Una crociera con Pelè

E’ stato uno dei grandi giocatori di tutti i tempi (per qualcuno “il” più grande, ma non ditelo ai napoletani), portando l’allegria nel mondo del pallone come solo un brasiliano doc sa fare. Il suo nome è destinato a spuntar fuori ogni volta che si parla di talento, di classe, di vittorie e di gol, sebbene la sua stella in campo abbia smesso di brillare da secoli.

Inutile dire che stiamo parlando di Edson Arantes Do Nascimento, per tutti semplicemente Pelè. Ogni tanto torna a far parlare di sé per qualche sparata (spesso inopportuna) su questo o quel giocatore, ma stavolta le prime pagine dei giornali sono tutte per lui per un’iniziativa simpatica che lo vede coinvolto in prima persona. Di cosa si tratta?

Beh, mettiamola pure così: se avete le tasche abbastanza piene, potreste avere la fortuna e l’onore di trascorre una vacanza in sua compagnia a bordo di una nave da crociera.

Dieta e calcio: Tottenham, Chelsea e Vasco a tavola

Ogni sportivo che si rispetti deve seguire delle precise regole alimentari: lo insegnano i nutrizionisti sin dalle giovanili, invitando i ragazzi a non eccedere nell’uso di determinati alimenti e a preferirne degli altri. Recentemente in Inghilterra è uscito addirittura un opuscolo contenente 13 ricette consigliate da altrettanti calciatori, dall’orata di Steven Gerrard fino alla pasta alla siciliana di Cannavaro.

Una dieta fatta di alimenti sani, che però non tutti possono permettersi il lusso di seguire alla lettera (e non per una questione economica). Pensate ad esempio ai giocatori del Tottenham costretti da Juande Ramos a seguire un rigido regime alimentare, tanto che lo scorso inverno la squadra aveva perso qualcosa come 50 chili.

Ma ora la storia va avanti da troppo tempo ed in casa Spurs qualcuno comincia a manifestare una certa insofferenza e le lamentele arrivano fino alle pagine dei giornali. A lamentarsi è un calciatore della rosa di Ramos (rimasto anonimo per paura di ritorsioni “alimentari”) che denuncia la situazione dalle pagine del Sun.

Shock in Inghilterra: almeno 12 gay nella Premier!

Outing o segreto taciuto fino alla morte? E’ il dilemma di chiunque abbia tendenze sessuali “diverse” dalla gran parte della popolazione. Figuriamoci poi se si tratta del mondo del calcio, per definizione “macho” o, se preferite, per “uomini veri”.

Abbiamo più volte parlato di omosessualità su queste pagine, facendo storcere il naso a quanti credono che il pallone sia solo un affare da uomini, quelli per intenderci che nello spogliatoio parlano solo di tette e lati B più o meno prosperosi.

Ma nel calcio ci sono gli omosessuali? No, a sentire i protagonisti di gran parte del circo pallonaro. E’ assolutamente fuori discussione. Ogni tanto però spunta una voce fuori dal coro che ammette di conoscere nomi e cognomi di calciatori omosessuali non dichiarati. E’ il caso ad esempio di Paul Elliott – un ex difensore che si batte per i diritti umani – il quale confessa di conoscere almeno una dozzina di calciatori gay attualmente in attività.

Savicevic, da Genio a Presidente volontario

Sembra ieri, eppure sono passati dieci anni da quando Dejan Savicevic impartiva lezioni di calcio sui campi italiani, svolazzando di qua e di là con classe sopraffina. Lo chiamavano il Genio, uno degli ultimi interpreti di un calcio fatto di estro ed eleganza, a prescindere da qualunque schema tattico.

Con il Milan ha vinto tutto, risultando spesso determinante con le sue giocate di alta classe, come quando nel ’94 ad Atene segnò uno dei più bei gol della sua carriera, umiliando il Barcellona di Cruyff.

Una vita fa. Ora Dejan, a poco più di 40 anni, ha cambiato mestiere e si sta misurando con il ruolo di Presidente della Federcalcio Montenegrina.

Top 10: i migliori soprannomi della storia del calcio

Divertenti, ironici, a volte irriverenti: un soprannome è come un marchio di fabbrica, che accompagna per tutta la vita, facendo a volte dimenticare persino il nome dell’interessato. Il mondo del calcio ne è pieno, tanto che qualcuno ha pensato bene di stilare una classifica dei più curiosi, anche se non sempre così noti.

L’idea è del Mirror, non nuovo a iniziative di questo tipo, sebbene dimostri ancora una volta la sua faziosità, inserendo nella lista per lo più nomi di calciatori inglesi. Ed eccola allora la classifica dei 10 soprannomi più bizzarri della storia del calcio.

10 – René Highuita

Uno dei pochi “non inglesi” della lista: lo Scorpione Higuita, così chiamato per l’incredibile parata in un Inghilterra-Colombia di qualche anno fa. Ne abbiamo parlato più volte su queste pagine e, se volete, potete anche gustarvi il video.

Pavlyuchenko entra nel Parlamento russo

In Italia ne vediamo di tutti i colori in politica. Abbiamo avuto parlamentari ex pornostar, transessuali, e ora anche una ex da calendario che fa la Ministra. Ma per fortuna anche dalle altre parti del mondo non stanno messi tanto meglio di noi. In America hanno un attore di Hollywood a governare la California, e adesso anche la Russia ha la sua star in Parlamento: l’attaccante del Tottenham e della nazionale Roman Pavlyuchenko.

Il 27enne della squadra più deludente della Premier League, visto l’andazzo del suo club (ultimo e con poche speranze di ripresa) e visto il persistere dell’infortunio che l’ha colpito dopo l’Europeo, ha deciso di variare un pò la sua carriera, e candidarsi alle elezioni politiche nel Parlamento di Stavropol, sua città d’origine.

