Zenit campione d’Europa grazie alla mafia russa

Ne abbiamo decantato le lodi per settimane intere durante la scorsa stagione, indicandola come squadra rivelazione dell’anno. Un club venuto dal nulla e arrivato sul tetto d’Europa con la conquista della Coppa Uefa. La vittoria dello Zenit St. Pietroburgo ci aveva regalato una bella pagina di sport, strappando a squadroni più blasonati la leadership a livello continentale.

Ma ora il sogno sembra infrangersi di fronte ai sospetti avanzati da un’inchiesta partita dalla Spagna, dalla quale risulta che lo Zenit avrebbe beneficiato di qualche aiuto dall’esterno per raggiungere l’obiettivo. E che aiuto ragazzi!

Non stiamo parlando di arbitri corrotti o degli imbrogli tanto cari anche al nostro calcio, ma di un intervento della mafia russa nella persona di Guenadis Petrov, uno dei massimi esponenti della Tambobskaya.

Arresti e feriti a Manchester per la finale di Coppa Uefa

Poteva essere una festa, doveva essere una festa ed è solo un caso se non stiamo qui a raccontare l’ennesima tragedia legata ad una partita di pallone.

Teatro della vicenda è la città di Manchester, scelta come sede della finale di Coppa Uefa tra Zenit San Pietroburgo e Glasgow Rangers e presa d’assalto, come è logico, dai tifosi scozzesi e russi, nella speranza di trovare un tagliando per assistere alla gara.

Ma i biglietti sono andati esauriti molto in anticipo rispetto al fischio d’inizio di mercoledì sera e molti supporters sono partiti dalla loro terra, sapendo già che avrebbero dovuto accontentarsi dei maxischermi sparsi per la città o dei pub in cui veniva trasmessa la finale. L’invasione ha riguardato soprattutto i tifosi dei Rangers, scesi a migliaia dalla vicina Scozia per sostenere i propri beniamini. Ma qualcosa deve essere andato storto se alla fine della fiera siamo qui a contare gli arresti (42) ed i feriti (uno solo grave, ma non in pericolo di vita).

La Coppa Uefa allo Zenit San Pietroburgo

E così arriva la finale che non ti aspetti, perché, inutile nasconderlo, nessuno poteva mai immaginare che Fiorentina e Bayern Monaco cedessero il passo in semifinale.

Succede dunque che l’ex di lusso non si chiami Luca Toni, “costretto” a giocare contro il suo passato, ma Dick Advocaat, il piccolo Generale, che guidò i Glasgow Rangers dal 1998 al 2002, contribuendo ad infoltire la già ricca bacheca dei Gers.

Ora l’olandese siede sulla panchina dello Zenit San Pietroburgo, squadra praticamente sconosciuta a livello internazionale. Fino a ieri, almeno. Ma il calcio è strano e così può accadere che ancora una volta Davide abbia la meglio su Golia e che la voglia di emergere riesca ad oscurare persino il blasone, per la gioia di “madre Russia” che torna finalmente sul tetto d’Europa.

Coppa Uefa: la finale è Zenit San Pietroburgo-Glasgow Rangers

Ancora una volta ci ritroviamo ad ammettere che il calcio è proprio strano e che non sempre i valori in campo garantiscono i risultati sperati. Dovremmo essere qui a parlare di una finale tra una squadra italiana contro una delle più forti d’Europa, di un confronto tra il più grande attaccante azzurro del momento contro i suoi ex compagni. Era questo che ci si aspettava alla vigilia: una finale tra Fiorentina e Bayern Monaco, con Toni che tornava a giocare contro la maglia che indossava fino allo scorso anno.

Il primo maggio invece ci ha regalato un’altra storia e nessuno dei pronostici si è avverato, consegnando alle avversarie il passaggio per la finale.

Il sogno della Fiorentina si è spezzato ad un passo dalla grande impresa. Era scesa in campo conoscendo già il nome della prima finalista e magari stava già immaginando di poter alzare quella Coppa al cielo al termine di una stagione trionfale. Ma in campo il cuore non è bastato e le barriere erette dal tecnico dei Rangers, Smith, hanno tenuto fino alla fine, impedendo ai viola di giocarsi la gara come avrebbero voluto.

Coppa Uefa: Glasgow Rangers-Fiorentina 0-0

Poteva andare meglio, ma alla fine dei giochi lo 0-0 tra Fiorentina e Rangers è il risultato più logico. La squadra di Prandelli si era presentata in terra di Scozia, convinta di poter fare il colpaccio, considerando soprattutto le assenze a cui doveva far fronte il tecnico Smith.

E non può dire che non ci abbia provato, ma il catenaccio del Glasgow Rangers ha impedito ai viola di giocare su buoni ritmi ed il risultato finale rispecchia perfettamente quello che è stato l’andamento della gara.

L’inizio è un gioco a non prenderle, la paura di subire un gol che pregiudicherebbe la finale si fa sentire da entrambe le parti. Ancora fuori Christian Vieri, l’attacco è affidato ai piedi buoni di Mutu e Pazzini, che provano in qualche occasione a mettere i brividi alla difesa avversaria, ma sia il rumeno al 12′ che il nazionale azzurro un minuto dopo, non riescono a combinare un granché davanti ad Alexander.

Impresa viola, miracolo Bayern. Che giornata in coppa Uefa!

Un applauso per la Fiorentina. Alzi la mano chi, dopo la gara di andata con il PSV Eindhoven, sperava ancora nella qualificazione. A Firenze era finita 1-1, risultato scomodo contro una squadra ben più abituata all’Europa, ma gli uomini di Prandelli non conoscono cos’è la paura, e vanno ad Eindhoven a giocarsi il tutto per tutto.

Partono forte gli olandesi, ma già dopo pochi minuti Frey fa capire che non ce n’è per nessuno. Porta chiusa in faccia a Koevermans, e per il resto ci pensa un’attentissima difesa che non fa avvicinare più gli avversari. A quel punto salgono in cattedra Liverani e Montolivo che non danno punti di riferimento al PSV, ma soprattutto un grande Mutu che allo scadere del primo tempo segna il gol dell’1-0.