Prandelli: Balotelli? Dipende tutto da lui

Di detrattori Mario Balotelli ne ha davvero tanti, ma per sua fortuna c’è ancora qualcuno che ripone una grande fiducia delle sue potenzialità e nella sua volontà di cambiare. E non parliamo di uno qualunque, ma di Cesare Prandelli, ct della nazionale italiana, che a rischio di diventare impopolare ha messo Supermario sotto la sua ala protettiva, nella speranza di ritrovarsi un giorno di fronte ad un giocatore completo ma anche di un ragazzo maturo:

Con Mario ho pazienza. Ha 21 anni e grandi qualità. Tutti noi dobbiamo cercare di aiutarlo. Gli ho spiegato che ha in mano il proprio destino. Dipende da lui e dai suoi atteggiamenti. E’ stimato, ma deve fare un passo in avanti per essere rispettato. Per arrivare a questo, Balo deve avere atteggiamenti da persona responsabile. A volte per farmi capire gli parlo persino in dialetto bresciano.

Italia – Slovenia, Prandelli presenta due novità

In vista della gara con la Slovenia, il ct Cesare Prandelli cambia volto alla nazionale italiana, proponendo un paio di aggiustamenti che dovrebbero garantire maggior movimento su entrambe le fasce. A fare le spese della mini-rivoluzione azzurra saranno Maggio e Thiago Motta, che dovrebbero sedersi in panchina per lasciar posto rispettivamente a Cassani e Marchisio.

In realtà il tecnico non ha rilasciato dichiarazioni in proposito e con molta probabilità dovremo attendere la conferenza stampa di domani per conoscere l’undici anti-Slovenia, ma l’allenamento di oggi nel centro sportivo di Coverciano ha lasciato intendere la volontà di Prandelli di cambiare proprio quelle due pedine dello schieramento.

Prandelli: l’Italia non è il Barcellona

In attesa di conquistare i tre punti che valgono per l’accesso agli Europei del 2012 (martedì si gioca in casa contro la Slovenia), Cesare Prandelli fa un passo indietro e torna alla gara deludente contro le Isole Far Oer, quando l’Italia ha seriamente rischiato di impattare (o addirittura perdere) al cospetto della squadra materasso del girone:

Avremmo potuto interpretare meglio la partita. All’inizio sembrava un match facile e scontato, poi quando abbiamo abbassato la concentrazione si sono creati disordini. Non è un passo falso e non bisogna ricominciare da zero. E’ mancata la concretezza: quando arrivi in area di rigore non devi scambiare la palla, ma solo fare gol, perché noi siamo l’Italia e non il Barcellona, non dobbiamo ispirarci a loro e io non ho mai affermato che sono il nostro modello.

Mourinho non andrà al Paris Saint Germain nel 2012

La notizia l’avevamo riportata qualche giorno fa: il prossimo anno José Mourinho potrebbe allenare il Paris Saint Germain.

La notizia proviene da una tv catalana, e sappiamo bene che da quelle parti non amano né lo Special One, né soprattutto il Real Madrid, per cui potrebbe essere una di quelle voci che si fanno circolare solo per innervosire l’avversario.

Prandelli: Italia lenta e prevedibile

La qualificazione agli Europei del 2012 è ormai messa in tasca, ma il ct Cesare Prandelli non può essere soddisfatto di fronte alla prova dei suoi ragazzi al cospetto delle Isole Far Oer, squadra presa a schiaffi a destra e a manca sin dalla notte dei tempi. L’Italia ha infilato un solo gol e bisogna ringraziare la nostra buona stella se il guardalinee non ha giudicato in fuorigioco Cassano sul passaggio di Pirlo, perché altrimenti saremmo qui ad esibirci in ben altri commenti. Prandelli è persona troppo onesta per nascondersi dietro ad un dito:

Il risultato è indubbiamente molto positivo, e di positivo c’è anche che abbiamo cercato di costruire, di creare delle occasioni palla a terra, così come ci eravamo preparati a fare nel corso del lavoro che ci ha portato fin qui. Ma siamo stati un po’ lenti e a volte un po’ prevedibili. In queste partite diventa fondamentale essere concreti fin dal primo momento, perché sfide come queste possono portarti a qualsiasi sorpresa e può accadere qualsiasi cosa.

