Da giugno è senza squadra e in due mesi non è riuscito a convincere nessun presidente a puntare sulle sue prestazioni. E così Alvaro Recoba, detto il Chino, è finito nella lunga lista dei disoccupati di lusso in attesa di una chiamata che poteva anche non arrivare mai. Il suo nome nel corso dell’estate è stato avvicinato al Monaco ed al Porto, ma poi le trattative si sono fermate alle pagine dei giornali.
Molto più concreta invece la possibilità di passare al Blackburn, dove avrebbe ritrovato l’ex interista Paul Ince. Ma il Governatore ha chiesto al Chino una settimana di prova, prima di decidere se ingaggiarlo o meno e figuriamoci se uno come lui poteva accettare di essere trattato alla stregua dell’ultimo degli esordienti.
Ora si è fatta avanti l’ipotesi Panionios, squadra greca dell’altro ex interista Lampros Choutos e pare che il Chino stia valutando seriamente la possibilità di trasferirsi all’ombra del Partenone, sebbene i greci siano stati estromessi dall’Europa per mano del Napoli nel turno preliminare dell’Intertoto. Ma arrivato a questo punto, Recoba non è che possa permettersi di badare troppo ai dettagli e, se ha voglia di giocare ancora sul suolo europeo, deve pur scendere a qualche compromesso.
Proprio in queste ore il Chino dovrebbe essere in terra greca per definire gli ultimi particolari del contratto. Il suo acquisto è però condizionato dall’abbondanza di extracomunitari, anche se potrebbe pur sempre sfruttare il passaporto greco della moglie. Tanto lui di certe questioni è un grande esperto, essendo divenuto noto in Italia più per lo scandalo legato ai suoi documenti che per quello che ha dimostrato in campo. Ricordate la squalifica per quattro mesi (scontata in estate) e la condanna a 6 mesi di reclusione con la condizionale per ricettazione e concorso in falso? Quello fu il periodo in cui si parlò maggiormente di Alvaro Recoba, che sul campo non è mai riuscito a dimostrare il suo valore (periodo di Venezia a parte).
Per il resto è passato nel campionato italiano senza lasciare grandi tracce, trattenuto in maglia nerazzura solo dalla caparbietà del presidente Moratti, letteralmente innamorato del fenomeno mai esploso. Lo scorso anno con la maglia del Torino avrebbe dovuto rilanciarsi a grandi livelli, in una squadra che poteva eleggerlo a leader per poi acquistarlo a titolo definitivo.
E invece eccolo qui, in cerca di una sistemazione comoda che possa garantirgli un finale di carriera decoroso. La speranza è di vederlo giocare a livelli che in Italia ha solo lasciato intuire. Buon viaggio, Chino.