Abramovich fa la lista della spesa

Negli ultimi 5 o 6 anni quando si pensava ad un giocatore che dovesse cambiar maglia per un grosso quantitativo di denaro, si pensava subito al Chelsea. Da quando Abramovich ha preso in mano la squadra londinese ha speso centinaia di milioni per acquistare i più forti calciatori da ogni angolo del mondo. Ma non sempre essi si sono rivelati utili alla causa. Anzi, delle volte si sono rivelati anche dannosi (vedi Sheva).

E allora il presidente russo, poco abituato alle sconfitte, dopo le numerose umiliazioni subite negli ultimi tempi (sconfitta in finale di coppa di lega contro il Tottenham ed eliminazione da parte del Barnsley dalla Fa Cup), ha deciso di invertire la tendenza. Mezza squadra sul mercato, per un valore stimato intorno agli 80 milioni di euro.
Non è impazzito il boss di Gazprom, ma ha intenzione di rifondare la squadra, mandando via i giocatori scontenti per fare cassa (termine per lui nuovo) ed acquistare giovani motivati.

Sheva ha voglia di Milan!

E’ triste Shevchenko, triste e nostalgico. Mercoledì sera è andato all’Emirates per assistere all’andata degli ottavi di finale di Champions League tra Arsenal e Milan, ma soprattutto per riabbracciare i suoi ex compagni. Dice che è stato bello rivederli tutti, e se prima c’era il sospetto, ora c’è la certezza: tornerebbe a Milano di corsa. Ha affermato d’aver trovato lo stesso clima, lo stesso ambiente che tanto gli piaceva e che non c’è al Chelsea, già in estate si parlava di un suo possibile ritorno che adesso sembra tutt’altro che improbabile. Adriano Galliani e Silvio Berlusconi lo prenderebbero subito, e lui non se lo farebbe ripetere due volte, mettiamoci anche che a Londra non ha mai espresso le sue immense capacità e l’affare sembra già fatto. Sheva segue il Milan ogni volta che può, e si è espresso riguardo la posizione della squadra nella Serie A.

Reimond Manco: la classe arriva dal Perù

Ecco un altro giovane talento che i nostri club si sono lasciati scappare! Ma è mai possibile che i nostri presidenti non abbiano nemmeno i soldi necessari per pagare un biglietto aereo ad un osservatore? Il fenomeno di turno si chiama Reimond Manco, già da tempo nelle mire di mezza Europa, nonostante la giovanissima età (compirà 18 anni il prossimo agosto) e nella stagione 2008-2009 sarà al servizio del PSV Eindoven, al fianco del connazionale Jefferson Farfàn.

La squadra olandese, attualmente prima nella Eredivisie, ha dato l’annuncio del suo acquisto un paio di giorni fa, per la felicità dei pochi che hanno avuto occasione di vederlo giocare nel Mondiale Under 17 dello scorso anno, in cui ha strappato consensi ed applausi, trascinando il Perù fino ai quarti.

Ed il mondiale coreano non è altro che la logica conseguenza di un’ascesa continua del giovane Reimond, che negli anni dell’adolescenza (tra l’altro non ancora completata) ha dimostrato di saperci fare con la palla tra i piedi, vincendo addirittura il Pallone d’Oro nel Subamericano Sub 17, davanti al richiestissimo brasiliano Lulinha, per cui il Chelsea ha offerto la bellezza di 15 milioni di dollari. Una bella soddisfazione per l’astro nascente del calcio peruviano, che non si apettava certo un simile riconoscimento, avendo segnato solo tre gol nella manifestazione.

L’uomo mercato dell’estate: Carvalho de Olivera Amauri

Carvalho de Olivera Amauri è ormai un campione indiscutibile, ha tecnica, velocità, potenza fisica e fa spesso goal. E’ uno dei giocatori più richiesti del mercato, tutta l’Europa lo vuole, Barcellona, Milan, Juve, Real, Inter e Chelsea sono pronte a follie per lui. Un attaccante completo, moderno, che può far fare un salto di qualità a qualsiasi squadra, e che ora vuole un club prestigioso nel quale alzare qualche trofeo.

Pavel Nedved: il Giappone chiama, ma lui vuole la Champions!

Era l’estate del 1996 quando lo vidi per la prima volta furoreggiare su un campo di calcio, su e giù a macinar chilometri, senza sosta per novanta minuti. Forse perché la sua capigliatura bionda lo faceva notare più di altri o forse perché realmente la sua presenza si faceva sentire rispetto ai compagni, ma sembrava che in quell’edizione degli Europei fosse il protagonista indiscusso della sua nazionale e non solo.

Troppo facile prevedere un futuro ad altissimi livelli, per uno come lui che di nome fa Pavel Nedved e di professione fa il jolly di centrocampo con licenza di offendere e già lo vedevo con la casacca di qualche grande club italiano, pronto a stendere un tappeto rosso davanti ai suoi preziosissimi piedi.

Finì alla Lazio di Cragnotti, che cercava in quegli anni di affermarsi tra le regine del calcio nostrano e che non badava a spese, pur di assicurarsi le prestazioni dei nomi più in vista nel panorama internazionale. E Nedved, Campionato Europeo a parte, non era tra le stelle del firmamento calcistico o almeno non ancora, ma di lì a poco sarebbe diventato uno tra i campioni più richiesti a livello europeo.