Zamparini spiega i motivi dell’esonero di Pioli

L’aria è pesante, il malumore si taglia a fette ed il pubblico sembra non gradire l’ultima uscita pazza del patron Zamparini, che a pochi giorni dall’inizio del campionato si è reso protagonista di un clamoroso passo indietro, esonerando Stefano Pioli ed affidando il Palermo nelle mani di Devis Mangia. Il cambio di allenatore non è che la punta dell’iceberg in una situazione che ha visto volar via i pezzi migliori, da Pastore a Cassani, da Sirigu a Nocerino. Ma il patron Zamparini minimizza ed attacca la stampa, prima di spiegare i motivi che hanno portato al licenziamento di Pioli:

Non c’è alcun caos. C’è disinformazione sui numeri della nostra campagna acquisti, penso ci sia una cattiveria costante nei confronti del Palermo. Perché nessuno ha scritto di caos Cellino quando ha esonerato Donadoni? Noi ci siamo mossi sul mercato investendo perché sia per la squadra che per l’allenatore sta cominciando un nuovo ciclo e probabilmente sarà un anno di transizione.

Mourinho al PSG nel 2012?

I soldi ci sono, le ambizioni anche e i talenti si sprecano. Manca solo un allenatore di qualità, e allora perché non prendere il migliore? Avranno fatto questi ragionamenti ai piani alti della sede del PSG, quando nei giorni scorsi, dicono dalla Spagna, i dirigenti hanno individuato in Mourinho il successore di Kombouaré, allenatore che già oggi è in bilico.

Dopo aver speso oltre cento milioni di euro per il mercato, l’inizio di stagione per la squadra parigina non è stato dei migliori, e così, secondo la tv catalana TV3, degli emissari dello sceicco avrebbero addirittura già fatto firmare allo Special One un accordo per la prossima stagione.

Palermo: saltato Pioli, arriva Mangia

Che Pioli non sarebbe arrivato alla fine della stagione lo sapevamo già tutti, e che non sarebbe arrivato nemmeno a mangiare il panettone era un sospetto che avevamo in molti. Ma che non avrebbe nemmeno visto il calcio d’inizio del campionato, questo proprio non potevamo immaginarcelo.

E così, in questa gara tra Zamparini e Cellino tra chi è più mangia-allenatori, il presidente del Palermo pareggia i conti con il suo omologo sardo che qualche settimana fa aveva fatto fuori Donadoni, cacciando Pioli a 10 giorni dall’esordio in campionato.

Roma, Guardiola difende Luis Enrique

Luis Enrique non sta vivendo un momento positivo sulla panchina della Roma e sono in molti a chiedersi se la scelta di affidare la guida della squadra ad un emergente sia stata azzeccata. Il malumore serpeggia tra i tifosi giallorossi, tanto più che lo spagnolo ha trovato subito il modo di “farsi nemico” il beniamino del pubblico, Francesco Totti, sostituito nella gara di ritorno con lo Slovan Bratislava, quando la qualificazione era ancora possibile. A spezzare una lancia in favore del giovane tecnico della Roma è il suo amico Pep Guardiola, che certo non ha di questi problemi sulla panca del Barcellona:

C’è bisogno di pazienza, il mondo non si fa in due giorni. Se vado io alla Roma pretendono che in due o tre settimane giocano come gioca ora il Barcellona?. Purtroppo nel calcio non c’è tempo, è il nostro mestiere, ma sono sicuro che se lo sosterranno farà un grandissimo lavoro, anzi ne sono sicurissimo. Luis Enrique è un allenatore di personalità.

