Bologna ancora nel caos: si dimettono Zanetti e Baraldi

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E’ durato meno di un mese il “regno”, se così si può definire, di Massimo Zanetti, ormai ex presidente e consigliere di amministrazione di Bologna 2010, la società che detiene il 40% del pacchetto di maggioranza del club. Alla base della decisione ci sono le tensioni con gli altri soci sulla nomina ad amministratore delegato di Luca Baraldi, nonché gli altri problemi riscontrati con altri imprenditori che si sono tirati indietro nelle offerte alla società, mettendo in dubbio la possibilità di raggiungere la quota utile per salvarla dal fallimento. Questo il comunicato di Zanetti:

E’ con profondo rammarico che – unitamente ai miei collaboratori Luca Baraldi e Stefano Trombetti – mi vedo costretto a rassegnare le dimissioni da Presidente e Consigliere di Amministrazione della nostra gloriosa società. Contestualmente, pur rimanendo socio, ho rassegnato le dimissioni anche da Consigliere di Amministrazione di Bologna 2010. Ben sapendo che in questi pochi giorni di lavoro dall’insediamento nelle rispettive cariche si è fatto solo il bene del Bologna FC, che ha già beneficiato di un positivo impatto nella riduzione dei costi, avendo riscontrato sia divergenze sugli aspetti finanziari sia ambigui comportamenti nell’ambiente interno ed esterno alla società, ivi inclusa certa stampa locale, prendo atto che io ed i miei collaboratori non siamo in grado di svolgere in maniera soddisfacente quanto merita il Bologna FC. Al futuro Presidente, certo che avrà maggiori capacità gestionali rispetto a noi, auguro ogni successo così come auspico per la lodevole iniziativa progettata da Bologna 2010.

Bologna: servono 7 milioni o si fallisce

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L’arrivo di Zanetti alla guida del Bologna non è stato sufficiente: il rischio fallimento è ancora dietro l’angolo. Lo rende noto Giovanni Consorte che era stato chiamato a gestire la società dopo il fallimento della gestione-Porcedda.

Secondo Consorte, servono in totale 17 milioni di euro per rilanciare la società. Di questi, 9 milioni e 45 mila euro sono stati già raccolti, sarebbero dovuti essere 10 tondi, ma alcuni imprenditori si sono tirati indietro all’ultimo momento perché la situazione societaria non è ancora molto chiara.

Bologna, altri due punti di penalizzazione

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Per la serie: i paradossi del calcio. C’è una squadra che lotta e suda ogni domenica sul campo per conquistare una tranquilla salvezza. C’è una dirigenza che per mesi non paga gli stipendi ai giocatori, gli stessi giocatori che ogni domenica si guadagnano il pane, tenendo in alto il nome della squadra. C’è una sentenza che annulla parte del lavoro fatto dagli stessi giocatori – non pagati – che si vedono togliere dei punti preziosi per la permanenza nella massima serie.

Parliamo del Bologna, costretto già ad indietreggiare di un punto in classifica all’inizio di dicembre, ed ora di nuovo penalizzato con la sottrazione di altri due punti. La vicenda è sempre quella che coinvolge la vecchia proprietà dei rossoblu, quella che faceva capo a Porcedda, già inibito per sei mesi in seguito al mancato esborso di stipendi e contributi per gli ultimi due mesi della scorsa stagione. Lo stesso ex patron ha avuto oggi altri sei mesi di inibizione, mentre Marras, amministratore delegato del club, aggiunge ai sei mesi rimediati nella prima udienza altri due mesi e 20 giorni per il mancato pagamento degli stipendi nel primo trimestre della stagione 2010-’11.

Bologna salvo, ecco il nuovo organigramma

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Il 23 dicembre sarà una data storica per il Bologna, dato che rimarrà nella memoria dei tifosi come il giorno in cui la squadra è stata salvata dal fallimento. La cordata di imprenditori bolognesi che fa capo a Massimo Zanetti, proprietario della Segafredo, acquisirà il 100% delle quote societarie (80% dal recalcitrante Porcedda e 20% dai Menarini che hanno già annunciato di voler lasciare il calcio).

Come spiega lo stesso Zanetti, la società non sarà gestita come una normale squadra di calcio, ma in un modo nuovo, manageriale. Cosa significa questa definizione lo si comincia ad intuire guardando l’organigramma. Zanetti infatti avrà in mano soltanto il 30% delle quote societarie, mentre il restante 70% sarà in mano ad altri soci minori.

Bologna: si avvicina l’accordo con mister Segafredo

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Stanno per arrivare i titoli di coda per la presidenza di Sergio Porcedda. Secondo Silvino Marras, l’attuale amministratore delegato del Bologna Fc e braccio destro di Porcedda, la vendita si dovrebbe considerare conclusa visto che

è stato raggiunto un accordo verbale tra le parti.

L’accordo prevederebbe che Porcedda e Menarini, prima di passare la mano a una cordata di imprenditori guidata dal patron della Segafredo Massimo Zanetti, versino cinque milioni di euro a testa.

L’unico che sembra sicuro del futuro del Bologna sembra essere Marras. Intermedia, la merchant bank di Giovanni Consorte, il “coordinatore” della cordata, ha diffuso un comunicato nel quale afferma che

Tale operazione è potenzialmente fattibile ma non ancora assolutamente chiusa.

