proprio lui, quello che per anni è stato considerato il migliore fischietto del mondo, il più mediatico delle giacchette nere, che oggi passa il tempo a decidere quale sia l’arbitro giusto da mandare in questa o quella partita, proprio lui, Pierluigi Collina.

Stavolta si è esposto in prima persona ed è sceso nuovamente in campo, per dirigere una gara di beneficenza tra vecchie glorie d’Inghilterra e Resto del Mondo. Beh, forse ha dimenticato che anche lui è una specie di vecchia gloria e non può più permettersi il lusso di correre per novanta minuti senza allenamento. E allora eccolo qui, dolorante a terra, mentre aspetta la barella e la sostituzione.

Renato Cesarini e quei gol all’ultimo minuto

La vittoria conquistata ieri sera in quel di Cipro, proprio allo scadere del tempo, ci fa tornare in mente un modo di dire che è entrato a far parte del linguaggio comune e che sta ad indicare una rete realizzata proprio negli ultimi minuti di gioco: la zona Cesarini. Ma sapete chi era Cesarini e perché è stato coniato questo modo di dire?

Era il dicembre 1931 e l’Italia affrontava quella che all’epoca era considerata la mitica Ungheria. Renato Cesarini, classe 1906, nato in Italia e trapiantato in Argentina, segnò una rete proprio al 90° minuto, ripetendo una prodezza realizzata in campionato allo scadere del tempo.

Nasce da qui il detto “segnare in zona Cesarini”, utilizzato ancora oggi per indicare un gol all’ultimo minuto di gioco. Di Natale ieri sera, come tanti altri prima di lui, ha regalato tre punti alla nazionale emulando l’illustre predecessore.

Inter e Milan le più spendaccione d’Italia, ecco la classifica dei calciatori più pagati

Che i calciatori fossero strapagati questo lo si sapeva già. Ma che ogni anno questo stipendio debba aumentare, questo proprio non se l’aspettava nessuno. Soprattutto dopo i tanti anni passati di vacche magre, in cui si pensava a comproprietà e ai calciatori in saldo per allestire una squadra.

E invece quest’anno il monte stipendi ha ricominciato a crescere, e secondo un’inchiesta della Gazzetta dello Sport ha toccato i 768,4 milioni di euro, ben 100 in più dello scorso anno. Calciatori sempre più pagati quindi, ma anche allenatori ricoperti d’oro. Risultava quasi scandaloso quando nella Juve pre-Calciopoli Capello venisse pagato 5 milioni di euro a stagione. Ebbene, quest’anno Mourinho se ne becca addirittura 9.

Anche Buffon e Mancini, ma chi sono questi sceicchi che si vogliono comprare mezza Serie A?

Ieri vi avevamo dato l’annuncio della proposta indecente fatta dal City al Milan di 200 milioni di euro per Kakà, e vi avevamo anticipato che gli arabi puntavano all’Italia per costruire la squadra più forte del mondo.

Oggi ecco già le prime proposte: 85 milioni di euro per Buffon e una proposta, da valutare nelle prossime ore, a Roberto Mancini di allenare il City, mandando via Hughes, allenatore con troppa poca esperienza internazionale. Ma chi sono questi arabi in grado di spendere tutti questi milioni?

All’Inghilterra il Mondiale per gay

C’è chi continua dire che i gay nel calcio non esistono, trattandosi di uno sport per “uomini veri”, come se gli omosessuali non avessero tutti gli attributi per essere considerati tali. Di certo per un calciatore professionista è difficile farsi avanti ed ammettere di essere “un diverso”, considerando gli sfottò che ne conseguirebbero da parte dei tifosi e forse anche degli avversari.

Ma c’è anche chi professionista non è e non ha alcun problema a mostrarsi per la sua vera natura, tanto da organizzare dei veri e propri tornei per gay, sia a livello europeo che mondiale.

E c’è una squadra in particolare che negli ultimi tempi si sta facendo valere in giro per il mondo, riscattando così le magre prestazioni dei connazionali eterosessuali. Stiamo parlando della squadra dei gay dell’Inghilterra, gli Stonewall Lions FC, che dopo aver conquistato il titolo europeo (l’European Gay Football Championship) si è aggiudicata anche il mondiale “di categoria”, battendo gli argentini del Safgay.

Che fine ha fatto Cristiano Ronaldo?

Dopo il tormentone che ci accompagnato per gran parte dell’estate, sembra che Cristiano Ronaldo sia riuscito a defilarsi, uscendo finalmente dalla spirale di esposizione mediatica massiccia che lo ha disturbato non poco negli ultimi mesi. Ed ora ci chiediamo: che fine ha fatto il fenomeno portoghese?

L’ultima volta lo avevamo lasciato all’interno di una concessionaria di automobili di lusso, intento ad acquistare una favolosa Rolls Royce, munita di ogni comfort. Nel frattempo ci giungevano notizie confortanti riguardo al suo recupero dopo l’intervento alla caviglia destra.

Oggi lo troviamo di tutt’altro umore, rattristato dai risultati dei controlli ai quali si è sottosposto, che parlano di un prolungamento dei tempi di recupero di almeno due settimane. Insomma, per rivederlo in campo dovremo aspettare la metà di novembre, il che significa che dovrà saltare 10 gare di Premier League e 4 di Champions.