Van der Saar, da saponetta a recordman

Dany Verlinden, chi era costui? Il suo nome è noto per lo più agli amanti delle statistiche, che dal lontano 1990 non riescono ad aggiornare la casella relativa all’imbattibilità di un portiere in terra europea. Ma se chiedete a Edwin Van der Saar chi era questo sconosciuto, siamo certi che vi saprà dare una risposta, visto che lo spilungone olandese sta tentando di prenderne il posto nella lista dei portieri meno battuti per numero di minuti.

Il record di Verlinden si è fermato a 1390 minuti, ossia un’ora e mezza in più del numero uno del Manchester United, il quale proprio domani contro il Blackburn potrebbe raggiungere e superare il mito del Brugges. Una bella soddisfazione per Ice Rabbit, come lo chiamano in terra inglese, che ha già stracciato il record di portiere più imbattuto della Premier League, mettendo in riga portieri molto più osannati di lui.

Perché, diciamocelo chiaramente, Van der Saar non ha mai goduto di grande considerazione, specie durante la sua esperienza italiana, quando la Juventus perse partite e campionati a causa della sua poca sicurezza tra i pali (lo chiamavano “saponetta”) Ed anche ora che difende i pali di una delle squadre migliori d’Europa, tende spesso ad essere messo in ombra dalle prestazioni dei grandi assi che compongono la rosa.

Top 50: i mali del calcio moderno

C’era una volta il calcio: così comincia l’articolo pubblicato ieri dalla Gazzetta dello Sport, che a sua volta riporta una classifica stilata dal Times Online sulle 50 cose che hanno contribuito a peggiorare il gioco più bello del mondo negli ultimi anni.

Già, c’era una volta il calcio e più volte su queste pagine ne abbiamo celebrato il funerale, ricordando le emozioni che ci regalava tempo addietro, quando si conoscevano a memoria le formazioni (rigorosamente dall’1 all’11) ed il business era considerato futurismo.

Di quel calcio rimane il ricordo di chi lo ha vissuto, la nostalgia di quanti credevano nelle bandiere e nell’illusione che dietro quel pallone che rotola c’erano solo 22 uomini pronti a tutto pur di raggiungere la vittoria. Ora, ahinoi, c’è molto di più. Il calcio ci viene portato direttamente in casa a qualunque ora del giorno e della notte, le bandiere sono scolorite ed il businnes ha preso il sopravvento sull’intero pianeta pallonaro. A chi dare la colpa?

Senza errori arbitrali l’Inter sarebbe seconda

Si sa che con i se e con i ma non si fa la storia, ma ancora una volta, guarda caso, dopo il trauma di Calciopoli, nel dubbio viene favorita sempre l’Inter. Ha fatto molto scalpore, ma è rimasta soltanto sulla carta, la classifica virtuale dello scorso anno, stilata da Tuttosport, senza gli errori arbitrali. Se tutti gli arbitri si fossero comportati correttamente, o ci fosse stata la biscardiana moviola in campo, avremmo avuto la Roma vincitrice dello scudetto, la Juventus seconda e l’Inter soltanto terza, senza i 9 punti regalati dagli arbitri.

Visto il grande successo, Tuttosport ci ha riprovato, tentando di correggere gli errori arbitrali del girone d’andata del campionato e stilando una classifica più “corretta”. E indovinate un pò: la squadra più favorita dagli arbitri resta sempre l’Inter, con 4 punti regalati che la aiutano a reggere il primo posto.

Times: è Ferguson lo sportivo più influente del Regno Unito

Il Times è famoso, oltre che per essere uno dei giornali più autorevoli al mondo, anche per le sue strampalate classifiche, dagli uomini più ricchi del mondo, alle donne più influenti, e tante altre ancora. In tutto questo non può essere esente il mondo dello sport, e tra i 100 nomi degli sportivi più influenti al momento attuale in Gran Bretagna, al primo posto compare il nome di Alex Ferguson, allenatore-manager del Manchester United. Anche più del suo presidente.

Infatti in Inghilterra il baronetto non è soltanto considerato il più bravo allenatore della Premier League, ma molto di più. Lui è colui che sta dietro alla maggior parte delle scelte di marketing dello United, una delle squadre che smuove più capitali in tutto il mondo; ma tira le fila anche sulle scelte politiche della federazione inglese, e delle volte può decidere di intere carriere dei calciatori. La sua leadership è indiscussa, dato che compare nell’organigramma dei Red Devils ormai da decenni.