Bologna, società messa in mora ed ora rischia il fallimento

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Le settimane che stanno per aprirsi in casa Bologna si preannunciano più dure che mai. Oggi i calciatori hanno presentato la richiesta di messa in mora della società. Il motivo è, com’è noto, il mancato pagamento degli stipendi dalla scorsa estate, da quando cioè la squadra è passata in mano a Porcedda. Marco Di Vaio, capitano dei rossoblù, ha parlato a nome di tutti, affermando che si tratta di una decisione dolorosa ma dovuta, per cui si è aspettato l’ultimo giorno per presentarla. Questa richiesta però verrà ritirata non appena un nuovo acquirente, o l’attuale presidente, presenteranno rassicurazioni finanziarie che potranno garantirgli gli arretrati.

Messa in mora significa dal punto di vista sportivo che il Bologna ora deve attendersi altri due punti di penalizzazione dopo il primo già comminato due settimane fa, ma soprattutto che, se entro gennaio non si dovesse trovare qualcuno che copre il buco di bilancio, la squadra rischia il fallimento.

Un punto di penalizzazione per il Bologna

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Piove sul bagnato a Bologna. La squadra è stata penalizzata di un punto – scendendo così in classifica da 14 a 13 punti – perché non ha dimostrato di aver pagato l’IRPEF nei mesi di maggio o giugno del 2010.

La decisione è arrivata dalla Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC. Lo stesso organo si è occupato anche del deferimento – fatto dalla Procura federale – di Sergio Porcedda e Silvino Marras, ovvero il presidente e l’amministratore delegato del Bologna calcio. E ha stabilito di infliggere 6 mesi di inibizione ai due soggetti.

Bologna, Menarini “traditi” da Porcedda

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Parte al contrattacco Francesca Menarini, che oggi è, insieme alla sua famiglia, azionista di minoranza del Bologna Football Club con il 20% delle quote, ma che a conti fatti dovrebbe essere ancora la proprietaria visto che Porcedda, per rilevare il suo 80%, non ha ancora versato un centesimo. Ieri la Menarini è venuta allo scoperto, dato che da più parti veniva richiesto il suo parere sulla vicenda che da qualche settimana sta togliendo il sonno a molti tifosi rossoblù, ed ovviamente non ci è andata leggera:

Porcedda a giugno è sembrato, quando si è presentato fra gli altri pretendenti, la persona più seria e più affabile e con grande entusiasmo e per questo ci ha convinto. Purtroppo le cose non sono andate così e siamo arrivati a questo punto. La situazione è preoccupante, adesso dobbiamo cercare di risollevarla a tutti i costi. Porcedda non ha tirato fuori un euro né per noi né per il Bologna. Ci sentiamo traditi, noi come famiglia, come soci e creditori, come città, come Bologna Football Club, traditi e truffati da questo signore.

Bologna, ora il rischio si chiama fallimento

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I tre punti di penalizzazione in classifica sembravano uno spauracchio, ma al momento sono l’ultimo dei problemi per i tifosi del Bologna. La squadra che la scorsa estate è passata a Porcedda ora rischia seriamente di fallire. Se non si dovesse trovare qualcun’altro che la rileva prima di gennaio (e i Menarini hanno già annunciato di non volerlo fare), i rossoblù potrebbero fare la fine di altri club come il Napoli o la Fiorentina.

La responsabilità di questa situazione è attribuibile, almeno stando a quanto dichiara lo stesso Porcedda, ad un broker, il quale nonostante fosse stato dichiarato fallito, e con una sentenza passata in giudicato per falsità in scrittura privata, truffa e ricettazione, è riuscito a raggirare il neopresidente felsineo con delle fidejussioni bancarie false.

Crisi Bologna: parla Di Vaio

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In questo momento i giocatori del Bologna hanno la bocca cucita. L’unico a parlare è stato il capitano, Marco Di Vaio:

E’ una cosa che riguarda la società, noi squadra non dobbiamo dire niente. Come ci sentiamo o non ci sentiamo, prima deve parlare il presidente. Aspettiamo le sue mosse.

Il giocatore pesa le parole con attenzione, quasi da politico consumato:

Al momento non è cambiata la credibilità nei suo confronti, vediamo quello che ha da dire e poi prenderemo le giuste decisioni.

Bologna è nel caos: dubbi sugli stipendi e fuga dei migliori calciatori

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Lunedì scorso il presidente Porcedda aveva tranquillizzato tutti, affermando di aver versato quanto dovuto in data 15 novembre, e che il suo Bologna non aveva più debiti con nessuno. Sarà vero? Secondo alcuni siti internet e radio locali bolognesi pare proprio di no. Porcedda doveva ancora 3 mesi arretrati di stipendi a calciatori e staff, e pare che non vi sia certezza che questi siano stati pagati.

A breve i calciatori si riuniranno e, se verrà confermato che nessun emolumento è stato versato, potranno chiedere la messa in mora della società. Ciò significa che, a livello sportivo, il Bologna perderà 3 punti in classifica, a livello economico, oltre a pagare gli arretrati, Porcedda dovrà anche far fronte ad una multa, mentre da quello societario i migliori calciatori potrebbero fare le valigie.

Bologna, esonerato Colomba

Come preannunciato ieri, Franco Colomba viene esonerato dal Bologna. Non riesce ad arrivare al calcio d’inizio del nuovo campionato il tecnico che solo 3 mesi fa, a salvezza ottenuta, firmava