Mazzone: la Roma arriverà dietro alla Lazio

La nuova Roma non convince un tifoso doc come Carletto Mazzone, che dall’alto della sua esperienza critica le scelte della nuova società, specie quella di mettere alla guida dei giallorossi un allenatore giovane come Luis Enrique:

Sono ottimista, ma c’è sicuramente molto da lavorare. Luis Enrique a mio parere è ancora troppo giovane. Ma non è il solo, un altro esempio è Leonardo. C’è bisogno di tempo, fare esperienza è un pregio per gli allenatori non un difetto. Una piazza come Roma è difficile da sopportare soprattutto per un giovane. Non so se Roma avrà la pazienza di attendere questo ragazzo, che ha il vantaggio di aver imparato da Guardiola, ma che ha bisogno ancora di fare esperienze. La gavetta è importante e fare l’allenatore è difficile.

Reja: Zarate se ne vuole andare

Dove giocherà Mauro Zarate nella prossima stagione? le ultime indiscrezioni lo vogliono vicino all’Inter, ma qualunque sia la scelta dell’argentino, è chiaro che il tormentone comincia a stancare sulla sponda biancazzurra della Capitale. Il più disturbato sembra essere Edy Reja, che vuole precisare alcuni punti sulla questione, come quello che riguarda la vigilia della gara di andata contro il Rabotnicki, quando il numero 10 ha deciso di non essere incluso nella lista dei disponibili:

Nella gara di andata contro il Rabotnicki è stato Zarate a tirarsi fuori perché, per quanto mi riguarda, lui è nella lista Uefa. E non era la prima volta che si comportava in questo modo. La sua intenzione mi pare sia quella di andare via e forse non voleva pregiudicarsi una sua eventuale partenza.

Antonio Conte: la Juve tornerà al vertice

Mancano pochi giorni all’inizio della stagione e per la Juventus è tempo di mettere a punto le ultime strategie per cercare di tornare ai vertici del calcio italiano. Antonio Conte sa che l’impresa è ardua e che ci sono almeno un paio di squadre superiori ai bianconeri, ma promette sin da ora impegno per raggiungere in fretta l’obiettivo:

Juve da scudetto? Non buttiamo fumo negli occhi dei tifosi. Ricordiamoci che nelle ultime due stagioni abbiamo chiuso al settimo posto. Faremo tutto il possibile e l’impossibile per tornare al più presto competitivi.

L’Anzhi dopo Eto’o vuole Mourinho?

La notizia è di quella da prendere un po’ con le pinze, viste le cifre in ballo. Se non fosse che di mezzo c’è il magnate russo Sulejman Kerimov e il suo club – l’Anzhi Makhachkala – sarebbe senz’altro da catalogare come sciocchezza estiva.

Sembra che dopo aver offerto uno stipendio faraonico di venti milioni di euro a Samuel Eto’o, il supericco russo stia pensando di assicurarsi i servizi di Mourinho offrendogli per la prossima stagione uno stipendio impensabile in questi tempi magri: cinquanta milioni di euro.

Cagliari, Ficcadenti punta in alto

Fino a qualche giorno fa sembrava destinato ad una stagione da spettatore, dopo aver lasciato il Cesena al termine dello scorso campionato. Oggi invece Massimo Ficcadenti può vantarsi di essere il nuovo allenatore del Cagliari ed ha già in mente grandi progetti per trasformare i sardi da belli ed incompiuti (e incocludenti) a protagonisti del campionato nostrano:

Questa è una grande opportunità, cercheremo subito di iniziare un lavoro per cercare di fare qualcosa di importante. Credo che l’importante sia far bene: vincere e giocare bene, non c’è miglior modo di convincere anche i tifosi. Potenzialmente il Cagliari ha la possibilità di fare qualcosa in più della salvezza, raggiunta in questi ultimi anni in tutta tranquillità.