Hull: figuraccia e scuse ai tifosi

Una squadra che perde e che va sotto la curva a chiedere scusa ai propri tifosi: è una scena che vorremmo vedere spesso sui campi di calcio, perché ci può stare di perdere, ma a tutto c’è un lmite!

Era il giorno di Santo Stefano, il cosiddetto Boxing Day. Tra le varie partite proposte dalla Premier League c’era un’interessante (almeno sulla carta) Manchester City-Hull, ma alla fine l’unico motivo di interesse andrà al di là della partita in sé.

I primi 45 minuti sono stati una sorta di tiro al bersaglio da parte della seconda squadra di Manchester, che al momento di rientrare negli spogliatoi conduceva già per 4 reti a zero. Una situazione inaccettabile per il tecnico Phil Brown, inviperito contro i suoi e deciso più che mai a impartire una sonora lezione. Come? Trascinando la squadra sotto la curva ed obbligandola ad applaudire i tifosi, prima di far accomodare tutti sul terreno di gioco per un processo pubblico.

Sor Carletto, ma che scherzi fai?

E’ uno dei personaggi più amati del calcio italiano, per quella sua capacità di parlar chiaro e di dire sempre  ciò che pensa, non nascondendosi dietro frasi di circostanza o falso perbenismo. In più ad aumentarne la simpatia c’è quel modo di esprimersi in dialetto romanesco, con tanto di frasi tipiche da tradurre per chi è geograficamente lontano dalla zona della capitale.

Naturalmente parliamo di Carlo Mazzone, per tutti il Sor Carletto, uno degli allenatori più apprezzati nel circuito nazionale. Stavolta a far parlare, però, non è una sua battuta al veleno o una simpatica uscita su questo o quel giocatore, ma i suoi guai fisici, che l’altra notte lo hanno costretto al ricovero in ospedale.

L’allarme è scattato intorno alle 4 del mattino, quando Mazzone è stato svegliato da forti dolori al torace, tali da costringerlo a rivolgersi al 118. All’arrivo dei sanitari, poi, l’allenatore è stato sottoposto ad elettrocardiagramma ed è stato deciso il ricovero in ospedale.

Totti – Mihajlovic: c’eravamo tanto amati

E’ trascorso poco più di un mese da quando Sinisa Mihajlovic si è seduto per la prima volta sulla panca del Bologna, esordendo proprio contro la “sua” Roma, che lo aveva lanciato alla ribalta del campionato italiano una vita fa. Finì 1-1 con autorete di Cicinho nel finale, dopo che Totti aveva portato in vantaggio la Roma, regalando un dispiacere all’amico mister.

Amico si, perché fino a quel giorno (anzi, fino a ieri) pensavamo che i due fossero amici. Il capitano giallorosso aveva esordito in serie A nel 1993, proprio nel giorno in cui il serbo segnava il suo unico gol in maglia giallorossa. Ed è per questo che, alla vigilia di Bologna – Roma dell’8 novembre scorso, avevamo presentato la gara come una sorta di amarcord, riportando anche gli auguri reciproci tra i due. Ma evidentemente il rapporto non era così idilliaco, se è vero che ieri, in vista della gara di Coppa Italia che li vedrà nuovamente l’uno contro l’altro, Sinisa ha lanciato un messaggio non proprio d’amore all’indirizzo di Totti:

Totti per me non esiste più. Gli ho tolto il saluto dopo che non è venuto a giocare alla mia partita d’addio al calcio.

Mou-Mihajlovic, quando il calcio è polemica

Gli allenatori di quest’anno sembrano particolarmente agguerriti, e pronti ai battibecchi. In questi primi mesi di Serie A, Mourinho aveva acceso e subito spento numerose piccole polemiche, ma ce n’è una che non accenna a calmarsi, quella proprio con l’ex interista Sinisa Mihajlovic. Tutto è nato da un’infelice frase del neoallenatore del Bologna, che riferendosi al caso Adriano ha dichiarato:

“Mourinho e i suoi sono arrivati dicendo che loro sapevano come gestire il gruppo ed erano i più bravi. Invece mi sembra che siamo alle solite. Noi lo abbiamo gestito per 4 anni, evidentemente quando Mancini lo lasciava fuori un motivo c’era. Però quando non giocava c’erano sempre polemiche e Roberto veniva attaccato. Con Mourinho questo non succede”

Ovviame la risposta del tecnico portoghese non si è fatta attendere:

“Tutti meritano una seconda opportunità. Se questa società ha dato la possibilità di allenarsi a uno che ha sputato in faccia a un avversario, perchè non concedere un’altra possibilità di giocare ad Adriano?”

Riferendosi ad una vecchia squalifica di Mihajlovic per uno sputo ad un avversario. Ma ancora la risposta del serbo non si è fatta attendere, guardate un pò cosa ha dichiarato.

La vendetta di Grant: Chelsea, squadra di ignoranti!

Com’è dura sentirsi poco appprezzati, nonostante gli sforzi fatti e l’impegno profuso… Immaginate quindi come deve aver vissuto Avram Grant nei mesi alla guida del Chelsea: i tifosi non lo amavano, i giocatori non hanno mai dimostrato grande stima nei suoi confronti, la stampa gli si è spesso scagliata contro.

Eppure lui non aveva chiesto nulla, si era ritrovato di punto in bianco a guidare una delle compagini più forti della Premier, dovendo sostituire un mostro sacro come Josè Mourinho. Eppure lui, allenatore senza esperienza di grandi club, è arrivato a giocarsi la finale di Champions League, perdendola poi solo per uno scivolone del suo capitano nel momento decisivo.

