Bufera in Inghilterra su Sam Allardyce

Oggi è il compleanno di Totti e tutti le riviste che parlano di calcio stanno dedicando fiumi di parole al Pupone, al Capitano, al Francesco nazionale. Noi in realtà l’abbiamo già fatto quindi possiamo dedicarci ad altro andando a scavare nei meandri di calciopoli con questa bufera che si è abbattuta sul Allardyce

Tutto nasce da un’inchiesta condotta dal Telegraph dove il CT inglese è accusato di aver suggerito a dei finti businessman la maniera per evitare le regole del TPO. I businessman però erano cronisti che lo stavano riprendendo e così Allardyce è finito nella bufera.

Questo CT aveva allenato il Sunderland ma da luglio sedeva sulla panchina dei Three Lions. Proprio dopo l’assunzione del nuovo incarico è iniziato tutto lo scandalo. Oltre ai finti businessman, pare sia stato ripreso anche durante degli incontri con un presunto rappresentate di un’azienda asiatica che aveva dichiarato di voler incassare soldi con il mercato della Premier League. Una trappola bella e buona in cui Allardyce è finito con tutte le scarpe. La consulenza all’imprenditore doveva costargli circa 400 mila sterline.

Una volta venute a galla tutte le magagne di questo allenatore, il Telegraph che ha condotto un’inchiesta molto interessante, ha deciso di inviare alla Football Association, 18 domande su Allardyce. La FA però ha rifiutato di rispondere a tutte le domande prima di aver letto tutte le trascrizioni delle conversazioni. Un portavoce della federazione calcistica inglese ha detto di voler ricevere prima tutte le informazioni sulla vicenda. Le accuse a suo carico, in fondo, sono parecchie. Scrive la Gazzetta dello Sport:

Nei due meeting, durati un totale di 4 ore, Allardyce ha spiegato ai suoi interlocutori come fosse facile aggirare le norme introdotte nel 2008 in Inghilterra per regolare la proprietà dei “cartellini” da parte di soggetti diversi dal club o dal calciatore stesso.

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