Top 11 Uefa: trionfa la Spagna. E gli italiani?

Il 2008 si è concluso da una ventina di giorni, ma continuano a fioccare le classifiche sui migliori giocatori dell’anno. L’ultima in ordine di tempo è quella stilata dall’Uefa, tenendo conto dei voti dei tifosi, che tramite web hanno espresso le proprie preferenze.

A farla da padrona è ancora la Spagna, in virtù della conquista del campionato Europeo e del bel gioco messo in mostra dagli uomini di Aragones. Sono ben sei gli spagnoli presenti in questa lista, accompagnati dai soliti volti noti, dai quali non si può prescindere al momento di metter su una fantaformazione.

E allora andiamo a scoprire i nomi degli undici migliori calciatori europei, o almeno di quelli che hanno stuzzicato maggiormente la fantasia dei tifosi.

Povero Abramovich, non è più il Paperone della Premier

Chi è il Paperon de’ Paperoni del calcio inglese? Fino a qualche tempo fa avremmo risposto Roman Abramovich, senza per questo essere presi per visionari. Ma la crisi finanziaria che ha travolto l’intero pianeta si è fatta sentire anche (e soprattutto) ai piani alti, lasciando segni indelebili nelle casse di molti miliardari.

Ed anche Abramovich ha dovuto incassare qualche duro colpo, ritrovandosi improvvisamente con il conto in banca decurtato di ben 3 miliardi di sterline (mica spiccioli!), il che – secondo la classifica stilata dal magazine FourFourTwo – gli avrebbe anche fatto perdere la leadership tra i signori del pallone.

Ora i suoi averi ammontano ad “appena” 7 miliardi di sterline, un nonnulla rispetto ai capitali vantati dal proprietario del Manchester City, Mansour bin Zayed al-Nahyan, e da quello del Queens Park Rangers, Lakshmi Mittal.

E’ Rooney il re di dicembre

Dici Manchester United e pensi subito a Cristiano Ronaldo, dimenticando che in maglia rossa gioca anche un certo Wayne Rooney, indispensabile per la squadra di Ferguson e disposto a giocare persino da terzino all’occorrenza.

Sono in molti a pensare che il portoghese non sarebbe Pallone d’Oro se al suo fianco non ci fosse stato il brutto anatroccolo, che proprio a fine anno è riuscito a guadagnarsi il suo spicchio di gloria solitaria, regalando ai Red Devils il successo nel Mondiale per Club.

Quel gol in finale, cercato e voluto, lo fa balzare al primo posto nella classifica dei migliori calciatori del mese di dicembre, mettendo in fila nomi che occupano spesso le pagine dei giornali per le meraviglie mostrate in campo.

Ibra e Kakà nella Top 11 de L’Equipe

Ancora una classifica sulle pagine di Calciopro. Stavolta a dare i voti è l’autorevole Equipe che propone la lista dei migliori undici nell’anno 2008, tenendo conto soprattutto delle competizioni vinte a livello internazionale. In realtà le classifiche sono due, una stilata dai giornalisti e una dagli internauti, che hanno voluto esprimere la propria opinione attraverso il sito web del giornale francese.

In entrambe le liste salta all’occhio la mancanza di italiani, mentre a tenere alta la bandiera del nostro campionato sono Ibrahimovic e Kakà, che si dividono le preferenze di addetti ai lavori ed appassionati.

Curiosi di conoscere la formazione ideale scelta dall’Equipe? E allora seguiteci e scoprirete il meglio del meglio dell’anno che sta per concludersi, tenendo conto che i numeri di maglia e le posizioni in campo sono puramente indicativi.

Da Ronaldo a Ibrahimovic: i migliori del 2008

Chi è stato il miglior calciatore del 2008? A guardare la classifica stilata da France Football, Cristiano Ronaldo non ha avuto rivali, ma in questo anno ricco di calcio (tra campionati vari, coppe, Europei ed Olimpiadi) vale la pena ricordare anche altri protagonisti del palcoscenico internazionale.

Oggi ci divertiremo in una sorta di fantaformazione, mettendo insieme quelli che riteniamo i migliori d’Europa, o almeno quelli che durante il 2008 hanno dato un notevole contributo alla vittorie delle proprie squadre. Ovviamente si tratta di una classifica assolutamente personale e nemmeno troppo equilibrata, vista l’abbondanza dei nomi in gioco.

So già di andare incontro a critiche furiose da parte vostra (in fondo all’articolo c’è spazio per i vostri commenti), ma per ora lasciatemi sfogare.