Amauri vittima di razzismo e “beccato” da Gattuso

Su queste pagine ci siamo occupati spesso del tema del razzismo, limitandoci per lo più a riportare episodi legati all’avvenimento sportivo, a quei fastidiosi buu o cori rivolti a questo o a quel giocatore con l’intenzione di offendere il colore della pelle o l’etnia.

Spesso però gli episodi di razzismo non si limitano al campo di calcio e può capitare che un professionista sia costretto a subire discriminazioni anche nella vita quotidiana. E’ quello che è successo qualche tempo fa ad Amauri, che ora racconta la sua disavventura ad un noto settimanale:

E’ successo anche a me. Qualche tempo fa in una farmacia mi hanno accusato di rubare un pacco di pannolini. Li stavo posando, lo scaffale era vicino all’uscita e la porta automatica si è aperta. La farmacista voleva chiamare i carabinieri e io non avevo fatto nulla, semplicemente ero straniero e non parlavo un italiano perfetto. Le ho risposto: ‘Li chiami pure, poi la denuncio io: lei è razzista…’. E ho aggiunto: ‘Sono più italiano di lei, e magari un giorno rappresenterò il suo paese’.

Paul Gascoigne si racconta

Sul suo conto ne abbiamo dette e scritte di tutti i colori, ma quasi sempre basandoci sulle rivelazioni di chi ha avuto la sfortuna di incontrarlo nell’ultimo disastroso anno. Di parole uscite dalla sua bocca, invece, poco o niente, come se bastasse il suo comportamento a descrivere lo stato pietoso in cui versava.

Parliamo di Paul Gascoigne, più volte finito ad arricchire le pagine del nostro blog per vicende al limite del paradossale, con tutti quegli eccessi che ne hanno caratterizzato la vita da quando ha smesso di giocare a calcio. Stavolta, però, Gazza prende la parola e ci racconta dalle pagine del Sun il suo ultimo anno di vita, tra alcol, droga, uscite di testa e ricoveri vari. Tutto comiciò dopo l’operazione all’anca sul finire del 2007:

Non ricordo esattamente quando e perché ripresi a bere dopo l’intervento, ricordo solo che era Natale e che avevo voglia di farmi un goccio. Cominciai con un paio di bicchieri di vino e non mi fermai praticamente più. Dopo una settimana, non ero più in grado di badare a me stesso, così mi spostai al Marriott Hotel di Gateshead, dove mi scolai di tutto, dal vino alle bottigliette di gin del minibar.

Razzismo: Mensah pensa di lasciare il calcio

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è caduta domenica sera, durante la partita Lione-Le Havre del campionato francese. Protagonista il ghanese John Mensah, che da quest’anno veste la maglia dei campioni di Francia. Dal primo minuto della scorsa partita infatti Mensah, impiegato sulla fascia destra, si è visto bersagliare da un tifoso che si trovava vicino a lui, il quale gli ha rivolto ininterrottamente buh ed insulti razzisti. Il suo rendimento è stato conseguente allo stato di disagio, ma da bravo professionista ha preferito non fare scenate e magari scatenarsi contro lo stupido di turno.

Al rientro negli spogliatoi il calciatore si è levato la maglia e ha chiesto di non tornare in campo, ma convinto dal suo allenatore ha giocato anche il secondo tempo. Sfortunatamente però gli insulti non sono terminati con il cambio di campo, e così il difensore ha pensato bene di farsi espellere volontariamente, rimediando due cartellini gialli nel giro di pochi minuti, così da lasciare il campo il prima possibile.

Kakà: la fede, i soldi, il riciclaggio

Più volte su queste pagine abbiamo parlato di calcio e fede, due argomenti che hanno ben poco da spartire, ma che talvolta finiscono per essere accomunati per il credo religioso di questo o quel calciatore.

Stavolta parliamo di colui che forse più di ogni altro ha messo in piazza le sue convinzioni riguardo al sacro, rivelando anche particolari sulla sua vita privata, che non hanno mancato di procurare qualche sorriso. Ci riferiamo a Kakà ed alla sua fede nella dottrina evangelica, che lo ha portato, ad esempio, ad arrivare vergine al matrimonio.

Ma questa è storia vecchia. Ciò che fa notizia al momento è l’arresto dei fondatori della setta Renascer em Cristo, della quale Kakà è membro da diversi anni. L’accusa è quella di riciclaggio di denaro sporco e di contrabbando di valuta. Ma cosa c’entra il talento brasiliano in tutto questo?

