Mourinho: “Io mai alla Juve”

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Credo che una delle maggiori paure dei tifosi interisti sia quelle di ritrovarsi il loro adorato José Mourinho ad allenare dall’altra parte della barricata, e in particolare come guida dei due club con cui è più accesa la rivalità: il Milan e la Juventus.

Possono dormire sonni tranquilli, se prendono per buone le dichiarazioni dell’allenatore portoghese:

Per come mi sono schierato dalla parte dell’Inter quando la allenavo, non potrei mai allenare la Juventus.

Leonardo vuole vincere tutto

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La rimonta sul Milan capolista è in fase di lavorazione, ma lui, Leonardo, tecnico del dopo-Benitez ed artefice del miracolo resurrezione, non si accontenta di avvicinare la vetta. Lui vuole lottare per lo scudetto e non nasconde la voglia di giocarsi le proprie anche in Champions League:

L’Inter ha voglia di vincere tutto. È impossibile scegliere, si scende in campo per vincere. La rosa ci permette di cambiare giocatori e di puntare sempre al successo. Come si fa a gestire? Non c’è nessuna scelta. Bisogna gestire nel modo migliore le energie, ma questa squadra è abituata a certi impegni.

Josè Mourinho, il prediletto

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Nella scorsa stagione ha vinto tutto quello che c’era da vincere, prima di voltare le spalle a Milano per prendere la direzione di Madrid. Josè Mourinho – checché ne dicano i detrattori – è l’allenatore migliore in questo momento, sebbene il suo lavoro sia stato facilitato da una squadra costruita per vincere, grazie ai soldi di Moratti, sempre pronto ad investire nella sua creatura. Ma lo Special One, se proprio deve ringraziare qualcuno per i successi ottenuti, si rivolge ad un “patron” che sta un po’ più in alto:

Dio deve pensare che io sia un bel tipo. Deve pensarlo davvero, altrimenti non mi darebbe così tanto. Ho una famiglia incredibile, lavoro dove ho sempre sognato di lavorare… Mi ha aiutato tanto a conseguire tutte le cose che ho. Insomma, deve avere un’ottima opinione di me.

Roma: si pensa a Gasperini per il dopo-Ranieri

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Che Ranieri non andasse a genio ai nuovi proprietari americani, questo si era capito sin da subito, ma dopo la brutta partita di ieri sera, con una gestione tecnica e psicologica discutibile che mette a rischio la qualificazione ai quarti, siamo ormai certi che l’ex allenatore della Juventus e del Chelsea a breve diventerà anche ex della Roma.

Per sostituirlo si faceva sempre con maggiore insistenza il nome di Ancelotti, ma pare che Abramovich non abbia più intenzione di lasciarlo partire, così il nome nuovo che circola oggi è quello di Gasperini, ex allenatore del Genoa, e detentore di uno degli stili di gioco più spettacolari della Serie A. Sicuramente la scelta del Gasp non è inverosimile, ma dov’è finita la volontà di puntare su un allenatore di esperienza internazionale?

Roma – Shakhtar, Lucescu avverte i giallorossi

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Avversario più comodo non poteva capitare alla Roma, che in fase di sorteggio per gli ottavi di Champions League avrebbe potuto pescare squadre ben più attrezzate dello Shakhtar Donetsk. Impegno facile dunque? Sulla carta sì considerando la scarsa caratura tecnica degli ucraini che tra l’altro sono fermi da mesi per via della lunga sosta invernale imposta dal freddo di quelle latitudini. Ma il calcio non si gioca sulla carta, come ricorda quel volpone di Mircea Lucescu, già conosciuto da queste parti per aver allenato Pisa, Brescia, Reggiana ed Inter. Il rumeno è ora alla guida della compagine ucraina ed è convinto che i suoi possano creare parecchie difficoltà ai giallorossi:

Come ha detto Arsene Wenger, lo Shakhtar è una squadra giovane, con ottime potenzialità e un grande futuro, difficile da battere. Per noi sarà dura perché quella di domani sarà la prima partita ufficiale di quest’anno. Uno stop così lungo incide molto sulla preparazione atletica ma anche sull’organizzazione di gioco, però stiamo in ottima forma credo che possiamo giocarcela.

Delneri avverte l’Inter

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A meno di ventiquattro ora dal derby d’Italia, gli animi cominciano a scaldarsi e piovono “minacce” da una parte e dell’altra.  Juventus-Inter non è una partita come le altre, per quanto la si voglia dipingere come tale. Juventus-Inter si gioca tutto l’anno sulle pagine dei giornali e sulle bocche dei protagonisti, che rivendicano successi antichi e chiedono la restituzione di questo o quell’altro scudetto. Ma non provate a far ammette a Delneri che dietro questa gara così importante per la conquista di un posto al sole possa esserci qualche motivo che va al di là del fatto sportivo:

Calciopoli non mi interessa, non guardo queste cose. I risultati in questo momento dicono che l’Inter è la squadra più forte del mondo.

Sneijder attacca Benitez e avverte la Juve

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Un mese e mezzo di assenza per recuperare da un infortunio e ricaricare le pile, ma ora Wesley Sneijder è tornato al suo posto, a dettare i tempi nel centrocampo nerazzurro, nella speranza di lasciare un’impronta sulla stagione dell’Inter. Tre graffi in sei giorni (tra campionato ed amichevole con l’Olanda) e la voglia di spaccare il mondo di dimostrare che è ancora l’Inter la squadra da battere. Nel posticipo di domenica c’è la Juve ad attendere i campioni d’Italia e Sneijder vuole tornare da Torino con i tre punti in tasca:

Battere la Juve e proseguire la striscia è importante per mettere pressione a chi è davanti. Vogliamo lo scudetto. A maggio si fanno i conti.

