L’inter vince di misura, la Roma ancora sconfitta

Mercoledì amaro per la Roma di Spalletti, costretta ad incassare la terza sconfitta in 10 giorni, nonostante il rientro a tempo pieno di Totti ed i segnali di ripresa mostrati. Stavolta a infierire sul momento no dei giallorossi è stato il Chelsea, sebbene abbia avuto bisogno di un tempo e mezzo per aver ragione di una Roma che si è difesa in modo ordinato.

Ma non è bastato. Nel primo tempo la voglia di rivalsa dei capitolini si è fatta sentire, ma a ben guardare non è che le occasioni da gol siano state così evidenti, tanto che Cech ha vissuto una serata di relativo relax. Meno equilibrata la ripresa, con il Chelsea a spingere e la Roma alla ricerca affannosa di almeno un punto da portare a casa.

Alla fine, però, sono i Blues ad esultare, grazie ad un gol di John Terry, quando mancava solo un quarto d’ora al fischio finale. Nella serata del’ennesima disfatta, l’unica consolazione è che il Bordeaux ha battuto il Cluj, lasciando aperta la porta della qualificazione per gli uomini di Spalletti, che ora chiudono la classifica con 3 punti, proprio come i francesi, mentre il Cluj è fermo a 4.

Champions League: Chelsea e Barça con un piede negli ottavi

Stavolta non si sono ripetuti i fuochi d’artificio di 24 ore fa, ma la serata di Champions ha regalato delle buone emozioni anche questa volta. E’ andata bene alle italiane guardando le concorrenti dei gironi. Nel girone della Roma la sconfitta col Chelsea viene ridimensionata dalla vittoria del Bordeaux contro il Cluj. La formazione che è parsa stellare contro i giallorossi si è sgonfiata contro i francesi, permettendo così di accorciare la classifica, che vede volare il Chelsea, ma rimanere in gioco tutte e tre le altre concorrenti.

Nel girone dell’Inter è ancora tutto più facile. La solita goleada che accompagna le partite del Werder Brema si ripete anche stavolta, in casa del Panathinaikos. Passano in vantaggio i tedeschi con il difensore Mertesacker, e si fanno raggiungere dopo 7 minuti da Mantzios. Il greco raddoppia nella ripresa, ma nel finale Hugo Almeida pareggia e lascia strada libera all’Inter che naviga tranquilla, e lascia all’Anorthosis ancora speranze di qualificazione.

La Juve risorge, la Fiorentina semina e non raccoglie

E quando meno te lo aspetti ritorna la Juve vera, quella che non si ammirava da tempo, quella capace di far paura anche ad un’armata chiamata Real Madrid. La Juve c’è, nonostante le critiche, nonostante gli infortuni, nonostante le due sconfitte consecutive in campionato. La Juve c’è, nonostante tutto.

La gara dell’Olimpico era iniziata tra la commozione generale per il lutto che ha colpito le famiglie di due tifosi, rimasti coinvolti in un incidente proprio mentre raggiungevano Torino. Un minuto di silenzio, poi la gara.

Sei minuti di gioco: tanto è bastato al Ral Madrid per capire che le ultime prestazioni della Vecchia Signora erano ormai messe in archivio. Palla a Del Piero, destro a girare e corsa liberatoria a braccia aperte e lingua in fuori!

Champions League: record di gol, 36 in 8 partite

Altri 2 gironi in campo oltre a quelli delle squadre italiane nella serata di ieri sera, ma soprattutto 36 gol in sole 8 gare probabilmente non si vedevano da tempo. Il record di giornata va a Villareal-Aalborg. Sembrava una partita come le altre, con un inizio in sordina che faceva pensare ad una gara tattica per studiare le mosse dell’avversario. E invece il vaso di Pandora viene scoperchiato al ventesimo da Saganowski. Non l’avesse mai fatto. Rossi pareggia dopo 8 minuti, e da quel momento in poi le reti arrivano a grappoli. Il primo tempo si chiude sul risultato di 2-2 con i gol arrivati tutti nel giro di un quarto d’ora. Alla fine della partita sul tabellino si leggerà 6-3 per gli spagnoli, con l’Aalborg che oramai dice addio ai sogni qualificazione, se mai ne ha avuti.

Può sperare solo nel posizionamento Uefa, dato che anche la concorrente Celtic non fa una bella figura a Manchester, dove lo United passeggia 3-0 con doppietta di Berbatov. Ormai la qualificazione di Manchester United e Villareal è solo una questione di settimane.

La Roma sorride, l’Inter mugugna

Il calcio è veramente strano e al termine della seconda giornata di Champions League ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione. Archiviati i pareggi di Juventus e Firentina nelle gare di martedì, toccava a Roma ed Inter difendere l’onore dell’Italia in campo internazionale.