Svelata la vita da clandestino di Stephen Appiah

Vi siete mai chiesti come mai un ragazzo di 28 anni così talentuoso, considerato il centrocampista più forte dell’intera Africa e uno dei più forti a livello mondiale, sia ancora senza squadra? E soprattutto, vi siete chiesti come mai nell’ultimo anno ci sono state molte squadre (Milan, Tottenham, Torino e tante altre) che lo volevano ingaggiare, ma poi misteriosamente è caduto tutto nel vuoto?

Un’inchiesta del quotidiano Repubblica ci svela i retroscena di questo giallo. La motivazione, come spesso accade nel calcio, sono i soldi. Ma non quelli del contratto chiesto dal calciatore, ma quelli che deve lui ai suoi creditori. A tradirlo sono stati i molti “colpi di testa” fatti fuori dal campo di gioco, in cui, tra feste, litigi e tante altre cavolate, lo hanno messo in condizioni di essere ricercato in mezza Europa per centinaia di migliaia di euro di debiti non pagati. Tanto che oggi pare che debba allenarsi sotto falso nome.

La verità di Paparesta: mai chiuso negli spogliatoi da Moggi!

6 novembre 2004: una data che resterà a lungo nella memoria dei tifosi Juventini, non solo per il risultato della serata, ma anche per tutte le conseguenze che quella serata si portò dietro. Si era appena conclusa la gara Reggina-Juventus con esito decisamente sfavorevole ai colori bianconeri, che si erano visti negare un rigore ed annullare la rete che avrebbe consentito loro di pareggiare.

Il 2-1 rimediato al Granillo fece infuriare i dirigenti della Vecchia Signora che non trovarono nulla di meglio da fare che precipitarsi nello spogliatoio dell’arbitro Paparesta per esternare il proprio disappunto. In che modo? Chiudendo a chiave nello spogliatoio il povero arbitro e impedendogli di uscire. I dirigenti in questione erano Moggi e Giraudo e la vicenda venne alla luce da alcune intercettazioni telefoniche, nelle quali Big Luciano si vantava del suo gesto. Questo almeno è quello che ci hanno fatto credere finora. Ora però, a più di quattro anni dal fattaccio, abbiamo l’opportunità di ascoltare la versione del diretto interessato:

Moggi e Giraudo entrarono nel mio spogliatoio, agitati, lamentandosi del mio operato. Ce l’avevano con me da tempo… con la mia direzione avevano perso anche la finale di Coppa Italia con la Lazio. Non mi hanno chiuso negli spogliatoi e questa non è la mia verità. E’ la verità. C’erano due assistenti, il quarto uomo e un osservatore. C’erano gli ispettori della Lega Calcio. Qualcuno se ne sarebbe accorto e sarebbe intervenuto.

La polizia mette sotto accusa la trasparenza dello scudetto 2007/2008 dell’Inter

La squadra più moralista, più onesta e più trasparente d’Italia evidentemente non è poi così virtuosa. L’indagine partita qualche mese fa con l’arresto del pregiudicato Domenico Brescia, molto vicino all’ambiente nerazzurro, sta prendendo una brutta piega per il club campione d’Italia.

La polizia contesta un “aiutino” dell’Inter nello scorso anno al mondo delle scommesse in quanto, a poche giornate dalla fine e con 10 punti di vantaggio sulla seconda, sembrava avesse già vinto lo scudetto e le scommesse calavano. Così, sospettano gli inquirenti, Roberto Mancini prese delle decisioni alquanto “strane”, come il tenere fuori Ibrahimovic per troppo tempo, le quali fecero rallentare la corsa verso lo scudetto, tanto da poter guadagnare la vittoria del campionato soltanto all’ultima giornata, con immensa gioia delle agenzie di scommesse.

Robinho arrestato per violenza sessuale

E’ cominciato nel peggiore dei modi il 2009 per i tifosi del Manchester City, illusi da un padrone milionario, che voleva far razzia di grandi campioni, e ritrovatisi quasi alla conclusione del mercato invernale con pochi motivi per festeggiare.

Ma i clamorosi rifiuti incassati in questi ultimi giorni potrebbero non essere il male peggiore per i Citizens, che questa mattina sono stati svegliati da una notizia scioccante: la loro stella più splendente è stata arrestata per violenza sessuale. Si, avete capito bene, Robinho è stato fermato dalla polizia per il presunto coinvolgimento nello stupro di una ragazza di 18 anni.

I fatti sarebbero avvenuti un paio di settimane fa in una discoteca di Leeds, ma solo ora sarebbe saltato fuori il nome del talento brasiliano, che si dice estraneo alla vicenda e pronto a collaborare con la polizia.