I guai finanziari di Beckham e Abramovich

Ci siamo già occupati della crisi economica che sta sconvolgendo l’intero pianeta, paventando la possibiità di veri e propri crolli per alcune società sportive. Le storie che vi racconteremo oggi non sono destinate a finire con dei crack finanaziari, vista l’abbondanza di denaro che scorre nelle tasche degli interessati, ma fa comunque un certo effetto vedere i nomi di Roman Abramovich e di David Beckham accostati a problemi finanziari.

Comiciamo dal magnate russo, proprietario del Chelsea e colpito da “shopping convulsivo”, tanto da acquistare qualunque cosa abbia un costo di almeno sei zeri.

Ebbene le casse di Abramovich hanno subito un duro colpo nei giorni scorsi a causa del crollo dei listini di due sue proprietà (le acciaierie Evraz e la compagnia mineraria Highland Gold). E non stiamo parlando di qualche migliaia di euro, ma di una perdita stimata in 12 miliardi di sterline, che al cambio fanno più di 15 miliardi di euro!

“Galliani: porta Ronaldo al Dottor House”

Parlare di tifosi e non di calcio, molto spesso non è una cosa piacevole, perchè nella maggior parte dei casi si tratta di violenze. Ma per fortuna c’è anche una parte dei tifosi, ci auguriamo la più vasta, che va allo stadio per divertirsi, e per divertire. Se a tutto questo ci aggiungiamo anche una sana competizione innescata involontariamente da Cristiano Militello con la sua rubrica “Striscia lo Striscione“, ecco allora che parlare di tifosi diventa qualcosa di anche più bello del calcio.

Arrivato alla quarta edizione, il Premio Ciotti, dedicato allo storico radiocronista sportivo, che va ogni anno allo striscione più bello, quest’anno ha premiato Andrea Antonacci, tifoso milanista ma residente a Pescara. Il suo striscione

Galliani: porta Ronaldo dal Dottor House

è risultato il più bello tra i dieci in lizza. Questo ha colpito per ironia e sagacia, ma di certo gli altri nove non hanno sfigurato. Ecco una carrellata sui partecipanti.

L’altro calcio: una squadra di ragazze afghane

Ancora una storia curiosa sulle pagine di Calciopro, lontana dai riflettori e dai grandi palcoscenici, ma per certi aspetti molto più “vera” del calcio a cui siamo abituati.

E’ la storia di 14 ragazze che amano correre dietro ad un pallone e per esaudire il proprio desiderio sono disposte a mettersi contro la famiglia e contro una cultura che le vorrebbe in un certo modo.

Già, perché di ragazze che giocano a calcio ce ne sono molte in giro per il mondo, ma in un paese come l’Afghanistan il calcio femminile non è visto di buon occhio, a causa di una cultura che lascia ancora poco spazio ai diritti delle donne.

Modena: arrivano le onoranze funebri, ma solo come sponsor

Gli sportivi, si sa, sono la razza più superstiziosa al mondo. Chiunque scenda in campo o sia in qualche modo coinvolto nella gara ha dei propri riti scaramantici per augurarsi una buona gara. Per questo finora si era sempre tenuto il più lontano possibile tutto ciò che notoriamente porta sfortuna, come le onoranze funebri. Appunto, finora.

Perchè dalla giornata di ieri è entrata nel mondo del calcio anche una società di onoranze funebri, l’agenzia di Gianni Gibellini, ex presidente del Sassuolo, che però non si era mai spinto fino al calcio professionistico, finchè non ha deciso di inserire il proprio nome sulle maglie dei calciatori del Modena.

Ronaldinho ha trovato casa

Dopo il derby, con tanto di primo gol in maglia rossonera, aveva detto di sentirsi finalmente a casa, dove l’espressione “casa” sta per Milano, San Siro o, al massimo, Milanello. Intanto però Dinho era costretto a fare avanti e indietro da un lussuosissimo albergo milanese, divenuto per tre mesi la sua tana, in attesa di una sistemazione più comoda.

Bene, ora l’attesa è finita ed il Gaucho finalmente ha trovato la casa dei sogni in quel di Galliate Lombardo, alle porte di Varese. Una villa da far girar la testa, valutata intorno ai 5 milioni di euro ed abitata in passato da Ugo Tognazzi e da Riccardo Sogliano, ex calciatore del Milan.

Tre piani, ampio parco all’esterno, laghetto privato, due piscine: tutto ciò che serve per vivere nella massima tranquillità in compagnia di mamma, sorella e cognato, oltre che di un imprecisato numero di guardie del corpo addette alla sorveglianza della villa.

Boskov? Un pivello! Sentite Domenech…

“Meglio passare per il re dei coglioni, purché la squadra funzioni”.

Si capisce già soltanto da questa frase la figura di uno degli allenatori più chiacchierati degli ultimi 30 anni: Raymond Domenech. Lui, sempre ospite delle pagine di Calciopro per le sue uscite poco felici, adesso è diventato protagonista anche di un libro, intitolato “Lo stupidario di Domenech” (Le Betisier Domenech in versione originale), scritto dal connazionale Georges Alexandre.

Si tratta di un vero e proprio diario che raccoglie le frasi celebri dell’attuale (ancora per poco) ct francese, dette sin da quando giocava a calcio, e faceva parlare di sè più per le provocazioni che per come trattava la palla. Frasi da far impallidire mostri sacri come Trapattoni o il grande Vujadin Boskov, e peccato che la Gialappa’s non si occupi più di calcio, altrimenti ne sentiremmo delle belle.