Crisi? Il Valencia affitta lo stadio

La crisi finanziaria che sta flagellando l’intero pianeta non ha risparmiato neppure il mondo del calcio, tanto da far prevedere un imminente crollo di molti insospettabili grandi club. La situazione peggiore sarebbe quella inglese con diversi club legati alle banche e quindi a rischio fallimento. Ma se Sparta piange, Atene non ride ed anche il campionato spagnolo potrebbe pagare un dazio pesante.

Tra le società maggiormente interessate dalla crisi c’è il Valencia, che secondo il quotidiano spagnolo Marca, si trova a dover ricoprire un buco da 100 milioni di euro. Una situazione che rischia di mettere in serio pericolo non solo la permanenza dei vari Villa o Silva, ma anche l’iscrizione ai prossimi campionati.

Come fare per trovare soldi liquidi in tutta fretta? Semplice. Basta affittare il proprio stadio, seguendo l’esempio del Barcellona, che giusto un anno fa apriva le porte del Camp Nou a chiunque avesse voglia di respirare per un giorno l’atmosfera di un grande palcoscenico.

Mi compro il calciatore su internet

Dei tedeschi si sa che sono dei gran lavoratori, ma non sono di certo famosi per la loro fantasia. Però probabilmente bisognerà rivedere questi luoghi comuni, perché i dirigenti della società del Colonia hanno avuto un’idea che le batte tutte. Ricorda un pò quella famosa di acquistare una squadra con una raccolta fondi popolare, ma trattandosi di alto livello (si parla di Bundesliga), i soldi basterebbero soltanto per acquistare un calciatore.

E allora il colpo di genio: la squadra tedesca si è messa d’accordo con il Bayern Monaco per acquistare a giugno il cartellino di Podolski alla cifra dei famosi 10 milioni di euro. Non avendoli però si è rivolta ai suoi tifosi e agli sponsor. Ma non attraverso una raccolta fondi in stile beneficienza, ma facendo acquistare, per chi lo volesse, gli spazi sul suo bel faccione virtuale per inserire il proprio marchio, una foto divertente, o un messaggio, come su una bacheca. La cifra minima è di 25 euro per 64 pixel (uno spazio di circa un centimetro quadrato)

Cristiano Ronaldo diventa imprenditore ed inventa il Ronopoli

foto: sky.it

Cosa fanno i calciatori quando hanno tanti milioni da gestire? C’è chi li spende in feste e festini, chi apre un ristorante (di solito a fine carriera), chi addirittura acquista una squadra. Ma quando i soldi diventano veramente tanti, tanto vale farli fruttare da vero imprenditore, ed è quello che sta tentando di fare Cristiano Ronaldo, il calciatore che al momento può disporre di introiti maggiori al mondo.

La sua prima, famosa, spesa è stata comprare una lussuosa villa a sua madre per farla uscire dal brutto quartiere dove ha cresciuto lui e gli altri figli. Da quel momento in poi è stato un continuo investire, fino all’ultima “pazzia“, e cioè acquistare un intero albergo, in stile Bill Gates: vado, mi piace, lo compro. L’hotel, secondo i bene informati, dovrebbe essere in una delle zone più prestigiose vicino Madeira, sua città natale molto famosa per il turismo portoghese. Costo 9 milioni di euro. Nemmeno tanti se pensiamo che lui è in grado di guadagnarli in pochi mesi considerando ingaggio e sponsor.

Top 50: i mali del calcio moderno

C’era una volta il calcio: così comincia l’articolo pubblicato ieri dalla Gazzetta dello Sport, che a sua volta riporta una classifica stilata dal Times Online sulle 50 cose che hanno contribuito a peggiorare il gioco più bello del mondo negli ultimi anni.

Già, c’era una volta il calcio e più volte su queste pagine ne abbiamo celebrato il funerale, ricordando le emozioni che ci regalava tempo addietro, quando si conoscevano a memoria le formazioni (rigorosamente dall’1 all’11) ed il business era considerato futurismo.

