Che fine ha fatto Dino Zoff?

Di lui ci si ricorda quasi esclusivamente per il mondiale dell’82. Il suo nome è spesso associato a quell’immagine bellissima dei Mondiali di Spagna, mentre alzava quella coppa che all’Italia mancava da 40 anni, e che sarebbe mancata per oltre 20. A lui spesso è stato associato anche l’appellativo di portiere più forte della storia insieme a Lev Yashin, ed anche il record di diventare campione del mondo a 40 anni.

Ma di Zoff ci si ricorda molto poco della carriera dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Ad esempio ci si ricorda spesso che ha allenato l’Italia nello sfortunato Europeo del 2000, ancora meno che ha allenato la Lazio complessivamente per 7 anni, e saranno in pochissimi a ricordare che ha occupato anche la panchina di Juventus e Fiorentina. Ma poi, che fine ha fatto?

Che fine ha fatto Diego Maradona jr.?

Quando il grande Diego Armando Maradona (senior) lo riconobbe come suo figlio naturale nel 2003, subito si scatenarono le attenzioni su quel piccolo ragazzino di 17 anni che giocava nelle giovanili del Napoli, e che tutti davano già come prossimo campione della squadra partenopea. C’era già chi lo voleva far esordire in prima squadra, magari con la maglia numero 10 per poter vedere ancora una volta al San Paolo un Maradona far vincere la squadra. Ma poi il fallimento del club dell’anno successivo diventò anche il fallimento della sua carriera.

A soli 18 anni e con un nome troppo pesante sulle spalle fu sballottato da una squadra all’altra, ingaggiato più perché figlio di Maradona (sperando nei suoi geni calcistici) che per le sue effettive qualità. Ciò che è noto di Diego Sinagra (questo il suo vero nome) è che fu ingaggiato prima dal Genoa per giocare nelle giovanili, e poi passò al Cervia nel famoso reality show “Campioni“. Lì giocò molto poco a causa di un infortunio, tanto che, dopo la promozione in D, decise di lasciare la squadra. E da allora cosa ne è stato di lui?

Che fine ha fatto Rivaldo?

E’ stato Pallone d’Oro e Fifa World Player. Uno degli ex fenomeni del calcio mondiale, Rivaldo ha fatto la fine di molti suoi colleghi, cioè è sparito nel nulla, o quasi. Di lui ci si ricordano le grandi annate in cui guidava da solo il Barcellona, lo sbarco a Milano tra gli squilli di tromba e la fuga dalla società rossonera in silenzio come l’ultimo dei calciatori.

Famoso anche per essersi ripreso un pò di dignità nelle 3 annate greche con la maglia dell’Olympiakos, di Rivaldo Vitor Borba Ferreira, non si è saputo più nulla. Questo molto spesso è il destino dei calciatori brasiliani. Finché giocano alla grande fanno il giro dei migliori club europei, appena superano i 30 anni navigano per il mondo in cerca di un ingaggio.

Che fine ha fatto Faustino Asprilla?

Ve lo ricordate quell’attaccante del Parma di colore che correva come un ossesso e, quando segnava, faceva le capriole in stile Oba Oba Martins? Si chiamava Faustino Asprilla ed è da molti considerato uno dei più forti calciatori della Colombia, nonchè uno degli uomini simbolo della storia del club emiliano. Il suo exploit dei primi anni ’90 coincise con il periodo d’oro dei gialloblù, quando puntavano ancora allo scudetto, e per questo non è mai stato dimenticato.

Il problema è che da quando ha lasciato l’Italia sono passati ben 10 anni. Lui è ricordato ancora per le annate a Parma e in Inghilterra con la maglia del Newcastle, ma per il resto non si è saputo più nulla. Forse perché per cercare sue notizie bisognava guardare la pagina della cronaca nera dei giornali e non quella sportiva.

Che fine ha fatto Fabrizio Ravanelli?

Per tutti era Penna Bianca. Inconfondibile grazie al colore dei suoi capelli, Fabrizio Ravanelli era una delle prime punte più apprezzate del calcio italiano degli anni ’90. Riuscì anche a conquistare una Champions League nel ’96 con la maglia della Juventus segnando anche in finale contro l’Ajax. Ma quello fu l’apice della sua carriera, dato che da quel momento in poi fu un continuo crollo verso il baratro e l’oblìo.