E chissà cosa sarebbe successo se quel tiro fosse finito alle spalle di Van Der Saar, chissà se qualcuno avrebbe avuto il coraggio di buttar fuori l’israeliano per far posto a quell’altro mostro sacro che risponde al nome di Felipe Scolari. Ma il passato non torna ed ora il silurato Avram Grant si toglie qualche sassolino dalla scarpa, prendendosela con tutto l’ambiente dei Blues, Abramovich escluso.

Real, Ramos al posto di Schuster

Salta la prima panchina eccellente nel panorama europeo. Non che per noi sia una novità assoluta, visto che se ne parla da settimane, ma pensavamo che il buon Bernd Schuster riuscisse a sopravvivere almeno qualche altro giorno alla guida del Real. E invece ecco la decisione improvvisa: via il tedesco e spazio a Juande Ramos per tentare di salvare il salvabile in una stagione nata sotto una cattiva stella.

Se proprio esonero doveva essere, era più logico anticiparlo a qualche tempo fa, quando la squadra era stata estromessa dalla Coppa del Re. E invece in quel momento un summit della società aveva dato fiducia al tecnico tedesco, seppure “a tempo”, in attesa che il momentaccio passasse senza lasciare troppe vittime sulla sua strada.

Domenica invece è arrivata la sconfitta interna con il Siviglia, ma più che i tre punti persi, quello che ha influito sulla decisione dei vertici del Real è stata l’arrendevolezza dell’allenatore.

Scolari è il peggior tecnico del Chelsea

Pensavate forse che mister Morinho fosse l’unico a non sopportare i paragoni con il predecessore? E allora sentite cosa sta accadendo in Inghilterra, proprio sulla panchina che fu dello Special One, occupata ora da Felipe Scolari.

L’allarme è stato lanciato dal Sun, sempre pronto alla critica a suon di numeri. Ebbene, conti alla mano, l’attuale allenatore del Chelsea sarebbe il peggiore approdato all Stamford Bridge negli ultimi anni. Per lui su 22 gare disputate, solo il 59,1% di vittorie, contro il 78,2 di Mourinho, il 77,3 di Ranieri e, udite udite, il 63,6 del contestatissimo Avram Grant.

Una statistica che lascia il tempo che trova, considerando che il Chelsea è secondo in classifica nella Premier  ad un solo punto dal Liverpool e che proprio oggi potrebbe raggiungere le 10 vittorie consecutive in trasferta (record detenuto dal Tottenham che resiste da ben 48 anni).

Torino in crisi, a chi dare la colpa?

Dodici punti in 14 giornate di campionato, solo 14 reti segnate e ben 20 subite, un gioco che tarda ad arrivare, nonostante la campagna acquisti estiva lasciasse presagire una stagione senza troppi patemi d’animo. Che il Torino sia abituato a soffrire lo sappiamo da tempo, ma qui si rischia la retrocessione ed il popolo granata cerca risposte concrete. A chi dare la colpa?

L’attacco non segna quanto dovrebbe e questo è un fatto. Dai vari Stellone, Rosina, Amoruso e Bianchi ci si aspetterebbe qualche gol in più, specie dai nuovi arrivati, acquistati apposta per risolvere i problemi lì davanti. C’è poi la questione-spogliatoio con De Biasi che lamenta poco sostegno da una parte del gruppo, impegnato, a suo dire, a “giocare contro”. Una dichiarazione che non ha fatto la felicità del presidente Cairo, che ora tuona minaccioso:

Per De Biasi lo spogliatoio è dalla sua parte al 70%? Allora nove ragazzi gli sono contro, ma scherziamo? Il Toro deve essere sempre unito. I precedenti fanno curriculum, però non contano nelle mie valutazioni.

Mourinho fa fuori Balotelli e Quaresma

Tuoni e fulmini su Milano, altro che neve! Mister Mourinho era stato chiaro sin dal suo arrivo ad Appiano Gentile: “con me o contro di me”, autoeleggendosi comandante assoluto della truppa nerazzurra, nella quale avrebbe trovato posto solo chi si mostrava osservante delle sue regole. Sul campo e fuori.

Parole che molti allenatori amano ripetere, anche se di fronte a grandi campioni è difficile poi mantenere le promesse e lasciar fuori chi potrebbe tornare utile alla causa. Ma Mourinho non è come gli altri (ce lo ripete da mesi) e non ha mancato di imporre la propria concezione del calcio a chi lo circonda.

Il primo a farne le spese è stato Adriano, punito per una nottata in discoteca, mentre i suoi compagni si lasciavano abbracciare da Morfeo, e per un ritardo negli allenamenti del martedì. Ma a quanto pare la furia del tecnico di Setubal non si è esaurita e stavolta a pagare il prezzo sono Balotelli e Quaresma.

Mr. Ferguson predica bene e razzola male

Ma quanto è diabolico Sir Alex Ferguson! Non gli bastava aver proibito ai suoi ragazzi qualunque tipo di festa nel periodo natalizio, ora ha anche intenzione di farli crepare di invidia mentre lui e l’intero staff del Manchester United se la spassano allegramente in dolce compagnia.

Per capire di cosa stiamo parlando, occorre fare un passo indietro e tornare al dicembre dello scorso anno, quando la festa dei Red Devils in vista del Natale, venne interrotta dall’arrivo della polizia, poiché qualcuno aveva denunciato uno stupro.

In seguito a quella vicenda il rude Ferguson multò la squadra, dopo una violenta sfuriata alla ripresa degli allenamenti, culminata con il divieto assoluto di organizzare feste di squadra, specie in prossimità delle feste comandate. E fin qui ci possiamo stare, visto che ogni volta che i ragazzotti si ritrovano insieme non fanno altro che combinar danni.