Roma – Napoli, Mazzarri sogna in grande

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Quarantasei punti in classifica, tre lunghezze di distanza dal Milan capolista ed una seconda posizione conquistata con pieno merito. Il Napoli ci crede, crede nella possibilità di concludere la stagione ai piani alti, sa di poter regalare un sogno ai propri tifosi, sebbene nessuno osi pronunciare la parola scudetto. Domani sera c’è l’ennesima tappa da raggiungere, contro una Roma che non ha alcuna intenzione di mollare punti, specie tra le mura amiche. Sfida determinante per il campionato? Mazzarri non vuole sentir parlare di partita chiave, pur riconoscendo l’importanza della gara:

E’ solo una partita importante, il resto sono slogan. Non ha senso parlare di sfida per lo scudetto o per la Champions. Le somme le tireremo alla fine. Adesso bisogna fare punti, la classifica parziale non conta nulla.

Bari: via Ventura, arriva Mutti

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La notizia era nell’aria già da questa mattina, ma solo a fine giornata è arrivata l’ufficialità: Giampiero Ventura da domani non guiderà più il Bari, squadra ultima in classifica e destinata ad una triste retrocessione. Il tecnico aveva cercato di mantenere il proprio posto ed anche oggi, nonostante la contestazione aveva regolarmente allenato la squadra, prima di incontrare nel pomeriggio il direttore sportivo dei Galletti, Guido Angelozzi. Determinate è stato poi il vertice con il presidente Matarrese, conclusosi con la rescissione consensuale del contratto, come si legge in una nota del club:

La società, a conclusione del periodo di intensa collaborazione, ringrazia il tecnico e i suoi collaboratori per il lavoro svolto con grande professionalità e augura loro la prosecuzione di una carriera ricca di soddisfazioni.

Zeman, laurea ad honorem

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Controverso, ribelle, mago del bel gioco, brusco, accusatore, antipatico. La lista degli appellativi riferiti a Zdenek Zeman è lunga, ma chi poteva immaginare che ad un certo punto dovessimo chiamarlo Dottore? Il tecnico ceco che ha fatto tremare il calcio nostrano qualche anno fa con accuse di doping che finirono per ricadere soprattutto sulla Juventus, sarà insignito della Laurea Honoris Causa in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie, Preventive ed Adattate dall’Università degli Studi di Foggia, città dove allena attualmente.

Un titolo importante che riconosce i meriti di un allenatore valido, checché ne dicano i risultati, mai così brillanti in fatto di titoli conquistati, a dimostrazione di come i trofei non siano il solo passaporto per raggiungere mete così ambite, come spiega la motivazione del premio, che potete leggere subito dopo il salto.

Prandelli soddisfatto: avanti così

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E’ un Cesare Prandelli soddisfatto quello che si materializza di fronte ai microfoni della Rai, al termine dell’amichevole dell’Italia con la Germania. Non che il gioco degli azzurri abbia raggiunto il massimo della sua espressione, ma bisogna ammettere che qualche passo in avanti si è visto rispetto alle ultime uscite degli azzurri, con esperimenti che cominciano a dare frutti. Il ct della nazionale italiana parla di risultato giusto alla fine della fiera:

Il pareggio è giusto, la sconfitta sarebbe stata una beffa. Abbiamo fatto una buona gara su un campo difficile. Sappiamo che siamo ancora distanti dalla Germania, ma con questo entusiasmo  potremo fare bene. Cassano? Ha avuto spunti interessanti.

Mourinho sogna l’America

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José Mourinho è un vero e proprio globetrotter. L’allenatore portoghese ha 48 anni ed ha già lavorato nei tre campionati europei più importanti – oltre ovviamente al Portogallo -: dopo il Chelsea (2004-2008), l’Inter (2008-2010) e attualmente il Real Madrid.

Ma lo Special One non può accontentarsi di questo. Per uno che è alla ricerca di sfide sempre nuove il continente europeo è troppo piccolo.

Prandelli: ultima possibilità per Cassano

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Il campionato infiamma gli animi come non succedeva da anni, con la corsa scudetto ancora aperta e nulla da dare per scontato. Ma in questi giorni il discorso cade sulla nazionale, impegnata il prossimo mercoledì contro una delle rivali storiche, la Germania, piena zeppa di nuove leve e decisa a riprendersi un posto di primo piano nel panorama calcistico internazionale.

Prandelli ha puntato su tre debuttanti assoluti (Thiago Motta, Matri e Giovinco) e su molti volti noti, primo fra tutti il discusso Cassano. Giusto o no convocarlo in nazionale dopo la nota vicenda che lo ha portato lontano da Genova? Il ct difende le sue scelte, ma dà una sorta di avvertimento al fantasista:

Mi sembrava giusto e doveroso chiamare Cassano. Finora ha dato un buon contributo. In questo periodo, soprattutto ieri, sta pagando il lavoro svolto. Non gli ho detto nulla di particolare perché quel che c’era da dire lo ha già detto lui: sa che ora ha l’ultima possibilità. Lui ha bisogno di mostrare comportamenti corretti con continuità.