Juventus: il palmares non si prescrive

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Chi ha vinto la disputa per l’assegnazione dello scudetto del 2006? A leggere la sentenza della Figc sembrerebbe che sia l’Inter a trionfare, poiché a distanza di cinque anni i reati vengono prescritti e non c’è più modo di collegarli ad un colpevole. Ma La storia dello scudetto “incriminato” resta ancora in sospeso e solo il 18 luglio si saprà se sia destinato a scomparire definitivamente dagli annali o se debba restare nella bacheca dei nerazzurri.

La Juventus prende atto della sentenza, ma vuole comunque conoscerne le motivazioni e vuole soprattutto ribadire che quello scudetto (come quello del 2005) è stato conquistato sul campo e non vi è alcuna prescrizione che possa cancellare un palmares:

Le archiviazioni disposte e notificate in data odierna dal Procuratore della Figc operano un’importante distinzione tra soggetti a vario titolo coinvolti nei fatti del 2006. Infatti per alcuni il provvedimento usa la formula di non sussistenza dei fatti contestati, mentre per altri sottolinea la non procedibilità o l’intervenuta prescrizione. In data odierna i legali della società hanno inoltrato richiesta di ricevere in via d’urgenza le motivazioni e gli atti sottostanti a tale provvedimento e inoltre di ricevere le motivazioni, gli atti e le indagini in relazione all’esposto presentato in data 10 maggio 2010.

Inter, prescrizione per i fatti del 2006

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Si aspettava da ieri sera la decisione della Procura federale della Federcalcio sull’esposto della Juventus presentato un anno fa, e finalmente nel primo pomeriggio di oggi è arrivata la notizia: la FIGC ha archiviato per prescrizione il procedimento. Prima di capire cosa comporterà questo per l’assegnazione dello scudetto del 2006, ecco la parte del comunicato ufficiale:

è stata disposta l’archiviazione degli atti: nei confronti dell’allora socio di riferimento dell’Internazionale sig. Massimo Moratti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.
Nei confronti dell’allora presidente dell’Internazionale (deceduto l’anno 2006) sig. Giacinto Facchetti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.

Scudetto 2006: domani revoca o conferma per l’Inter

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Domani si decide. Gli animi si scaldano, ma la doccia fredda arriva per i tifosi juventini: il famoso scudetto del 2006, quello dato all’Inter, non verrà riassegnato alla Juventus. Le colpe di Moggi e soci, che peraltro sono stati radiati dal calcio poche settimane fa, sono troppo evidenti per poter riassegnare un titolo con troppe ombre ad un club che, almeno, ha dimostrato di poter ripartire da zero.

Per questo l’unico dubbio rimane tra la conferma dello scudetto all’Inter, o al massimo la revoca, come quello del 2005, senza che venga assegnato a nessuno. Dopotutto, ricordiamo, quello del 2006 fu assegnato all’Inter per una questione di partecipazione alle coppe europee. Ora, a distanza di 5 anni, quella necessità non c’è più e perciò viene meno anche il motivo di assegnazione a tavolino di quello che, per anni, è stato definito “lo scudetto di cartone”.

Scandali nel calcio: arresti in Grecia e Israele

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Il marcio nel calcio si allarga verso Est, e tocca anche Grecia e Israele, anche se per motivi diversi. Tra ieri e oggi infatti sono scattate le manette per diversi personaggi di spicco di entrambe le Federazioni. In particolare lo scandalo in Grecia riguarda le scommesse ed assomiglia molto a quello che sta toccando l’Italia negli ultimi giorni, mentre in Israele c’è una sorta di replay di Calciopoli. Insomma, l’Italia ha fatto scuola e le altre nazioni la imitano.

Allo stato attuale la situazione peggiore sembra essere quella greca, con 10 persone arrestate e 70 indagate, tra cui anche un alto dirigente dell’Olympiakos, uno dei maggiori club della nazione. Secondo le prime notizie sulle indagini, pare che 41 partite, sin dal 2009 ed in particolare nella Serie B greca, fossero “aggiustate” dagli scommettitori, attraverso persone corrotte ai vertici di alcuni importanti club.

Calciopoli, Moggi: “Pronto alla guerra, vedranno”

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Una radiazione dal mondo del calcio non pare aver scalfito le convinzioni di Luciano Moggi che, dopo aver accolto la sentenza della giustizia sportiva (identico destino anche per Antonio Giraudo, dirigente e collega di Moggi alla Juventus, e Innocenzo Mazzini, ex Presidente della Figc) non ha esitato a replicare per dichiararsi pronto alla guerra. L’ex direttore generale dei bianconeri, intervenuto nella tarda serata di ieri al talk calcistico in onda su 7Gold – “Diretta Stadio” – ha mostrato unghie e denti e, attraverso uno sfogo che ne ha anticipato le intenzioni, ha fatto capire di non avere affatto gradito le decisioni annunciate. Parole perentorie:

“La sentenza ha disatteso completamente quello che ha detto l’Alta Corte del Coni. C’è qualcuno che pagherà e lo sanno benissimo. Vogliono la guerra? La guerra gliela facciamo. Vedremo questo gioco a cosa porta. Voglio uscire dal calcio quando lo dico io, non quando lo dicono gli altri ingiustamente”.