Di quel calcio rimane il ricordo di chi lo ha vissuto, la nostalgia di quanti credevano nelle bandiere e nell’illusione che dietro quel pallone che rotola c’erano solo 22 uomini pronti a tutto pur di raggiungere la vittoria. Ora, ahinoi, c’è molto di più. Il calcio ci viene portato direttamente in casa a qualunque ora del giorno e della notte, le bandiere sono scolorite ed il businnes ha preso il sopravvento sull’intero pianeta pallonaro. A chi dare la colpa?

Gascoigne, terapia in… frigorifero

Pensavamo che per aiutarlo a risolvere i suoi problemi fosse necessario chiuderlo in qualche clinica e buttare via la chiave, per un tempo sufficientemente lungo da fargli passare la voglia di combinar guai. E invece, che ci crediate o no, basteranno tre minuti per aiutare Paul Gascoigne nella sua lotta disperata contro se stesso e contro gli eccessi che lo hanno portato quasi alla morte.

Tre minuti? Esattamente. Sarà questo il tempo che Gazza trascorrerà all’interno di una cella frigorifera alla poco invidiabile temperatura di -135 gradi, in un processo chiamato krioterapia, che mira a far concentrare il sangue al centro del corpo per la stimolazione delle difese naturali.

Detto in questo modo sembra una tortura (immaginate cosa debba significare essere ibernati per tre lunghissimi minuti con il gelo che ti entra nelle ossa e ti impedisce persino di pensare), ma a quanto pare è una tecnica molto usata per la cura dell’osteoporosi, ma anche di malattie “nascoste” come depressione e stress.

Fa sesso in campo e viene messo in vendita

L’incredibile fatto risale allo scorso anno, e più precisamente a poche ore prima della cruciale gara tra Croazia e Inghilterra, valevole per la qualificazione all’Europeo 2008. Ci troviamo al Maksimir Stadium di Zagabria, e il difensore della Dinamo Dino Drpic, forse incoraggiato dal fatto che giocava in casa, in tutti i sensi, decide di dare sfogo al suo sogno erotico più recondito: fare sesso con sua moglie sul terreno di gioco.

Così, poco prima che si aprissero i cancelli per far entrare i tifosi e lo staff dello stadio, Drpic si mette d’accordo con il custode per accendere le luci e farlo entrare in anticipo rispetto agli altri. Il custode accetta e il difensore riesce a realizzare il suo sogno. Sembrava che tutto fosse filato liscio. La sua prestazione fu soddisfacente, sia con la moglie che con la sua nazionale (alla fine la Croazia vinse ed eliminò proprio gli inglesi), il custode non fece la spia e per il calciatore non ci furono problemi. Almeno fino ad oggi.

Ridiamoci su: la giornata tipo del Milan

Pronti per un’altra buona dose di risate? Dopo il capitolo-Inter, ecco arrivare la giornata-tipo dei cugini rossoneri, che negli ultimi tempi hanno spesso offerto il fianco agli attacchi ironici degli avversari.

Stavolta l’autore non è un anonimo o uno sconosciuto, ma un redattore di Affari Italiani che si è divertito a prendere in giro Ancelotti & Co. E potete scomettere che anche qui ci sarà da sbellicarsi, tra battutine velenose sulla dieta del mister e riferimenti alla nota vicenda che avuto come protagonista Kaka.

Non ci credete? E allora continuate a leggere e preparatevi a divertentissimi resoconti che potrebbero arrivare nelle prossime settimane, perché nel bene o nel male tutte le squadre hanno la loro giornata-tipo.

Ridiamoci su: la giornata-tipo dell’Inter

Errori arbitrali, contestazioni, giocatori che si vendono al migliore offerente, crisi fnanziaria che rischia di fa saltare in aria il giocattolo: il calcio di oggi offre ben pochi motivi per sorridere.