Impresa agevole per la squadra di mister Mourinho, impegnata in casa contro un Werder Brema decisamente inferiore a livello tecnico. Compito più difficile per la Roma contro il Bordeaux e non per un discorso di inferiorità o meno, ma semplicemente perché orfana di molti pezzi pregiati (Totti in testa, ma non solo).

Ma il campo ha capovolto le situazioni, tanto che questa mattina ci ritroviamo a commentare il pareggio dell’Inter (che a tempo scaduto poteva trasformarsi addirittura in disfatta) e la vittoria corsara della Roma su un campo difficile come quello francese.

La Juve trema, la Fiorentina arranca

La serata che non ti aspetti. Juventus e Fiorentina erano chiamate a due impegni non certo priobitivi nella seconda giornata di Champions League, ma non hanno saputo sfruttare la superiorità tecnica (l’una) ed il fattore campo (l’altra).

E così ci ritroviamo a dover commentare due pareggi e a ringraziare il cielo che almeno la classifica si sia mossa, in attesa di tempi migliori.

I bianconeri sono partiti nel peggiore dei modi sul campo del Bate Borisov, scioccati oltremodo da una squadra che corre, lotta e per metà primo tempo fa la parte del leone, ritrovandosi in vantaggio di due gol. Sugli altari Kryvets e Stasevich, eroi per una notte nel freddo di Minsk, davanti all’armata bianconera. La fortuna della Vecchia Signora è che Ranieri abbia deciso di schierare sin dal primo minuto quel metro e mezzo (o poco più) di classe cristallina che risponde al nome di Sebastian Giovinco.

Eurogaffe di Trefoloni: no a ripetizione della partita

Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Così può essere riassunto quanto accaduto ieri sera in una gara valevole per la prima giornata di Champions League (occhio ragazzi, non una partita tra scapoli e ammogliati, ma la competizione più importante in Europa a livello di club).

Nell’occhio del ciclone un arbitro italiano (ma non avevamo i migliori del mondo?), Matteo Trefoloni, protagonista di un episodio che farà molto discutere di qui alla fine della fase a gironi.

Il motivo? Un clamoroso scambio di persona che ha portato all’espulsione di un giocatore al posto di un altro, con tanto di polemiche durante e dopo la gara. Ma c’è di più. Il fischietto italiano non solo ha danneggiato la squadra sul momento, ma non ha nemmeno ammesso l’errore in seguito, visto che sul referto non si fa il minimo accenno a quella che ormai tutti chiamano la euro-gaffe! Volete saperne di più?

Champions League: gioia Juve, rimpianti viola

E’ il bello del calcio, o almeno così dicono. Certo è difficile raccontarlo stasera ai tifosi della Fiorentina, convinti per più di sessanta minuti di poter portare a casa i tre punti, per poi ritrovarsi raggiunti ad un passo dall’impresa dal Lione campione di Francia. Ed è difficile anche raccontarlo ai tifosi dello Zenit St. Pietroburgo, che per un tempo e mezzo hanno sperato di poter fermare la blasonata Juventus lontano da casa.

Ma i viola non avevano fatto i conti con lo scarso fair-play dei francesi né con un arbitro che avrebbe potuto fermare il gioco prima che Piquionne dimezzasse lo svantaggio con Zauri a terra, mentre i russi non avevano considerato che la Juventus ha tra le sue fila un certo Alessandro Del Piero, capace di tirar fuori dal cilindro la giocata risolutiva in qualunque momento della gara.

Peccato per gli uomini di Prandelli, che alla fine del primo tempo erano già in vantaggio per due a zero, grazie ad un Gilardino ampiamente ritrovato, che metteva la testa sui cross dei compagni e faceva sognare la grande impresa al popolo viola. Un vantaggio meritato, nonostante la grande partenza del Lione e le incursioni di Benzema sulla fascia sinistra.

Champions League: l’Inter va, la Roma sprofonda

Bene solo per metà la prima uscita delle italiane in Champions League, in una serata che avrebbe dovuto consegnarci due successi. Almeno sulla carta. Avevano sorriso i giallorossi in fase di sorteggio, quando si erano ritrovati nel girone gli sconosciuti nonché debuttanti romeni del Cluj, una squadra senza grosse ambizioni, in cui l’unico nome noto è quello di Peralta (ma alzi la mano chi ricorda che è passato dalle parti dell’Inter qualche anno fa).

Ma ieri sera c’è stato ben poco da sorridere in casa Roma ed ora è già tempo di bilanci, dopo un inizio di campionato stentato ed un esordio in Champions che peggio non poteva andare.

E dire che la Roma era partita bene, creando ghiotte occasioni da gol ed andando in rete con il sempreverde Panucci (di testa, come suo solito), ma poi qualcosa deve essersi spezzato negli equilibri di una squadra che sembra lontana parente di quella ammirata durante la scorsa stagione. La giustificazione continua ad essere quella delle assenze pesanti, ma, di fronte ad una squadra che sentiva per la prima volta il profumo dell’Europa che conta, non serviva certo la Roma migliore per portare a casa i tre punti.