Mourinho non piange per l’infortunio di Kakà

Poche squadre potrebbero permettersi il lusso di rinunciare per 3-4 mesi ad un giocatore come Kakà, ma il Real Madrid ha tanti di quei talenti che l’assenza del centrocampista si farà sentire difficilmente. Questo almeno è il pensiero di Josè Mourinho, dispiaciuto per l’intervento al menisco del brasiliano, ma non così tanto da farne un dramma:

Dobbiamo prescindere da lui. Non c’è, punto. Non piango per lui. Non possiamo cambiare il suo ginocchio, se potessi gli darei il mio e me ne andrei in panchina… Vorrà dire che quando tornerà avremo un colpo milionario in più a costo zero.

Il mea culpa di Fabio Capello

Dalle stelle alle stalle: questo fino ad ora il percorso dell’Inghilterra targata Fabio Capello, schiacciasassi nel girone di qualificazione ai mondiali sudafricani e deludente fino all’inverosimile nella kermesse più importante a livello di nazionali. L’allenatore italiano è stato prima investito del ruolo di salvatore della patria per ritrovarsi poi sull’altare sacrificale, pronto ad essere immolato come capro espiatorio della debacle.

Ed al ritorno nella terra di Sua Maestà erano in molti a chiederne la testa, a volerlo dimissionarlo o cacciato come merita chi non ha saputo mantenere le promesse, costringendo l’Inghilterra a finire nella lista dei flop. Ma la Federazione inglese ha deciso di regalargli un’altra possibilità ed ora don Fabio deve salvare il salvabile, a cominciare dalla sua faccia. E lui la faccia ce la mette adesso, alla vigilia della prima uscita dell’Inghilterra dal 4-1 rimediato contro la Germania:

Ho commesso degli errori, ma riparto con la convinzione che dalle esperienze negative si impara molto.

Mourinho stuzzica Benitez

Passano gli anni, cambiano gli scenari ed i protaginisti in campo, ma lui, Josè Mourinho da Setubal, non cambierà mai. Le polemiche sono il suo pane quotidiano, così come la voglia di punzecchiare continuamente i colleghi, specie se questi hanno preso il suo posto sulle panche delle squadre da lui allenate in passato. Oggi l’oggetto della frecciata velenosa è Rafa Benitez, che ha preso il posto dello Special One sulla panchina dell’Inter:

Una cosa è certa, certa, certa: Benitez non farà mai meglio di me. Non c’è possibilità!

E mentre i tifosi nerazzurri tolgono le mani dal mouse per esercitarsi nell’arte dello scongiuro, Mourinho continua:

Un’altra cosa è certa, certa, certa: se vincerà la Coppa Intercontinentale, avrà vinto due sole partite rispetto alle mie 13. Quindi sarà la mia Intercontinentale, non la sua.

Prandelli: Cassano sarà il leader della nazionale

L’Italia del dopo-Lippi si è riunita stamattina nel centro tecnico di Coverciano, dove sosterrà un paio di allenamenti prima dell’amichevole di martedì contro la Costa D’Avorio in quel di Londra. Molte le novità proposte dal neo-ct Cesare Prandelli, chiamato a raccogliere l’eredità di un allenatore campione del mondo, ma anche a ricostruire sulle ceneri di una nazionale che ha miseramente fallito nell’ultima kermesse mondiale. Come sarà la nuova Italia? Prandelli non scopre le carte, ma punta su un giocatore in particolare:

Antonio Cassano ha raggiunto un’età matura. E’ un’occasione straordinaria per lui. La sua nuova avventura in azzurro potrà avere grande continuità, se si sentirà protagonista e punto di riferimento per i compagni.

Argentina-Maradona addio, già pronto il sostituto?

Sembra ormai giunto a conclusione il mandato di Maradona sulla panchina dell’Argentina e, a meno di clamorosi ripensamenti dall’una o dall’altra parte, il Pibe de Oro annuncerà nelle prossime ore l’addio alla Seleccion. Una rottura insanabile tra il ct e l’Afa, considerando che la federazione argentina avrebbe messo Diego con le spalle al muro, costringendolo di fatto a dimettersi. La disputa nasce dalla volontà di Maradona di continuare con l’intero suo staff, lo stesso che ha seguito la nazionale nella kermesse mondiale. Uno staff che la federazione non vuole, come ha rivelato il preparatore atletico Fernando Signorini, convinto più che mai che la presa di posizione dell’Afa sia solo una scusa:

Non ho dubbi, sin dall’inizio non volevano Diego. È una pietra troppo grande nell’orto del potere. Questa situazione non si può cambiare. Grondona non ha avuto il coraggio di dire a Diego che non lo voleva. Per questo gli ha detto che se avesse continuato a fare il ct avrebbe dovuto rinunciare ad alcuni collaboratori.