Per fortuna però c’è sempre la fantasia dei tifosi, che non si lasciano pregare quando si tratta di confezionare simpatici sfottò all’indirizzo della squadra avversaria. Di esempi se ne potrebbero citare a centinaia (basterebbe assistere ad una gara di campionato e leggere le scritte sugli striscioni o ascoltare i tipici cori da stadio).

Ma c’è qualcuno che è riuscito ad andare oltre, dilettandosi nel descrivere la giornata-tipo di quella che oggi è la squadra più antipatica d’Italia, con tanto di prese in giro più o meno pesanti per gli uomini di Mourinho. Non sappiamo chi ne sia l’autore, ma di certo meriterebbe un posto tra i comici di Zelig. Volete farvi due risate?

Borriello vuole sbirciare nelle mutande di Beckham

Era il dicembre del 2007 e sui cartelloni pubblicitari delle grandi metropoli campeggiava una foto che ha fatto molto discutere sia gli appassionati di calcio che i semplici curiosi.

Di cosa si trattava? Della campagna pubblicitaria di Emporio Armani Underwear che ritraeva un David Beckham in posa quasi osè con la sua camicia bianca sbottonata a mostrare un petto decisamente depilato, ma soprattutto un “pacco” piuttosto abbondante, tale da far pensare ad un miracolo di Photoshop.

E’ passato molto tempo da allora, ma c’è ancora qualcuno desideroso di verificare se in quelle mutande ci sia veramente tanta abbondanza o se si tratti solo di un rigonfiamento creato apposta per attirare l’attenzione. Chi sarà mai il curioso di turno? Che ci crediate o no, non è una “calorosa” fan del calciatore, ma Marco Borriello, compagno di squadra dello Spice Boy e al momento fuori squadra per infortunio.

Luca Toni in hit parade

Chi ha detto che gli austeri tedeschi non hanno il senso dell’ironia? Figuriamoci poi se c’è da prendere in giro un popolo come quello italiano, sebbene il calcio teutonico negli ultimi tempi abbia pescato spesso tra i nostri connazionali.

E proprio ad uno di questi si è ispirato un comico e conduttore televisivo tedesco per lanciare un brano destinato a diventare il successo dell’anno in Germania e non solo.

Ad essere preso di mira, manco a dirlo, è Luca Toni il più famoso prodotto d’esportazione nostrano in terra tedesca, capocannoniere della scorsa stagione e sempre in copertina per le sue prodezze sui campi della Bundesliga. Volete saperne di più e magari gustarvi anche il video?

Manchester – Chelsea, storia di sigari, di chiavi e di allarmi

Una squadra finisce in strada alle sette del mattino, praticamente in mutande, un’altra squadra rischia di non arrivare all’appuntamento con la gloria a causa di un autista sbadato. Sembra quasi di raccontare una partita tra scapoli e ammogliati e invece si tratta di una delle gare più sentite della Premier League, quella che ha visto confrontarsi il Manchester campione del mondo ed il Chelsea.

E se sul campo hanno avuto la meglio i padroni di casa, in quanto ad imprevisti la sfida è finita alla pari, con i Blues che possono recriminare per aver perso qualche ora di sonno, buttati giù dal letto dal fischio fastidioso di un allarme antincendio. Ma andiamo per ordine.

Sono le sette del mattino in quel di Manchester. La città riposa in attesa della sfida con gli odiati avversari, quando il silenzio viene rotto da una sirena. Allarme, brucia il Radisson Edwardian Hotel, dove alloggia Scolari con tutta la truppa! Brucia? Non proprio, ma la sirena fa accorrere i vigili del fuoco, che evacuano l’albergo per verificare che tutto sia a posto. Risultato: quaranta minuti in strada per John Terry e compagni, precipitatisi in strada in accappatoio e ciabatte. Ma che diamine è successo?