Champions League ottavi ritorno: Tottenham – Milan 0-0

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Gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League.
Stadio White Hart Lane:
Tottenham-Milan 0-0

Risultato della gara di andata: 0-1
Qualificato ai quarti di finale: Tottenham

Altra sera con il fiato sospeso e, per quanto gli anni recenti ci stiano abituando a più di una cocente delusione che solo la vittoria dell’Inter nella passata edizione di Champions League ha smorzato, ennesima divisione in due dell’Italia pallonara. Tra chi ha fatto il tifo per il Milan e chi – chissà quanti di più – si è prodigato a incitare per 90’ il Tottenham. Gli inglesi partivano dal vantaggio della sfida di andata, quando in virtù della rete siglata da Crouch sugli sviluppi di un contropiede, gli Spurs riuscirono a sbancare San Siro; ai rossoneri occorreva solo vincere. Con qualunque punteggio – lo 0-1 avrebbe garantito i supplementari – ma vincere.

Precedenti amari per gli italiani che, nelle sfide contro il Tottenham, annoveravano un bilancio di un pareggio e due sconfitte. Altro spunto di riflessione del pre partita: capire se davvero esista una maledizione di nome Ibrahimovic. Ovvero: tanto lo svedese è stato fino a oggi garanzia di vittoria del tricolore quanto sinonimo di eliminazione nell’Europa che conta. In attesa di cavare con certezza la duplice risposta, una parte della verità la si può già mettere in valigia: i rossoneri non riescono a espugnare un White Hart Lane gremito in ogni ordine di posto e vengono eliminati agli ottavi. Se ciò sia l’equivalente del fatto che il tifo milanista possa già festeggiare con giubilo la conquista dello scudetto, lo si vedrà.

Champions League: al Barcellona riesce la remuntada, 3-1 all’Arsenal

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Difficilmente possiamo credere che Wenger potesse aver impostato una partita di difesa al Camp Nou, in stile Mourinho con 11 giocatori a protezione dell’area di rigore e ripartenze con uno o due contropiedisti a sperare che avvenga qualcosa. Più probabile è che sia stato il Barcellona a costringere l’Arsenal sulla difensiva per 90 minuti e più, portando ad un certo punto il possesso di palla a superare il 70%, roba da amichevole estiva contro squadra dilettante.

Ma siamo in un ottavo di Champions League, e l’Arsenal doveva difendere il 2-1 dell’andata, e per un tempo ci riesce bene. L’unica punta Bendtner non è pervenuto per tutto il primo tempo, mentre le mezze punte si trasformano in terzini. E così i primi 45 minuti si chiudono sullo 0-0 che qualifica l’Arsenal.

Shakthar – Roma: Montella deluso, Lucescu sorpreso

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Miracolo, impresa, risultato ribaltato: erano in molti alla vigilia del ritorno di Champions a scommettere che la Roma sarebbe riuscita a capovolgere a proprio favore il 2-3 rimediato contro la Shakthar Donetsk. Ma alla fine della fiera ci ritroviamo a commentare una vera e propria batosta per gli uomini di Montella, che nel gelo della città ucraina abbandonano la massima competizione per club a livello europeo e se ne tornano a casa a capo chino.

3-0 il risultato finale, con i capitolini che non sono riusciti ad andare ad di là di un rigore conquistato (e sbagliato), rimediando anche un’espulsione pesante (quella di Mexes), che non ha certo favorito il tentativo di rimonta. La prima europea di Montella, dunque, finisce con una batosta, mentre dall’altra parte Lucescu si conferma un vecchio volpone e porta a casa un risultato storico per la sua squadra.

Champions League ottavi ritorno: Shakhtar Donetsk – Roma 3-0

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Gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League.
Stadio Donbass Arena, Donetsk:
Shakhtar Donetsk-Roma 3-0
Reti:
18′ pt Hubschmann (S), 13′ st Willian (S), 42′ st Eduardo (S)

Andata: 2-3
Qualificato ai quarti di finale: Shakhtar Donetsk

Serviva l’impresa e, per dirla alla Totò, è arrivata una ciofeca di cui l’undici giallorosso è colpevolmente protagonista. La Roma saluta la Champions League archiviando la competizione europea con una prestazione da dimenticare: di fronte allo Shakthar, i capitolini, non hanno che da inchinarsi e riconoscere sportivamente una superiorità che il campo – nel corso di 180’ – ha reso evidente. Si qualifica ai quarti chi ha meritato di passare il turno. Vincenzo Montella era chiamato al miracolo: l’ambiente pareva galvanizzato in seguito ai tre risultati utili consecutivi inanellati con il nuovo corso griffato dall’Aeroplanino, invece l’assenza dell’entusiasmo poi prontamente ritrovato (con le dimissioni di Ranieri) non era in realtà causa principale della malattia. Semmai, diciamo adesso, si parli di rosa ampiamente sopravvalutata.

