Che fine ha fatto Andres Guglielminpietro?

Arrivato in Italia come un giovane di belle speranze, ha avuto il suo momento di gloria nel 1998, quando segnando il gol vittoria a Perugia nell’ultima giornata permise al Milan di vincere lo scudetto. Poi da allora cominciò un lento declino, che l’ha fatto degradare da giovane talento a riserva di lusso, fino a terribile bidone.

Di lui sappiamo che dopo la prima buona annata con i rossoneri seguirono 3 anni di panchine, sfociate poi in uno dei tanti scambi fantasiosi con l’Inter, in cui i nerazzurri cedettero un certo Andrea Pirlo per avere il cartellino (alla pari) dell’argentino, per poi farlo vagare tra panchina e tribuna. L’ultima volta che si è visto in Italia indossava la maglia del Bologna nella stagione 2003-2004, ma poi di lui non si è saputo più nulla.

Che fine ha fatto Ruud Gullit?

In gioventù era noto come “Il tulipano nero“, centrocampista con il fiuto del gol insieme a Van Basten e Rijkaard formava il trio che ha fatto la storia del Milan. Ma gli anni pesano per tutti, e così prima o poi ci si doveva ritirare. Il primo, Van Basten, ha fatto la sua fortuna all’ultimo Europeo facendo un’ottima figura con la sua Olanda dei ragazzini. Il secondo si è fatto valere in una delle squadre più forti degli ultimi anni, il Barcellona di Ronaldinho-Messi-Eto’o.

E allora anche lui, Gullit, ha tentato la strada della panchina, nonostante sia stato l’ultimo dei tre a ritirarsi e sembrava volesse rimanere a giocare per tutta la vita. E forse questo suo ritardo gli è costato caro, vista poi la carriera che ha fatto dal ’98 in poi.

Che fine ha fatto Pietro Vierchowod?

40 anni e non sentirli. Non è stato il calciatore più longevo della Serie A, ma arrivare a giocare oltre i 40 anni a livello altissimo non è da tutti. E se si parla di calciatori longevi, non può non venire in mente Pietro Vierchowod, difensore centrale che ha fatto la storia dell’Italia (3 mondiali giocati, tra cui anche quello dell’82 e 8 maglie vestite nella massima serie).

Di lui si conoscono le doti eccelse, considerato uno dei più grandi difensori degli anni ’80 e ’90, ha vinto lo scudetto con la Roma e la Sampdoria, ha fatto diventare grande la Fiorentina e si è tolto lo sfizio di vestire la maglia della Juventus (con cui ha vinto la Champions) e del Milan. Ritiratosi nel 2000 a 41 anni ha fatto solo qualche piccola apparizione nelle serie minori come allenatore, ma che fine ha fatto?

Che fine ha fatto Darko Pancev?

“Devo avere pazienza con lui perché è macedone? Ma mì sun de la Bovisa e so minga un pirla!”

Così diceva il suo ex allenatore all’Inter Osvaldo Bagnoli quando, dopo le inutili quanto ridicole partite della sua “stella” Darko Pancev, doveva far fronte a presunti malori del calciatore che spuntavano quando rischiava di finire in panchina.

Darko Pancev è considerato uno dei più grossi bidoni del calcio italiano, non tanto per la sua scarsa vena offensiva, ma più che altro perchè era arrivato in Italia con la fama di attaccante più forte del mondo, ricercato da tutti i più grandi club europei, per poi andarsene dopo pochi anni deriso e senza più uno straccio di contratto. Ma che fine ha fatto?

Che fine ha fatto Roberto Baggio?

Roby, Divin Codino, o comunque lo vogliate chiamare, lui è sempre stato uno dei più forti calciatori che il calcio italiano abbia mai visto. Forse è il Maradona dell’Italia, ha giocato oltre 700 partite e segnato oltre 300 gol, di cui 27 in 56 gare in nazionale.

Nel Maggio 2004 la sua ultima gara con la maglia del Brescia. Partita che ha visto chiudere una grande carriera a 37 anni, non tanto per i raggiunti limiti di età, ma a causa di un ginocchio malandato che tornava spesso a fare i capricci. In molti hanno provato a farlo riprendere a giocare o comunque a far tornare nel mondo del calcio, ma a parte qualche partita di beneficienza, si può dire che il Codino nazionale sia scomparso (calcisticamente parlando). Ma che fine ha fatto?

Che fine ha fatto Tuta?

L’Italia è il paese dei misteri. Molti sono i casi di cui non si è saputo più nulla, dalla politica alla cronaca, ed ovviamente non poteva mancare ciò che sta più a cuore agli italiani: il calcio. Una delle più famose meteore del calcio italico era quel brasiliano tanto simile ad Aristoteles nel film “L’allenatore nel Pallone“, ma con un destino ben diverso: Moacir Bastos, meglio conosciuto come Tuta.

Di lui si sa ben poco. Si sa solo che arrivò dal nulla al Venezia, giocava poche partite ma sembrava promettere bene, fino a quella “tragica” partita contro il Bari di finale di campionato, quando segnò il gol del 2-1 negli ultimi minuti, e anzichè essere festeggiato dai compagni si è beccato solo insulti dagli altri giocatori del Venezia e le botte nello spogliatoio da quelli del Bari.