Il calciomercato non si è fermato!

Si è conclusa da poco più di una settimana la finestra invernale di calciomercato, ma le società non si sono fermate. Si continua a trattare in vista futura, nomi che si erano già fatti nel recente passato ma anche nomi nuovi, si risolvono casi di comproprietà e, soprattutto, si inizia a conservare i soldi nel salvadanaio.

Franco Di Santo: potenza argentina

C’era un tempo in cui l’Argentina era l’Eldorado, la terra promessa per migliaia di europei, (per lo più italiani) che salivano su una nave con una valigia di cartone piena di sogni e di speranze. Ora da lì partono giovani ambiziosi, che cercano nel Vecchio Continente il riscatto da una vita spesso difficile tra i campetti sterrati di periferia.

Certo ora ci sono i trolley e non c’è più bisogno di sopportare viaggi lunghi giorni e giorni per attraversare l’oceano, ma le speranze che animano questi ragazzi sono le medesime dei loro nonni. Il mondo sembra essersi capovolto ed ora la terra promessa, almeno dal punto di vista calcistico, è l’Europa.

Lo sanno bene i ragazzi sudamericani che cercano di mettersi in mostra nei vari tornei internazionali, pur di strappare un contratto ad un club d’oltreoceano. Il caso più eclatante in questo senso è quello dell’Argentina Under 20, completamente saccheggiata dalle squadre europee, che non si sono lasciate sfuggire l’occasione di assicurarsi i futuri fenomeni del pallone.

Jozy Altidore: il volto nuovo del soccer

Da queste parti lo conosciamo più per essere uno dei testimonial dell’Adidas -trasformato in cartone animato alla pari di Messi, Ochoa e Guardado– che per quello che ha fatto realmente vedere su un campo di calcio, ma Josmer Volmy Altidore, detto Jozy, è sicuramente destinato a far parlare di sé nei prossimi anni.

Classe 1989, figlio di genitori tahitiani, nasce negli States, dove è difficile far carriera nel mondo del pallone, sport considerato minore rispetto al baseball, al basket, al football. Ciò non gli impedirà di innamorarsi del soccer, che segue in tv durante i Mondiali ’94, quelli del rigore di Baggio e del Brasile tetracampeao, quelli delle partite a mezzogiorno e dell’ennesima squalifica di Maradona per uso di droga.

Non ce l’ha fatta la macchina mondiale dell’organizzazione a far decollare il progetto-calcio negli USA, ma ciò non toglie che migliaia di bambini si siano innamorati di quel pallone da prendere a calci. E così Jozy comincia la sua carriera a livello scolastico. dimostrando di saperci fare e di avere buone possibilità per un futuro da calciatore, tanto da essere notato dagli organizzatori del Generation Adidas, una specie di vivaio dove far crescere le giovani promesse americane.

Gianluigi Buffon: il numero 1 al mondo fermo ai box

Un guaio che non ci voleva, in un momento della stagione in cui bisogna lottare per mantenere saldo il posto in classifica, se si vuole continuare a cullare sogni europei. E si è infortunato proprio lui, uno dei pochi intoccabili della rosa bianconera e del campionato in generale, uno che fa la differenza, che quando manca, si sente.

Non stiamo parlando di un centravanti che fa gol a raffica, permettendo ad una squadra di salire in classifica, ma di uno che i gol li deve evitare per guadagnarsi il pane: Gianluigi Buffon, numero uno della Juventus e della Nazionale Italiana, numero uno tra i portieri in circolazione.

Nell’ultimo periodo è afflitto da mal di schiena ed il suo rendimento in campo rischia di essere condizionato da questo fastidio, tanto che è stato fermato in via precauzionale per la gara di oggi contro il Livorno. I medici non si sbilanciano, ma sembra trattarsi di una piccola ernia che lo terrebbe fuori dai pali per almeno un mese: un’eternità per uno del suo livello, la cui assenza si farebbe sentire pesantemente.

Fabien Barthez: dopo il calcio, un’accademia per portieri

Può un uomo che ha passato gran parte della sua vita a correre e sudare su un campo di calcio, vivere lontano dal calcio? Beh, a dire il vero lui ha corso e sudato veramente poco, facendo il portiere di professione, ma Fabien Barthez difficilmente riuscirà a resistere al richiamo del prato verde. Si dice felice della sua vita da pensionato nella splendida villa del XVII secolo alle porte di Tolosa, dove trascorre le giornate tra la piscina, le passeggiate nel bosco e la vita familiare, ma non nega di avere progetti importanti per il futuro.

Il suo sogno è quello di metter su un’accademia per portieri, per insegnare ai ragazzi del futuro quanto di buono ha imparato in tanti anni di carriera: “Un modo per restituire quanto ho ricevuto”.

Ed ha ricevuto veramente molto questo personaggio anomalo e discusso, che a guardarlo somiglia più ad un centrocampista alla Gattuso che non all’ultimo baluardo della difesa. Portiere lontano dallo stereotipo classico, che vuole il numero 1 dotato di notevole altezza, è comunque riuscito a togliersi diverse soddisfazioni in tutte le squadre in cui ha militato.