Con andamento cronologico. A Donetsk il termometro nell’immediato pre-partita segnava –10 gradi centigradi: nel freddo glaciale cui gli uomini di casa sono abituati, Mircea Lucescu sceglie lo stesso modulo degli ospiti: due speculari 4-2-3-1 con Luiz Adriano terminale offensivo dei locali e – sorpresa dell’ultim’ora perché tutti accreditavano Totti punta fissa – Borriello ultimo uomo della manovra capitolina. Diga De Rossi-Pizarro a protezione della difesa. Il 2-3 dell’andata obbligava Doni e compagni a vincere con due reti di scarto o a trovare un successo di misura con almeno quattro reti all’attivo. Roba che dirlo a risultato acquisito fa soltanto sorridere.

Champions League, Montella ci crede

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Partita da dentro o fuori, con un pesante 2-3 da recuperare nel gelo di Donetsk, con la Roma chiamata all’impresa in quella che è la prima europea di Vincenzo Montella da allenatore. L’obiettivo è quello di tornare dall’Ucraina con un vantaggio di due reti che significherebbe passaggio del turno e morale a mille in vista del derby del prossimo turno di campionato. Ma lo Shakhtar è squadra solida e tecnica, quasi imbattibile sul terreno di casa (53 partire senza sconfitte) e poco propensa ad abbandonare sul più bello il cammino europeo. L’ex aeroplanino è però fiducioso:

Sono molto ottimista, la squadra sta crescendo, sarà una partita difficile perché giochiamo contro una squadra valida. Lo spirito deve essere quello degli ultimo 15 minuti di Lecce, ci vorrà massima attenzione fino alla fine. Le motivazioni sono quelle che fanno la differenza e a volte bisogna anche crearle. È importante lavorare per vincere.

Champions League, presentato il pallone della finale (gallery)

Nasri, Defoe e Kalou hanno appena presentato al mondo il pallone che sperano di poter calciare il 28 maggio prossimo, quando a Wembley si terrà la finale di Champions League. I tre rappresentanti delle squadre inglesi hanno così mostrato il Finale London, il nuovo pallone dell’Adidas che, per l’occasione, è voluto diventare un po’ english.

La fantasia delle stelle che caratterizzano da qualche anno la competizione ricorda un po’ la croce di San Giorgio, patrono dell’Inghilterra, con la coloratura bianca e rossa interrotta soltanto da una stella arancione e dal logo della Champions League.

Mourinho deve risolvere il caso Ramos

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In pochi mesi José Mourinho è riuscito a dare la sua impronta al Real Madrid, non tanto sul piano del gioco, quanto nello spirito che i suoi giocatori hanno mostrato in campo. Per capirlo basta osservare la generosità con cui giocano De Maria e Marcelo, o ammirare il pronto adattamento di Mesut Özil nel suo nuovo ruolo.

Lo Special One però non può dormire sugli allori, perché ogni giorno si trova davanti nuovi problemi da risolvere: l’eccellenza del Barcellona, le divergenze d’opinione con certi dirigenti – soprattutto con Valdano – e infine alcune questioni che riguardano lo spogliatoio.

Il Milan visiona Taiwo, Lucho e M’Bia

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Didier Deschamps ha bloccato con il suo Marsiglia – senza il suo centravanti titolare André Gignac – il Manchester United sullo 0-0.

Al Vélodrome di Marsiglia mercoledì c’era anche Ariedo Braida, il direttore sportivo rossonero. Ma non era lì per l’allenatore francese. In vista del mercato estivo, il dirigente del Milan sta setacciando in particolare il campionato francese.

Inter – Bayern Monaco 0-1: fotogallery

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La vendetta è un piatto che va servito freddo, recita un vecchio detto, ed il Bayern Monaco lo ha fatto suo in una sera, restituendo all’Inter un po’ della delusione subita qualche mese fa, quando i nerazzurri sollevavano la Champions League ed i tedeschi si accontentavano del secondo posto. Ma alla prima occasione utile i bavaresi hanno trovato il moo di rifarsi, beffando l’Inter proprio sul suo terreno, davanti al suo pubblico e per di più nei minuti finali, quando non si attendeva altro che il triplice fischio dell’arbitro.

E dire che i campioni d’Europa hanno avuto le loro buone occasioni per portarsi in vantaggio, ma il portiere Kraft questa sera sembrava insuperabile ed alla fine si è sentita la mancanza di un attaccante che aiutasse Eto’o negli ultimi metri. Il Bayern Monaco da parte sua non ha demeritato ed anzi si è portato spesso dalle parti di Julio Cesar, colpendo anche un paio di legni nel corso della gara.