Fece molto scalpore quando si trasferì, l’anno successivo, in Inghilterra, al Middlesbrough, dato che in quel periodo la Premier League era quasi preclusa agli italiani. Poi si trasformò in un autentico giramondo. Olympique Marsiglia, Lazio, e poi ancora Premier League nel Coventry e nel Derby County, dove fu completamente dimenticato dagli italiani. Dopo la deludente annata scozzese con la maglia del Dundee, ritornò in Italia, dove decise di concludere la carriera con la maglia della squadra che lo ha lanciato nel grande calcio, il Perugia. Ma poi?

Che fine ha fatto Edgar Davids?

Lo chiamavano “il Pittbull“, ed era anche il predecessore tra i “morditori di caviglie” del più celebre Ringhio Gattuso. Per molti anni, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 risultava sempre tra i centrocampisti più forti del momento, grazie soprattutto alle ottime annate con le maglie di Ajax e Juventus.

A differenza di tutti gli altri calciatori però aveva una caratteristica: o giocava in maniera perfetta o diventava il più grosso bidone della squadra. Così gli accadde di passare dal campione dell’Ajax alla delusione del Milan, e dalle ottime annate in bianconero (ben 7) alla delusione cocente con la maglia dell’Inter, che forse nemmeno il tifoso più accanito ricorderebbe. Oggi ha 35 anni, ma cosa fa?

Che fine ha fatto Denilson?

Ve la ricordate quella giovane ala brasiliana tutto dribling e doppio passo che faceva impazzire i maggiori club europei sul finire degli anni ’90? Il suo nome completo era Denílson de Oliveira Araújo, ma da tutti era conosciuto meglio come Denilson. Era titolare nel suo Brasile campione del mondo del 1998, nonchè uno dei calciatori più costosi per l’epoca (il suo trasferimento al Real Betis costò 60 miliardi di vecchie lire). Erano in molti i club europei che lo seguivano, compresi alcuni italiani, ma la clausola rescissoria stabilita dal club di Siviglia era talmente alta che nessuno poteva pensare nemmeno di avvicinarla.

La sua esperienza in Spagna però fu pressocchè fallimentare. Da lui ci si aspettava trascinasse da solo la squadra, ma nonostante giocò quasi tutte le gare nelle due stagioni di militanza, segnò solo 5 gol e il Betis retrocesse. Quella brutta stagione significò l’inizio del suo pellegrinaggio in giro per il mondo, ma anche la sua caduta nell’oblìo.

Che fine ha fatto Marcel Desailly?

E’ stato uno dei centrocampisti più controversi della storia. A partire dal nome, dato che non si chiamava all’anagrafe così come lo conosciamo noi, ma Odonkey Abbey, assunse il nome francese dopo la sua naturalizzazione. Ma al contempo è anche uno dei centrocampisti più forti di tutti i tempi. Rientra nei 100 calciatori più forti di sempre, classifica stilata nientemeno che da Pelè, ed è stato uno dei fautori di quella Francia spaziale di 10 anni fa, in grado di vincere coppa del mondo, europeo e due Confederations Cup di fila.

Di lui ci ricordiamo i grandi momenti passati al Milan, ma anche gli ottimi 6 anni in cui ha militato nel Chelsea. Poi di lui si sono perse le tracce. Possibile che un così forte calciatore sia scomparso nel nulla?

Che fine ha fatto Romario?

Il calciatore che tutti volevano (tranne l’Italia) negli anni ’90, Romário de Souza Faria, era una delle punte più forti al mondo, ma che, come il suo “antenato calcistico” Pelè non ha mai fatto fortuna in Europa. Noi italiani ce lo ricordiamo bene, quando faceva impazzire Baresi e compagni nella finale di Pasadena del ’94, nel Mondiale che, oltre alla coppa al Brasile, gli regalò anche il Fifa World Player.

Di lui sappiamo che a parte l’esplosione da ragazzino nel Psv Eindhoven e i due anni fantastici a Barcellona, per il resto in Europa è stato un fantasma. A Valencia giocò solo 6 partite e poi girò il mondo, dall’Asia agli Stati Uniti. Per lungo tempo nel nuovo millennio si è trascinato nei vari campionati con l’unico obiettivo di raggiungere i 1000 gol, raggiunti proprio come Pelè, su calcio di rigore. E poi?

Che fine ha fatto Gianluca Pagliuca?