Tradotte, le frasi di Moggi lasciano presagire il ricorso a tutti i gradi di appello garantiti dalla giustizia e danno una interpretazione soggettiva – punti di vista – di quanto accaduto:

Calciopoli: radiati Moggi, Giraudo e Mazzini

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Negli ultimi mesi Luciano Moggi ha cercato di dimostrare – trascrizioni delle intercettazioni telefoniche alla mano – che nella vicenda Calciopoli non era implicata solo la Juventus e che lui era stato solo il capro espiatorio di un sistema bacato.

Ma il darsi tanto da fare evidentemente non è servito, se è vero che oggi è arrivata la decisione della Corte della Commissione Disciplinare della Federcalcio, che si è abbattuta come un macigno sulla testa dell’ex dirigente bianconero: radiazione, impossibilità di ricoprire qualunque ruolo all’interno della Figc. La stessa sorte è toccata ad Antonio Giraudo, altro ex dirigente della Juventus, e ad Innocenzo Mazzini, ex Presidente della Figc.

Calcio scommesse, Marco Paoloni nega tutto

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L’inchiesta sul calcio scommesse è partita da lui, Marco Paoloni, allorché, tra il primo ed il secondo tempo di Cremonese-Paganese, versò del sonnifero nelle borracce dei propri compagni di squadra in modo che – debilitati – perdessero la partita. Quell’incontro venne poi vinto dalla Cremonese (la squadra per cui giocava il numero uno), ma degli strani malesseri post partita fecero insospettire il personale medico, tanto più che un giocatore ebbe un incidente d’auto in seguito ad un malore.

Poi Paoloni passò al Benevento, ma non smise di influenzare le partite, vantandosi spesso di avere dei “ganci” tra i calciatori ben più famosi di lui. Logico quindi che all’apertura delle indagini la prima testa a saltare sia stata proprio la sua, tanto è vero che si è ritrovato dietro le sbarre sin dal giorno in cui è scoppiata la vicenda. Oggi il portiere è comparso davanti alla Procura di Cremona e dalla sua testimonianza si sperava di poter arrivare anche a qualche pesce grosso. Ma lui nega ogni addebito, dalla storia del sonnifero a quella delle gare influenzate con le sue prestazioni “comiche”.

Calcio scommesse: i pizzini accusano Signori

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Man mano che passano i giorni, gli arrestati nell’inchiesta Last Bet cominciano a parlare. Tutti tranne uno, Beppe Signori. L’ex bomber è l’unico che continua a negare ogni addebito, ma qualcosa ora potrebbe cambiare. Come per Provenzano, anche per lui la prova schiacciante potrebbe provenire dai “pizzini”, dei foglietti di carta, appunti e annotazioni sulle agende che riportano il suo nome.

O meglio, non proprio il suo nome di Battesimo, ma quasi, visto che i riferimenti a lui sono fatti sempre con soprannomi, il più usato dei quali è “Beppe 200 gol”. Non che ci voglia un genio per collegarlo a lui, ma intanto l’ex calciatore continua a negare ogni coinvolgimento.

Hugo Campagnaro, grave incidente stradale in Argentina

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Notizie drammatiche per i tifosi del Napoli (ma non solo) arrivano dall’Argentina, dove il difensore Hugo Campagnaro è rimasto coinvolto in un terribile incidente stradale, costato la vita a tre persone. Stando alle notizie riportate dai siti argentini, pare che il giocatore del Napoli stesse percorrendo una statale argentina, quando per cause ancora da accertare la sua Toyota si sarebbe scontrata frontalmente con una macchina che procedeva in senso opposto.

I due occupati dell’altra vettura (una poliziotta ed una guardia carceraria) avrebbero perso la vita, così come uno dei due passeggeri della vettura guidata dal difensore partenopeo. Le prime notizie arrivate dall’Argentina parlavano di condizioni gravissime del giocatore, ma qualche minuto fa è arrivata la dichiarazione di uno zio del giocatore, che ridimensiona il quadro clinico e rassicura i tifosi del Napoli:

Voglio tranquillizzare tutti i tifosi del Napoli: Hugo sta bene. L’impatto è stato devastante.