Champions League ottavi andata: Inter – Bayern Monaco 0-1

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Andata degli ottavi di finale di Champions League.
Stadio Giuseppe Meazza di San Siro, Milano.
Inter-Bayern Monaco 0-1
Rete: 45′ st Gomez (B)

Pensare che la finale della scorsa edizione di Champions League si sia trasformata, quest’anno, in un ottavo di finale lascia perplessi e provoca sottile dispiacere per il fatto che una delle due, l’Inter o il Bayern, vivrà di conseguenza una stagione peggior di quella che ha preceduto. Di contro, quella tra italiani e tedeschi è rivincita a tutti gli effetti: per gli ospiti, ovviamente, i quali sono motivati e intenzionati a “vendicare” la cocente sconfitta di Madrid che ha incoronato il Biscione campione d’Europa. Altra Inter? Neanche troppo, visto che l’unica defezioni di rilievo è quella di Mourinho, accasatosi al Real Madrid.

Gli uomini di Van Gaal – rimasto dove stava un anno fa – si sono rinforzati dal punto di vista numerico e hanno concentrato gli sforzi sulla maggiore incisività del reparto offensivo: i dati parlano di una squadra capace, nelle ultime 24 gare ufficiali, di inanellare la bellezza di 74 reti all’attivo. Osservazione inevitabile a incorniciare l’incontro – e impreziosire l’eventuale passaggio del turno dei padroni di casa – è quella per cui i nerazzurri hanno il dovere morale (viste le debacle nelle sfide interne di Milan e Roma) di tenere alti i colori italiani. Nonostante ciò, ne siamo certi, tre quarti d’Italia ha fatto, e lo farà con intensità maggiore nella sfida di ritorno, il tifo per Ribery e compagni.

Champions League: il Chelsea prenota i quarti, pari tra Lione e Real Madrid

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Il Lione si conferma la bestia nera del Real Madrid, e nemmeno se su quella panchina si siede uno come Mourinho la storia può cambiare tanto facilmente. Se poi lo Special One si esibisce in una serie di errori grossolani, allora diventa quasi impossibile avere la meglio su una buona squadra sul suo campo.

Lione-Real Madrid finisce 1-1, ma visti i valori delle due squadre la gara sarebbe potuta finire con una netta vittoria degli spagnoli. Il Lione gioca meglio, ma le occasioni migliori capitano sui piedi di Cristiano Ronaldo e compagni, i quali colpiscono una traversa e un palo. Gli errori di Mou sono essenzialmente due: puntare su un inguardabile Adebayor e non osare come di solito fa. Ed infatti appena toglie il togolese per inserire l’odiato Benzema, il francese va in gol in quello stadio in cui di reti ne ha segnate 43. Per il Lione il gol del pareggio che rimanda tutto al Bernabeu è di Gomis.

Gattuso commenta la squalifica in Champions

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Lui è così, prendere o lasciare. Duro e corretto in campo, schietto davanti ai microfoni, quando si tratta di commentare questo o quell’altro episodio. Nessuno può negare però che nell’andata degli ottavi di Champions League contro il Tottenham Rino Gattuso abbia esagerato, quando si è scagliato contro Joe Jordan con fare minaccioso, davanti allo sguardo allibito di milioni di telespettatori, che mai avevano assistito alla messa in scena del “Gattuso furioso”.

Per quel colpo di testa il centrocampista del Milan si è beccato ben cinque giornate di squalifica ed ora deve sperare che i suoi compagni conquistino la finale per poter tornare su un campo europeo prima del termine della stagione. Rino ammette le proprie colpe ma ha qualcosa da ridire riguardo al lungo stop inflittogli dall’Uefa. Eccolo al microfono de Le Iene:

Ho fatto una figura di m…a, ma per me il rispetto è importante. Mi hanno dato 5 giornate, ci manca solo che mi davano un mese di galera. Al ritorno volevo esserci, ma mi hanno consigliato di no: sono in 37mila, sai come sarei tornato gonfio a Milano. Avrei preso 37mila schiaffi.

Inter – Bayern Monaco: Leonardo vuole vincere

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Dolci ricordi in casa Inter, in vista della gara contro il Bayern Monaco, che una manciata di mesi fa valeva per il titolo di Campioni d’Europa. Ricordi da cancellare per i tedeschi che nella gara di domani cercheranno di spazzar via dalla mente quella triste notte, quando Milito dimostrava di essere il miglior attaccante in circolazione, passeggiando sui sogni di glori dei bavaresi.

Leonardo quella sera era lontano mille miglia, legato ancora ad un sogno a strisce rosse e nere e forse nemmeno immaginava che un giorno si sarebbe trovato a difendere i colori dei cugini. Ma ora il brasiliano è sulla panca dell’Inter e vuole godersi fino in fondo il momento, mentre ricorda all’Europa intera che il titolo di campione è nelle mani dei nerazzurri:

Siamo campioni in carica: questa squadra ha la capacità di affrontare le difficoltà, mi sento tranquillo. Scenderemo in campo mettendo tutto quello che abbiamo: ho la certezza di allenare un gruppo che pensa soltanto a vincere. Sono certo che il comportamento dei ragazzi sarà quello di un undici che sa di essere campione d’Europa e non solo.