Per tanti anni è stato considerato uno dei migliori portieri del mondo, e in alcuni almeno il miglior portiere d’Italia. Stiamo parlando del Gatto di Casalecchio, Gianluca Pagliuca, portiere per tanti anni di tantissime squadre, nonchè recordman di presenze in serie A. Infatti è finora il portiere con più partite giocate nella massima serie (592), e secondo nei professionisti soltanto ad un certo Paolo Maldini, che ha superato da un pezzo le 600 presenze.

Di lui ci ricordiamo il fantastico mondiale di Usa ’94 (e il palo baciato in finale contro il Brasile), le cose che ha fatto con Sampdoria e Inter, gli scudetti e le coppe internazionali. Purtroppo, come molti portieri arrivati ad una certa età, ha avuto una parabola discendente andando a finire prima nelle piccole squadre, e poi anche in Serie B, dove ha terminato la sua carriera con la maglia dell’Ascoli. Ma poi di lui non si è saputo più nulla.

Che fine ha fatto Falcao?

E’ stato uno dei calciatori più forti della storia della Roma (e forse il più forte), e del calcio mondiale. E’ da sempre il simbolo della bella Roma vincente che fu, come il calciatore più pagato e più adorato della storia della squadra della Capitale. Paulo Roberto Falcao è stato il mito giallorosso per eccellenza nelle stagioni dal 1980 al 1985, anno in cui a causa di un brutto infortunio decise che era il caso di lasciare l’Italia.

Dopo una lunga convalescenza si sa che non è mai più tornato quello di una volta, tant’è che decise di non giocare più nemmeno in Europa, e di chiudere la carriera in Brasile. Lì fu ingaggiato dal San Paolo, dove l’anno successivo, a soli 33 anni, appese le scarpette al chiodo. Ma poi che fine ha fatto?

Che fine ha fatto Eric Cantona?

E’ il calciatore più amato della Premier League, anche non essendo inglese. Uno dei Paesi più nazionalisti che ci siano ha scelto l’ex calciatore francese come il suoi preferito, superando anche mostri sacri come David Beckham e George Best. Grazie a lui il Manchester United è diventato grande e il calcio inglese è diventato famoso in tutto il mondo.

Di lui si conoscevano i successi (13 trofei di club e due personali), l’efficacia sotto porta nonostante non fosse un attaccante puro (segnò 64 gol i 144 partite con la maglia dei Red Devils), ma anche il caratteraccio, che l’ha portato più volte a litigare con i media, con i tifosi (famoso il calcio che dette ad un provocatore a bordo campo) e con gli avversari, che lo portarono anche ad avere problemi con la legge. Sappiamo anche che ha giocato fino al 1997 con la maglia rossa dello United, ma poi che fine ha fatto?

Che fine ha fatto Hristo Stoichkov?

E’ sicuramente uno dei calciatori più controversi della storia. Considerato uno dei più forti al mondo, tanto da essere inserito tra i 100 giocatori migliori della storia del calcio, ha sempre trovato diverse difficoltà nella vita, sia calcistica che in quella di tutti i giorni.

Ostacolato nel suo unico anno italiano al Parma dall’esplosione di Filippo Inzaghi e Gianfranco Zola, e al suo ritorno al Barcellona da Ronaldo e Rivaldo, è sempre stato il simbolo della nazionale bulgara, di cui ne è stato anche il ct. Di lui non si ricordano solo le giocate, ma anche le sortite caratteriali molto complesse, tanto da portargli guai con gli stessi compagni, con il fisco bulgaro (che lo ha denunciato per evasione fiscale) e addirittura con i genitori, che per punirlo per la sua assenza negli ultimi 30 anni, hanno dichiarato di non volerlo vedere mai più, nemmeno al loro funerale.

Che fine ha fatto Tomas Skuhravy?

A Genova se lo ricordano ancora tutti esultare con quella folta chioma al vento mentre faceva la capriola (diventata il suo marchio di fabbrica) dopo un gol. Passato alla storia per essere il simbolo del Grifone degli anni ’90 in cui ha segnato la bellezza di 58 gol in 163 partite, è sicuramente uno degli attaccanti più apprezzati della storia del calcio italiano, e forse il più forte della breve storia della nazionale della Repubblica Ceca.

Di lui si conoscevano le grandi giocate, la presenza in area che si sentiva da vero centravanti di sfondamento, e poi la gran simpatia che lo contraddistingueva, nonostante un aspetto a prima vista da uomo rude. In Italia lo abbiamo potuto ammirare fino al 1996, ultimo anno in cui vestì la maglia rossoblù, ma poi di lui non se n’è saputo più molto.